Prima, durante e dopo

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La torta di rose è simbolica per la nostra festa in famiglia, durante tutta la preparazione la casa profuma di lievito e non bisogna farle "prendere freddo" che bloccherebbe la lievitazione.

Dopo ore di attesa è pronta per l’ultimo passaggio, il rotolo imburrato si taglia in rosette come il baco che si fa bozzolo in attesa di diventar farfalla.

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Cresce grazie al lievito ma soprattutto grazie alle carezze di chi l’ha impastata che le ha ceduto gli ultimi enzimi che la rendono umana.

Le roselline ora si spingono l’un l’altra e non trovando spazio in orizzontale, sbocciano verso l’alto.

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Eccola pronta!
Dolce sovrano di cui mio padre ha tramandato a Marina la ricetta e che lei ha tramandato a Piero che la esegue con maestria prolungandone la storia ed il racconto degno consorte della "regina" Pavlova fatta di meringa e di cui Giulio è diventato l’alfiere.

Pane burro e zucchero che si fanno pandoro, luminosa come il grano che le darà la farina è una torta che mi ricorda i profumi della forneria di mio nonno e i loro spiriti sono sicuramente qui nell’aria  a gustarne assieme a noi la generosa bontà.

Ci sono i nostri amici, anche quelli che non ci sono più, c’è Steve e tutti i nostri affetti in giro per il mondo per questo è circolare e frattale come un mandala per abbracciarli tutti.
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EPILOGO
Effimera come lo siamo noi di fronte alla vita, la torta di rose non dura che un istante, ma è un istante che rimane a lungo nel palato e nel cuore.

Buon Natale a tutti.

Vai articolo originale: http://blog.gigitaly.it/2009/12/prima-durante-e-dopo.html

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