Autore: Marco_Michelutto

tanto per battere un colpo

Sull’intera faccenda “papi” in fondo mi basta linkare un mio vecchio pezzo (bello avere un archivio lungo, risparmia fatica) sull’importanza, da considerare con le pinze, della moralità nella politica (ricordo a tutti che in Italia non è reato fare del sesso consenziente con una minorenne sopra i 14 anni).

Il che non lo giustifica, sia chiaro, vorrebbe semmai spostare l’attenzione su altre cose che mi sembrano più importanti.

Tipo il caso Mills, l’unico avvocato al mondo ad essere stato corrotto da un non-corruttore.

Per dirne una.

Puoi leggere l\\\’Articolo completo direttamente sul sito di In che senso?

tanto per battere un colpo

Sull’intera faccenda “papi” in fondo mi basta linkare un mio vecchio pezzo (bello avere un archivio lungo, risparmia fatica) sull’importanza, da considerare con le pinze, della moralità nella politica (ricordo a tutti che in Italia non è reato fare del sesso consenziente con una minorenne sopra i 14 anni).

Il che non lo giustifica, sia chiaro, vorrebbe semmai spostare l’attenzione su altre cose che mi sembrano più importanti.

Tipo il caso Mills, l’unico avvocato al mondo ad essere stato corrotto da un non-corruttore.

Per dirne una.

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Grosso guaio al Delta Primate Center

Chi fa in tre fa meglio che da sé (e via dicendo)

Delle tante questioni che si sono aperte e parzialmente chiuse nel secolo scorso riguardo ai primati non umani, una delle più interessanti e turbolente è sicuramente la lunga e ancora in parte combattuta diatriba che riguarda una sola parola: cultura. Fino a che punto si può considerare culturale il comportamento delle scimmie, antropomorfe o meno? che significato assume il termine “cultura” qualora lo si allarghi oltre i confini della nostra specie? Numerose osservazioni occasionali come anche studi svolti in maniera più sistematica hanno messo in luce i diversi meccanismi attraverso i quali svariate specie di scimmie (e non solo loro) insegnano e tramandano comportamenti e informazioni, e in molti hanno via via accettato di usare per questi la parola dello scandalo, non senza che il significato del termine venisse ritoccato e precisato. Un aneddoto interessante a riguardo ci arriva dalla Lousiana degli anni 70.

Prima che la colonia di scimpanzé ospitata al Delta Primate Center venisse trasferita su un’isola, il territorio di questi animali era delimitato da un recinto molto alto e all’interno era presente una cabina di osservazione sopraelevata, irraggiungibile da queste scimmie, un gruppo di scimpanzé maschi adulti è decisamente pericoloso, se non per i ricercatori quantomeno per gli arredi. Irraggiungibile, dicevo, perlomeno fino alla fatale notte in cui Rock, uno scimpanzé che nei cinque anni precedenti aveva usato spesso arrampicarsi su pali tenuti in equilibrio, riuscì a far entrare tutto il gruppo con uno stratagemma. L’invenzione non fu osservata direttamente, ma nei giorni precedenti questo scimpanzé fu notato spesso provare a raggiungere la cabina mettendo in equilibrio dei lunghi pali e puntando poi i piedi contro la parete, questo appoggio era però troppo precario per permettergli di attaccare il vetro e nessuno si preoccupò troppo della cosa finché una mattina i ricercatori non trovarono la cabina invasa dagli scimpanzé.

Quello che probabilmente accadde la notte precedente fu che Rock, giocando con un palo nelle vicinanze della cabina, avesse perso l’equilibrio così che il palo, sfuggitogli di mano, andasse ad appoggiarsi alla parete della stessa diventando di fatto una scala di fortuna: nonostante non avessero mai utilizzato delle scale a pioli (non era così scontato che ci riuscissero, per quanto poco intuitivo possa sembrare) gli scimpanzé impararono tutti quanti come raggiungere la cabina nel corsa della notte stessa per dare poi sfogo alla loro energia distruttiva. Fin qui non ci sarebbe ancora nulla di straordinario, se non che successivamente il gruppo si spinse oltre fino a mettere in seria difficoltà i gestori della colonia.

Quando trovarono la cabina abbandonata e sigillata, precauzione fattasi indispensabile per i ricercatori che nel frattempo si spostarono altrove per compiere le loro osservazioni, gli scimpanzé rivolsero la loro attenzione agli alberi circostanti. Questi erano dotati di un sistema di passerelle posto circa a due metri d’altezza dal suolo, che permetteva agli scimpanzé di giocare e di spostarsi senza scendere a terra, ed erano circondati all’altezza di cinque metri da un filo spinato percorso da una debole corrente elettrica per preservare le chiome degli alberi che servivano ad ombreggiare e riparare il gruppo. Entro un mese dalla notte in cui riuscì ad entrare nella cabina, Rock cominciò a portare i pali sulla passerella nel difficile intento di riuscire a salire sulla sommità degli alberi. Gli ci vollero molti tentativi per riuscire a raggiungere il suo scopo, dovendo sistemare il palo su una passerella molto stretta, e i suoi compagni ci misero ancora di più a imparare la giusta tecnica osservandolo, ma nel giro di quattro mesi sei dei sette membri del gruppo riuscirono nell’intento e raggiunsero le chiome degli alberi che in poco tempo divennero spogli e vennero quindi abbattuti (anche perché durante una di queste escursioni lo stesso Rock si ferì precipitando da un ramo secco). L’occasione fortuita di registrare un caso di diffusione di un comportamento non era stata però lasciata cadere nel vuoto, e dalla mattina fatidica in cui gli scimpanzé furono trovati nella cabina d’osservazione il loro comportamento era stato crupolosamente annotato: proprio per questo si può essere ragionevolmente sicuri che il comportamento fu in qualche misura appreso e non inventato individualmente da ognuno di loro, difatti a imparare la nuova tecnica furono dapprima gli scimpanzé che passavano un maggior ammontare di tempo con Rock, poi quelli via via più familiari fino a quelli che avevano avuto meno occasioni di osservarlo in azione.

La vicenda, che aveva già rivelato una notevole capacità di trasmissione tra gli scimpanzé, non terminò però qui: abbattuti gli alberi rimasero comunque dei lunghi rami e questa volta Rock e compagni riuscirono addirittura a fuggire dal recinto, né questo tentativo rimase un caso isolato dato che nei mesi successivi essi sperimentarono via via nuovi materiali man mano che i vecchi venivano confiscati: dapprima i ceppi degli alberi e i montanti delle passerelle (che peraltro richiedevano entrambi di essere sradicati dal terreno) e infine anche alcuni bastoni più corti utilizzati come pioli.

Trovata per caso una soluzione a un problema, questo gruppo di scimpanzé ha fatto quello che per lungo tempo è stata considerata una prerogativa umana: metterla in comune. Non solo, questi animali sono stati anche in grado di applicare uno schema comportamentale a oggetti e situazioni diverse, mostrando ulteriori capacità cognitive raffinate (anche se meno controverse della questione culturale). Questo è solo un aneddoto, ma racconta molto di una specie che non a caso è stata tra le più studiate del secolo scorso.

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Scienzology

Scienzology parla (parlerà) di Scienza, come dice la prima parte del suo nome; anche la seconda per questo, dato che logos sempre Scienza vuol dire: a fare i seri potremmo dire che la Scienzologia è la Scienza della Scienza (che poi ha un nome vero, epistemologia), un discorso che per metà racconta la Scienza e per metà ci riflette un po’ sopra, con una y a inglesizzare e rendere il tutto meno noioso (è pur sempre un blog amatoriale). Tutto un giro di parole per dire quello che si vorrà fare qui, ma siccome non si è capito magari lo riassumo meglio:

– raccontare alcune imprese scientifiche

– dare loro una mano a farsi capire dall’Uomo della Rete (versione moderna dell’Uomo della Strada)

– inserire in tutto questo qualche riflessione sulla Scienza (pezzi dedicati sarebbero troppo pesanti per un blog)

Ai solutori più abili non sarà sfuggito, inoltre, un riferimento ulteriore e nemmeno troppo celato a Scientology, ma in realtà con l’intenzione di prendere di mira tutte le credenze che si danno una veste “scientifica” per meglio apparire (sul mercato delle anime ma anche solo nel palinsesto Rai), perchè anche di questo (e di mistificazione scientifica da parte di sette e religioni, perchè no) parlerà questo blog, per capire, informarsi ma anche solo per farsi due risate.

Chiuso il post di presentazione, auguro a me stesso di non aver esagerato con le intenzioni, e a voialtri buona lettura 🙂

Technorati Profile

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Consegnare l’Italia e non pensarcì più

Enrico Letta è uscito alla scoperta:”Se il premier confermerà che non vuole cambiare la legge elettorale dopo un’eventuale vittoria del sì, allora dovremo rivedere la nostra posizione” (Ansa)

l’Idv conferma con Leoluca Orlando la sua linea:”é un grimaldello contro il ‘porcellum’ che è una pessima legge elettorale. (Ansa)

Del referendum ho scritto approfonditamente, quindi chi ha trovato la voglia di leggere quel lunghissimo pezzo sa già perchè le due frasi riportate qua sopra sono indice al massimo di ingenuità e scarsa attenzione. Riassumo: questo referendum porterebbe il Pdl (o il PD, quando, tra una decina d’anni, acquisterà forse la credibilità necessaria) ad avere virtualmente la possibilità di correre da solo alle elezioni e prendersi il premio di maggioranza senza bisogno di alleanze, lasciandosi alle spalle anche le minime interferenze leghiste per la prossima legislatura. L’idea dell’Idv (e forse del PD, che però potrebbe anche voler fare il doppio gioco e far entrare l’Italia in un’ottica bipartitica per accrescere il proprio potere, d’altra parte già dalla scelta del nome ha cominciato a pensare all’americana) è che questo referendum potrebbe essere anche intepretato come generica volontà di cambiamento della legge elettorale da parte degli italiani, e quindi portare a una discussione che coinvolga tutti i partiti. Peccato che il Pdl avrebbe tutta la legittimità a limitarsi ad accogliere il referendum, ed è quello che dichiara oggi Cicchitto, e chi potrebbe fermarlo? la Lega minacciando la crisi di governo? è esattamente quello che Berlusconi vorrebbe, nuove elezioni da sfruttare al volo per capitalizzare la nuova legge che gli è stata regalata.

Quindi? duole dirlo, ma questa volta va seguita la Lega e scritta una legge elettorale, possibilmente decente, prima del 21 Giugno. Oppure potremmo lasciar perdere tutto, consegnare l’Italia al papi e metterci il cuore in pace, fate voi, io comincio a sentirmi stanco di tutto questo. La posizione del partito democratico non mi sorprende, anche se mi stupisce la cronica mancanza di sincerità nei confronti dei suoi elettori, e l’ennesima occasione persa per rendersi conto di cosa questi veramente vogliono (tradotto: fate un po’ la conta di chi, oggi e in Italia, vuole davvero il bipartitismo), ma l’unica giustificazione dell’Italia dei valori per agire in questa maniera l’ingenuità, o l’ignoranza, e questo contribuisce a rendere il quadro politico ancora meno confortante.

E la morale? il messaggio di speranza? la soluzione? magari un’altra volta, quando mi passerà il mal di testa

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Consegnare l’Italia e non pensarcì più

Enrico Letta è uscito alla scoperta:”Se il premier confermerà che non vuole cambiare la legge elettorale dopo un’eventuale vittoria del sì, allora dovremo rivedere la nostra posizione” (Ansa) l’Idv conferma con Leoluca Orlando la sua linea:”é un gr…

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Consegnare l’Italia e non pensarcì più

Enrico Letta è uscito alla scoperta:”Se il premier confermerà che non vuole cambiare la legge elettorale dopo un’eventuale vittoria del sì, allora dovremo rivedere la nostra posizione” (Ansa)

l’Idv conferma con Leoluca Orlando la sua linea:”é un grimaldello contro il ‘porcellum’ che è una pessima legge elettorale. (Ansa)

Del referendum ho scritto approfonditamente, quindi chi ha trovato la voglia di leggere quel lunghissimo pezzo sa già perchè le due frasi riportate qua sopra sono indice al massimo di ingenuità e scarsa attenzione. Riassumo: questo referendum porterebbe il Pdl (o il PD, quando, tra una decina d’anni, acquisterà forse la credibilità necessaria) ad avere virtualmente la possibilità di correre da solo alle elezioni e prendersi il premio di maggioranza senza bisogno di alleanze, lasciandosi alle spalle anche le minime interferenze leghiste per la prossima legislatura. L’idea dell’Idv (e forse del PD, che però potrebbe anche voler fare il doppio gioco e far entrare l’Italia in un’ottica bipartitica per accrescere il proprio potere, d’altra parte già dalla scelta del nome ha cominciato a pensare all’americana) è che questo referendum potrebbe essere anche intepretato come generica volontà di cambiamento della legge elettorale da parte degli italiani, e quindi portare a una discussione che coinvolga tutti i partiti. Peccato che il Pdl avrebbe tutta la legittimità a limitarsi ad accogliere il referendum, ed è quello che dichiara oggi Cicchitto, e chi potrebbe fermarlo? la Lega minacciando la crisi di governo? è esattamente quello che Berlusconi vorrebbe, nuove elezioni da sfruttare al volo per capitalizzare la nuova legge che gli è stata regalata.

Quindi? duole dirlo, ma questa volta va seguita la Lega e scritta una legge elettorale, possibilmente decente, prima del 21 Giugno. Oppure potremmo lasciar perdere tutto, consegnare l’Italia al papi e metterci il cuore in pace, fate voi, io comincio a sentirmi stanco di tutto questo. La posizione del partito democratico non mi sorprende, anche se mi stupisce la cronica mancanza di sincerità nei confronti dei suoi elettori, e l’ennesima occasione persa per rendersi conto di cosa questi veramente vogliono (tradotto: fate un po’ la conta di chi, oggi e in Italia, vuole davvero il bipartitismo), ma l’unica giustificazione dell’Italia dei valori per agire in questa maniera l’ingenuità, o l’ignoranza, e questo contribuisce a rendere il quadro politico ancora meno confortante.

E la morale? il messaggio di speranza? la soluzione? magari un’altra volta, quando mi passerà il mal di testa

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Enrico Letta è uscito alla scoperta:”Se il premier confermerà che non vuole cambiare la legge elettorale dopo un’eventuale vittoria del sì, allora dovremo rivedere la nostra posizione” (Ansa)

l’Idv conferma con Leoluca Orlando la sua linea:”é un grimaldello contro il ‘porcellum’ che è una pessima legge elettorale. (Ansa)

Del referendum ho scritto approfonditamente, quindi chi ha trovato la voglia di leggere quel lunghissimo pezzo sa già perchè le due frasi riportate qua sopra sono indice al massimo di ingenuità e scarsa attenzione. Riassumo: questo referendum porterebbe il Pdl (o il PD, quando, tra una decina d’anni, acquisterà forse la credibilità necessaria) ad avere virtualmente la possibilità di correre da solo alle elezioni e prendersi il premio di maggioranza senza bisogno di alleanze, lasciandosi alle spalle anche le minime interferenze leghiste per la prossima legislatura. L’idea dell’Idv (e forse del PD, che però potrebbe anche voler fare il doppio gioco e far entrare l’Italia in un’ottica bipartitica per accrescere il proprio potere, d’altra parte già dalla scelta del nome ha cominciato a pensare all’americana) è che questo referendum potrebbe essere anche intepretato come generica volontà di cambiamento della legge elettorale da parte degli italiani, e quindi portare a una discussione che coinvolga tutti i partiti. Peccato che il Pdl avrebbe tutta la legittimità a limitarsi ad accogliere il referendum, ed è quello che dichiara oggi Cicchitto, e chi potrebbe fermarlo? la Lega minacciando la crisi di governo? è esattamente quello che Berlusconi vorrebbe, nuove elezioni da sfruttare al volo per capitalizzare la nuova legge che gli è stata regalata.

Quindi? duole dirlo, ma questa volta va seguita la Lega e scritta una legge elettorale, possibilmente decente, prima del 21 Giugno. Oppure potremmo lasciar perdere tutto, consegnare l’Italia al papi e metterci il cuore in pace, fate voi, io comincio a sentirmi stanco di tutto questo. La posizione del partito democratico non mi sorprende, anche se mi stupisce la cronica mancanza di sincerità nei confronti dei suoi elettori, e l’ennesima occasione persa per rendersi conto di cosa questi veramente vogliono (tradotto: fate un po’ la conta di chi, oggi e in Italia, vuole davvero il bipartitismo), ma l’unica giustificazione dell’Italia dei valori per agire in questa maniera l’ingenuità, o l’ignoranza, e questo contribuisce a rendere il quadro politico ancora meno confortante.

E la morale? il messaggio di speranza? la soluzione? magari un’altra volta, quando mi passerà il mal di testa

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Notizie che non erano così lunghe, volendo

Se non altro abbiamo un nuovo nomignolo con cui chiamare il nostro benevolo Kaiser, non più Mr B. ma “papi”, se non altro il diritto a prenderlo in giro ci viene costantemente rinnovato se non nelle parole almeno nei fatti. Il punto è, a chi interessa? domanda infelice, purtroppo interessa a molti, diciamo invece: perchè dovrebbe interessare? domanda legittima, ma non serve un blogger ritardatario per indicare il nocciolo della questione. Un momento, ma io non sto qui per sparare le mie opinioni (argomentando un poco), su quello che succede nel mondo? bene, ecco quindi un riassunto per punti delle ultime vicende occorse al papi

– Il Presidente del Consiglio dei Ministri, in Italia, crede che “svecchiare la politica” consista nel far eleggere delle giovani ragazze fresche d’azienda (Mediaset e affini), che se pur previo rapido corso di alta formazione politica, tenuto da Frattini (sic!), hanno come merito principale quello di essere delle gran belle figliole. Oddio, forse più che un merito è una questione più sottile.

– Lo stesso figuro di cui sopra, non pago, invece di difendere a spada tratta i succosi talenti politici che aveva scoperto sotto una spessa patina di apparente ignoranza, o forse era il trucco, ha ceduto alle lamentele della moglie e ha rifatto le liste spuntando le quote gnocca. Delle due l’una: o non ha interesse a portare giovani di belle speranze in politica, e preferisce loro un po’ di belle ragazze, o non ha interesse a portare giovani di belle speranze in politica, e preferisce loro il suo matrimonio.

– Il matrimonio pare stia finendo lo stesso, perchè la Lario ha deciso che la corda è il momento di strapparla (portando con sè qualche soldo, ma queste sono beghe che diventano personali e non mi interessano), mi chiedo se ora ricompariranno le ragazze (ma forse è scaduto il tempo per presentare le liste, vedremo alle prossime elezioni)

Tutto questo mi ha preso quanto, dodici righe e mezzo? ok, le ho contate, ma contate voi le righe spese in media da ciascun giornale che si sia interessato alla vicenda e ditemi a quanto siamo arrivati, anche considerando che quello che ho scritto andrebbe messo giù in maniera più seriosa io scuse non riesco a trovarle per tutto l’inchiostro che si è speso.

Ora, si potrebbe replicare che in fondo notizie rilevanti vanno approfondite e non ci si può sempre solo limitare a citare l’accaduto, e qui io mi scuso e ammetto che effettivamente qualcosa di più c’è da scrivere. Voglio dire, se io fossi un giornalista e potessi decidere di cosa scrivere, partirei da quelle nomine per fare un discorso più ampio, più che sulla spettacolarizzazione della politica (è un discorso più ampio, anche se sicuramente questa vicenda ne è parzialmente figlia) sulla scarsa considerazione che i nostri partiti hanno per le elezioni europee, e per le occasioni che perdiamo nel mandare poca gente davvero interessata e preparata a Bruxelles, discorso che si fa spesso parlando del notevole assenteismo di tanti nostri parlamentari europei e mai a monte su come siano considerate queste elezioni (brutalmente: se va bene un test per valutare il consenso del governo e se va male un luogo sicuro dove mandare gente che si è “meritata” uno stipendio cospicuo). Nota interessante, ho scritto più io su questo argomento limitandomi a introdurlo che tutti i giornali di cui sopra, e allora ditemi un po’ se a questo punto non conveniva stare zitti.

p.s. vi chiederete cosa c’entra la giovane biondina che chiama papi Mr. B con tutto il resto. Ebbene, sappiate che a chi scrive piace precorrere i tempi

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Notizie che non erano così lunghe, volendo

Se non altro abbiamo un nuovo nomignolo con cui chiamare il nostro benevolo Kaiser, non più Mr B. ma “papi”, se non altro il diritto a prenderlo in giro ci viene costantemente rinnovato se non nelle parole almeno nei fatti. Il punto è, a chi interess…

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Notizie che non erano così lunghe, volendo

Se non altro abbiamo un nuovo nomignolo con cui chiamare il nostro benevolo Kaiser, non più Mr B. ma “papi”, se non altro il diritto a prenderlo in giro ci viene costantemente rinnovato se non nelle parole almeno nei fatti. Il punto è, a chi interessa? domanda infelice, purtroppo interessa a molti, diciamo invece: perchè dovrebbe interessare? domanda legittima, ma non serve un blogger ritardatario per indicare il nocciolo della questione. Un momento, ma io non sto qui per sparare le mie opinioni (argomentando un poco), su quello che succede nel mondo? bene, ecco quindi un riassunto per punti delle ultime vicende occorse al papi

– Il Presidente del Consiglio dei Ministri, in Italia, crede che “svecchiare la politica” consista nel far eleggere delle giovani ragazze fresche d’azienda (Mediaset e affini), che se pur previo rapido corso di alta formazione politica, tenuto da Frattini (sic!), hanno come merito principale quello di essere delle gran belle figliole. Oddio, forse più che un merito è una questione più sottile.

– Lo stesso figuro di cui sopra, non pago, invece di difendere a spada tratta i succosi talenti politici che aveva scoperto sotto una spessa patina di apparente ignoranza, o forse era il trucco, ha ceduto alle lamentele della moglie e ha rifatto le liste spuntando le quote gnocca. Delle due l’una: o non ha interesse a portare giovani di belle speranze in politica, e preferisce loro un po’ di belle ragazze, o non ha interesse a portare giovani di belle speranze in politica, e preferisce loro il suo matrimonio.

– Il matrimonio pare stia finendo lo stesso, perchè la Lario ha deciso che la corda è il momento di strapparla (portando con sè qualche soldo, ma queste sono beghe che diventano personali e non mi interessano), mi chiedo se ora ricompariranno le ragazze (ma forse è scaduto il tempo per presentare le liste, vedremo alle prossime elezioni)

Tutto questo mi ha preso quanto, dodici righe e mezzo? ok, le ho contate, ma contate voi le righe spese in media da ciascun giornale che si sia interessato alla vicenda e ditemi a quanto siamo arrivati, anche considerando che quello che ho scritto andrebbe messo giù in maniera più seriosa io scuse non riesco a trovarle per tutto l’inchiostro che si è speso.

Ora, si potrebbe replicare che in fondo notizie rilevanti vanno approfondite e non ci si può sempre solo limitare a citare l’accaduto, e qui io mi scuso e ammetto che effettivamente qualcosa di più c’è da scrivere. Voglio dire, se io fossi un giornalista e potessi decidere di cosa scrivere, partirei da quelle nomine per fare un discorso più ampio, più che sulla spettacolarizzazione della politica (è un discorso più ampio, anche se sicuramente questa vicenda ne è parzialmente figlia) sulla scarsa considerazione che i nostri partiti hanno per le elezioni europee, e per le occasioni che perdiamo nel mandare poca gente davvero interessata e preparata a Bruxelles, discorso che si fa spesso parlando del notevole assenteismo di tanti nostri parlamentari europei e mai a monte su come siano considerate queste elezioni (brutalmente: se va bene un test per valutare il consenso del governo e se va male un luogo sicuro dove mandare gente che si è “meritata” uno stipendio cospicuo). Nota interessante, ho scritto più io su questo argomento limitandomi a introdurlo che tutti i giornali di cui sopra, e allora ditemi un po’ se a questo punto non conveniva stare zitti.

p.s. vi chiederete cosa c’entra la giovane biondina che chiama papi Mr. B con tutto il resto. Ebbene, sappiate che a chi scrive piace precorrere i tempi

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Se non altro abbiamo un nuovo nomignolo con cui chiamare il nostro benevolo Kaiser, non più Mr B. ma “papi”, se non altro il diritto a prenderlo in giro ci viene costantemente rinnovato se non nelle parole almeno nei fatti. Il punto è, a chi interessa? domanda infelice, purtroppo interessa a molti, diciamo invece: perchè dovrebbe interessare? domanda legittima, ma non serve un blogger ritardatario per indicare il nocciolo della questione. Un momento, ma io non sto qui per sparare le mie opinioni (argomentando un poco), su quello che succede nel mondo? bene, ecco quindi un riassunto per punti delle ultime vicende occorse al papi

– Il Presidente del Consiglio dei Ministri, in Italia, crede che “svecchiare la politica” consista nel far eleggere delle giovani ragazze fresche d’azienda (Mediaset e affini), che se pur previo rapido corso di alta formazione politica, tenuto da Frattini (sic!), hanno come merito principale quello di essere delle gran belle figliole. Oddio, forse più che un merito è una questione più sottile.

– Lo stesso figuro di cui sopra, non pago, invece di difendere a spada tratta i succosi talenti politici che aveva scoperto sotto una spessa patina di apparente ignoranza, o forse era il trucco, ha ceduto alle lamentele della moglie e ha rifatto le liste spuntando le quote gnocca. Delle due l’una: o non ha interesse a portare giovani di belle speranze in politica, e preferisce loro un po’ di belle ragazze, o non ha interesse a portare giovani di belle speranze in politica, e preferisce loro il suo matrimonio.

– Il matrimonio pare stia finendo lo stesso, perchè la Lario ha deciso che la corda è il momento di strapparla (portando con sè qualche soldo, ma queste sono beghe che diventano personali e non mi interessano), mi chiedo se ora ricompariranno le ragazze (ma forse è scaduto il tempo per presentare le liste, vedremo alle prossime elezioni)

Tutto questo mi ha preso quanto, dodici righe e mezzo? ok, le ho contate, ma contate voi le righe spese in media da ciascun giornale che si sia interessato alla vicenda e ditemi a quanto siamo arrivati, anche considerando che quello che ho scritto andrebbe messo giù in maniera più seriosa io scuse non riesco a trovarle per tutto l’inchiostro che si è speso.

Ora, si potrebbe replicare che in fondo notizie rilevanti vanno approfondite e non ci si può sempre solo limitare a citare l’accaduto, e qui io mi scuso e ammetto che effettivamente qualcosa di più c’è da scrivere. Voglio dire, se io fossi un giornalista e potessi decidere di cosa scrivere, partirei da quelle nomine per fare un discorso più ampio, più che sulla spettacolarizzazione della politica (è un discorso più ampio, anche se sicuramente questa vicenda ne è parzialmente figlia) sulla scarsa considerazione che i nostri partiti hanno per le elezioni europee, e per le occasioni che perdiamo nel mandare poca gente davvero interessata e preparata a Bruxelles, discorso che si fa spesso parlando del notevole assenteismo di tanti nostri parlamentari europei e mai a monte su come siano considerate queste elezioni (brutalmente: se va bene un test per valutare il consenso del governo e se va male un luogo sicuro dove mandare gente che si è “meritata” uno stipendio cospicuo). Nota interessante, ho scritto più io su questo argomento limitandomi a introdurlo che tutti i giornali di cui sopra, e allora ditemi un po’ se a questo punto non conveniva stare zitti.

p.s. vi chiederete cosa c’entra la giovane biondina che chiama papi Mr. B con tutto il resto. Ebbene, sappiate che a chi scrive piace precorrere i tempi

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del porcellum si butta via poco

In questi giorni si è parlato, e si parlerà sempre di più, del referendum elettorale che ci sarà a fine Giugno; al di là della polemica sull’accorpamento o meno delle date elettorali e del risparmio vero o sovrastimato che ne sarebbe derivato (polemica che non vale la pena di sviscerare ora che tutto è deciso, ma che i ogni caso io chiuderei sempicemente rimandando a questo pezzo), è il caso di cominciare per tempo a capire bene di cosa si tratta, e quale sia la posta in gioco. Partiamo dal chiarire un aspetto che dovrebbe di per sè dare un po’ la misura di questa vicenda, ovvero il fatto che lo stesso Berlusconi abbia ammesso pubblicamente che voterà per il “si”; è disorientante? dovrebbe, dato che i promotori sostengono che sia un referendum in qualche maniera “contro” il famoso porcellum e in direzione di una maggiore democraticità, o quantomeno l’idea che viene più o meno veicolata pubblicamente è quella di un referendum che vada in direzione contraria; evidentemente, dato che il presidente del consiglio non è impazzito (e anzi, ha ragione a dire che è praticamente un regalo che gli viene fatto), non è del tutto vero. Qui il testo e qui il commento dei propositori, ora vediamo qualcosa più in dettaglio.

I primi due quesiti, per cominciare, rendono autosufficienti i due partiti maggiori e fondamentalmente inutili tutte le altre formazioni politiche, poichè impediscono il formarsi di coalizioni e assegnano a un solo partito il numero di seggi necessario ad averne la maggioranza assoluta anche qualora non si abbia che quella relativa. L’idea di base, proposta nel 2007 all’epoca delle grandi e caotiche coalizioni che ricordiamo tutti, era di portare un po’ di ordine e semplificazione all’interno dell’arco parlamentare, azzerando l’enorme e sproporzionato potere che tante volte nella storia repubblicana è toccato a piccoli partiti. Vi ricorda qualcosa? esatto, tutto questo è già successo, e per via politica. Inoltre, le due coalizioni che si sono formate mantengono al loro interno una certa dialettica e dei rapporti di potere: la Lega ad esempio ha influito parecchio sull’azione del governo, così come l’Idv ha mantenuto un certo peso nel dettare l’agenda dell’opposizione. Andare in direzione bipartitica, perchè anche all’opposizione conterebbe (e attirerebbe a sè il voto) solo il partito maggiormente in grado di puntare alla maggioranza relativa, significherebbe consegnare le chiavi del dibattito politico a due sole formazioni. Focalizzate la vostra attenzione su questo scenario futuro: da un lato il Pdl, che si è appena dotato di una struttura interna per la quale in pratica Berlusconi decide tutto, dall’altro il Pd, che se da un lato ha una vocazione partecipativa dal basso, dall’altro ha dimostrato di essere la creatura e l’espressione della volontà di un apparato sopravvissuto a decenni di riciclaggio politico, di fatto è come se ci fosse una barriera tra le realtà locali e le stesse vecchie faccie che prendono le decisioni importanti. Il bipartitismo vi suona ancora così affascinante e americano? senza contare che se da un lato porta a una teorica maggiore stabilità (a cui non credo troppo, ma è un discorso che farò un’altra volta) dall’altro diminuisce fortemente la rappresentatività del nostro sistema politico, che già ora vede al potere una maggioranza espressa, tenendo conto dell’astensione, dal 36% circa degli italiani. Scendere ancora porterebbe, in una nazione che ospita al suo interno le realtà più diverse dagli interessi e bisogni più variegati, a una democrazia quasi solo nominale.

Il terzo quesito invece appare più interessante: votando sì scomparirà la possibilità di candidature multiple, in pratica ogni politico potrà essere candidato in un solo seggio. Uno dei meccanismi che ha permesso ai partiti di decidere in pratica chi sarebbe stato eletto, difatti, si basava proprio su questa possibilità: candidando i personaggi più rilevanti in praticamente tutti i seggi si poteva poi, decidendo a quali seggi rinunciare e facendo risalire tra gli eletti i non votati, comporre a tavolino la lista dei parlamentari eletti, in pratica lasciando alla gente solo la scelta della lista. Peccato che l’altra metà, peraltro maggiormente cruciale, di questo meccanismo, ovvero la mancanza del voto di preferenza, non viene minimamente toccata dal referendum che diventa così più che altro una mezza soluzione al problema. Nemmeno questo terzo quesito, l’unico che comunque merita probabilmente di essere votato, è quella rottura radicale col passato e col sistema partitocratico che Guzzetta e Segni sostengono di voler combattere.

Da come sta partendo il dibattito mi sembra che l’enfasi sia posta sui primi due quesiti, effettivamente più rilevanti, accostandoli blandamente e senza troppa profondità a un fantomatico “sistema bipartitico sul modello americano”, il che è vero a metà (tecnicamente sarebbe molto simile, ma la realtà italiana lo renderebbe di fatto molto diverso nel suo funzionamento concreto). Vedremo se ancora una volta sarà l’astensione (attiva o passiva) a giocare il ruolo decisivo, in tal senso tutto dipenderà da come verrà venduto il referendum, e da quanto verrà fatto (ingiustamente) passare come la soluzione per ridare ai cittadini le chiavi della politica.

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del porcellum si butta via poco

In questi giorni si è parlato, e si parlerà sempre di più, del referendum elettorale che ci sarà a fine Giugno; al di là della polemica sull’accorpamento o meno delle date elettorali e del risparmio vero o sovrastimato che ne sarebbe derivato (pol…

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del porcellum si butta via poco

In questi giorni si è parlato, e si parlerà sempre di più, del referendum elettorale che ci sarà a fine Giugno; al di là della polemica sull’accorpamento o meno delle date elettorali e del risparmio vero o sovrastimato che ne sarebbe derivato (polemica che non vale la pena di sviscerare ora che tutto è deciso, ma che i ogni caso io chiuderei sempicemente rimandando a questo pezzo), è il caso di cominciare per tempo a capire bene di cosa si tratta, e quale sia la posta in gioco. Partiamo dal chiarire un aspetto che dovrebbe di per sè dare un po’ la misura di questa vicenda, ovvero il fatto che lo stesso Berlusconi abbia ammesso pubblicamente che voterà per il “si”; è disorientante? dovrebbe, dato che i promotori sostengono che sia un referendum in qualche maniera “contro” il famoso porcellum e in direzione di una maggiore democraticità, o quantomeno l’idea che viene più o meno veicolata pubblicamente è quella di un referendum che vada in direzione contraria; evidentemente, dato che il presidente del consiglio non è impazzito (e anzi, ha ragione a dire che è praticamente un regalo che gli viene fatto), non è del tutto vero. Qui il testo e qui il commento dei propositori, ora vediamo qualcosa più in dettaglio.

I primi due quesiti, per cominciare, rendono autosufficienti i due partiti maggiori e fondamentalmente inutili tutte le altre formazioni politiche, poichè impediscono il formarsi di coalizioni e assegnano a un solo partito il numero di seggi necessario ad averne la maggioranza assoluta anche qualora non si abbia che quella relativa. L’idea di base, proposta nel 2007 all’epoca delle grandi e caotiche coalizioni che ricordiamo tutti, era di portare un po’ di ordine e semplificazione all’interno dell’arco parlamentare, azzerando l’enorme e sproporzionato potere che tante volte nella storia repubblicana è toccato a piccoli partiti. Vi ricorda qualcosa? esatto, tutto questo è già successo, e per via politica. Inoltre, le due coalizioni che si sono formate mantengono al loro interno una certa dialettica e dei rapporti di potere: la Lega ad esempio ha influito parecchio sull’azione del governo, così come l’Idv ha mantenuto un certo peso nel dettare l’agenda dell’opposizione. Andare in direzione bipartitica, perchè anche all’opposizione conterebbe (e attirerebbe a sè il voto) solo il partito maggiormente in grado di puntare alla maggioranza relativa, significherebbe consegnare le chiavi del dibattito politico a due sole formazioni. Focalizzate la vostra attenzione su questo scenario futuro: da un lato il Pdl, che si è appena dotato di una struttura interna per la quale in pratica Berlusconi decide tutto, dall’altro il Pd, che se da un lato ha una vocazione partecipativa dal basso, dall’altro ha dimostrato di essere la creatura e l’espressione della volontà di un apparato sopravvissuto a decenni di riciclaggio politico, di fatto è come se ci fosse una barriera tra le realtà locali e le stesse vecchie faccie che prendono le decisioni importanti. Il bipartitismo vi suona ancora così affascinante e americano? senza contare che se da un lato porta a una teorica maggiore stabilità (a cui non credo troppo, ma è un discorso che farò un’altra volta) dall’altro diminuisce fortemente la rappresentatività del nostro sistema politico, che già ora vede al potere una maggioranza espressa, tenendo conto dell’astensione, dal 36% circa degli italiani. Scendere ancora porterebbe, in una nazione che ospita al suo interno le realtà più diverse dagli interessi e bisogni più variegati, a una democrazia quasi solo nominale.

Il terzo quesito invece appare più interessante: votando sì scomparirà la possibilità di candidature multiple, in pratica ogni politico potrà essere candidato in un solo seggio. Uno dei meccanismi che ha permesso ai partiti di decidere in pratica chi sarebbe stato eletto, difatti, si basava proprio su questa possibilità: candidando i personaggi più rilevanti in praticamente tutti i seggi si poteva poi, decidendo a quali seggi rinunciare e facendo risalire tra gli eletti i non votati, comporre a tavolino la lista dei parlamentari eletti, in pratica lasciando alla gente solo la scelta della lista. Peccato che l’altra metà, peraltro maggiormente cruciale, di questo meccanismo, ovvero la mancanza del voto di preferenza, non viene minimamente toccata dal referendum che diventa così più che altro una mezza soluzione al problema. Nemmeno questo terzo quesito, l’unico che comunque merita probabilmente di essere votato, è quella rottura radicale col passato e col sistema partitocratico che Guzzetta e Segni sostengono di voler combattere.

Da come sta partendo il dibattito mi sembra che l’enfasi sia posta sui primi due quesiti, effettivamente più rilevanti, accostandoli blandamente e senza troppa profondità a un fantomatico “sistema bipartitico sul modello americano”, il che è vero a metà (tecnicamente sarebbe molto simile, ma la realtà italiana lo renderebbe di fatto molto diverso nel suo funzionamento concreto). Vedremo se ancora una volta sarà l’astensione (attiva o passiva) a giocare il ruolo decisivo, in tal senso tutto dipenderà da come verrà venduto il referendum, e da quanto verrà fatto (ingiustamente) passare come la soluzione per ridare ai cittadini le chiavi della politica.

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