Sos per il tenente che rischia di morire ancora… sotto la Tav

Il tenente austriaco Toussaint de la Motte rischia di morire un’altra volta, investito dall’alta velocità. E ora all’indignazione generale si aggiunge quella del Codacons, che nei giorni scorsi ha presentato un esposto in Procura affinché sulla vicenda si faccia chiarezza e, «a tutela della memoria storica e della tradizione dei luoghi, si verifichino eventuali reati nei confronti della collettività».

Il punto è uno: la cappella che contiene i resti del tenente va spostata con urgenza perché si trova sul tracciato dell’alta velocità e il cantiere ormai è arrivato a pochissimi metri, se non addirittura centimetri. Non se ne discute da oggi. Il tema è stato oggetto di una serie di interrogazioni in Consiglio comunale (la più recente, del Pd, è stata proposta nella seduta del 25 gennaio), il sindaco Guido Malinverno si è speso in ogni dove per arrivare a una soluzione, si è mossa pure l’europarlamentare Stefania Zambelli. Oltre alla Società di San Martino e Solferino, all’associazione Faro Tricolore, ai Lions, che quella cappella l’hanno restaurata e mantenuta in buono stato.

Era il maggio del 2021 quando il Consiglio si espresse a favore dell’opzione da quasi tutti ritenuta più congrua: trasferire la cappella che conserva i resti del tenente austriaco de la Motte all’interno del parco monumentale di San Martino, nei pressi dell’ossario. Quasi tutti, perché la Soprintendenza a quella collocazione ha già detto no: il tenente non è morto durante la Battaglia, ma due giorni prima, durante una ricognizione precedente agli scontri, e per l’ente, così come ha spiegato il sindaco, «la soluzione sarebbe lasciare la cappella il più possibile vicina al luogo dove il tenente è deceduto».

Soluzione che non piace a nessuno, tanto che il Consiglio all’unanimità nei mesi scorsi ha confermato «l’indisponibilità dell’area comunale che la Soprintendenza avrebbe individuato per il trasferimento, nei pressi della scuola di San Martino: il luogo giusto – ha ribadito Malinverno -, anche per valorizzare la cappella, è l’ossario».

Che fare, dunque? Da una parte c’è il Comune, che rimane della propria idea e continua a sollecitare «sia la Soprintendenza, sia il Ministero, affinché diano una risposta». Dall’altra c’è il consorzio Cepav Due, che sta procedendo con il cantiere «e attende di sapere dove dovrà mettere la cappella». Dall’altra ancora c’è il Codacons, che prova ad accelerare con l’esposto.

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