Tag: Attualità

bimbi creativi

Il blog www.bimbicreativi.it nasce da un’idea di Irene Marzi, mamma di 2 gemelle di 5 anni  (che nel blog ch iama Sissy e Moka) e blogger per passione. Irene ha iniziato circa 2 anni fa a condividere in rete idee per passare tempo di qualità con i propri figli. A partire da questo numero Irene […]

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CARTE D’IDENTITA’ DIFETTOSE

Problemi per chi viaggia 5000 tessere d’identità elettroniche difettose nel bresciano: 451 a Desenzano… Se avete intenzione di partire per un viaggio all’estero, un controllo aggiuntivo ai vostri documenti potrebbe risparmiarvi ore di attesa alle frontiere e negli aeroporti: i nuovi documenti elettronici rilasciati tra l’ottobre 2017 e il febbraio 2018 (si stima che siano […]

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Biofesta a Polpenazze del Garda

Il Castello di Polpenazze del Garda (Bs) ospita nel prossimo weekend, dal 3 al 6 agosto 2018 la20esima edizione della BIOFESTA, ormai tradizionale appuntamento dell’estate gardesana dedicato alle produzioni biologiche dei territori bresciani e lombardi. Quattro […]

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IL GARDA IN BUS!

Iniziative e proposte dedicate alla mobilità turistica per scoprire e vivere il Garda in modo alternativo .  Il progetto, denominato “GardaLake2018”, racchiude un insieme di iniziative finalizzate a migliorare l’offerta di trasporto di SIA Autoservizi, Azienda Bresciana sulle linee extraurbane del Lago di Garda e al tempo stesso proporre dei servizi dedicati per scoprire alcune […]

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La mia terza “prima casa”

A Desenzano probabilmente tira un’aria diversa che nel resto d’Italia, ma a me tutto questo pianger miseria sul fatto che si possegga “solo” una casa di proprietà e che si richieda quindi l’esenzione IMU, l’impignorabilità e e non so che altro, quando in molti casi (ripeto: almeno Desenzano) ci sono nuclei familiari con una prima casa intestata a ciascun membro.
Mi è chiaro che nessuno con un minimo di furbizia trascurerebbe la possibilità di risparmiare sulle tasse, soprattutto se in maniera legale in una situazione dove sono comunque sempre troppo alte per quello che viene offerto di ritorno. Ogni volta che leggo di una norma di qualunque genere, automaticamente -per puro diletto- inizio a ragionare sulle possibili scappatoie e sotterfugi per aggirarla. Ma al contempo mi aspetterei che così come tanta furbizia viene dispiegata in campo dal cittadino, altrettanta venga dispiegata dal legislatore. Non ci si può neanche nascondere dietro alla scusa che data la criticità del momento le cose possano essere fatte a metà, perché sappiamo tutti, che nessuno si metterà lì fra qualche mese a rivedere i provvedimenti d’urgenza.
Poi, ovvio, meglio far pagare troppo poco ai ricchi, che troppo ai poveri, ma sono abbastanza sicuro che con un paio di accorgimenti minori si possano trovare compromessi più efficienti e socialmente bilanciati.

Immagine da qui.

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La mia terza “prima casa”

A Desenzano probabilmente tira un’aria diversa che nel resto d’Italia, ma a me tutto questo pianger miseria sul fatto che si possegga “solo” una casa di proprietà e che si richieda quindi l’esenzione IMU, l’impignorabilità e e non so che altro, quando in molti casi (ripeto: almeno Desenzano) ci sono nuclei familiari con una prima casa intestata a ciascun membro.
Mi è chiaro che nessuno con un minimo di furbizia trascurerebbe la possibilità di risparmiare sulle tasse, soprattutto se in maniera legale in una situazione dove sono comunque sempre troppo alte per quello che viene offerto di ritorno. Ogni volta che leggo di una norma di qualunque genere, automaticamente -per puro diletto- inizio a ragionare sulle possibili scappatoie e sotterfugi per aggirarla. Ma al contempo mi aspetterei che così come tanta furbizia viene dispiegata in campo dal cittadino, altrettanta venga dispiegata dal legislatore. Non ci si può neanche nascondere dietro alla scusa che data la criticità del momento le cose possano essere fatte a metà, perché sappiamo tutti, che nessuno si metterà lì fra qualche mese a rivedere i provvedimenti d’urgenza.
Poi, ovvio, meglio far pagare troppo poco ai ricchi, che troppo ai poveri, ma sono abbastanza sicuro che con un paio di accorgimenti minori si possano trovare compromessi più efficienti e socialmente bilanciati.

Immagine da qui.

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Berlusconi è l’unico già in campagna elettorale

Mentre Grillo sta lavorando per assorbire il malcontento nell’elettorato del centrosinistra, Berlusconi è già nel pieno della sua campagna elettorale. Riprendo da un recente articolo di Linkiesta questo paragrafo che spiega bene gli svantaggi legati all’abolizione e -ancor peggio- restituzione dell’IMU:

«Oltre a congelare il pagamento della prima rata dell’Imu, Letta ha annunciato il blocco del previsto aumento dell’Iva, dal 21 al 22 per cento. Se il Pdl insiste sul tema Imu, e Letta cede, la vittima sarà questo blocco: l’Iva aumenterebbe dell’1% su 21, quindi del 5% circa. In tal caso i 4 miliardi da mettere in tasca ai proprietari di prime case sarebbero prelevati dalla casse dello Stato, che a sua volta si rifarebbe su tutti i consumatori, tramite l’Iva. È evidente l’effetto di redistribuzione negativa, dai poveri ai ricchi, di tale esito, che ad oggi appare il più probabile. Si aggiunga che, essendo l’Iva un’imposta largamente evasa, è prevedibile che tale negativo effetto redistributivo sarebbe attenuato solo da un ulteriore aumento del tasso di evasione dell’Iva: davvero un capolavoro!»

Bisogna dare merito a Berlusconi che è l’unico che pare capire che la campagna elettorale non finisce mai, soprattutto in un paese come l’Italia dove dal 1994 in media i governi durano circa 20 mesi. Se l’abolizione dell’IMU passa, Letta dovrà pareggiare le mancate entrate con un aumento delle tasse altrove. Forse non sarà l’IMU, ma di certo Berlusconi non mancherà a farci notare da dove verranno durante la prossima elezione. E non dirà di certo «per abbassare/togliere l’IMU, Letta ha dovuto aumentare necessariamente XY», ma molto più probabilmente la formulazione sarà «Letta ha aumentato XY, ma almeno, grazie alla mia azione, oggi non dobbiamo pagare l’IMU». Berlusconi passerà come quello che abbassa le tasse, Letta -o in generale il centrosinistra in generale, visto che B. deve trovare un modo di bruciare anche Renzi- come quello che le aumenta. Non ci vuole un genio per capire che il rapporto di causalità è invertito, ma andatelo a spiegare voi agli elettori. E visto che Berlusconi potrà decidere quando vuole di dare fine al governo togliendo la fiducia, è abbastanza prevedibile che nel momento in cui a Berlusconi non verranno in mente altri trucchi per finanziarsi la propria campagna elettorale a carico dello Stato, ci ritroveremo di nuovo matita in mano a eleggerlo.
E visto che le casse erariali non sono così generose, non credo che la durata media dei governi della Seconda Repubblica venga aumentata di molto.

Nell’immagine Grillo e Berlusconi in piena attività elettorale, mentre di Letta nessuna traccia.
Immagine di Josep Torta

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Sul diritto di proprietà e la legittimità dell’IMU

L’IMU è una tassa giusta a livello ideologico, IMHO. Va corretta, attualizzata, adattata, ma di base è una tassa che deve rimanere. Il concetto ideologico su cui si basa il mio ragionamento è relativo al diritto di proprietà del suolo.
Se guardiamo l’Italia dall’alto, lo Stilvale è nostro. Ciascuno di noi è italiano e a ciascuno di noi quel territorio appartiene. Nessuno si sognerebbe di dire che le Dolomiti gli appartengono, così come nessuno si sognerebbe di dire che gli appartiene il Lago di Garda, l’Etna, o l’Isola d’Elba. Se però ci pensiamo bene, ad eccezione dei terreni demaniali, non c’è spazio che non sia di proprietà privata. Ogni metro quadrato mostrato dalle immagini del satellite è di proprietà di qualche singolo individuo. E dunque a cosa ci riferiamo quando parliamo del “mio Paese”. Non c’è nulla di tuo se non un’irrilevante porzione di quel territorio. Com’è che una persona qualsiasi, addirittura senza neanche l’esclusiva della cittadinanza italiana, possa rivendicare la completa e assoluta negazione di alcun beneficio ad altri nei confronti di una porzione di territorio nazionale? Concettualmente, cosa rende diversa l’estensione territoriale su una collina rispetto a quella di un lago? Eppure l’una è privatizzata, l’altro no.
La logica che ci sta dietro è limpida e lineare e nessuno se la sente di discuterla: se non è di valore strategico per la Nazione, non c’è motivo di limitare il diritto costituzionale dell’individuo alla proprietà privata, base e motore di crescita economica e ricchezza diffusa. Il principio però reggerebbe anche se noi anziché chiamarla proprietà privata (attenzione, mi riferisco solo agli immobili terrieri) la chiamassimo diritto all’usufrutto del terreno. A differenza del diritto di usufrutto che abbiamo oggi, basterebbe consentire al detentore di poterne cambiare l’indirizzo d’uso (nei limiti che comunque vengono posti comunque anche alla proprietà privata di oggi) così come dargli la libertà di cederlo a terzi secondo le sue condizioni. In pratica, uguale al diritto di proprietà, ma in teoria connotato dal principio che il territorio nazionale è di tutti. La Terra è di tutti e la sua tutela è prioritariamente orientata secondo il bene comune. Se lo osserviamo a livello satellitare tutti d’accordo, se lo osserviamo al piano terra un po’ meno. In un ottica del genere, di fatto comunista, sarebbe legittimo chiedere una sorta di tassa d’affitto per il terreno. Un’IMU.
Non serve sottolineare la puzza che accompagna il termine comunismo. Io per primo storco il naso. E da liberista che mi reputo, nulla dovrebbe interferire con il libero scambio dei beni, ma a livello di principio nulla ci impedisce di rivedere in ottica comunitaria il senso della proprietà privata di beni immobili, e accettare che una parte dei frutti di questo terreno che possediamo vada reinvestito a livello nazionale come indennizzo verso i concittadini per il fatto che su alcuni prati, pur appartenendo a tutti a livello satellitare, non ci si possa andare, e che di alcuni campi non se ne possano beneficiare gratuitamente dei frutti.
Sull’ammontare di questa tassa di usufrutto poi ovviamente c’è da discutere. In termini di principio anche un importo simbolico potrebbe funzionare, purché si riconosca che la Terra è una e così pure il territorio nazionale di ogni singolo paese è finito e di tutti i cittadini.
Che poi Berlusconi la pensi diversamente da come la pensi io non mi sorprende, ma pensavo che come concetto era bello condividerlo e sentire il parere di altri.

Immagine tratta dal commons di Wikimedia.

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Sul diritto di proprietà e la legittimità dell’IMU

L’IMU è una tassa giusta a livello ideologico, IMHO. Va corretta, attualizzata, adattata, ma di base è una tassa che deve rimanere. Il concetto ideologico su cui si basa il mio ragionamento è relativo al diritto di proprietà del suolo.
Se guardiamo l’Italia dall’alto, lo Stilvale è nostro. Ciascuno di noi è italiano e a ciascuno di noi quel territorio appartiene. Nessuno si sognerebbe di dire che le Dolomiti gli appartengono, così come nessuno si sognerebbe di dire che gli appartiene il Lago di Garda, l’Etna, o l’Isola d’Elba. Se però ci pensiamo bene, ad eccezione dei terreni demaniali, non c’è spazio che non sia di proprietà privata. Ogni metro quadrato mostrato dalle immagini del satellite è di proprietà di qualche singolo individuo. E dunque a cosa ci riferiamo quando parliamo del “mio Paese”. Non c’è nulla di tuo se non un’irrilevante porzione di quel territorio. Com’è che una persona qualsiasi, addirittura senza neanche l’esclusiva della cittadinanza italiana, possa rivendicare la completa e assoluta negazione di alcun beneficio ad altri nei confronti di una porzione di territorio nazionale? Concettualmente, cosa rende diversa l’estensione territoriale su una collina rispetto a quella di un lago? Eppure l’una è privatizzata, l’altro no.
La logica che ci sta dietro è limpida e lineare e nessuno se la sente di discuterla: se non è di valore strategico per la Nazione, non c’è motivo di limitare il diritto costituzionale dell’individuo alla proprietà privata, base e motore di crescita economica e ricchezza diffusa. Il principio però reggerebbe anche se noi anziché chiamarla proprietà privata (attenzione, mi riferisco solo agli immobili terrieri) la chiamassimo diritto all’usufrutto del terreno. A differenza del diritto di usufrutto che abbiamo oggi, basterebbe consentire al detentore di poterne cambiare l’indirizzo d’uso (nei limiti che comunque vengono posti comunque anche alla proprietà privata di oggi) così come dargli la libertà di cederlo a terzi secondo le sue condizioni. In pratica, uguale al diritto di proprietà, ma in teoria connotato dal principio che il territorio nazionale è di tutti. La Terra è di tutti e la sua tutela è prioritariamente orientata secondo il bene comune. Se lo osserviamo a livello satellitare tutti d’accordo, se lo osserviamo al piano terra un po’ meno. In un ottica del genere, di fatto comunista, sarebbe legittimo chiedere una sorta di tassa d’affitto per il terreno. Un’IMU.
Non serve sottolineare la puzza che accompagna il termine comunismo. Io per primo storco il naso. E da liberista che mi reputo, nulla dovrebbe interferire con il libero scambio dei beni, ma a livello di principio nulla ci impedisce di rivedere in ottica comunitaria il senso della proprietà privata di beni immobili, e accettare che una parte dei frutti di questo terreno che possediamo vada reinvestito a livello nazionale come indennizzo verso i concittadini per il fatto che su alcuni prati, pur appartenendo a tutti a livello satellitare, non ci si possa andare, e che di alcuni campi non se ne possano beneficiare gratuitamente dei frutti.
Sull’ammontare di questa tassa di usufrutto poi ovviamente c’è da discutere. In termini di principio anche un importo simbolico potrebbe funzionare, purché si riconosca che la Terra è una e così pure il territorio nazionale di ogni singolo paese è finito e di tutti i cittadini.
Che poi Berlusconi la pensi diversamente da come la pensi io non mi sorprende, ma pensavo che come concetto era bello condividerlo e sentire il parere di altri.

Immagine tratta dal commons di Wikimedia.

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Proposta per una riforma dei rimborsi elettorali

Più ci penso e più ritengo che i rimborsi elettorali non sono poi un male da eradicare in maniera completa. Sono un incentivo che permette anche ai piccoli partiti di promuovere idee nuove che non vengono contemplate dai leader. Attualmente, per quello che ne so, i nuovi partiti non beneficiano dei rimborsi. Questo ovviamente rafforza chi già è sulla scena e impedisce il ricambio di idee e di persone, perché i nuovi schieramenti, per beneficiare del minimo di visibilità mediatica devono pagare tutto di tasca loro e se nessuno li conosce (essendo nuovi) faranno un’enorme fatica a raccogliere fondi.

La soluzione migliore, secondo me, sarebbe che ogni partito riceva un rimborso pari al 50% delle sue spese e che non superi i due milioni di Euro complessivamente. Significa che se spende complessivamente 2 milioni, ne riceverà 1 indietro, se invece ne spende 5, gliene verranno rimborsati solo 2 (e non 2,5). Il resto che non viene coperto dal rimborso dovrà essere finanziato attraverso donazioni o altre fonti.

Ci sono tre trucchi che mi vengono in mente che applicherei se fossi un criminale (perché è così che bisogna ragionare quando si parla di soldi pubblici):

  • Il primo è di spendere i soldi pubblici in attività che giovino me o mie conoscenze/parentele come appaltando alcuni servizi ad aziende “amiche”.
  • Il secondo è simile e consiste nello spendere il rimborso a vantaggio di chi mi finanzia in forma privata. Se l’azienda X mi dà 1 milione e io poi “restituisco” il milione facendo un acquisto di pari importo all’azienda (perché intanto avrò ricevuto anche un milione da altre fonti), l’azienda in quanto donatrice potrà dedurre il milione dalle tasse ma lo riceve in cash in cambio di una consulenza o un servizio di altro genere.
  • Il terzo (per superare la soglia dei 2 milioni) è creare più partiti tutti a sostegno della stessa lista/coalizione, così da avere un rimborso per ciascun sotto-partito pari a 2 milioni, ma che di fatto viene a vantaggio di un unico ente politico.

Nei primi due casi ci sono delle ricadute di immagine. Se gli elettori venissero a sapere che le loro donazioni vengono usate per scopi non in linea con le loro aspettative, sarà difficile che alle prossime elezioni sostengano lo stesso partito. I rimborsi elettorali “rubati” adesso all’erario non hanno lo stesso impatto emotivo delle donazioni sprecate prese dagli elettori.
Nel terzo caso, non credo basterebbe vietare il doppio senso di marcia dei soldi, perché per superare l’ostacolo basterebbe triangolare tramite un fornitore del donatore. Togliere la detraibilità fiscale delle donazioni non mi pare neanche un’opzione. Consigli?

(Ovviamente la porzione del rimborso può essere diversa dal 50%. Uso il numero solo a titolo esemplificativo.)

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