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Paperpost all’UniBz


L’occhio di D-u è sempre pronto a captare il potenziale contenuto del prossimo post che scriverà. Oggi, mentre tornava dalla mensa in ufficio ha notato dei fogli appesi alle porte di alcune aule-laboratori della Facoltà di Design. Visto che tempo fa chiacchierava dei toni poco diplomatici del blog citato con alcuni amici ha pensato di immortalare il foglio e pubblicarlo qui.

(O voi che non siete della LUB, sappiate che ai designer di Bolzano è stato appioppato, a torto o a ragione, lo stereotipo di “quelli che non studiano mai, che non fanno un cavolo dalla mattina alla sera e che beccano i trenta per stupidi lavori di pongo”.)

Poi D-u si è chiesto: “Vuoi che una conversazione nata su internet prosegua su carta e basta?”. Infatti dopo una brevissima ricerca ha trovato il riferimento sul blog dei designer spesso criticati dal blog. A voi le conclusioni.

PS: Sarebbe carino appiccicare sotto ai fogli appesi un biglietto che indichi il trackback al foglio…

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LA PRATICA DEL PAESAGGIO Salvo alla Galleria Civica di Arco

Prosegue la ricerca sul paesaggio che la Galleria Civica G. Segantini di Arco ha intrapreso da alcuni anni. Dopo Segantini la Galleria Civica espone le architetture di Salvo dal 30 novembre al 25 gennaio. “I colori luminosi, mediterranei, la semplicità geometrica delle forme caratterizzano tutta la sua produzione – dice la curatrice, Giovanna Nicoletti – […]

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Idee per un regalo

E’ scattata l’operazione Santa Lucia – Natale – Befana 2008/2009. Ormai siamo tutti alla ricerca del regalo giusto per la persona giusta.
Le domande ricorrenti: Cosa regalo a mia moglie? Cosa posso regalare a mio padre? Che regalo faccio alla mia fidanzata? (è per dire eh?) Cosa posso regalare ad una persona che ha tutto?
Quest’anno mi viene […]

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Una ricerca su Facebook di Nòva

“Al momento, Facebook è moda. Ma volendo andare più a fondo bisogna fare ricerca. E con gli amici di Nòva ci si vorrebbe provare. Il fatto è che non ci sarebbe nulla di meglio per riuscirci che trovare la collaborazione di chi sta in rete e conosce l’argomento.”

Questo dal blog di Luca De Biase. Ho pensato di scrivere anche io qualcosina che intanto pubblico di seguito (ci si doveva limitare a 500-1000 caratteri, ma…). Arrivo così in ritardo perché utlimamente o ho molto da fare o sono disconnesso.

“Blog Flickr Twitter – inizialmente mi sembrava che il web 2.0 constasse solo di questo genere di servizi dove i contenuti erano per lo più il frutto di un costante impegno ad aggiornare e comunicare. I social network erano roba per gente sprovvista di fantasia, voglia di esporsi e di impegnarsi. Giusto per “essere connessi” senza poi avere nulla di utile da comunicare. Erano ambienti sterili dove il massimo dell’articolazione verbale era commentare foto.

Ora ci sono dentro, perché mi sono fidato dell’opinione di una persona che ritengo sufficientemente intelligente per non esserci entrato per moda e basta. Per certi versi ho trovato quello che mi aspettavo, ma visto dall’interno tutto ciò ha assunto tridimensionalità. Le persone che vicendevolmente si commentano foto e profili chiacchierano senza la presunzione di voler fare notizia o per un pubblico. Lo fanno perché è nella natura dell’uomo. Se prima consideravo i social network dei surrogati di web 2.0, ora penso che si tratti di un altro modo di fare web 2.0 con un potere più inconsapevole.

Facebook si evolve molto rapidamente. Questo è il suo bello. Contiene la maggior parte delle innovazioni della rete degli ultimi anni: foto come su Flickr, video come su YouTube, status come su Twitter, gruppi come nei forum e, se si vuole, il Botta&Risposta come gli SMS. Nulla di nuovo insomma, ma organizzato semplicemente, garantendo la partecipazione anche di quelli che non ne vogliono sapere niente della complessità e dell’impegno richiesto dai blog, tumblelog, YouTube ecc.

Io uso molti altri strumenti per esprimermi in rete. In quanto ai social network. Se si ha FB si ha già tutto. Formalmente sono su altri due sn (StudiVz e Netlog e se vogliamo considerarlo come tale anche W. Live Spaces) ma quasi tutti i contatti che ho lì sono doppioni di quelli che ho su FB.
Se ancora non accedo ad internet col cellulare è per una questione di costi. Se invece connesso dal computer lo uso più di due ore al giorno, nel senso che è quasi sempre aperto in una scheda anche se lavori su altro. Nel peggiore dei casi ci faccio un giro per aggiornarmi una volta al giorno. Le condizioni d’uso le leggo in genere parzialmente andando a controllare in base ai titoli dei paragrafi per accertarmi di quello che sembra più “inghipposo”. Ormai ci sono su così tanto persone che se volessero recar danno quelli di FB di troverebbero contro milioni di persone. Non gli conviene farlo.

Parte della sua popolarità FB la deve alla pubblicità che ne fanno sociologi e articolisti di vario genere che gli ha permesso di soppiantare Second Life. Altrimenti potremmo forse avere ora un SL che offre cose simili a FB.

Una previsione che mi permetto di fare:
Contemporaneamente troppa differenziazione di servizi porterà i suoi utenti a focalizzarsi su diversi approcci al social network. Ci saranno quelli che vedono FB come il proprio spazio in cui inserire foto, aggiornamenti e comunicando con pochi amici veri. Ci saranno quelli che si dedicheranno principalmente a fare quiz e inviare inviti e consigli per giochini poco costruttivi ai contatti. Ci saranno quelli che lo useranno come piattaforma di scambio di opinioni in gruppi e “causes” in forma più istituzionale. Potrebbe dunque verificarsi una spaccatura a breve di queste varie razze di “facebookiani”?”

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PAGINE DEL GARDA Mostra del libro e rassegna dell’editoria gardesana

Dal 15 al 23 novembre il salone delle feste del Casinò di Arco ospiterà la XVI edizione di “Pagine del Garda”, mostra del libro e rassegna dell’editoria gardesana. 60 case editrici – compresi enti locali, associazioni, musei ed altre realtà attive nell’editoria – provenienti dall’intero bacino del lago di Garda e circa 1.300 titoli di […]

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Enigmi di proteine: FoldIt, un contributo alla scienza

FoldIt è un progetto nato per incanalare la potenza di migliaia di cervelli umani per una causa nobile: lo studio del folding delle proteine.

Il folding delle proteine, letteralmente, arrotolamento, è il processo per cui la sequenza primaria di aminoacidi, si organizza in date condizioni di temperatura, pH etc in una certa forma. Vale a dire: se le cose dentro il corpo umano funzionano correttamente le proteine si arrotolano nella maniera corretta, fornendo tutte le loro funzionalità, mentre se qualcosa non va, questo processo, il cui studio è molto complesso, va “a rotoli” e la funzionalità di una proteina, che ad esempio è coinvolta nel metabolismo, diviene nullo, creando gravi danni.

Questa è in (molto) riassunto la funzione di FoldIt: supplire alla carenza di potenza di calcolo necessaria a studiare l’arrotolamento di questi polipeptidi o proteine facendo svolgere i calcoli a migliaia di persone, facendole divertire fra l’altro. Dimostriamo una volta per tutte che il cervello umano è meglio di un dannato calcolatore!

Il gioco, i cui risultati saranno poi utili alla riceca di malattie come il morbo di Alzheimer, si presenta molto accattivante ed il gameplay è divertente.

Il gioco è disponibile per Linux (alcun problemi) Windows e Mac. La versione Windows è davvero fluida e i requisiti non sono proibitivi (gira su pentium4 tranquillamente).

Diventate ricercatori, contribuite allo sviluppo scientifico ed alla lotta contro le malattie degenerative ed in contemporanea divertitevi stimolando la vostra mente.

www.fold.it

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Google Profile Search: hai già caricato il tuo profilo?

 
Grande G ha attivato la ricerca profili.
Tu crei il tuo profilo inserendo nome, cognome, interessi e una breve biografia, e Google la renderà disponibile a quanti la cercheranno.
Sembra anche che in futuro con il profilo Google sarà possibile aggregare tutte le attività di un utente all’interno  di una pagina.

 
 
Ho creato il mio profilo e già che c’ero […]

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Il cervello è più veloce a 39 anni

WASHINGTON – Secondo uno studio condotto da ricercatori dell’University of California di Los Angeles (Ucla). , il nostro cervello ha le sue massime prestazioni «velocistiche» a 39 anni, per declinare poi progressivamente. Gli scienziati hanno pubblicato i risultati delle loro osservazioni sulla rivista Neurobiology of Aging.

L’anno prossimo vedrò allora di utilizzarlo!

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a Bologna tutti assieme contro la 133

Bologna, assemblea congiunta studenti-presidenza della facoltà di Lettere e Filosofia, 23/10/2008

Arrivare tardi alle assemblee ti costringe ad arrangiarti per trovare l’ultimo posto disponibile e a volte questo significa scoprire cose nuove, ad esempio che il posto giusto non è su uno dei banchi ma davanti alla cattedra, col viso rivolto al “lato sbagliato”: una marea di facce attente e interessate che non cambieranno espressione fino alla fine. Tanta gente che il “padrone di casa” esordisce chiedendo se per piacere si può uscire a fumare per evitare intossicazioni di massa, una folla eterogenea (tanto che un novello Lombroso, nel suo intervento, potrà dire di vedere rappresentata ogni tipologia ed estrazione politica di studente) che dopo una risata riesce quasi miracolosamente, visto il numero, a mantenere un clima di ascolto e a far scorrere via bene o male* lisci tutti gli interventi (rigorosamente aperti a chiunque si volesse prenotare).

Innanzitutto quello su cui sono tutti (ricercatori, docenti, preside e membri del consiglio di facoltà, studenti e rappresentanti degli studenti) daccordo: la riforma Gelmini è semplicemente inguardabile, a dire il vero non è nemmeno una riforma: solo una collezione di tagli. Chiaro, ognuno valuta più grave l’aspetto che sente più vicino, ma tutti in quell’aula erano concordi nel bocciare in toto la 133. Fa bene Tommaso del Vecchio, ricercatore e membro del consiglio di facoltà, a sottolineare come questa legge segni un punto di discontinuità persino con la famigerata riforma Moratti, poichè in questo caso non si sta decidendo una svolta culturale, non c’è un progetto, un’idea o anche solo una vera intenzione sotto la 133: soltanto la chiara decisione che la scuola non costituisce una priorità di spesa per questo governo (e per chi l’ha votato, data l’ottica populista con la quale governa Berlusconi). E sulla stessa linea è Grandi, un docente che parlando ancora più chiaro fa capire come la Scuola sia vista dal governo alla stregua di un serbatoio di tagli per recuperare soldi da smistare altrove: un progetto per un paese senza futuro, certo, ma questo paese ha deciso l’harakiri da tempo e non lo scopriamo oggi.

È il monito del preside Sassatelli, che spinge a fare autocritica e a modificare l’immagine che la gente ha dell’università e di chi la vive, da qualsiasi parte della cattedra egli si trovi, è il successo delle lezioni in piazza, momenti di trasparenza dell’università verso l’esterno oltre che di protesta simbolica (come ricorda Anna Borghi, docente e membra della rete “ricercatori precari”), è la necessita più volte ricordata dagli studenti di far vedere all’esterno, non solo nelle parole che ci si scambia tra compagni di viaggio, che il fronte è comune e che comprende, o dovrebbe comprendere, anche i cittadini. Uno dei punti più chiari è proprio questo: facciamoci capire dalla gente là fuori. Ed è su questo che le posizioni cominciano a divergere (ma meno di quanto sarebbe pericoloso per la lotta, a mio avviso).

Prima di andare più sullo specifico va segnalata un’altra cosa: l’università (nella misura in cui questo corso di laurea ne è indicazione) ha una gran voglia di cambiare. Ne hanno voglia gli studenti, che sognano spazi di autoformazione, maggiore libertà nella scelta del percorso di studi, ma soprattutto hanno la grande voglia di essere loro i motori di questo cambiamento, una riforma che possa finalmente partire dal basso. Ne hanno voglia anche professori e presidi, che sognano un’università che funzioni finalmente bene, che permetta di portare avanti seriamente sia la didattica che la ricerca senza gli sprechi e i clientelismi di cui anche la maggior parte di loro è spesso vittima. Ignorare questa voglia di cambiare e pensare alla rivolta come a una semplice difesa dei propri diritti o supposti privilegi di fronte a un taglio radicale dei fondi è un errore fatale, che non consente di leggere a fondo dentro la massa incredibile di persone che si sta muovendo in questi giorni.

Venendo alle proposte, i “fronti” si fanno contrapposti praticamente solo su un punto: la sospensione della didattica (sulle altre questioni le posizione sono più sfumate, vedremo dopo). Quello che molti studenti, ed è anche la posizione dei rappresentanti in quota “Rosso Malpelo” (componente di sinistra) ma non solo, vogliono non è certo un blocco ad oltranza fino alla revisione della legge ma bensì un’azione simbolica il cui significato sarebbe chiaro: anche il corpo docenti è dalla nostra parte, siamo tutti contro di te, Gelmini; è la necessita di far fronte comune in maniera visibile a spingere questa richiesta (che, ripeto, non si spingerebbe oltre i due giorni, da utilizzare per lezioni pubbliche e assemblee). Di contro, se pure chi vi si oppone riconosce la necessità del fronte comune, si ritiene che un’azione del genere sarebbe controproducente: un appiglio troppo semplice per screditare la lotta e un metodo veloce per perdere del tutto la possibilità che la gente là fuori possa appassionarsi alla nostra lotta; molto meglio organizzare assemblee serali per spiegare la riforma (e il professor Donati, docente a giurisprudenza, si è già detto disponibile) e continuare con le lezioni in pubblico, tenendo però separati i metodi di critica (in soldoni: la protesta più “aggressiva” è roba da studenti). In breve: una parte consistente degli studenti chiede ai professori di esporsi di più e una parte consistente dei professori (tra cui la maggioranza del consiglio di facoltà) risponde che non è esponendosi in questa maniera che si sistemeranno le cose, ma al contrario un’azione del genere potrebbe solo far naufragare il tutto. Non che sia una diatriba così importante: per quello che mi riguarda credo che si possa lasciar cadere (per ora ) questa richiesta, in fondo non è ancora così vitale, e se non si riescono a convincere i professori dubbiosi a prendere un provvedimento del genere allora tanto vale andare avanti senza questo tipo di protesta (che avrebbe avuto, è vero, un gran peso, ma di fatto avrebbe veramente esposto il movimento a delle critiche).

Un altro punto delicato è la questione (che poi è centrale nella mozione votata dal senato accademico) della valutazione e del conseguente finanziamento differenziale delle varie università. Intendiamoci, qui è una questione di enfasi: nell’ipotetica frase “No ai tagli previsti dalla 133, ma è giusto razionalizzare le spese e punire gli atenei che non riescono (o non vogliono) spendere entro i limiti” alcuni credono sia più importante la prima parte, gli altri la seconda (e capite da soli quali sono le parti in causa), ma nessuno si azzarda a negare la frase nel suo complesso. Non si può dire insomma, e qui torna il discorso di prima, che si voglia semplicemente salvare un’università che è colma di problemi non solo didattici ma anche economici, ma anzi che un cambiamento è necessario e deve passare per forza da una razionalizzazione delle spese che tenga ovviamente conto delle esigenze imprescindibili di un ateneo (e non, pertanto, da un taglio indiscriminato che servirebbe solo a distruggere gli ultimi sprazzi di buona università).

Per ora l’appuntamento è a martedì, quando i professori volenterosi saranno chiamati a decidere assieme agli studenti le prossime iniziative (lezioni in pubblico eccetera), ma l’impressione è che, pur chiarendo le reciproche posizioni su alcune questioni, si sia usciti da questa assemblea ancora compatti in un unico fronte di lotta. In attesa di altre lezioni pubbliche e delle prime assemblee serali.

In chiusura, vorrei linkare un illuminante pezzo di Calamandrei che una docente ha voluto leggere a tutti durante l’assemblea: lo trovate riportato qui.

* non è mio costume aggiungere delle note ai post, ma in questo caso voglio tenere ben distaccato dal resto l’unico episodio (al di là di qualche fischio) fastidioso della seduta. Quando uno dei rappresentanti di Student Office (diciamo la parte ciellina dei rappresentanti degli studenti, o comunque filodestrorsa), che peraltro potrei anche indicare come secondo episodio fastidioso della seduta, ha preso la parola per esprimere la sua opinione e, in coda, una piccola provocazione, si sono levati fischi e boati (prevalentemente da una parte dell’aula). Per scansare successive strumentalizzazioni preciso che, nonostante un paio di minuti di interruzione per far tornare il silenzio, il ragazzo ha potuto concludere il suo intervento.

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SOMETIMES AFTER THE NINTH HOURNo escaping from the final judgement

Fino al 2 Novembre, nel centro storico di Sirmione alla Galleria Magnolia in via Vittorio Emanuele II, Sometimes after The Ninth Hour: no escaping from final judgement, mostra personale del giovane pittore Alessandro Bulgarini. Fondendo suggestioni derivanti dalla lunga tradizione Europea del Fantastico, all’ammirazione per alcuni maestri della Figurazione Contemporanea, e ad altri aspetti anche […]

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Contro quale Natura?

Tormentone tra i tormentoni, la condanna di “innaturalità” è da sempre (o perlomeno da che io ricordi) una delle più efficaci armi d’offesa nel dibattito pubblico. Chissà poi perchè, in fondo non c’è in giro molta gente così determinata a tornare nel proprio Eden ideale. È probabile che, più o meno consciamente, la Natura tirata in ballo sia in effetti una costruzione narrativa, mitologica, una maniera per raccontarsela ed evitare di affrontare direttamente ciò che sfugge alla propria manichea versione del mondo, a ciò che è ambiguo e in quanto ambiguo da sempre tabù.

Il motivo della tirata di qua sopra è che dal 7 ottobre 2008 al 7 gennaio 2009 Genova (dove peraltro si terrà il Gay Pride 2009) ospiterà la mostra “Against Nature”, dove prevalentemente per mezzo di cartelloni esplicativi (ma si sa mai che si riesca a vedere anche qualche filmato, cari lettori zoofili) verrà trattato in maniera decisamente esaustiva il tema dell’omosessualità nel mondo animale.

“Dalla pletora di casi portati si deduce che l’atto sessuale negli animali sociali esuli dalla mera riproduzione e sia piuttosto praticato per trarne piacere. Più gli animali sono sociali più questi presentano varietà di comportamenti sessuali, di cui l’omosessualità è il più diffuso. La causa dell’omosessualità, probabilmente, non è univoca e può risiedere sia in componenti genetiche che ambientali. In entrambi i casi si tratterebbe di processi che avverrebbero normalmente in natura.” (dal già linkato articolo di Pikaia)

Ricordo che quando ero alle scuole medie un amico mi disse che di tutti gli animali apprezzava soprattutto umani e delfini, poichè unici a godersi l’amplesso (non conosceva la famosa storiella sui maiali, pare), a quanto sembra sbagliava per difetto se i casi documentati di “specie omosessuali” (e che quindi praticano il sesso anche al di fuori di logiche riproduttive), in continuo aumento, sono oltre 1500.

Ora, appurato che l’omosessualità non è “contro natura” nel senso più letterale del termine (ovvero: prodotto di una o più culture umane, in questo caso “deviate”), sono andato in cerca delle critiche di routine che eventi come questi suscitano per trovare eventuali altre fandonie da sfatare. Ho scoperto, con mia sorpresa, solo questo articolo dell’Occidentale che porta tuttavia avanti le sue argomentazioni in una maniera interessante, vediamo:

è il termine ‘natura’ che viene equivocato dai nemici-di-tutti-i-pregiudizi. Per il giusnaturalismo classico, natura non è tutto ciò che è oggetto di esperienza […] ma ogni vita che si svolge nel segno della conservazione della specie e che, pertanto, adempie tanto meglio al suo fine quanto più cresce sana e gagliarda. Il problema non sta nel registrare quel che c’è ma nello stabilire se quel che c’è è sano o patologico.[…]Il vero contenzioso tra modernisti e tradizionalisti sta in ciò che per i primi la distinzione tra il normale e il patologico è molto problematica se non arbitraria mentre per i secondi vi è una ‘recta ratio’ iscritta ‘in rerum natura’ che consente di affermare che certi prodotti sono ben conformati mentre altri presentano evidenti difetti. Entrambe le posizioni stanno nel regno dei ‘giudizi di valore’ e, pertanto, non possono esibire il lasciapassare della scienza.[…] basta, però, che non si pretenda di imporre a tutti le stesse ‘concezioni del mondo’( o meglio le stesse ‘filosofie della natura’) attraverso una mirata riforma morale e intellettuale dell’insegnamento e, quel che è peggio, di farlo in nome della Scienza

L’argomentazione è più sottile di quella che mi aspettavo (già, non mi aspettavo granchè) ma come al solito in questi casi denota un’ignoranza di fondo, o perlomeno una cattiva fede sottesa (se non entrambe). Innanzitutto non coglie l’importanza di documentare l’incredibile diffusione di una pratica che prima si credeva, al di fuori del genere Homo e dei bonobo, quantomeno episodica (perlomeno per quanto riguarda l’opinione pubblica, e di una mostra stiamo parlando): se un comportamento del genere è così diffuso è probabile, difatti, che banalmente “serva” a qualcosa. È questo a smontare l’argomentazione di Cofrancesco (il giornalista dell'”Occidentale”), perchè proprio questa diffusione esclude la possibilità che l’omosessualità sia un comportamento patologico e la pone nel novero delle strategie disponibili per l’organizzazione della vita animale. Se volete è un po’ lo stesso motivo (qui però potrei attirarmi le antipatie anche di qualche scienziato più dawkinsiano di me) per cui la ricerca sulle supposte cause dell’omosessualità brancola tanto nel buio: non si tratta tanto di un’eccezione alla norma, quanto di una delle carte che si possono pescare nel mazzo, e pertanto è probabilmente correlata biologicamente solo a fattori di “preferenza” (che sono stati più o meno individuati a più riprese), un po’ come la passione per le bionde e statuarie nordiche o per le focose e tascabili latine.

Certo, se fosse scelta dalla totalità di una specie questa non supererebbe la prima generazione, ma questo ha importanza? In qualche maniera il comportamento omosessuale si protrae presumibilmente da sempre in un numero vertiginoso di specie, questo dovrebbe bastare ad assicurargli la patente di comportamento non-patologico e probabilmente utile (ad esempio ad assicurare cure parentali aggiuntive in un eventuale threesome animalesco, tanto per fare un esempio fantasioso). Questa è semmai l’unica “recta ratio inscritta in rerum natura” tanto sbandierata da Cofrancesco: la conservazione della specie va oltre la semplice equazione xx+xy=andate, moltiplicatevi e morta lì.

Per chiudere (sperando di continuare nei commenti come nel pezzo su Darwin), vorrei far presente quanto poco sopporti chiose conclusive come quella di Cofrancesco. Chi impone ad altri le proprie concezioni del mondo è proprio quella schiera di “naturalisti fai-da-te”, che nel nome della propria libertà limitano quella altrui, arrogandosi il diritto di decidere cosa sia giusto e insegnabile e cosa sia sbagliato e perlomeno da nascondere, visto che per generosa concessione hanno smesso (a parole) di vietare e perseguitare.

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Brunetta: ma cosa dici? così è il suicidio dell’Italia

Massimo Mantellini ha appena pubblicato un post sul Ministro Brunetta e La Fuga del (suo?!?) Cervello.
Riporta un ariticolo dove il Ministro (più amato dagli italiani) sostiene che i 2636 ricercatori in esubero  
non sarano a spasso, si cercheranno qualcos’altro da fare. Altri progetti, altre esperienze, magari in giro per il mondo. Siamo chiari, la ricerca […]

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Inviare una Sitemap a Google con XMap

XMap è un’estensione per Joomla! basata sulla popolare componente Joomap. Xmap permette di creare una mappa del sito utilizzando la struttura dei menu.

E’ possibile grazie a questa componente anche aggiungere una Sitemap a Google sfruttando gli strumenti per Webmaster messi a disposizione da Google.

Come aggiungere una Sitemap negli Strumenti per WebMaster con XMap:

1. Installare l’estensione XMap

2. Nella pagina di amministrazione, Componenti->XMap. Si aprirà la pagina di configurazione.

3. Aggiungiamo i menu d’interesse alla futura mappa del sito.

4. Clicchiamo sulla freccettina blu, Opzioni->Preferenze.

5. Nel campo XML Sitemap è presente un link. Clicchiamolo, si aprirà una pagina con un’indirizzo pieno di simboli e lettere. Copiamo la parte d’indirizzo subito dopo l’indirizzo della nostra pagina, per capirci la parte che comincia con /index.php.  Quella stringa di codice la dobbiamo inserire nell’indirizzo SiteMap di Google:

6. Andiamo alla pagina degli Strumenti per Webmasters di google. Accediamo alla bacheca indicante il sito di cui abbiamo creato la sitemap.

7. Dal menu SiteMaps, aggiungi Sitemap.

8. Scegliamo SiteMap generale nel menu a cascata.

9. Incolliamo il codice nel form dov’è indicato l’indirizzo del nostro sito (ricordarsi di aggiungere solo l’URL iniziato con index.php, non aggiungere l’URL completo!!!!) e clicchiamo “Aggiungi”

10. Entro qualche minuto Google analizzerà il nostro sito e di sicuro sarà possibile entrare nei risultati di ricerca del motore!

11. Yeah! Ci siamo!

 

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Il motore di ricerca CUIL

Cuil

http://www.cuil.com/

Cuil è il nuovo motore di ricerca creato da alcuni ex-dipendenti Google. Il termine, che deriva da una parola gaelica (da pronunciare come “cool”), ha il significato di “conoscenza”. Secondo l’annuncio dei creatori, e secondo quanto indicato nella stessa home page di Cuil, il nuovo search engine ha già indicizzato oltre 120 miliardi di pagine Web (contro il recente trilione annunciato da Google sul suo blog ufficiale).

La pagina iniziale

Visitando l’indirizzo http://www.cuil.com/ con il proprio browser Web, viene visualizzata una pagina contenente soltanto l’essenziale: il logo Cuil, un campo per le chiavi di ricerca, il bottone per il submit, il numero di pagine Web attualmente indicizzate ed alcuni piccoli link istituzionali. In netta contrapposizione con Google però, lo sfondo è totalmente nero. L’utilizzo dello sfondo nero potrebbe anche essere legato alle sue presunte proprietà anti-stress. (bah…preferisco usare un motore tipo google con schermata bianca che mi trova le cose in un clic piuttosto che uno a schermata nera che devo usare 3 o 4 volte per trovare quel che mi interessa…)

I risultati della ricerca

I risultati della ricerca di Cuil, sono frutto di un algoritmo che frutta sia la popolarità delle pagine Web (per Google questo algoritmo si chiama PageRank™, dal nome di Larry Page, uno dei due fondatori della grande G) sia l’attinenza dei contenuti delle pagine Web con le keywords scelte dagli utenti. Anche la pagina dei risultati della ricerca di Cuil è completamente diversa da quella del suo avversario. I risultati vengono disposti su due o tre colonne (a scelta dell’utente) e contengono il titolo della pagina Web (che fa da link per accedere alla risorsa), un breve riassunto (leggermente più esteso rispetto a quello di Google) ed un’immagine di preview, memorizzata tra le immagini disponibili all’interno della pagina trovata. Nell’ultima colonna a destra, nella parte superiore, c’è anche uno strumento per la navigazione a categorie. E per alcune parole chiave, vengono mostrate delle ricerche correlate.

L’idea di fondo alla base di Cuil, tiene conto di quattro aspetti fondamentali:

  • le dimensioni del Web sono importanti;
  • la popolarità delle pagine Web è utile, ma non sempre importante;
  • l’organizzazione delle informazioni è fondamentale;
  • la salvaguardia della privacy degli utenti.

 

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Siccome sono un INGEGNERE…

1. Siccome sono un ingegnere rompo i coglioni

2. Siccome sono un ingegnere ho la flessibilità mentale di una parete di granito

3. Siccome sono un ingegnere io ho ragione e tu hai torto

4. Siccome sono un ingegnere le cose si possono fare in una maniera sola. La mia!

5. Siccome sono un ingegnere tutto quello che non è ingegneria e una cazzata

6. Siccome sono un ingegnere io sono il migliore

7. Siccome sono un ingegnere tu devi fare le cose che ti dico io, quando lo dico io e soprattutto come lo dico io. Come, tu sei il capo… oh cazzo!! Ma non importa, perchè tu non sei un ingegnere. Cosa vuol dire ‘licenziato’? Io sono laureato, anzi iscritto all’albo. La licenza media l’ho presa tanti anni fa, anni di faticoso studio prima di diventare, finalmente, ingegnere, cosa che Lei non è. Cosa vuol dire ‘fuori dai coglioni????’ Fuori di quanto? E in quanto tempo? E quanti sono i coglioni? Di che dimensione? Di che colore?…

8. Siccome sono un ingegnere la precisione è tutto

9. Siccome sono un ingegnere la fantasia… la fantache?? è un aranciata?

10. Siccome sono un ingegnere, anche l’amore è solo un fatto tecnico. Anzi, spostati di 7.12 cm più a destra… Cosa dici, cara, mi lasci?? Ma è impossibile! Lasciare un ingegnere???

11. Siccome sono un ingegnere non ho più letto un libro in vita mia. Una volta che uno è ingegnere, cosa deve sapere di più??

12. Siccome sono un ingegnere il tubo della lavatrice lo riparo io

13. Siccome sono un ingegnere oggi sono troppo occupato per riparare il tubo della lavatrice

14. Siccome sono un ingegnere se la lavatrice dopo che la ho riparata io non funziona ancora, vuol dire che l’hanno progettata male. Sicuramente non era un ingegnere.

15. Siccome sono un ingegnere, chiunque non lo sia e un idiota

16. Siccome sono un ingegnere, l’unica cosa che importa è ‘quanto costa?’

17. Siccome sono un ingegnere non mi chiedo mai perchè… anche perchè se me lo fossi chiesto, non sarei un ingegnere

18. Siccome sono un ingegnere non sono UN PIRLA

19. Siccome sono un ingegnere l’uomo giusto per te sono io, quindi molla quel tipo della Bocconi

20. Siccome sono un ingegnere l’ultima parola spetta a me

21. Siccome sono un ingegnere si guarda in TV quello che dico io, tutto il resto sono scemenze

22. Siccome sono un ingegnere non mi serve la calcolatrice

23. Siccome sono un ingegnere ho diritto a essere servito per primo

24. Siccome sono un ingegnere la posizione di questa notte la decido io, mettiti a pi greco mezzi in coordinate polari

25. Siccome sono un ingegnere non ho vita sociale e posso dimostrarlo matematicamente

26. Conosco perfettamente il calcolo vettoriale, ma non ricordo come fare una divisione a mano

27. Siccome sono un ingegnere ridacchio ogni volta che sento parlare di Forza Centrifuga

28. Siccome sono un ingegnere conosco ogni singola funzione della calcolatrice grafica

29. Siccome sono un ingegnere quando mi guardo allo specchio, vedo un laureando in Ingegneria

30. Siccome sono un ingegnere se fuori è bello e ci sono 30 gradi, sto in casa a lavorare sul computer

31. Siccome sono un ingegnere fischietto di frequente il motivetto di Mac Gyver

32. Siccome sono un ingegnere studio per gli esami anche il sabato sera

33. Siccome sono un ingegnere so derivare il flusso dell’acqua della vasca da bagno e integrare il volume richiesto dagli ingredienti del pollo arrosto

34. Siccome sono un ingegnere penso matematicamente

35. Siccome sono un ingegnere ho calcolato che la Serie A del campionato diverge per A sufficientemente grande

36. Siccome sono un ingegnere se posso cerco di non fissare troppo gli oggetti, perché temo di interferire con le loro funzioni d’onda

37. Siccome sono un ingegnere ho un micio con il nome di uno scienziato

38. Siccome sono un ingegnere rido alle barzellette sui matematici

39. Siccome sono un ingegnere sono ricercato dalla Protezione Animali perché ho tentato l’esperimento di Schroedinger sul proprio gatto

40. Siccome sono un ingegnere traduco direttamente l’italiano in formato binario

41. Siccome sono un ingegnere non riesco proprio a ricordarmi cosa ci sia dietro la porta del Centro di Calcolo marcata EXIT

42. Siccome sono un ingegnere cerco di muovermi il meno possibile per non contribuire alla morte entropica dell’Universo

43. Siccome sono un ingegnere considero qualsiasi altro corso non scientifico troppo facile

44. Siccome sono un ingegnere quando il professore chiede la consegna del progetto, dichiaro di essere riuscito a calcolarne il momento vibrazionale in modo così esatto, che, secondo il principio di Heisenberg, esso potrebbe trovarsi in qualsiasi punto dell’universo

45. Siccome sono un ingegnere assumo come ipotesi di lavoro che un cavallo possa approssimarsi ad una sfera per semplificare i conti

46. Siccome sono un ingegnere rido ad almeno cinque punti di questa lista

47. Siccome sono un ingegnere faccio una copia di questo file, e lo pubblico sul mio blog.

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