Tag: Vacanze

Vouti a Coredo

Domenica eravamo a pranzo a Coredo, ai “vouti”. Ve li ho già raccontati, quindi non mi dilungherò.
E’ stato strano … l’ultima volta che ci siamo andati era il 2007, intorno alla metà di agosto. Erano con noi Claudio, Sabrina, Mirco e … la cara Mila, che dopo poco più di un mese ci lasciò.
Ricordi e […]

Puoi leggere l\\\’Articolo completo direttamente sul sito di iCostantini

Quattro giorni a Fai

Siam saliti sabato, rientriamo domani sera. Quattro giorni in montagna coi nonni Luisa e Checco.
Sole ma fresco, cibo in abbondanza e un po’ di sano relax!
Oggi siamo stati ad Andalo ed abbiam fatto il giro del lago sul trenino (4.30 € a testa, un vero furto).
Nico si diverte, ed ora recla il mio AIFON x […]

Puoi leggere l\\\’Articolo completo direttamente sul sito di iCostantini

Caldo

Ieri siam venuti in montagna x un week end lungo. Tra Avio e Rovereto il termometro sembrava impazzito!
X fortuna qui su ha rinfrescato.
(click sulla foto x ingrandire)

Puoi leggere l\\\’Articolo completo direttamente sul sito di iCostantini

Noi Valter lo ricordiamo così

Ieri sera è morto Valter. Un tweet di Enrico che gli augurava “buon viaggio” me lo ha fatto capire e oggi ne ho avuto la conferma e sono stato a trovare la sua famiglia per salutarlo un’ ultima volta. Valter ha lavorato in Siosistemi per tanti anni, era uno dei…

Puoi leggere l\\\’Articolo completo direttamente sul sito di Blog di Gigi Tagliapietra

Orari estivi museo Rambotti

Oggi andando a fare la guida, che termina il mercoledì al museo Rambotti, ho scoperto gli orari di apertura del museo nel periodo estivo (luglio e agosto), tra l’altro disponibili anche qui, che per la felciità di chi non sopporta il caldo sono:
Lunedì chiuso
Da martedì a giovedì dalle 16 alle 20.30
Venerdì dalle 17.30 alle 21.30
Sabato e domenica dalle 17 alle 20.30

Se proprio volete, il mercoledì mattina dalle 11 alle 12 potete intrufolarvi con il gruppo guidato, tanto le porte sono aperte.

Puoi leggere l\\\’Articolo completo direttamente sul sito di Daniel on line

In moto in Folgaria e al Lago di Caldonazzo (TN)

Giorni fa con amici ho fatto una gita in moto partendo da Desenzano del Garda con arrivo al Lago di Caldonazzo (lago del Trentino) passando per la Folgaria (a lato la cartina da ingradire del giro percorso da Rovereto in poi). Il giro completo è stato abbastanza impegnativo con quasi 300 Km percorsi. Dopo la […]

Puoi leggere l\\\’Articolo completo direttamente sul sito di Blog di Marco Rizzini

Ferragosto culinario al residence Michelangelo!

Anche quest’anno abbiamo scelto di passare il ferragosto a casa, in compagnia dei mitici vicini. Non abbiamo trovato traffico … non abbiamo fatto code … ma ci siamo divertiti come matti! Abbiamo passato la giornata divisi tra piscina e tavolo, tavolo e piscina! Ottimo pranzo da Mirco e Susy, con strepitosa grigliata di costine, pollo, […]

Puoi leggere l\\\’Articolo completo direttamente sul sito di iCostantini

Taibeh

Tra le giornate più interessanti del nostro pellegrinaggio va senza dubbio menzionata quella del 5 agosto, quando abbiamo visitato la parrocchia di Taibeh dove abbiamo avuto modo di chiacchierare con don Raed Abusahlia, il parroco della comunità.
Il villaggio è uno dei pochi se non l’unico che si è mantenuto completamente cristiano in Palestina, tanto da definirsi l’ultima città discendente dall’epoca dei primi cristiani. A Taibeh, sul piano storico ci sono due cose che vale la pena visitare: le rovine di una vecchia chiesa (vedi immagine a lato) dove ancora oggi alcune minoranze cristiane praticano sacrifici animali (sulla soglia dell’ingresso c’era sangue vecchio di qualche giorno e fuori, dietro a quello che resta dell’abside, le interiora di una pecora) e la casa delle parabole.

La casa delle parabole è una casettina rimasta intatta come tante altre nel circondario costruita secondo i dettami di centinaia di anni fa. Grazie a questa casa, che si trova sul sagrato della chiesa, possiamo immaginarci in che condizioni vivevano le persone all’epoca di Cristo e nei secoli seguenti.
Si tratta di un ambiente diviso in quattro parti: un corridoio che collega la sala con l’ingresso e la stalla che sta appena più in basso rispetto alla sala e infine una camera in fondo dove stavano le donne quando c’erano ospiti e dove si teneva di tutto. Nel complesso la casupola sarà stata di 30-40 metri quadri.

Il nome Casa delle parabole le è stato assegnato perché all’interno contiene elementi comuni a quasi tutte e 38 le parabole narrate nei quattro vangeli: botte nuova e vecchia, vestito nuovo e vecchio con toppe, un aratro, una lampada ad olio e tanti altri.
La cosa che però ha colpito maggiormente l’intera compagnia è stata la parlantina del padre e il numero sconfinato di progetti avviati nella sua parrocchia, ma per capire la ragione dietro tanta iniziativa, è meglio fare un passo indietro.

Padre Raed ci ha raccontato di come il villaggio nel giro di trent’anni anni si sia spopolato drammaticamente: da 3400 abitanti ora ne restano 1500 e quando va nelle famiglie a parlare, magari dopo aver sentito che qualcuno aveva intenzione di emigrare, chiede perché non desiderano rimanere a Taibeh.
I problemi principali di Taibeh, come di altri villaggi palestinesi, sono la mancanza di lavoro e la guerra che limita enormemente gli spostamenti della gente, tanto che proprio qui a Taibeh c’è stato un anno in cui su 59 parti, 27 sono avvenuti ai posti di blocco, i checkpoint, che separavano le donne palestinesi dall’ospedale più vicino su territorio israeliano.

Nel giro di qualche anno a Taibeh è sorto dunque un ospedale su volontà del padre, poi la scuola parrocchiale privata, che ospita anche bambini musulmani dei vicini comuni.

Per venire incontro alla mancanza di lavoro per le famiglie del luogo, ha deciso di piantare a ulivi la zona circostante e di produrre olio. In realtà di olio già ce n’era in abbondanza, tanto che la gente pagava gli studi dei figli in barili d’olio. Quando però il magazzino parrocchiale si è riempito è diventato chiaro che così non si poteva continuare. Per poterlo commerciare anche in Europa ha dovuto comprare una macina con tutti i crismi a motore (quella precedente a quanto pare non era abbastanza igienica) e per incrementare la domanda di olio e il numero di posti di lavoro ora si producono anche lampade ad olio in ceramica.

A queste lampade a forma di colomba è legato un altro progetto. Riporto direttamente dalla brochure che le accompagna:

Nel conflitto che strazia la Terra Santa, israeliani e palestinesi hanno provato tutte
le forme di azione, violente e non-violente, per tentare di porvi fine. Tutti i tentativi sono stati vani e tutt’oggi la situazione sembra
senza uscita.
Come ultimo tentativo, indirizziamo dunque al Signore la nostra preghiera per la pace
in Terra Santa, intorno a un’idea semplice e simbolica :
La lampada, con l’olio e la luce, è un messaggio di pace da parte nostra ed è un
segno di solidarietà verso la Terra Santa da parte vostra.
L’obiettivo è di far giungere più di 100,000 «Lampade della Pace» nelle chiese di
ogni parte del mondo e di raccogliere così numerosi fedeli in una grande preghiera per
la pace.
«Con una tale preghiera in cui saranno uniti i cristiani del mondo intero, il Buon Dio
ascolterà il nostro appello poiché non avrà altra scelta!
»

Come si capisce da queste parole, don Raed è una persona molto decisa, tanto che ha anche in programma di far restaure una trentina di casupole simili alla casa delle parabole con qualche comfort in più, per dare alloggio a turisti pellegrini.
Delle lampade ne abbiamo prese un po’, una per ciascuna parrocchia di Desenzano più qualche altra sparsa per i luoghi religiosi a noi cari della zona, come il Mericianum e l’abbazia di Maguzzano.

Se avete modo di capitare dalle parti di Taibeh, prendetevi un pomeriggio per visitare la cittadina: ne vale la pena!

Qui la pagina ufficiale in inglese della comunità cristiana di Taibeh.
Da qui invece potete scaricarvi il pdf che accompagna le colombe della pace che producono e che spiega in italiano molte cose di questo paesino.

[La foto dell’interno della casa delle parabole, la seconda, è di Paolo, che ringrazio]

Puoi leggere l\\\’Articolo completo direttamente sul sito di Daniel on line

In moto lungo la Anfo – Baremone – Maniva

Durante il fine settimana ho avuto il piacere di percorrere in moto una bellissima strada riaperta dopo quasi 6 anni. La notizia apparsa sui giornali nei primi giorni di agosto ha confermato la riapertura della Anfo – Baremone – Passo del Maniva (clicca sulla cartina a lato per ingrandirla) che collega la Valsabbia con la […]

Puoi leggere l\\\’Articolo completo direttamente sul sito di Blog di Marco Rizzini

Impressioni del pellegrinaggio

Le cose che più mi hanno colpito in 7 giorni sparsi tra Israele e Palestina:

– Il canto, o più propriamente il salmodiare, del muezzin a scandire la giornata e la notte. Sentirlo alle quattro e mezza di mattina dal proprio letto nel silenzio assoluto è molto suggestivo.
La prima sera l’abbiamo passata a Nazareth (siamo arrivato sabato) e la sera c’era la fiaccolata-rosario che conduceva alla Basilica dell’Annunciazione. Mentre camminavamo ripetendo l’Ave Maria nel cortile della chiesa, parte la litania in arabo a richiamare i musulmani alla preghiera. Mai mi sarei immaginato una cosa del genere.

– I paesini visibili dalla strada presentavano tutti un minareto. Ricorda i campanili che verticalizzano il paesino tipico del Centro-Italia. Come noi abbiamo le campane e i campanili nelle nostre città, loro hanno il muezzin e il minareto. E ancora più interessante è capire che non tutti sono musulmani, come non tutti sono cristiani da noi in Italia. Meno visibili ci sono chiese e sinagoghe nelle città (poi molto dipende dalle percentuali di appartenenza alle tre religioni maggiori).

– Nella nostre visite a due parrocchie e al patriarca della Chiesa Latina abbiamo penso tutti respirato un ecumenismo più forte di quello che si trova a Taizé, tanto per citare uno degli esempi più eclatanti d’Europa. Là non vengono integrati nelle parrocchie solo cattolici con ortodossi o luterani, ma anche i musulmani, che frequentano le scuole parrocchiali e i loro gruppi sportivi. Un po’ meno integrati mi sono parsi gli ebrei.

– In qualunque casa, villaggio e città c’erano un sacco di case in costruzione ed erano tutte in cemento armato a forma cubica di due o tre piani poi ricorperte da lastre di pietra bianca locale. In questa maniera tutte le case erano simili, dando una bella immagine complessiva della città. Tornato in Italia mi ha quasi stupito di più la differenza tra gli edifici che il verde rigoglioso dei campi.

– Accettano euro e dollari come se fossero sheqel israeliani. Sono ecumenici anche coi soldi : )

– Mi è parso che ci fosse più fraternità tra cristiani e musulmani che tra cristiani ed ebrei. Forse perché gli ebrei hanno la convinzione di essere il popolo prediletto e i veri padroni di casa, mentre musulmani e cristiani sono un po’ più ospiti, per quanto possano essere etnicamente la stessa gente.

Spero che queste mie osservazioni non siano offensive della cultura locale. Sono semplicemente impressioni che ho percepito sul luogo da turista.

[La foto in cima l’ho scattata per strada. Se non sbaglio è un villaggio palestinese.]

Tornato

Sono da poco rientrato dalla Terra Santa e sto rimettendo in ordine gli appunti di viaggio per farne qualche post. Nel frattempo spero che Beppe prepari un sintetico quadro generale della situazione politica del conflitto tra Palestina ed Israele, che, a essere sincero, a me personalmente si è chiarito solamente una volta sul posto (sperando anche, naturalmente, che poi Beppe riporti alla luce il blogger che c’è in lui).

Posso dare qualche anticipazione sugli argomenti che spero di trattare (così intanto me li segno da qualche parte, altrimenti me li dimentico):
– il nostro itinerario (prima mi consulterò però con suor Grazia che ci ha accompagnato e che ha organizzato tutto, perché è un percorso un po’ alternativo che ha sistemato ad hoc per il gruppo do famiglie che segue i suoi incontri),
– qualche consiglio su cosa portare, cosa fare e cosa visitare,
– non può mancare un post sulla cucina con un dettagliato focus sul “hummus” (sorrida chi ha guardato Zohan!)
– e poi linkerò il materiale fotografico del gruppo nel suo insieme (eravamo in 38), nonappena avremo deciso come e dove pubblicarlo.

Puoi leggere l\\\’Articolo completo direttamente sul sito di Daniel on line