Turisti all’assalto del Garda, i sindaci: «Siamo abituati, no alle limitazioni»

Il caso è nazionale. Quello che è successo nel weekend di Pasqua sul Garda, e in particolare a Sirmione, si è verificato anche in altre località d’Italia, le Cinque Terre sono state l’esempio più eclatante. Flussi insostenibili, con strutture ricettive piene, file ai ristoranti, stazioni assaltate, rallentamenti in autostrada.

All’indomani delle festività pasquali il dibattito sulla sostenibilità del turismo di massa valica i confini locali. Ci si interroga, a livello nazionale, sull’opportunità di leggi speciali per controllare i flussi e c’è chi invoca a gran voce il numero chiuso per evitare il collasso di ecosistemi fragili. Come le Cinque Terre, appunto, che nei giorni scorsi sono state prese d’assalto da turisti provenienti da tutto il mondo. A tal proposito Fabrixia Pecunia, sindaco di Riomaggiore, ha chiesto «strumenti legali nelle mani dei sindaci per intervenire».

A Sirmione

Strumenti che ai sindaci ancora mancano, come sottolinea la prima cittadina di Sirmione Luisa Lavelli. Nella Perla del Garda, infatti, la cartolina pasquale è stata molto simile a quella proveniente dalle località liguri, tanto che albergatori, ristoratori e commercianti sono insorti, chiedendo all’Amministrazione comunale «un piano di viabilità, uno studio sulla capacità di carico e sulla regolazione dei flussi», perché «è indubbio che la nostra destinazione è e sarà sempre pronta ad accogliere i nostri amati ospiti, ma questo afflusso non può essere così congestionato e assolutamente privo di sostenibilità».

«La grande quantità di turisti e visitatori che hanno affollato le località del Garda impone a tutti i sindaci una riflessione sempre più incisiva sulla quantità di persone che un territorio può accogliere con reciproca soddisfazione – commenta Lavelli –. Siamo impegnati su tutti i fronti, mettendo in campo ogni risorsa disponibile per fornire un servizio di qualità con un’attenzione particolare alla sicurezza». «Dobbiamo essere tutti consapevoli – conclude Lavelli – che i poteri dei sindaci non sono illimitati, così come le risorse a disposizione, come denunciano i sindaci con situazioni simili alle nostre quali ad esempio Portofino e le Cinque Terre».

All’Isola dei Conigli

Altra località che sta vivendo momenti di particolare stress è Manerba, in particolare la zona attorno all’Isola dei Conigli. Per il momento però non solo non c’è intenzione alcuna di «correre ai ripari», ma non c’è nemmeno alcunché da cui ripararsi: «È un’isola privata – sottolinea il sindaco di Manerba, Flaviano Mattiotti – per cui non spetta al Comune stabilire se e in quali forme vadano fissati limiti d’accesso. Il nostro territorio è rodato e abituato ai grandi flussi: si pensi alle domeniche d’estate, quando le spiagge vengono prese d’assalto. La straordinarietà delle presenze che si sono registrate per l’Isola è tale solo in considerazione della stagione, che non è quella consueta».

Il Comune, va detto, nelle scorse settimane qualche misura per fronteggiare l’assalto all’isola l’ha messa in atto: maggiore sorveglianza, qualche limitazione al traffico per evitare ingorghi nella zona di Porto Torchio. Ora è prematuro pensare a «un piano» per l’estate: «Fatta eccezione per Pasquetta, nell’ultimo periodo c’è stato un calo nelle presenze sull’isola – rileva ancora Mattiotti -. Per il momento non abbiamo intenzione di porre alcuna limitazione ai nostri litorali. Se poi con l’arrivo dell’estate se ne ravvisasse la necessità, vedremo come correre ai ripari».

A Limone

Grandissima affluenza anche in alto Garda. Letteralmente preso d’assalto il borgo di Limone, dove la ciclopedonale a sbalzo continua ad esercitare un richiamo irresistibile per il turismo mordi e fuggi del fine settimana. «In quattro giorni, da Venerdì Santo a Pasquetta – dice il vicesindaco e assessore al turismo Franceschino Risatti –, la pista ha registrato più di 10mila passaggi». Una folla di appassionati che non si è voluta far mancare il brivido di una camminata su quella che è stata definita la passeggiata più bella del mondo, ma che ha messo a dura prova il sistema di accoglienza del centro altogardesano.

«L’affluenza è stata impressionante – continua Risatti –, mai vista così tanta gente, ma tutto sommato abbiamo retto bene. I parcheggi non mancano, anche se si sono riempiti completamente. Bar e ristoranti sono riusciti a sfamare tutti quanti».

Quanto alle ipotesi di porre un tetto al numero dei turisti, Risatti manifesta un certo scetticismo: «Non credo sia la soluzione. La gente ha voglia di muoversi e in certi periodi, come il fine settimana di Pasqua, dobbiamo reggere l’urto di un vero e proprio assalto, ma meglio tanta gente che poca. Ricordiamoci di quando i turisti non c’erano», dice il vicesindaco pensando alle stagioni caratterizzate dal Covid. «Piuttosto – conclude Risatti – il territorio deve organizzarsi, pensare a nuove forme di mobilità sostenibile, magari via acqua, sia per i turisti che per i residenti, per sopperire ai problemi di mobilità sulla Gardesana». Lungo la Statale 45 bis, è risaputo, il traffico va spesso in tilt. Ma questa non è una novità.

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