Errare humanum est, perseverare autem diabolicum

Errare è umano, perseverare è diabolico. Sei un MALE-EDUCATO!…. ahahahhahahahahahha “Iscritti” ahahahahahhaha Noi giudichiamo ma i “Prezzolati” siamo noi… che dite prezzolato è passibile di denuncia?Prezzolato: Pagato a fini dichiaratamente criminali o comunque illeciti e disonesti.prezzolato [prez-zo-là-to] agg. (part. pass….

Diamo a Cesare quel che è di Cesare

Perchè non si dica che sono fazioso e di parte o meglio non si dica che sono politicizzato o partittizzato (ma chi è quel genio che ha coniato questo termine?). In un precedente post avevo parlato della parchetizzazione del centro storico di San Felice. La scelta dell’Amministrazione non godeva del mio appoggio, anzi. Oltre a proporre una attenta e dettagliata analisi dell’offerta di parcheggi situati nelle vicinanze della piazza invitavo […]

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Area Camper a Cancale

Avevo già parlato di Cancale, in Bretagna, e delle sue ostriche in un precedente post. Cancale è una meta turistica molto importante per la Bretagna: si trova non lontano da Le Mont-Saint-Michel e Saint-Malò, è famosissima per le sue ostriche e quindi è frequentata da molti turisti. 
Una forma di turismo che prende sempre più piede in […]

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Turbinio

I giorni che passo qui a Pula sono sempre estremamente intensi, l’impegno professionale e’ gravoso ma non mancano certo i riscontri positivi e le soddisfazioni. Mi riprometto sempre di suonare un po’ per smaltire tensione e adrenalina ma il solo momento che mi resta sono queste ore di sveglia precoce…

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Sto sul pulpito di wikipedia.

Posta fresca: Piva che non sa nemmeno che si dice Gardense nella lingua pura, detto da un cultore come P. C.? Ma su che pulpito state per insegnare agli altri? Gardense= “vasto territorio tra Adige e lago di Garda” Gardesano=…

CarPooling

powered by Autostrade per l’Italia Trova nuovi compagni di viaggio per risparmiare e inquinare di meno Car Pooling cos’è e perchè? Il Car Pooling: un nuovo modo di viaggiare Il Car Pooling rappresenta una soluzione alternativa e conveniente alla mobilità tradizionale e consiste nell’utilizzare una sola autovettura, con più persone a bordo, per compiere un medesimo tragitto. Mettere l’auto in comune, condividendola con altre persone con medesime esigenze di trasporto […]

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Ulteriori evidenze di cultura tra gli scimpanzé

Vecchi strumenti, nuove soluzioni

pezzo originalmente pubblicato su Pikaia

Le informazioni su come il nostro organismo debba “costruirsi” sono contenute nel nostro genoma, ma cosa poi faccia in vita dipende anche da un altro tipo di informazioni: quelle che ci vengono tramandate in vita dagli altri membri della nostra specie ovvero, per dirlo con una parola sola, dalla cultura. Questa definizione “in senso lato” di cultura come trasmissione non genetica di informazioni potrebbe stare un po’ stretta a chi è abituato ad associare il termine alle vette più alte della produzione intellettuale umana, ma da un punto di vista strettamente naturalistico ha il pregio di essere concisa ed efficace e, cosa ancora più interessante, permette di impostare un discorso evoluzionistico: la cultura in questo senso diventa un mezzo utilissimo che gli esemplari molte specie utilizzano per scambiarsi informazioni utili alla sopravvivenza attraverso le rapide vie orizzontali dell’apprendimento e dell’imitazione, invece che aspettare il lento procedere delle mutazioni genetiche che operano le loro modifiche solo generazione dopo generazione.

Da quando questa visione “semplificata” di cultura ha preso piede tra gli studiosi del comportamento animale numerose altre specie oltre alla nostra hanno dimostrato di affidare una buona parte delle loro chances di sopravvivenza a questa impagabile capacità, e quelle che ne fanno l’uso più variegato sono quelle che somigliano di più all’uomo: le scimmie antropomorfe. Gli scimpanzé in particolare sono un interessante esempio di questa grande capacità culturale dei primati superiori, dato che le varie popolazioni africane variano molto per le tradizioni esibite, in particolare per quanto riguarda l’utilizzo di strumenti. Tecniche e strumenti esibiti da ognuna di esse non sono difatti ubiqui, e molte di loro ne hanno di esclusivi; esattamente quello che ci si aspetterebbe se fossero stati scoperti una volta e poi trasmessi, invece che far parte del repertorio “naturale” della specie. Nonostante l’ormai notevole messe di dati a disposizione, però, ancora non c’è consenso totale sull’opportunità di considerare “culture” i diversi insiemi di tecniche e strumenti, e i critici invocano solitamente le altre possibili cause di tali diversità: ecologiche (es. nella tal zona non si schiacciano le noci con le pietre perché non ci sono le noci) o legate alla differenziazione in tre diverse sottospecie degli scimpanzé africani. Per questi motivi il recente lavoro, pubblicato su Current Biology, di Zuberbühler e colleghi dell’università di scozzese St. Andrews, nel quale sono state comparate le popolazioni di scimpanzé residenti nelle foreste di Kibale e Budongo in Uganda è particolarmente utile per dirimere tali questioni.

Per evitare le critiche classiche di cui si è detto sopra il gruppo di ricercatori ha analizzato due popolazioni appartenenti alla stessa sottospecie (Pan troglodytes schweinfurthii) e ha fornito ad entrambe lo stesso stimolo: del miele contenuto in buchi praticati su alcuni ceppi, che richiedevano pertanto di essere approcciati con un qualche tipo di strumento. Mentre gli scimpanzé di Kibale, però, sono già abitualmente usi ad estrarre il miele dagli alveari tramite di bastoncini, quelli di Budongo non hanno mai mostrato nessuna competenza tecnologica di questo tipo, anche se fanno largo e variegato uso di spugne ottenute da foglie masticate, principalmente per recuperare l’acqua dalle cavità degli alberi.

Come ci si aspettava solamente gli scimpanzé di Kibale hanno prontamente imparato ad estrarre il miele con dei bastoncini, la tattica sicuramente più efficace che si potesse applicare, ma quello che davvero ha colpito gli studiosi è il fatto che gli scimpanzé della foresta di Budongo abbiano anch’essi cercato di estrarre il miele facendo ricorso alla strumentazione che già possedevano: preparate delle spugne come se dovessero recuperare dell’acqua hanno provato poi a utilizzarle per estrarre il miele, ottenendo peraltro qualche risultato. Oltre a provare la necessità per uno scimpanzé che una certa tecnica faccia parte del proprio bagaglio culturale per poterla utilizzare, quello che era il vero scopo dell’esperimento, il lavoro di Zuberbühler e colleghi ha quindi permesso anche di osservare quanto sia importante il proprio retaggio culturale queste antropomorfe, che vi fanno affidamento ogni volta che si presenta loro un nuovo problema da risolvere.
Riferimenti:
Thibaud Gruber, Martin N. Muller, Pontus Strimling, Richard Wrangham, Klaus Zuberbühler, “Wild Chimpanzees Rely on Cultural Knowledge to Solve an Experimental Honey Acquisition Task”, Current Biology – 17 November 2009 (Vol. 19, Issue 21, pp. 1806-1810)

Puoi leggere l\\\’Articolo completo direttamente sul sito di Scienzology

Ulteriori evidenze di cultura tra gli scimpanzé

Vecchi strumenti, nuove soluzioni

pezzo originalmente pubblicato su Pikaia

Le informazioni su come il nostro organismo debba “costruirsi” sono contenute nel nostro genoma, ma cosa poi faccia in vita dipende anche da un altro tipo di informazioni: quelle che ci vengono tramandate in vita dagli altri membri della nostra specie ovvero, per dirlo con una parola sola, dalla cultura. Questa definizione “in senso lato” di cultura come trasmissione non genetica di informazioni potrebbe stare un po’ stretta a chi è abituato ad associare il termine alle vette più alte della produzione intellettuale umana, ma da un punto di vista strettamente naturalistico ha il pregio di essere concisa ed efficace e, cosa ancora più interessante, permette di impostare un discorso evoluzionistico: la cultura in questo senso diventa un mezzo utilissimo che gli esemplari molte specie utilizzano per scambiarsi informazioni utili alla sopravvivenza attraverso le rapide vie orizzontali dell’apprendimento e dell’imitazione, invece che aspettare il lento procedere delle mutazioni genetiche che operano le loro modifiche solo generazione dopo generazione.

Da quando questa visione “semplificata” di cultura ha preso piede tra gli studiosi del comportamento animale numerose altre specie oltre alla nostra hanno dimostrato di affidare una buona parte delle loro chances di sopravvivenza a questa impagabile capacità, e quelle che ne fanno l’uso più variegato sono quelle che somigliano di più all’uomo: le scimmie antropomorfe. Gli scimpanzé in particolare sono un interessante esempio di questa grande capacità culturale dei primati superiori, dato che le varie popolazioni africane variano molto per le tradizioni esibite, in particolare per quanto riguarda l’utilizzo di strumenti. Tecniche e strumenti esibiti da ognuna di esse non sono difatti ubiqui, e molte di loro ne hanno di esclusivi; esattamente quello che ci si aspetterebbe se fossero stati scoperti una volta e poi trasmessi, invece che far parte del repertorio “naturale” della specie. Nonostante l’ormai notevole messe di dati a disposizione, però, ancora non c’è consenso totale sull’opportunità di considerare “culture” i diversi insiemi di tecniche e strumenti, e i critici invocano solitamente le altre possibili cause di tali diversità: ecologiche (es. nella tal zona non si schiacciano le noci con le pietre perché non ci sono le noci) o legate alla differenziazione in tre diverse sottospecie degli scimpanzé africani. Per questi motivi il recente lavoro, pubblicato su Current Biology, di Zuberbühler e colleghi dell’università di scozzese St. Andrews, nel quale sono state comparate le popolazioni di scimpanzé residenti nelle foreste di Kibale e Budongo in Uganda è particolarmente utile per dirimere tali questioni.

Per evitare le critiche classiche di cui si è detto sopra il gruppo di ricercatori ha analizzato due popolazioni appartenenti alla stessa sottospecie (Pan troglodytes schweinfurthii) e ha fornito ad entrambe lo stesso stimolo: del miele contenuto in buchi praticati su alcuni ceppi, che richiedevano pertanto di essere approcciati con un qualche tipo di strumento. Mentre gli scimpanzé di Kibale, però, sono già abitualmente usi ad estrarre il miele dagli alveari tramite di bastoncini, quelli di Budongo non hanno mai mostrato nessuna competenza tecnologica di questo tipo, anche se fanno largo e variegato uso di spugne ottenute da foglie masticate, principalmente per recuperare l’acqua dalle cavità degli alberi.

Come ci si aspettava solamente gli scimpanzé di Kibale hanno prontamente imparato ad estrarre il miele con dei bastoncini, la tattica sicuramente più efficace che si potesse applicare, ma quello che davvero ha colpito gli studiosi è il fatto che gli scimpanzé della foresta di Budongo abbiano anch’essi cercato di estrarre il miele facendo ricorso alla strumentazione che già possedevano: preparate delle spugne come se dovessero recuperare dell’acqua hanno provato poi a utilizzarle per estrarre il miele, ottenendo peraltro qualche risultato. Oltre a provare la necessità per uno scimpanzé che una certa tecnica faccia parte del proprio bagaglio culturale per poterla utilizzare, quello che era il vero scopo dell’esperimento, il lavoro di Zuberbühler e colleghi ha quindi permesso anche di osservare quanto sia importante il proprio retaggio culturale queste antropomorfe, che vi fanno affidamento ogni volta che si presenta loro un nuovo problema da risolvere.
Riferimenti:
Thibaud Gruber, Martin N. Muller, Pontus Strimling, Richard Wrangham, Klaus Zuberbühler, “Wild Chimpanzees Rely on Cultural Knowledge to Solve an Experimental Honey Acquisition Task”, Current Biology – 17 November 2009 (Vol. 19, Issue 21, pp. 1806-1810)

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Ulteriori evidenze di cultura tra gli scimpanzé

Vecchi strumenti, nuove soluzionipezzo originalmente pubblicato su PikaiaLe informazioni su come il nostro organismo debba “costruirsi” sono contenute nel nostro genoma, ma cosa poi faccia in vita dipende anche da un altro tipo di informazioni: que…

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È primavera…

… svegliatevi bambine alle cascine, messere Aprile fa il rubacuor. E a tarda sera, madonne fiorentine, quante forcine si troveranno sui prati in fior. si cantava una volta. Si una volta perchè a guardar questa mattinata di quasi primavera proprio non riesci a vedere i prati in fior. Non è che Al Gore, è con lui tutti gli uomini di buona volontà (compreso il sottoscritto), si sia sbagliato sul riscaldamento […]

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Mimose sotto la neve a Desenzano

Sono passati due giorni dalla festa della donna dell’8 marzo 2010 ed ecco come si presentano questa mattina le mimose a Desenzano del Garda. Improvvisa e fitta nevicata a 11 giorni dall’inizio ufficiale della primavera. Incredibile… Guardando quanto osservato l’anno scorso direi che la situazioni ogni anno sta in questo senso peggiorando e gli inverni […]

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Autobiografia!

JAPPO: ridicolo ridicolo ridicolo ridicolo ridicolo ridicolo ridicolo ridicolo ridicolo ridicolo ridicolo ridicolo ridicolo ridicolo ridicolo ridicolo ridicolo ridicolo ridicolo ridicolo ridicolo ridicolo ridicolo ridicolo ridicolo ridicolo ridicolo ridicolo ridicolo ridicolo ridicolo ridicolo ridicolo ridicolo ridicolo ridicolo ridicolo ridicolo ridicolo…

Perchè nevica?

STRANO!!!! Pensavo di leggere sul blog dei sogni infranti che nevica sicuramente a causa di Davide Bendinelli!!! Si perchè ha in progetto di fare un impianto scistico a Garda con seggiovia sulla rocca dove avrebbe di proposito causato una frana…

Il Lago in una Rete

Fratello Lago Sorella Acqua, una giornata di studio promossa da VivaValtenesi per elaborare proposte e iniziative. L’associazione VivaValtenesi – onlus ha organizzato per sabato 13 marzo a Padenghe sul Garda un workshop con altre 5  associazioni, per identificare le iniziative più adatte a promuovere il benessere delle comunità che vivono sul più grande lago italiano. Alle 20:30 la conferenza pubblica con don Gabriele Scalmana e Pierlucio Ceresa. Un workshop con […]

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Car Pooling, un progetto interessante!

Mai sentito parlare di Car pooling? Io sì, per la prima volta oltre 10 anni fa negli U.S.A.: in alcune autostrade c’era una corsia, tipicamente la prima a sinistra, con enormi scritte gialle sull’asfalto: “pool lane”. Fondamentalmente si trattava di una corsia aperta solo alle auto con più di n (se non ricordo male più […]

Puoi leggere l\\\’Articolo completo direttamente sul sito di iCostantini