Giustizia ’spot’

Mi è piaciuto l’intervento del direttore di Panorama Maurizio Belpietro a ‘Graffi Quotidiani’ su Radio 101. Ha parlato di giustizia ed evidenziato come la nostra sia una giustizia che funziona a spot….  della TV!

E’ partito dall’obbligatorietà dell’azione penale (i reati penali vanno tutti perseguiti senza distinzione) e l’indignazione di molti all’intervento della politica nel stabilire le priorità dell’azione penale.
Ha parlato poi della discrezionalità dei magistrati nel procedere nell’azione penale (processi immediati da una parte e reati che cadono in prescrizione dall’altra) e come a volte sia la notorietà dell’indagato ad influenzare l’azione: un indagato eccellente confermerà la regola dell’obbligatorietà dell’azione penale perché farà notizia e porterà, direttamente e/o indirettamente, visibilità al magistrato; un indagato ‘comune’ per furto nel nostro appartamento probabilmente non arriverà mai a giudizio.

Ha ben ragione, solo così si spiega la nostra giustizia a velocità diverse.
C’è comunque da dire che a volte è la notorietà -o il ‘potere’- dell’indagato che rende ‘discrezionale’ l’azione del magistrato: 8 anni per scrivere una sentenza, scarcerati i mafiosi condannati

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