Tag: studenti

Grazing Cows Begins

I Grazing Cows sono tre studenti dell’Unibz partiti prima per Roma e da lì per Parigi. Ne ho già parlato e dunque chiudo qui per passare subito agli aggiornamenti del team.

I GC sono partiti giovedì da Bolzano con uno zaino a testa nel caldo del pomeriggio salutando gli amici sulla piazza Sernesì davanti all’uni. Un blogger accanito li ha seguiti per i primi 100 m ma non avevano nulla da dichiarare.

Ieri, venerdì, erano già a Roma da dove la competizione partiva veramente. Hanno fatto il gioco per ottenere delle Red Bull per poi riprendere il viaggio spalla a spalla con un team canadese e uno svizzero scherzando con una signora sarda. Dopo aver passato la notte a Bologna sono giunti questa mattina per le 8.30 a Venezia.

Cosa succederà ai nostri viaggiatori? Riusciranno a scavalcare le Alpi? Riuscirà D-u a intervistarli quando passeranno da Bolzano? Ma soprattutto, arriveranno a Bolzano?
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Non salvate l’Italia, insegnatele a salvarsi

Domani ci sarà la tanto attesa manifestazione del Partito Democratico, annunciata ormai 4 mesi orsono da Veltroni. L’appello ai giovani, le parole più chiare del solito che ieri sera Walter ha usato ad Anno Zero, persino il bisogno di far sentire la propria voce in una manifestazione che finalmente sarà, giocoforza, ripresa dalle telecamere in maniera quasi decente fanno venire la voglia di esserci domani e di sventolare magari qualche bandiera rossa che risalti in mezzo ai tricolori. Una sola cosa vorrei capire: chi andrà alla manifestazione sarà conteggiato come sostenitore del Partito Democratico? ecco, credo che la risposta sia: “si e no“.

No perchè la petizione non parla di appoggio al Pd, No perchè le rivendicazioni del Pd non solo non gli “appartengono” ma sono effettivamente tutte giuste, No perchè (e questo, sia chiaro, è un difetto) non ci sono effettive proposte di cambiamento che andando a questa manifestazione si testimonia di voler affidare al Pd. Insomma, è un no che invoglia anche i critici della linea Veltroni (fatta di tentennamenti, sbandate, sporadico consociativismo, tragicomiche alleanze con l’Udc in cantiere) a farsi vivi e lottare accanto a lui. È una maniera per affermare l’esistenza di un paese che lotta, nonostante un partito che spesso si dimentica di farlo, un paese che vuole mettere bene in chiaro alcuni punti quasi tutti contenuti nella petizione Salva l’Italia.

Ma c’è anche un Si, che è più che altro un timore. Quanto conteranno le intenzioni e quanto le strumentalizzazioni? con tutta la buona fede che si può imputare a Veltroni, lui di lavoro fa pur sempre il segretario di partito, e il suo mestiere è far credere che il proprio partito rappresenti più persone possibili. Domani il discorso potrebbe essere “Eccoci tutti qui a manifestare, noi del Pd e il resto della società civile che non sta con noi ma è comunque dal nostro lato del fronte“, e sul palco ci saranno sicuramente Veltroni e Franceschini ma potrebbero salire anche rappresentanti degli studenti e dei professori, delle mamme e degli immigrati, pronti a parlare non a favore del PD ma a favore della sua, e nostra, battaglia. Solo che ho paura di vederci Jovanotti su quel palco. Per questo potrebbe essere un Si la risposta, perchè non è più una questione di idee: io non so quanto fidarmi del Partito Democratico.

Per quanto mi riguarda domani non potrei esserci comunque a Roma, e la decisione è rimandata (tralaltro mi pare che il 14 Novembre sia prevista una manifestazione generale a Roma, più “sicura”, alla quale non mancherò), per chi invece non sapesse bene cosa fare, sinceramente non ho un consiglio da dare (ma spero di aver dato qualche spunto di riflessione).

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a Bologna tutti assieme contro la 133

Bologna, assemblea congiunta studenti-presidenza della facoltà di Lettere e Filosofia, 23/10/2008

Arrivare tardi alle assemblee ti costringe ad arrangiarti per trovare l’ultimo posto disponibile e a volte questo significa scoprire cose nuove, ad esempio che il posto giusto non è su uno dei banchi ma davanti alla cattedra, col viso rivolto al “lato sbagliato”: una marea di facce attente e interessate che non cambieranno espressione fino alla fine. Tanta gente che il “padrone di casa” esordisce chiedendo se per piacere si può uscire a fumare per evitare intossicazioni di massa, una folla eterogenea (tanto che un novello Lombroso, nel suo intervento, potrà dire di vedere rappresentata ogni tipologia ed estrazione politica di studente) che dopo una risata riesce quasi miracolosamente, visto il numero, a mantenere un clima di ascolto e a far scorrere via bene o male* lisci tutti gli interventi (rigorosamente aperti a chiunque si volesse prenotare).

Innanzitutto quello su cui sono tutti (ricercatori, docenti, preside e membri del consiglio di facoltà, studenti e rappresentanti degli studenti) daccordo: la riforma Gelmini è semplicemente inguardabile, a dire il vero non è nemmeno una riforma: solo una collezione di tagli. Chiaro, ognuno valuta più grave l’aspetto che sente più vicino, ma tutti in quell’aula erano concordi nel bocciare in toto la 133. Fa bene Tommaso del Vecchio, ricercatore e membro del consiglio di facoltà, a sottolineare come questa legge segni un punto di discontinuità persino con la famigerata riforma Moratti, poichè in questo caso non si sta decidendo una svolta culturale, non c’è un progetto, un’idea o anche solo una vera intenzione sotto la 133: soltanto la chiara decisione che la scuola non costituisce una priorità di spesa per questo governo (e per chi l’ha votato, data l’ottica populista con la quale governa Berlusconi). E sulla stessa linea è Grandi, un docente che parlando ancora più chiaro fa capire come la Scuola sia vista dal governo alla stregua di un serbatoio di tagli per recuperare soldi da smistare altrove: un progetto per un paese senza futuro, certo, ma questo paese ha deciso l’harakiri da tempo e non lo scopriamo oggi.

È il monito del preside Sassatelli, che spinge a fare autocritica e a modificare l’immagine che la gente ha dell’università e di chi la vive, da qualsiasi parte della cattedra egli si trovi, è il successo delle lezioni in piazza, momenti di trasparenza dell’università verso l’esterno oltre che di protesta simbolica (come ricorda Anna Borghi, docente e membra della rete “ricercatori precari”), è la necessita più volte ricordata dagli studenti di far vedere all’esterno, non solo nelle parole che ci si scambia tra compagni di viaggio, che il fronte è comune e che comprende, o dovrebbe comprendere, anche i cittadini. Uno dei punti più chiari è proprio questo: facciamoci capire dalla gente là fuori. Ed è su questo che le posizioni cominciano a divergere (ma meno di quanto sarebbe pericoloso per la lotta, a mio avviso).

Prima di andare più sullo specifico va segnalata un’altra cosa: l’università (nella misura in cui questo corso di laurea ne è indicazione) ha una gran voglia di cambiare. Ne hanno voglia gli studenti, che sognano spazi di autoformazione, maggiore libertà nella scelta del percorso di studi, ma soprattutto hanno la grande voglia di essere loro i motori di questo cambiamento, una riforma che possa finalmente partire dal basso. Ne hanno voglia anche professori e presidi, che sognano un’università che funzioni finalmente bene, che permetta di portare avanti seriamente sia la didattica che la ricerca senza gli sprechi e i clientelismi di cui anche la maggior parte di loro è spesso vittima. Ignorare questa voglia di cambiare e pensare alla rivolta come a una semplice difesa dei propri diritti o supposti privilegi di fronte a un taglio radicale dei fondi è un errore fatale, che non consente di leggere a fondo dentro la massa incredibile di persone che si sta muovendo in questi giorni.

Venendo alle proposte, i “fronti” si fanno contrapposti praticamente solo su un punto: la sospensione della didattica (sulle altre questioni le posizione sono più sfumate, vedremo dopo). Quello che molti studenti, ed è anche la posizione dei rappresentanti in quota “Rosso Malpelo” (componente di sinistra) ma non solo, vogliono non è certo un blocco ad oltranza fino alla revisione della legge ma bensì un’azione simbolica il cui significato sarebbe chiaro: anche il corpo docenti è dalla nostra parte, siamo tutti contro di te, Gelmini; è la necessita di far fronte comune in maniera visibile a spingere questa richiesta (che, ripeto, non si spingerebbe oltre i due giorni, da utilizzare per lezioni pubbliche e assemblee). Di contro, se pure chi vi si oppone riconosce la necessità del fronte comune, si ritiene che un’azione del genere sarebbe controproducente: un appiglio troppo semplice per screditare la lotta e un metodo veloce per perdere del tutto la possibilità che la gente là fuori possa appassionarsi alla nostra lotta; molto meglio organizzare assemblee serali per spiegare la riforma (e il professor Donati, docente a giurisprudenza, si è già detto disponibile) e continuare con le lezioni in pubblico, tenendo però separati i metodi di critica (in soldoni: la protesta più “aggressiva” è roba da studenti). In breve: una parte consistente degli studenti chiede ai professori di esporsi di più e una parte consistente dei professori (tra cui la maggioranza del consiglio di facoltà) risponde che non è esponendosi in questa maniera che si sistemeranno le cose, ma al contrario un’azione del genere potrebbe solo far naufragare il tutto. Non che sia una diatriba così importante: per quello che mi riguarda credo che si possa lasciar cadere (per ora ) questa richiesta, in fondo non è ancora così vitale, e se non si riescono a convincere i professori dubbiosi a prendere un provvedimento del genere allora tanto vale andare avanti senza questo tipo di protesta (che avrebbe avuto, è vero, un gran peso, ma di fatto avrebbe veramente esposto il movimento a delle critiche).

Un altro punto delicato è la questione (che poi è centrale nella mozione votata dal senato accademico) della valutazione e del conseguente finanziamento differenziale delle varie università. Intendiamoci, qui è una questione di enfasi: nell’ipotetica frase “No ai tagli previsti dalla 133, ma è giusto razionalizzare le spese e punire gli atenei che non riescono (o non vogliono) spendere entro i limiti” alcuni credono sia più importante la prima parte, gli altri la seconda (e capite da soli quali sono le parti in causa), ma nessuno si azzarda a negare la frase nel suo complesso. Non si può dire insomma, e qui torna il discorso di prima, che si voglia semplicemente salvare un’università che è colma di problemi non solo didattici ma anche economici, ma anzi che un cambiamento è necessario e deve passare per forza da una razionalizzazione delle spese che tenga ovviamente conto delle esigenze imprescindibili di un ateneo (e non, pertanto, da un taglio indiscriminato che servirebbe solo a distruggere gli ultimi sprazzi di buona università).

Per ora l’appuntamento è a martedì, quando i professori volenterosi saranno chiamati a decidere assieme agli studenti le prossime iniziative (lezioni in pubblico eccetera), ma l’impressione è che, pur chiarendo le reciproche posizioni su alcune questioni, si sia usciti da questa assemblea ancora compatti in un unico fronte di lotta. In attesa di altre lezioni pubbliche e delle prime assemblee serali.

In chiusura, vorrei linkare un illuminante pezzo di Calamandrei che una docente ha voluto leggere a tutti durante l’assemblea: lo trovate riportato qui.

* non è mio costume aggiungere delle note ai post, ma in questo caso voglio tenere ben distaccato dal resto l’unico episodio (al di là di qualche fischio) fastidioso della seduta. Quando uno dei rappresentanti di Student Office (diciamo la parte ciellina dei rappresentanti degli studenti, o comunque filodestrorsa), che peraltro potrei anche indicare come secondo episodio fastidioso della seduta, ha preso la parola per esprimere la sua opinione e, in coda, una piccola provocazione, si sono levati fischi e boati (prevalentemente da una parte dell’aula). Per scansare successive strumentalizzazioni preciso che, nonostante un paio di minuti di interruzione per far tornare il silenzio, il ragazzo ha potuto concludere il suo intervento.

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Ubi parva machina bibitarum ablata fuit?

Ovvero: dove è stata portata la macchinetta delle bibite?

Shock per tutti gli studenti dell’Unibz che oggi si sono riversati come al solito a frotte in mensa!
Il distributore di Equocola, Schifofanta e ACE scompare. Sentiamo però prima l’opinione dei presenti:
D-u: “Rudi Babà, cosa ne pensi del dramma che si è consumato sotto i nostri occhi?”
Rudi Babà (stracciandosi le vesti): “Es el diablo! Es el diablo!” (Ancora urlando si butta nel primo pentolone di pasta ai 4formaggi che trova).

D-u non si lascia scoraggiare e chiede alla signora che dà la pasta:
D-u: “Signora che dà la pasta, secondo lei che fine ha fatto il distributore di Equocola, Schifofanta e ACE?”
Signora che dà la pasta: “Che è là” (Indica oltre la signora che fa lo scontrino, vicino al forno delle pizze) “Formaggio?”

Il mistero è dunque risolto. Il distributore di bibite è solo stato spostato oltre la cassa, ma restano irrisolti alcuni interrogativi. Quali oscure motivazioni hanno portato alla decisione di spostare il distributore di bibite? E soprattutto, chi l’ha spostato effettivamente?

Nella foto Rudi Babà e Ch-u. L’uno urla “Es el diablo! Es el diablo!”. L’altro si chiede “Perché? Dove? Aaaaaaah? Quando? Uuuhaaaahoooooh?”

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Red Bull CAN you make it?

«Tre studenti dell’Università di Bolzano rischieranno la vita nell’evento organizzato da Red bull “Red Bull CAN you make it”. L’obiettivo è raggiungere Parigi in 8 giorni partendo da Roma senza soldi, cellulare, carta di credito etc etc…»

Così inizia il messaggio che si sta estendo attraverso ogni canale comunicativo esistente all’interno e all’esterno dell’università a sostegno dei Grazing Cows. Mi pare che dica già tutto. Se poi conoscete i soggetti, dice davvero tuttotuttotutto.

L’unico attrezzo comunicativo di cui saranno dotati è un cellulare dato dalla Red Bull per poter aggiornare il loro blog, creato per l’occasione. Questo dunque dice tutto, anzi tuttotuttotutto, relativamente al motivo per cui ho deciso di sostenerli nella loro folle avventura.
Nella squadra c’è già stato un cambiamento. Una sostituzione. Restano Cora, Mighé e nuovo nel team è Steno. Questi i loro nomi di battaglia. Quasi da supereroi direi…

Per sostenerli potete dare loro un voto al giorno andando sulla pagina di registrazione, registrarvi e scegliere di essere fan dei Grazing Cows identificati dal codice ITA003. Fatta l’iscrizione potete seguire il team giorno per giorno sul loro blog e soprattutto potete votarlo. Dal loro messaggio, infatti, si sottolinea:
«La cosa importante è il voto giornaliero, che va fatto qui cliccando sulle lattine di RedBull in cima alla pagina a destra, (5 lattine è il massimo dei voti 🙂 )»

Nel caso vi fossero aggiornamenti, vi farò sapere. Intanto se avete un account Twitter, potete anche iscrivervi ai loro aggiornamenti o seguirli a questa pagina.

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4 Film Festival

Ieri sera, su invito di Irene, sono andato con la mia neighbourgroup al Film Festival. Il 4 Film Festival o anche 4FF per la precisione. Come potete vedere anche dal programma ieri abbiamo visto FERESHTEGAN DAR KHAK MIMIRAND, un cortometraggio iraniano in iraniano con sottotitoli in inglesi risottotitolato, un po’ più sotto, con sottotitoli, dunque sottosottotitoli, in italiano. Dopo i trenta minuti di questo, è stata la volta di ARABIAN NIGHTS, prodotto lussemburghese parlato con dialoghi in francese, dialetto lussemburghese (non sapevo manco che esisteva) e algerino, sottotitolato a seconda del caso con francese, inglese e italiano.

I film fanno parte della selezione Borderlands – Terre di confine. Il primo infatti trattava delle guerra tra Iran ed Iraq, mentre il secondo era ambientato un po’ in Lussemburgo e un po’ in Algeria. Le altre categorie presenti al festival sono Rimusicazioni, add a new soundtrack to an ld silent movie, Shortland, concorso regioanle (Trentino Alto Adige) e infine Indieland, Milano che emigra: la linea lombarda del cinema.

Al contenuto cinematografico si aggiunge la possibilità di mangiare “a gratis” dalla mezzanotte (ieri sera c’era il birmano, tra l’altro cucinato da uno studente di Economia del secondo anno, come abbiamo scoperto una certa sorpresa), poi ci sono mele offerte dalla Marlene un po’ ovunque e poi c’è il concorso che ogni sera estrae un vincitore di un iPod Shuffle. Per parteciparvi basta compilare la scheda di valutazione dei film che poi a caso verrà estratta la sera seguente. A giudicare dal numero di spettatori di ieri sera le probabilità di tornare a casa con un iPod sono abbastanza alte.

Alla proiezione di norma sono presenti anche i registi e segue un dibattito che purtroppo ieri non c’è stato, anche se a dire il vero io non avrei saputo cosa dire, soprattutto del secondo film, visto che manco avevo capito che il protagonista poco prima della fine moriva… Ops! (L’informazione non vale come spoiler, ma, semmai, come indizio su una chiave di lettura!)

Per gli studenti dell’università di Bolzano membri dell’associazione kikero (quota associativa € 6,00 per tutto l’anno) si entra gratis, altrimenti sarebbero € 3,00 per l’ingresso (di film se ne possono vedere quanti se ne riescono).

Le proiezioni partono nel tardo pomeriggio e proseguono fino a notte inoltrata. La sala delle proiezioni è al Videodrome di via Roen di Bolzano.

Non mi resta che lasciare di nuovo il link alla homepage ufficiale e sperare di riuscire ad andarci anche stasera dopo il debating in uni (stasera in italiano, tutti invitati!).

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Riprende dibattito

Finalmente ieri sera è riiniziato il gruppo di Debating organizzato dal kikero. Purtroppo non è venuto nessuno di nuovo. Anzi. Mancavano alcuni dell’anno scorso visto che gli Erasmus mietono a modo loro vittime tra gli studenti. Ciò non toglie che siamo riusciti a divertirci e sperimentare nuove tecniche di argomentazione.

Il tema di ieri sera è stato “Soll Türkisch als zweite Fremdsprache an deutschen Schulen Französisch ersetzen?” ovvero “Bisogna sostituire il francese con il turco nel programma d’insegnamento della seconda lingua straniera?”. Come al solito l’argomento di dibattito viene scelto al momento tra tre opzioni proposte da Sebastian che guida il gruppo. Dopodiché a caso (con l’estrazione di biglietti) si determina chi sarà pro e chi contra. Poi seguono 10-15 minuti di preparazione con il proprio team e poi si parte.

È inutile che stia a dilungarmi sul come è organizzato il dibattito visto che l’avevo già fatto l’anno scorso. Invito però i miei lettori a chiedere per chiarire dubbi, perché sarebbe bello che il gruppo qui a Bolzano cresca in numero e che magari anche nelle altre università italiane parta quest’attività, visto che a livello nazionale non ce ne sono molte altre. Tant’è che a metà novembre siamo stati invitati a Monaco di Baviera per una competizione tedescofona e mi pare che fuori da quei confini stranieri non si sia mai fatto niente.

A lato l’invito al gruppo di dibattito ogni materdì dalle 20.00 alle 22.00, uscita al bar a seguire. Non serve avvisare. A differenza di quanto segnato per l’ultimo incontro, la prossima volta si dibatterà in inglese. Click sull’immagine per ingrandire.

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Corsi di cucina per studenti a Bolzano

Potrebbe tornarmi utile, se solo non avessi già troppi impegni. Proprio ieri pensavo che non sarebbe stato male frequentare un corso simile, anche se poi mi accorgo che mi arrangio benissimo. Soprattutto quando cucinano gli altri e io lavo i piatti…


Il MUA – Movimento Universitario Altoatesino sta promuovendo una iniziativa rivolta agli studenti universitari, relativa ad un corso di cucina. In allegato Le invio la locandina informativa e il volantino con i relativi turni. Volevo chiederLe se gentilmente potesse mandare una mail informativa agli studenti dell’università di Bolzano che aderiscono alla Vostra Associazione studentesca. Il costo del corso è di 50 Euro e si terrà infrasettimanalmente o nei fine settimana presso la sede MUA in via Firenze 51 a Bolzano. Scopo del corso è quello di dare gli strumenti per cucinare in maniera veloce ed economica.

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Studenti

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Facebook vs. StudiVZ

Non so se il blog da cui ho tratto quest’informazione vuole rimanere ancora nell’anonimato o meno. In ogni caso, riporto sul mio la notizia secondo la quale Facebook accusa StudiVZ insieme ad altri social networks di aver copiato in maniera spudorata il servizio che offre. Nell’occhiello dell’articolo di Hardware Upgrade si legge:
“I legali del popolare sito di social networking Facebook all’attacco contro alcuni cloni nati un po’ ovunque. Ora nel mirino il sito tedesco StudiVZ da 10 milioni di utenti.”

Non so se vi sono stati altri tentativi di sistemazione più pacifici. Penso ad esempio ad un acquisto o unione tra le due reti o la creazione di ponti tra account situati nei vari servizi-copia di Facebook.
Ma in fondo all’utente cosa cambia? Beh, da un lato sapevi che su StudiVZ tutto è in tedesco e che tutti gli altri membri possono comprenderti nella tua lingua madre. StudiVZ ha creato anche dei paralleli in altre lingue anche se non hanno lo stesso successo come nella madrepatria.

Di svantaggioso è la ristrettezza del bacino d’utenza del network, visto che predilige solo tedescofoni allemannoglotti.
StudiVZ, come si deduce dal nome, richiedeva inizialmente che i membri fossero studenti. È ovvio però che nessuno resta studente a vita e cosa se ne fa di un account su StudiVZ quando ha finito di studiare? Finge? Forse. Sta di fatto che il network ha dato luogo anche a MeinVZ ampliando così il potenziale pubblico.

Adesso vedremo se a questione risolta gli utenti ne trarranno vantaggi e nel caso quali. Io tanto ho un account per social network e molti degli amici che ho da una parte sono anche nell’altra. Magari potrò togliere un link dalla mia barra dei preferiti.

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Qualcuno pensi ai bambini

“Basta, ora dobbiamo dire due parole ai gestori di internet perchè forse è meglio chiuderla” (Maurizio Costanzo)

La libertà che accompagna da sempre internet potrebbe anche essere un problema, e in parte lo è, ma forse un disegno di legge per cercare di bloccare la pornografia non è davvero una soluzione. Bloccare la pornografia? e come si fa? non si fa, appunto, e allora stupisce che venga preparato un disegno di legge che sanzioni anche abbastanza pesantemente (fino a 5 anni di detenzione) chiunque voglia pubblicare una scena di sesso esplicito su internet. Più precisamente la legge vieta, curiosamente nello stesso capitolo (come se fossero la stessa cosa), sia la pubblicazione di materiale pornografico che la diffusione di messaggi volti ad adescare minori di 18 anni:

Art.1

1. E vietato istituire siti nella rete INTERNET i cui contenuti siano finalizzati, direttamente o indirettamente:
a) alla istigazione al consumo, alla produzione o allo spaccio di sostanze stupefacenti;
b) alla istigazione alla violenza e alla consumazione di reati;
c) alla divulgazione o alla pubblicizzazione di materiale pornografico o di notizie o di messaggi pubblicitari diretti all’adescamento o allo sfruttamento sessuale di minori di anni diciotto.
2. Chiunque viola i divieti di cui al comma 1 è punito con la reclusione da uno
a cinque anni e con la multa da 2.500 euro a 50.000 euro.

Io credevo fossero già quasi tutte vietate quelle attività, quanto tempo mi rimane secondo voi? l’articolo 2 è ad ogni modo più interessante ancora:

Art. 2.

1. Il servizio di polizia delle telecomunicazioni […] vigila sulla liceita e sulla moralita del contenuto dei siti della rete INTERNET accessibili al pubblico, dandone comunicazione all’autorita giudiziaria.
[…] `
3. L’autorita giudiziaria dispone l’oscuramento dei siti della rete INTERNET i cui contenuti sono palesemente illeciti o offensivi del buon costume o tali da attentare all’ordine pubblico.

A me quel “palesemente illeciti o offensivi del buon costume” spaventa un poco. Voglio dire, non intendo essere illecito o offensivo del buon costume per un sacco di tempo ancora, ma sono convinto che il primo passo verso la censura possa anche essere un passo piccolissimo, ma sufficente a cominciare il cammino. Nell’articolo 3 il colpo di scena: l’autorità per le garanzie nelle comunicazioni può autorizzare la diffusione di siti della rete INTERNET i cui contenuti siano parzialmente simili a quelli vietati ai sensi dell’articolo 1, purche tali siti siano protetti da appositi codici di accesso, e così via nei capitoli successivi che promettono supporto attivo (corsi e assistenza di vario tipo) a chi volesse “mettersi in regola”, apparentemente gratis e senza modificare i contenuti. A meno che quel parzialmente simili non nasconda un invito a modificare i propri contenuti finchè non diventano autorizzabili, e mi pare plausibile che sia così (se le parole hanno un peso e se conosco i miei polli).

Quindi, questo decreto sarebbe espressione di un bigottismo di ritorno con una spruzzatina di velleità censorie? c’è un’altra possibile interpretazione di questa legge, e vale la pena di tenerla a mente. Forse non tutti tra di voi lo sanno, ma in questo momento state leggendo un sito internet americano. Chiaro, io sono italiano e scrivo (perlopiù) dell’Italia in italiano, tuttavia questo sito è fisicamente in America: in pratica sto gestendo il mio hobby a un oceano di distanza. Faccio l’esempio di questo sito perchè Blogger è lampante per facilità di accesso e flessibilità d’utilizzo, e quindi? quindi questa norma, con tutta probabilità, non farà cancellare nessun sito internet, poichè data la facilità con cui oggi si può ottenere un dominio straniero si tratterà semplicemente di spostare i siti (peraltro forse penalizzando le concessionario di spazio web italiane, ma qui non saprei espormi perchè non conosco bene la situazione). Senza contare la marea di siti stranieri dedicati alla pornografia che sicuramente non verranno toccati da questa norma.

A onor del vero gli articoli successivi parlano anche di corsi per studenti delle superiori e sgravi fiscali ai tenutari di siti culturali, artistici o riguardanti materie di esami o concorsi, ma l’impianto generale della legge serve a poco più che a sparare in aria sperando di far venire giù il cielo. Il motivo? aspettate che arrivi il momento di discutere questa legge e vedrete che bel polverone mediatico si solleverà, e che bella figura farà questo governo con la Chiesa e chi gli ronza intorno, bigotti o opportunisti che siano (senza contare i litigi interni al Pd che si scateneranno).

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I misteri del cinese

In questi giorni sono venuti a Desenzano alcuni miei amici dell’uni e ieri sera siamo stati al ristorante cinese e quando cinque studenti di economia si trovano ad analizzare un menù possono saltare fuori alcuni dettagli che a quanto pare non sono stati colti o non si volevano cogliere dai gestori del ristorante:
mezzo litro d’acqua – € 1,40
3/4 di litro – € 2,20.

Significa che tre litri d’acqua da bottigliette da mezzo litro costano (1,40×6) € 8,40, mentre gli stessi tre litri in bottiglie da 3/4 di litri costano (2,20×4) € 8,80. Quindi converrebbe comprare in bottigliette da mezzo litro, in contrasto alla regola che comprando in quantità maggiori (0,75 l anxiché 0,5 l) si risparmia. In ogni caso abbiamo mangiato un casino e bene.

Un piccolo consiglio: non esagerate con la salsa piccante che è davvero piccante, anche se R-u dice che non è vero.

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Volantino, il terzo canarino

D-u, visto che in vacanza non può né deve proteggere i poveri studenti di Bolzano, mi ha chiesto di pubblicare un’intervista che ha fatto a mio fratello Matthias (11 anni), e io naturalmente la riporto nella sua versione integrale relativa all’arrivo di un nuovo canarino in casa.

Matthias, intanto dicci quanti canarini hai?
Adesso tre.

Come si chiamano?
Ma io non ho scelto il nome.

Beh, ma nel titolo abbiamo già dato un’anticipazione, Volantino.
Sì, Volantino, ma gli altri due non ce l’hanno.

Perché hai scelto Volantino come nome?
Perché il canarino è sfuggito da qualche parte e oggi si è piazzato sul nostro balcone, poi è volato in casa del nostro vicino Valentino che lo ha catturato e lo ha dato a noi. Il nome nasce dal misto di Valentino e il fatto che, essendo un canarino, vola.

Visto che il concetto di 2.0 è stradimoda, come aggiungere “stra-“ alle parole, lascio ai lettori del blog a possibilità di formulare le prossime domande a Matthias che verranno selezionate e in seguito pubblicato con le risposte di mio fratello.

Nei commenti indicate anche se interessati al proseguo delle avventure di Volantino il canarino.

Per rispetto alla privacy di Volantino abbiamo preferito non pubblicare una sua foto, ma siccome è ormai tradizione del blog associare un’immagine ai post, abbiamo messo la foto di un rinoceronte.

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Giustizia ’spot’

Mi è piaciuto l’intervento del direttore di Panorama Maurizio Belpietro a ‘Graffi Quotidiani’ su Radio 101. Ha parlato di giustizia ed evidenziato come la nostra sia una giustizia che funziona a spot….  della TV!
E’ partito dall’obbligatorietà dell’azione penale (i reati penali vanno tutti perseguiti senza distinzione) e l’indignazione di molti all’intervento della politica nel stabilire […]

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Un pulcino nel forno

Ci sono vaccate colossali che mi fanno ridere senza motivo per tutto il giorno.
Eccone un esempio di oggi:
Sai cosa dice un pulcino nel forno?
PÍO FUOCO !!!

 

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