Sole, gelo, polvere non hanno fermato la scalata di Matteo

Ha provato «l’aria fina» dell’Argentina (e non solo), si è fatto una… rampa di scale di quasi settemila metri e ha dato una bella svolta al suo progetto «Seven Summits»: Matteo Bertè, l’informatico alpinista nato tra le mura del castello di Bedizzole e finito a vivere all’ombra di quello di Padenghe, ha raggiunto la vetta dell’Aconcagua, che con i suoi 6.962 metri è la più alta cima delle Americhe.

Terza tappa del suo «progettino»: scalare, appunto, le cime più alte di ciascun continente.

Sette monti che Matteo si era riproposto di affrontare in dodici anni, «ma in un anno e mezzo ne ho fatti già tre: Kilimangiaro nell’agosto 2018; Elbrus, in Russia, nell’agosto 2019 e ora l’Aconcagua. 

 

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