Tag: emozioni

Orfani

Oggi ero al funerale della mamma di un caro amico e tutta la sua tristezza mi è entrata nel cuore. Sono passati due anni da quando ho perso la mia e quella cicatrice, che ormai pensavo chiusa, è invece ancora aperta e ho capito che non si rimarginerà mai: continuerò…

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http://blog.gigitaly.it/2014/09/orfani.html

Forse è colpa di Brahms

Stamattina ascoltavo Brahms a tutto volume e la sua musica mi sconquassa, è sempre così. Spesso a Sesto ascolto il Requiem Tedesco ed è inevitabile il ricordo di mio padre e mia madre, associare la forza non sontuosa di quella musica che esprime il dispiacere per la perdita assieme all’accettazione…

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http://blog.gigitaly.it/2014/03/forse-%C3%A8-colpa-di-brahms.html

La mia tribù

Oggi ero a Badia Calavena a trovare le cugine di quel ramo della mia famiglia ed è stato come tornare alla tribù originaria dopo un lungo viaggio. Racconti di vite che si sono ramificate per tutti in molte direzioni, i figli e i figli dei figli. Era qualche settimana che…

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Il violoncello del nonno

Avevo sentito da un’amica che il nonno era un violoncellista e che il suo strumento era appeso alla parete di casa: se era il primo violoncellista di un’orchestra in Germania prima della guerra, l’orchestra sinfonica di Stoccarda, non poteva essere uno strumento "banale". La mia curiosità si accende, chissà come…

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Musica in cucina, Cucina nella musica

2 gennaio 2014
Ero stata ingaggiata come volontaria dall’Associazione Mozart che gestisce la Scuola di Musica del Garda, come “cuoca” per il primo camp dell’orchestra giovanile a Eno 8 anni fa.

Da allora, con mansioni che nel tempo si sono modificate, dedico parte del mio tempo e delle mie competenze organizzative e di relazione, all’Associazione e ho trovato nella musica molte analogie con la cucina: tempo, ritmo, disciplina, gioia di condividere, ripetizione, stonature, fatica, entusiamo…

La composizione di un brano o la scelta del brano è esattamente come il preparare un proprio piatto oppure seguire la ricetta di qualcun altro. Il tempo delle prove è nella cucina l’andare a fare la spesa, il predisporre gli ingredienti. Il tempo dell’esecuzione di un brano è paragonabile al tempo del mangiare. Dopo aver suonato, c’è un tempo del sistemare gli strumenti, gli impianti esattamente come in cucina.

Se dovessi paragonare la mia cucina a dei generi musicali, inizierei con la musica italiana popolare e melodica che i miei genitori mi cantavano, per poi incontrare il soul/ blues, il funky, il progressive rock…. il tutto condito con il ballo perché la cucina è movimento in me e fuori di me,

Et voilá alcune composizioni:

Movimento lento: la polenta con la luganega, il minestrone, la pasta e fagioli, lo spiedo

Movimento d’amore: la torta di verdure, la torta delle rose sia dolce che salata

Movimento intimo: le zuppe coi fiori, la zucca al forno con pomodori e cipolle

Movimento con l’altro: il clam chowder, il cus cus

Movimento materno: il baccalà ripieno ai ferri (un inno ricevuto da mia nonna Argia), la frittata alta, il risotto

Movimento con moto: Brrrrr il semifreddo ai marron glacé di mia cognata Elena

Movimento danzante: Pane burro e acciughe con un bicchiere di lugana freddo!

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http://marinabompieri.blogspot.com/2014/01/musica-in-cucina-cucina-nella-musica.html

Musica in cucina, Cucina nella musica

2 gennaio 2014
Ero stata ingaggiata come volontaria dall’Associazione Mozart che gestisce la Scuola di Musica del Garda, come “cuoca” per il primo camp dell’orchestra giovanile a Eno 8 anni fa.

Da allora, con mansioni che nel tempo si sono modificate, dedico parte del mio tempo e delle mie competenze organizzative e di relazione, all’Associazione e ho trovato nella musica molte analogie con la cucina: tempo, ritmo, disciplina, gioia di condividere, ripetizione, stonature, fatica, entusiamo…

La composizione di un brano o la scelta del brano è esattamente come il preparare un proprio piatto oppure seguire la ricetta di qualcun altro. Il tempo delle prove è nella cucina l’andare a fare la spesa, il predisporre gli ingredienti. Il tempo dell’esecuzione di un brano è paragonabile al tempo del mangiare. Dopo aver suonato, c’è un tempo del sistemare gli strumenti, gli impianti esattamente come in cucina.

Se dovessi paragonare la mia cucina a dei generi musicali, inizierei con la musica italiana popolare e melodica che i miei genitori mi cantavano, per poi incontrare il soul/ blues, il funky, il progressive rock…. il tutto condito con il ballo perché la cucina è movimento in me e fuori di me,

Et voilá alcune composizioni:

Movimento lento: la polenta con la luganega, il minestrone, la pasta e fagioli, lo spiedo

Movimento d’amore: la torta di verdure, la torta delle rose sia dolce che salata

Movimento intimo: le zuppe coi fiori, la zucca al forno con pomodori e cipolle

Movimento con l’altro: il clam chowder, il cus cus

Movimento materno: il baccalà ripieno ai ferri (un inno ricevuto da mia nonna Argia), la frittata alta, il risotto

Movimento con moto: Brrrrr il semifreddo ai marron glacé di mia cognata Elena

Movimento danzante: Pane burro e acciughe con un bicchiere di lugana freddo!

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Parole che vanno, parole che vengono…

1 gennaio 2014


Mi è sempre piaciuto ascoltare. Sin da piccola chiedevo a mio papà, a mia mamma o a chiunque fosse nelle vicinanze: mi racconti la storia di quando eri piccolo/a, della guerra, dei nonni, di Desenzano… Le parole diventavano viaggi, film, emozioni, radici, senso di appartenenza, desideri.
L’aver vissuto sino ai due anni e successivamente frequentato assiduamente la casa paterna ha molto a che fare con la persona che sono. Ricordo soprattutto i pomeriggi d’estate passati nel cortile ombreggiato, dove la zia Mari, le donne del vicinato e le pro- zie Angelina da Lonato, Pierina da Brescia, Pasquina da Milano si e ci raccontavano, racconti discreti, misurati. Donne che avevano un tempo per il racconto, dove noi nipoti avevamo il privilegio di stare nel mondo degli adulti. Mi piace pensare di aver ereditato da loro la capacità della raccontastorie, dove le parole messe in fila danno il LA a ….C’era una volta, che diventa un C’è adesso, che diventa un Ci sarà…

Articolo originale? Eccolo, copia questo link:
http://marinabompieri.blogspot.com/2014/01/parole-che-vanno-parole-che-vengono.html

Parole che vanno, parole che vengono…

1 gennaio 2014


Mi è sempre piaciuto ascoltare. Sin da piccola chiedevo a mio papà, a mia mamma o a chiunque fosse nelle vicinanze: mi racconti la storia di quando eri piccolo/a, della guerra, dei nonni, di Desenzano… Le parole diventavano viaggi, film, emozioni, radici, senso di appartenenza, desideri.
L’aver vissuto sino ai due anni e successivamente frequentato assiduamente la casa paterna ha molto a che fare con la persona che sono. Ricordo soprattutto i pomeriggi d’estate passati nel cortile ombreggiato, dove la zia Mari, le donne del vicinato e le pro- zie Angelina da Lonato, Pierina da Brescia, Pasquina da Milano si e ci raccontavano, racconti discreti, misurati. Donne che avevano un tempo per il racconto, dove noi nipoti avevamo il privilegio di stare nel mondo degli adulti. Mi piace pensare di aver ereditato da loro la capacità della raccontastorie, dove le parole messe in fila danno il LA a ….C’era una volta, che diventa un C’è adesso, che diventa un Ci sarà…

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I ricordi dei profumi

30 dicembre 2013
 
I ricordi dei profumi
Profumo di un’arancia tagliata a spirale per farne un fiore dalla zia Irene
Profumo di pane biscottato nella stufa a legna preparato dalla nonna Argia
Profumo di giornale che la mia mamma mi leggeva
Profumo di pelle del mio papà che sapeva di paglia con cui avvolgeva la ceramica
Profumo della saponetta Camay che usava mia zia Franca
Profumo di mia sorella che sa di pesca appena colta
Profumo dei miei figli che mi fa ridere il cuore e che continuerei a baciare

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I ricordi dei profumi

30 dicembre 2013
 
I ricordi dei profumi
Profumo di un’arancia tagliata a spirale per farne un fiore dalla zia Irene
Profumo di pane biscottato nella stufa a legna preparato dalla nonna Argia
Profumo di giornale che la mia mamma mi leggeva
Profumo di pelle del mio papà che sapeva di paglia con cui avvolgeva la ceramica
Profumo della saponetta Camay che usava mia zia Franca
Profumo di mia sorella che sa di pesca appena colta
Profumo dei miei figli che mi fa ridere il cuore e che continuerei a baciare

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Ricette del recupero e dell’amore

28 dicembreLe ricette “del recupero e dell’amore”. Mio marito ogni tanto mi chiede la “patona”. Una torta che la sua mamma gli faceva trovare sul tavolo della cucina quando rientrava di notte “dal suonare” con i suoi fratelli. Torta di recupero, m…

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Ricette del recupero e dell’amore

28 dicembreLe ricette “del recupero e dell’amore”. Mio marito ogni tanto mi chiede la “patona”. Una torta che la sua mamma gli faceva trovare sul tavolo della cucina quando rientrava di notte “dal suonare” con i suoi fratelli. Torta di recupero, m…

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Dal Garda alle Dolomiti

26 dicembre 2013

Il mio incontro con l’Alto Adige è avvenuto a Desenzano in Via Lorenzini, tramite Marianna la mia vicina di casa di Merano. Mi chiese di aiutarla come baby sitter con suo figlio Nicola. Mi propose un compenso in soldi, io le risposi che avrei preferito che mi cucinasse quel piatto di cui mi arrivava il profumo in casa: erano omelettes! E fu amore per la cucina, per le tradizioni tirolesi, per il gusto della casa, tant’ è che mi sono trovata il marito che viene dalle Dolomiti!

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Dal Garda alle Dolomiti

26 dicembre 2013

Il mio incontro con l’Alto Adige è avvenuto a Desenzano in Via Lorenzini, tramite Marianna la mia vicina di casa di Merano. Mi chiese di aiutarla come baby sitter con suo figlio Nicola. Mi propose un compenso in soldi, io le risposi che avrei preferito che mi cucinasse quel piatto di cui mi arrivava il profumo in casa: erano omelettes! E fu amore per la cucina, per le tradizioni tirolesi, per il gusto della casa, tant’ è che mi sono trovata il marito che viene dalle Dolomiti!

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Il pranzo di Natale

25 dicembre 2013

Pranzo Natalizio 2013 del ramo Bompieri – Tagliapietra a Sesto Pusteria Omelettes (ricetta originale di Nonna Wilma Salizzoni, un modo per ricordarla), ecco gli ingredienti per 2 omelettes: 1 uovo intero, 1 presa di sale, 1/2 bicchiere di latte, 1 cucchiaio di acqua minerale, 2 cucchiai di farina, 1/2 cucchiaio di zucchero. Versare tutti gli ingredienti in un contenitore e con l’ausilio di una frusta sbattere bene l’impasto. Versare una noce di burro in un tegame antiaderente e scaldare molto bene; aggiungere la metà dell’impasto e cuocere per 2 minuti per lato. Servire con zucchero o nutella o marmellata o con quello che preferite!

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