CINEMA Che fine stanno facendo le sale cinematografiche?

Il Cinema è morto e non è una novità. Morí la prima volta nel 1927 con l’avvento del sonoro e da lì a più riprese è resuscitato per poi morire e tornare ancora. Il Cinema è una delle fucine dell’immaginario collettivo e allo stato attuale i film non smetteranno di esistere perché il bisogno di cinema non si è esaurito.

Lo dimostra la crescita del settore con un +37% nell’ultimo quinquennio, come certificato dal rapporto APA.Ma 1.

Ma cosa possiamo dire invece delle Sale cinematografiche? Esse sono i centri di diffusione dell’immaginario e loro si che stanno morendo. Rispetto all’epoca prepandemica, ossia alla media del triennio 2017-2019, che Cinetel da un po’ di tempo ha preso come metro di paragone, nel 2022 c’è stato un decremento del 48% degli incassi e del 51% delle presenze 2.

Cercando di fare un distinguo utile attualmente possiamo semplificare la fruizione dell’audiovisivo in tre poli: 1 – La sala Cinematografica in declino. 2 – I monitor domestici che dividono lo spazio fra tv classica e le piattaforme dai contenuti di un livello superiore, dove si punta sulla serialità e a un’idea di cinema pensato appositamente e che spinge verso l’intrattenimento e la spettacolarizzazione. 3 – I piccoli monitor dei nostri smartphone e tablet, fruibili in qualunque momento della giornata contenenti la nuova televisione: Youtube, Instragram, X, Facebook, TikTok. Dove si fruisce di un generico infotainment che unisce informazione e intrattenimento unitamente alla vetrina delle nostre singole vite al costo della pubblicità sempre più invasiva e sartorialmente cucita su misura di chi guarda.

Data la prossimità e la comodità dei punti 2 e 3 bisogna pensare che ruolo possa giocare la sala, in questa nuova era. Come può chiamare pubblico e sopravvivere? Una domanda che dovremmo porci é “Quanto riusciamo a sentirci vicini alle sale cinematografiche?”.
Attualmente è percepibile una forte sfiducia verso il cinema, quello italiano soprattutto. E non perché il Cinema italiano oggi non esista perché è ricco di titoli interessanti, il loro problema è che non arrivano nelle sale. Titoli rischiosi che non riescono ad apparire più appetibili di una certezza da blockbuster americano. Il pubblico giovane tendenzialmente guarda Hollywood e ha un’idea di Cinema incentrata sui loro standard: trame intricate e tanta spettacolarizzazione. Ció che resta dopo la visione non importa. Martin Scorsese stesso, uno dei padri della New Hollywood degli anni ’70, qualche anno fa definì i prodotti Marvel come grandi parchi giochi e non più Cinema3.
In tutto ciò qual è il futuro delle sale cinematografiche? Sarebbe presuntuoso avere una risposta. Però in un panorama in cui si naviga fra una marea di titoli, le sale rappresentate dagli esercenti, i festival e le rassegne dovrebbero lavorare proprio su questo rapporto con il pubblico. Dove andare al cinema significa trovare titoli difficilmente raggiungibili su piattaforme o multisala, con la presenza degli autori in sala. Creando eventi speciali, ospiti, contenuti extra. Del resto se una sala si mette in contrapposizione alla comodità del divano, dovrebbe puntare proprio sul potere d’aggregazione sociale. In tale direzione si può instaurare un rapporto di fiducia fra singola sala e pubblico. Dove andare in sala vuol dire scoprire qualcosa di diverso dalla superficie del sentire, scoprire una visione particolare, scoprire una sensibilità o una visione, un’autorialità. Questo non significa che poi il film piaccia, può anche non piacere, urtare i propri gusti o ampliarli. L’importante è infrangere lo strato dell’indifferenza. Esiste un Cinema che sta cercando di parlare alla collettività rispetto ai mutamenti sociali che stiamo vivendo e che ci rendono spaesati o confusi, serve creargli uno spazio.

Vai articolo originale: https://www.giornaledelgarda.info/cinema-che-fine-stanno-facendo-le-sale-cinematografiche/

Lascia un commento