Nel Mondo Rotondo con Papà

Auguri Papà

Caro papà, gira la ruota,
gira la Terra, ma non si nota.
Ti giro intorno, ti voglio aiutare,
sono curioso, voglio imparare.
Gira e rigira un abbraccio rotondo:
ti voglio il bene più grande del mondo.
Questa è stat…

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Vertici di Garda Uno sotto inchiesta

Indagati i vertici del consorzio Garda Uno, che gestisce l’acquedotto comunale di San Felice del Benaco, per l’epidemia causata dall’acqua infetta che colpì circa duemila persone nel giugno 2009. Il sostituto procuratore Paolo Abritti, della procura della Repubblica di Brescia, ha chiuso l’indagine e ha notificato un avviso di garanzia al presidente, al direttore generale e al responsabile del settore idrico del consorzio Garda Uno per “epidemia colposa”.

Secondo il magistrato sono responsabili per l’epidemia di gastroenterite che colpì la popolazione del piccolo centro gardesano. Abritti accusa i vertici di Garda Uno spa, consorzio a totale partecipazione pubblica (i soci sono 24 comuni del garda e la Provincia), di imperizia, imprudenza, negligenza e inosservanza delle norme per la gestione dell’acquedotto. IN SOSTANZA per il magistrato l’epidemia si poteva evitare adeguando l’impianto e con la corretta manutenzione dell’impianto di distribuzione dell’acqua.

Tra una ventina di giorni, dopo aver interroga i tre indagati, Abritti procederà al rinvio a giudizio. Il presidente di Garda Uno è Mario Bocchio, sindaco uscente di Lonato, mentre il direttore generale è Franco Richetti. Il consorzio che gestiscono fornisce a circa 100 mila persone, che durantela stagione estiva diventano 500 mila. A questo punto è probabile che il comune di San Felice, come dichiarò nei giorni dell’epidemia il sindaco Paolo Rosa, si costituisca parte civile. Per oltre un mese, infatti, il piccolo centro del Garda visse momenti di autentica paura.

logo Garda UnoCentinaia di persone accusarono malori allo stomaco, dissenteria, vomito e gastroenterite. Un contagio collettivo che i tecnici dell’Asl imputarono subito all’acqua. Le analisi, in effetti, dimostrarono che l’acqua pubblica era contaminato da batteri e virus. Per questo motivo il sindaco emanò un’ordinanza e proibiva l’uso dell’acqua del rubinetto. E per settimane le famiglie di San Felice fecero scorte di acqua alimentare imbottigliata.

LA RABBIA dei cittadini fu tanta: vennero raccolte le firme per una petizione, si chiese l’aiuto di provincia e regione per salvare la stagione allora alle porte e venne costituito un comitato. Dopo alcune settimane le analisi dell’Asl rivelarono che le persone finite in ospedale con la gastroenterite era tutte vittime dell’acqua che conteneva batteri (in particolare il costridiumperfrigens) e altri microorganismi per l’uomo pericolosi.

Ci si accorse anche che l’acqua che veniva pescata dal lago di Garda era quella del fondo: in pratica, il pompaggio dell’acqua avveniva a pochi metri dal fondo del lago mentre sarebbe dovuto avvenire a circa metà altezza. Ora dunque la parola passa alla magistratura che dovrà appurare le (eventuali) responsabilità di Garda Uno.

da: In Milano, bresciapoint.it

Puoi leggere l\\\’Articolo completo direttamente sul sito di SOS Garda

Vertici di Garda Uno sotto inchiesta

Indagati i vertici del consorzio Garda Uno, che gestisce l’acquedotto comunale di San Felice del Benaco, per l’epidemia causata dall’acqua infetta che colpì circa duemila persone nel giugno 2009. Il sostituto procuratore Paolo Abritti, della procura della Repubblica di Brescia, ha chiuso l’indagine e ha notificato un avviso di garanzia al presidente, al direttore generale e al responsabile del settore idrico del consorzio Garda Uno per “epidemia colposa”.

Secondo il magistrato sono responsabili per l’epidemia di gastroenterite che colpì la popolazione del piccolo centro gardesano. Abritti accusa i vertici di Garda Uno spa, consorzio a totale partecipazione pubblica (i soci sono 24 comuni del garda e la Provincia), di imperizia, imprudenza, negligenza e inosservanza delle norme per la gestione dell’acquedotto. IN SOSTANZA per il magistrato l’epidemia si poteva evitare adeguando l’impianto e con la corretta manutenzione dell’impianto di distribuzione dell’acqua.

Tra una ventina di giorni, dopo aver interroga i tre indagati, Abritti procederà al rinvio a giudizio. Il presidente di Garda Uno è Mario Bocchio, sindaco uscente di Lonato, mentre il direttore generale è Franco Richetti. Il consorzio che gestiscono fornisce a circa 100 mila persone, che durantela stagione estiva diventano 500 mila. A questo punto è probabile che il comune di San Felice, come dichiarò nei giorni dell’epidemia il sindaco Paolo Rosa, si costituisca parte civile. Per oltre un mese, infatti, il piccolo centro del Garda visse momenti di autentica paura.

logo Garda UnoCentinaia di persone accusarono malori allo stomaco, dissenteria, vomito e gastroenterite. Un contagio collettivo che i tecnici dell’Asl imputarono subito all’acqua. Le analisi, in effetti, dimostrarono che l’acqua pubblica era contaminato da batteri e virus. Per questo motivo il sindaco emanò un’ordinanza e proibiva l’uso dell’acqua del rubinetto. E per settimane le famiglie di San Felice fecero scorte di acqua alimentare imbottigliata.

LA RABBIA dei cittadini fu tanta: vennero raccolte le firme per una petizione, si chiese l’aiuto di provincia e regione per salvare la stagione allora alle porte e venne costituito un comitato. Dopo alcune settimane le analisi dell’Asl rivelarono che le persone finite in ospedale con la gastroenterite era tutte vittime dell’acqua che conteneva batteri (in particolare il costridiumperfrigens) e altri microorganismi per l’uomo pericolosi.

Ci si accorse anche che l’acqua che veniva pescata dal lago di Garda era quella del fondo: in pratica, il pompaggio dell’acqua avveniva a pochi metri dal fondo del lago mentre sarebbe dovuto avvenire a circa metà altezza. Ora dunque la parola passa alla magistratura che dovrà appurare le (eventuali) responsabilità di Garda Uno.

da: In Milano, bresciapoint.it

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Vertici di Garda Uno sotto inchiesta

Indagati i vertici del consorzio Garda Uno, che gestisce l’acquedotto comunale di San Felice del Benaco, per l’epidemia causata dall’acqua infetta che colpì circa duemila persone nel giugno 2009. Il sostituto procuratore Paolo Abritti, della procura della Repubblica di Brescia, ha chiuso l’indagine e ha notificato un avviso di garanzia al presidente, al direttore generale e al responsabile del settore idrico del consorzio Garda Uno per “epidemia colposa”.

Secondo il magistrato sono responsabili per l’epidemia di gastroenterite che colpì la popolazione del piccolo centro gardesano. Abritti accusa i vertici di Garda Uno spa, consorzio a totale partecipazione pubblica (i soci sono 24 comuni del garda e la Provincia), di imperizia, imprudenza, negligenza e inosservanza delle norme per la gestione dell’acquedotto. IN SOSTANZA per il magistrato l’epidemia si poteva evitare adeguando l’impianto e con la corretta manutenzione dell’impianto di distribuzione dell’acqua.

Tra una ventina di giorni, dopo aver interroga i tre indagati, Abritti procederà al rinvio a giudizio. Il presidente di Garda Uno è Mario Bocchio, sindaco uscente di Lonato, mentre il direttore generale è Franco Richetti. Il consorzio che gestiscono fornisce a circa 100 mila persone, che durantela stagione estiva diventano 500 mila. A questo punto è probabile che il comune di San Felice, come dichiarò nei giorni dell’epidemia il sindaco Paolo Rosa, si costituisca parte civile. Per oltre un mese, infatti, il piccolo centro del Garda visse momenti di autentica paura.

logo Garda UnoCentinaia di persone accusarono malori allo stomaco, dissenteria, vomito e gastroenterite. Un contagio collettivo che i tecnici dell’Asl imputarono subito all’acqua. Le analisi, in effetti, dimostrarono che l’acqua pubblica era contaminato da batteri e virus. Per questo motivo il sindaco emanò un’ordinanza e proibiva l’uso dell’acqua del rubinetto. E per settimane le famiglie di San Felice fecero scorte di acqua alimentare imbottigliata.

LA RABBIA dei cittadini fu tanta: vennero raccolte le firme per una petizione, si chiese l’aiuto di provincia e regione per salvare la stagione allora alle porte e venne costituito un comitato. Dopo alcune settimane le analisi dell’Asl rivelarono che le persone finite in ospedale con la gastroenterite era tutte vittime dell’acqua che conteneva batteri (in particolare il costridiumperfrigens) e altri microorganismi per l’uomo pericolosi.

Ci si accorse anche che l’acqua che veniva pescata dal lago di Garda era quella del fondo: in pratica, il pompaggio dell’acqua avveniva a pochi metri dal fondo del lago mentre sarebbe dovuto avvenire a circa metà altezza. Ora dunque la parola passa alla magistratura che dovrà appurare le (eventuali) responsabilità di Garda Uno.

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invito Privalia: ti faccio da padrino?

Dopo il grande successo avuto con OVO (ad oggi sono oltre 2.000 gli inviti OVO che ho mandato) è il momento di parlare anche degli altri Outlet Club Privati. Questo è il momento giusto per introdurre  PRIVALIA Cos’è Privalia? E’ un Outlet che vende on-line attraverso la formula del Club Privato.  Solo i ‘soci’ possono fare […]

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Pippo .Food

Oggi, vista la coda che c’era in mensa siamo andati in quattro al Pippo per pranzo. C’ero stato solo una volta, prima di oggi, a vedere un pizzosissimo lunghissimometraggio su Woodstock. Di bello c’è stato che ci hanno offerto il popcorn a metà… e che il film poi è finito, ma questa è un’altra storia (ormai già perfettamente riassunta). Dicevo, oggi siamo andati a pranzo al Pippo, dove con 5 euro ci hanno offerto due canederli al formaggio, lenticchie e pesce, accompagnati da acqua e una rosetta. Il pranzo è organizzato dalla cooperativa Le Formiche con prodotti biologici o equo-solidali.

Un pasto senza pretese, che difficilmente riesce a competere in rapporto prezzo/quantità con il cibo sovvenzionato per il 40% dalla Provincia che ci danno in mensa universitaria, ma quando ormai stanno per chiudere ti permettono di fare il bis con quello che resta.
L’ambiente è veramente carino: c’è un pincanello (aka biliardino o calcetto), la musica e qualche giornale a disposizione per chi volesse. Ci sono un po’ di ggiovani. Anzi, tutto è ggiovane lì, perché è un centro per ggiovani, guarda caso.

Il posto è a metà del parco del Talvera sulla sponda Gries.

È quello che speravo facessero a Desenzano al Punto Giovani.

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il Nucleare in Lombardia. Votare Penati è l’unico modo per opporsi.


Giuliano Zuccoli (presidente del consiglio di gestione) afferma che A2A è pronta a sfidare l’Enel sul nucleare. Per Zuccoli occorre “una compagine che regga il confronto con Enel e Edf. Una soluzione alternativa deve stare in piedi da un punto di vista sia finanziario sia industriale. Nel primo caso – dice – ci vuole un soggetto forte, un operatore finanziario e quindi non necessariamente l’Eni. Andrebbero bene anche delle banche o dei fondi, in generale, degli investitori di lungo periodo. Per il secondo aspetto ci vogliono degli operatori elettrici e anche in questo caso non necessariamente l’Eni, che pure ha competenze innegabili.
Zuccoli afferma poi che in Lombardia si potrebbe costruire una centrale: “E’ una regione che confina con un grande fiume e le condizioni tecniche per farla, in teoria, ci sarebbero”.

Il Nucleare è una scelta obsoleta e stupida, visto che porta risultati dopo vent’anni con enormi costi e senza risolvere il problema delle scorie. Il nostro voto alle elezioni regionali è l’unico modo per opporsi a questa scelta scellerata. Il candidato del PD Penati si è espresso contro il nucleare, senza equivoci e possibili interpretazioni. Poca chiarezza dal candidato di Destra Formigoni e viste le premesse c’è da preoccuparsi.

Come risolvere il problema energetico allora? I democratici lombardi propongono un forte investimento sulle energie rinnovabili, creando nuove opportunità di investimento e di lavoro.  Inoltre si può pensare ad una ristrutturazione energetica degli edifici che riduca i consumi, anche qui con un diretto riscontro di indotto per le imprese lombarde.

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perché compriamo on-line?

E’ on-line da un bel po’ di tempo la presentazione che ho fatto al NABA in occasione del Wif Italia lo scorso 5 Febbraio Mi sono sempre dimenticato di rilanciarla qui…  a conferma di quanto poco attento sia a queste ‘piccole’ cose! Perché compriamo o non compriamo via web Esperienze d’acquisto ed elementi che influenzano […]

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Intervista a Blogosfere

L’intervista video che ho dato oggi a Blogosfere è già online. Eleonora Bianchini, la giornalista che mi intervistava è stata molto precisa e professionale e anche disponibile nel lasciarmi andare un pochino oltre gli stereotipi classici della sicurezza. Ho preso lo spunto dalle tre domande per parlare di cose che…

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Sandrino…

“Ma possibile che certi ignorantoni vogliano smentire cose viste da tutti? ma possibile che un misero psicotico voglia dire il contrario di tutto, senza nemmeno essere presente alla commemorazione? Ma certo ha preso o prenderà 10mila euro, portandoli via a…

Nel Bresciano +759% di cassaintegrati. La Destra pensa a gonfiare le spese per i pasti degli assessori.

INPS e Tribunale forniscono i dati relativi alla situazione economica nella nostra provincia. Numeri che evidenziano da una parte un debole segnale di ripresa, dall’altro una situazione ancora molto difficile, soprattutto sul fronte occupazionale. A febbraio si assiste infatti ad un aumento del 759% su base annua della Cassa integrazione straordinaria a fronte di una frenata di quella ordinaria che registra un meno 38% rispetto allo stesso mese del 2009. Non si tratta di un segnale positivo, anzi. La straordinaria, si sa, rappresenta nella stragrande maggioranza dei casi l’ultimo appiglio prima della disoccupazione vera e propria. E la situazione non appare difficile solo per i lavoratori. Anche le aziende annaspano: lo dimostrano i dati relativi ai fallimenti pronunciati dal tribunale: 38 aziende hanno chiuso per sempre i battenti, 17 a febbraio.

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Campagna elettorale colorata

La campagna elettorale per le regionali è iniziata da parecchio tempo. I candidati più agguerriti hanno tappezzato l’intera provincia con le loro faccione spendendo parecchie migliaia di euro. Le benedette preferenze invocate da tanti si traducono in una spesa incredibile per essere eletti. Per guardare in casa d’altri penso a quanto hanno speso i candidati […]

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Lunedì 15 Marzo: migliaia e migliaia in piazza a Brescia per i diritti e per un fisco giusto

Nel silenzio generale dei Media nazionali (clicca qui), si stanno portando via l’articolo 18 (clicca qui). Poi c’è la profonda crisi a cui il governo sembra essersi dimenticato, poi ci sono i diritti negati degli immigrati. Queste e altre sono le premesse che hanno portato migliaglia di lavoratori in piazza.

Piazza Loggia piena di studenti, lavoratori e pensionati. Un serpentone lunghissimo che, partito da piazza Repubblica, si è ingrandito sempre più e si è unito con il corteo dei lavoratori Iveco e degli studenti in piazza Garibaldi. Numeri molto grossi questa mattina a Brescia, forse addirittura inattesi, per lo sciopero generale della Cgil per un fisco giusto, per un lavoro dignitoso e per i diritti dei migranti. Nelle fabbriche le adesioni sono state alte, superiori al 60 percento, e significative sono state le astensioni dal lavoro anche nei settori della Funzione Pubblica e di altre categorie.

Diverse migliaia le persone in corteo, dietro lo striscione della Camera del Lavoro. Che a sua volta era preceduto da quello della Rsu della Federal Mogul di Desenzano, dove i lavoratori e le lavoratrici sono in presidio giorno e notte da oramai sei mesi per difendere il diritto al lavoro. Loro non si rassegnano e in questo parlano a tutti i lavoratori e le lavoratrici. A quelli in cassa integrazione, a quelli delle aziende in crisi, a chi il lavoro precario l’ha perso, a quelli che il lavoro ce l’hanno ancora ma hanno stipendi sempre più bassi.

Con loro anche gli studenti, in solidarietà con i lavoratori perchè le sorti sono simili, ma anche in difesa di una scuola pubblica che sempre più è sotto attacco. Un cartello spiega che «grazie a un decreto interpretativo il figlio di Bossi è stato ammesso ad Harvard» mentre uno striscione ricorda che «l’evasione è un furto». Già, anche ieri è stato ricordato: a pagare le tasse, in Italia, sono perlopiù lavoratori e pensionati. Per molti altri ci sono invece i condoni o lo scudo fiscale.

E se non si parte da qui, da quella che è una questione di giustizia, è difficile immaginare un futuro migliore e una uscita buona dalla crisi ancora in corso. Tra i temi anche l’ultimo attacco ai diritti, all’arbitrato che vorrebbe impedire a lavoratori e lavoratrici di avere giustizia, al Governo che utilizza la crisi per attaccare i diritti, a Cisl e Uil che (anche ieri) si prestano a questo gioco e continuano a sottoscrivere intese separate.

scioper CGIL Brescia«Che cosa hanno ottenuto Cisl e Uil in due anni di firme separate? – chiede Damiano Galletti, neo segretario della Camera del Lavoro bresciana -. In questi due anni durante i quali hanno cercato di mettere all’angolo la Cgil, sono migliorate o peggiorate le condizioni di lavoratori e pensionati?».

Una domanda retorica, che merita però una risposta. Le migliaia di uomini e donne che ieri hanno affollato piazza Loggia un’idea già ce l’hanno.

fonte: cgil brescia

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