La pulce d’acqua e il suo patrimonio genetico

Non sempre dimensioni e patrimonio genetico vanno di pari passo. Da uno studio dell’Università dell’Indiana e dell’Istituto del Genoma del dipartimento dell’energia americano è emerso che l’animale con il più vasto patrimonio genetico è la Daphnia pulex, conosciuta con il più comune nome di pulce d’acqua, un minuscolo crostaceo d’acqua dolce.
Il suo patrimonio genetico conta 31 mila geni contro i nostri 23 mila. Il così alto numero di geni va ricercato nella loro più alta velocità di duplicazione, circa tre volte maggiore di quello degli altri invertebrati e ben il 30% più alto di quello dell’uomo.

Gli studi della pulce d’acqua sono in atto da secoli per una sua peculiarità che la rende assai particolare, essa infatti è in grado di riprodursi per partenogenesi, finché le condizioni ambientali non diventano favorevoli alla riproduzione sessuale. Proprio legato a queste sue caratteristiche di maggiore adattabilità alle condizioni ambientali sarebbe il suo patrimonio genetico, essa è in grado, ad esempio, in condizioni di acqua inquinata di attivare o disattivare alcuni gruppi di geni.

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