Primo giorno di scuola: riflessioni di una mamma che ha il tempo di farsi un sacco di pippe!

Ecco, è andata. Primo giorno di scuola² (leggi: al quadrato): una pupa alla scuola materna e l’altra in prima elementare! La piccola in realtà ha cercato di confondersi tra i ragazzini per seguire la sorella, e c’è rimasta piuttosto male quando l’abbiamo intercettata… che tenerezza! Ma ovviamente i veri teneroni della situazione eravamo noi genitori: tutti a ricacciare lacrime d’emozione, tutti con macchine fotografiche che non potranno mai catturare l’essenza di questa giornata storica, ma ci serviranno un giorno da stampella, per dimostrarci che davvero un tempo erano così, piccole ed esitanti, ma curiose e coraggiose davanti ad una nuova, grande avventura! Per loro è andato tutto liscio, nonostante Mimì ci avesse fatto temere il peggio con un paio di pianti estivi: “Ho paura di non capire niente” (Sic! Peccato che non si riesca a scrivere la R alla francese, come la pronuncia lei…) ed invidie verso la sorella che, piccola, non è obbligata a questo passo nella scuola dei grandi. “Tu andrai alla mia scuola, con la maestra più buona del mondo”, le diceva incoraggiante… poi dopo poco giù botte per le ragioni più futili! :-) Eh, dinamiche ed equilibri che si fanno e si disfano, ma loro sembrano sempre uscirne vincenti, avendo imparato qualcosa, nonostante – o forse anche grazie a – le ginocchia sbucciate, vere o metaforiche che siano. E noi? Noi restiamo a guardare ammirati, sperando di non fare troppi errori, che possano macchiare la loro natura spontaneamente sana. E da domani mattina questa mamma diversamente occupata si troverà un po’ più sola e dovrà trovare il modo di occuparsi in modo più tradizionale, meno diversamente e più concretamente. So che è un bene, so anche che è comunque inevitabile, come so che mi piacerà… ma per qualche breve tempo mi permetto di crogiolarmi un po’ nell’autocommiserazione, nel notare il vuoto, fisico, tra le braccia, quando la mia Lù, dopo un po’ di gioco, a metà mattina, non verrà più a cercarmi proprio qui, davanti a questo schermo, su questa poltrona, dicendomi : “Mamma ti voglio, ti voglio TUTTA…!”. Se penso di riuscire a trovare un impegno, remunerato, che possa anche solo avvicinarsi a cotanta soddisfazione, sto fresca… Eppure non è che me la sia guadagnata questa relazione, è naturale, praticamente fisiologica – e mi riempie di emozione per la stessa ragione squisitamente biologica, eppure… eppure quando, nei giorni in cui è in vena, mi aggiunge (leggere con zeppola): “Adesso ti metto la lingua in bocca!” mi sembra la battuta del comico più geniale e me ne strafrego di pensarlo perchè sono sua mamma: sì, lei è mia ed io sono sua, TUTTA sua. E TUTTA di sua sorella. Sarà proprio questo riprendermi un po’ me stessa che sarà sano e doloroso al contempo. Oggi ho iniziato, con queste parole, dopo tanto silenzio. Anzi, forse proprio nel silenzio avevo già istintivamente iniziato. Ora sono pronta a trovare il giusto equilibrio tra me, il dono di me stessa e la comunicazione di me stessa. Siamo ripartiti: per me l’inizio della scuola ha sempre rappresentato il vero inizio dell’anno nuovo, quindi buon anno a tutti e, spero, buon viaggio insieme.

PS: nell’era dei tagli e della scuola “riformata” dobbiamo solo comprare una risma di fogli per ogni bambino, ma la carta igienica c’è ed i banchi pure, direi che ci è andata di lusso, alla faccia dei soliti media lamentosi e pessimisti. ;-)

PPS: dicevo, la solitudine: la mia piccola pulcina, che è troppo avanti, dopo due ore di inserimento ieri, oggi è già è riuscita a… stendersi sul letto a guardare Pippi, con la febbre, dopo aver vomitato il latte della colazione!! Lei in ogni caso è contentona, e mi ha annunciato che è diventata grande: è riuscita nientedimenochè a cambiare il canale del cartone animato, tappa storica anche questa…

Vai articolo originale: http://scrivoxvizio.wordpress.com/2011/09/13/3189/

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