Tag: politica

FiD dimostra forza e coerenza accettando le dimissioni di Giannino

Le dimissioni (accettate) di Oscar Giannino sono un’ulteriore conferma del valore di Fare per Fermare il Declino. Quello che conta sono il programma (a mio parere il più solido in termini di proposte, soluzioni e critiche, al di là degli ideologismi) e le competenze (senza le quali un programma del genere non si sarebbe potuto fare). La gaffe di Giannino riguardo al suo curriculum, pur insignificante di fronte alle bugie e malefatte alle quali siamo stati abituati dai soliti mediaticamente rilevanti, è stata spianata attraverso il gesto di Giannino. Cambia qualcosa? No; il programma è sempre lo stesso e le capacità del resto del team ovviamente pure. Al contrario, penso che la maniera in cui è stata gestita la questione mostra l’attaccamento ai valori professati da FiD.

Restano due interrogativi, che comunque non dovrebbero influenzare la scelta di voto di chi pensa criticamente, ovvero se Zingales rientrerà nel partito, e perché Zingales ha sollevato la questione in questa maniera, quando si poteva tranquillamente risolvere il problema internamente. La mia idea è che nel timore di raccogliere pochi voti, volesse togliersi dal carro del perdente in tempo (magari per salire su quello altrui dopo le elezioni). Intanto, tanto di cappello a Giannino che si è ritirato e al resto del partito che con coerenza con quello fatto finora si rimbocca le maniche e si dà da fare per continuare a Fare.

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Epidemia San Felice: 2 condanne per i dirigenti di Garda Uno

Questa sera 8 febbraio ero presente nell’aula 28 del Tribunale di Brescia, quando poco prima delle 18 è stata emessa la sentenza di I grado che condanna per epidemia colposa a 1 anno e 4 mesi di reclusione (pena sospesa) il Direttore Generale di Garda Uno Franco Richetti, e il Responsabile del settore ciclo idrico integrato di Garda Uno Mario […]

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Chi vuole Fare non si ferma alle apparenze

Finalmente riesco a imbastire un post a riguardo di Fare per Fermare il Declino, sul quale si è riversata la mia stima e speranza di fronte all’annacquamento di Monti e le manovre di Montezemolo.
Mai mi sono sentito così rappresentato e paradossalmente, mai credo di aver scritto così poco del partito per cui tifo alle elezioni.

L’occasione di tanto nasce da un recente articolo di Sallusti su ilGiornale.it in cui attacca Giannino, scrivendo: «Fare per fermare il declino, partito fondato da Oscar Giannino, ha riacceso speranze in quel mondo [liberale, ndb], ma sta naufragando sul campo (lo dicono i sondaggi) sotto il peso della megalomania del suo leader».

Posso comprendere chi critica la scelta di candidare Giannino per il partito perché è un personaggio un po’ troppo eccentrico per gli standard. Al contempo penso che la scelta possa essere neanche troppo stupida tenuto conto che di fronte al risicato (e autofinanziato) budget per la campagna elettorale forse vale la pena scegliere un frontman che sappia attirare l’attenzione. Del resto la scelta di gente in gamba non manca all’interno del partito per quello che ho visto alla presentazione che è stata fatta della lista candidata in Lombardia.
In termini di voti comunque penso che la critica dell’eccessiva eccentricità del candidato premier, pur avendola sentita da più persone con cui mi sono confrontato, sia un fattore senza effetto in termini di voti. La gente che ha il coraggio di prendere in considerazione di votare un partito dichiaratamente liberista dopo l’immagine che Berlusconi è riuscito ad affibbiare alle idee etichettare come di destra penso che sia fin troppo intelligente per tenere in conto il modo di tagliarsi i baffi di chi andrà a votare. Mi piace pensare che chi vota Fare sia gente che capisca (non solo conosca) il concetto di meritocrazia e che la sappia poi anche applicare nel suo piccolo. Gente che sa ragionare con la sua testa e non si fa frenare dalle apparenze.

Se Sallusti sinceramente teme che l’immagine di Giannino sia poco adatta a rappresentare il sogno liberale italiano, probabilmente ne capisce troppo poco e fa bene a rimanere tra le fila dei berlusconiani.

Qui il programma elettorale di Fare per Fermare il Declino per chi fosse interessato.

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Chi vuole Fare non si ferma alle apparenze

Finalmente riesco a imbastire un post a riguardo di Fare per Fermare il Declino, sul quale si è riversata la mia stima e speranza di fronte all’annacquamento di Monti e le manovre di Montezemolo.
Mai mi sono sentito così rappresentato e paradossalmente, mai credo di aver scritto così poco del partito per cui tifo alle elezioni.

L’occasione di tanto nasce da un recente articolo di Sallusti su ilGiornale.it in cui attacca Giannino, scrivendo: «Fare per fermare il declino, partito fondato da Oscar Giannino, ha riacceso speranze in quel mondo [liberale, ndb], ma sta naufragando sul campo (lo dicono i sondaggi) sotto il peso della megalomania del suo leader».

Posso comprendere chi critica la scelta di candidare Giannino per il partito perché è un personaggio un po’ troppo eccentrico per gli standard. Al contempo penso che la scelta possa essere neanche troppo stupida tenuto conto che di fronte al risicato (e autofinanziato) budget per la campagna elettorale forse vale la pena scegliere un frontman che sappia attirare l’attenzione. Del resto la scelta di gente in gamba non manca all’interno del partito per quello che ho visto alla presentazione che è stata fatta della lista candidata in Lombardia.
In termini di voti comunque penso che la critica dell’eccessiva eccentricità del candidato premier, pur avendola sentita da più persone con cui mi sono confrontato, sia un fattore senza effetto in termini di voti. La gente che ha il coraggio di prendere in considerazione di votare un partito dichiaratamente liberista dopo l’immagine che Berlusconi è riuscito ad affibbiare alle idee etichettare come di destra penso che sia fin troppo intelligente per tenere in conto il modo di tagliarsi i baffi di chi andrà a votare. Mi piace pensare che chi vota Fare sia gente che capisca (non solo conosca) il concetto di meritocrazia e che la sappia poi anche applicare nel suo piccolo. Gente che sa ragionare con la sua testa e non si fa frenare dalle apparenze.

Se Sallusti sinceramente teme che l’immagine di Giannino sia poco adatta a rappresentare il sogno liberale italiano, probabilmente ne capisce troppo poco e fa bene a rimanere tra le fila dei berlusconiani.

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Buon Compleanno Antonio! Gli Indifferenti.

Antonio Gramsci era nato il 22 gennaio 1891 e quindi oggi sarebbe il suo compleanno. Stamattina Marina mi ha letto questo brano che è davvero attualissimo anche se scritto nel febbraio del 1917. INDIFFERENTI Odio gli indifferenti. Credo come Federico Hebbel che "vivere vuol dire essere partigiani. Non possono esistere…

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Che bella storia! La Programma 101

Grazie a Luca ho conosciuto questo filmato che racconta una bella storia: quella dell’invenzione, tutta italiana, del primo personal computer della storia, La Programma 101 della Olivetti. Narrato dalla voce di due dei progettisti originari, è un racconto che la dice lunga sull’inventiva, il coraggio, la forza delle idee, ma…

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Insopportabilità

Non sopporto i magistrati in politica. Con Di PIetro ne abbiamo avuto la prova e ora con Ingroia credo sia anche peggio: hanno un senso di potere assoluto, di giudicare il bene e il male che li rende pericolosi quanto i genereali golpisti. Non sopporto il qualunquismo in politica. Non…

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Internet, priorità di futuro

In questi giorni sto seguendo la campagna elettorale in vista delle prossime elezioni sia della Regione Lombardia, sia nazionali. Tralasciando le sterili polemiche, rilevo purtroppo come nei programmi elettorali di tutti gli schieramenti, lo sviluppo di Internet e delle tecnologie dell’informazione e della comunicazione non trovi una posizione di primo piano, non solo per l’economia della […]

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Epidemia San Felice: il PM chiede 2 anni e 4 mesi per i vertici di Garda Uno

Notizia da Editoriale Bresciana: Due anni e quattro mesi. Questa la condanna chiesta dal Pubblico Ministero Claudio Pinto per i vertici di Garda Uno. Per Mario Bocchio (Presidente), Romano Richetti (Direttore Generale) e Mario Giacomelli (Responsabile del settore ciclo idrico). I tre imputati nel processo per l’epidemia provocata a San Felice del Benaco nell’estate del […]

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Acqua San Felice: servizi pubblici, trasparenza e vigilanza civica

Un paio giorni fa leggevo il resoconto da parte del Comitato Acqua Benaco dell’udienza del 13 dicembre, con cui si è chiusa la fase istruttoria del processo penale a carico dei vertici di Garda Uno imputati di epidemia colposa, per la grave epidemia di gastroenterite che ha colpito San Felice del Benaco nel giugno 2009. Ritengo […]

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No che non va bene, ci sono dei naufraghi

Qualcuno pensa che la "sparata" berlusconiana sarà un ulteriore elemento che spingerà alla vittoria il centrosinistra quasi che il "tanto peggio, tanto meglio" sia un approccio su cui fare affidamento. Da quello che leggo credo invece che siamo di fronte a un fatto molto grave e preoccupante dove gli interessi…

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Grilleide

Ho guardato alcuni degli spot autoprodotti per le primarie, anzi "parlamentarie" del Movimento 5 Stelle, ed è una fatica sconsolante: più di sei non sono riuscito a guardarne. Non commento la rozzezza stilistica o l’utilizzo dei mezzi, è la stessa differenzaa che passa tra "Autoscatto" e Playboy, ma è deprimente…

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Essere d’accordo non basta

L’ho detto e lo ribadisco: a me Italia Futura piace. Ma ho anche sempre pensato che ci sono cose che non vanno bene. Quella che più mi infastidisce è la scarsa concretezza degli appelli. Ripubblico sotto l’ultima newsletter che mi è arrivata.

Magari avrete la mia stessa impressione leggendo: si parte con un appello esaltante che ti fa sperare in una proposta, in un cambiamento, in un’azione. Invece il tutto si conclude con l’invito a firmare il manifesto. Già. Il prossimo passo sarà chiedere di condividere una foto sulla propria bacheca Facebook per fermare la fame nel mondo.
Tipicamente, terminato il discorso di incitamento che si fa prima di scendere sul campo di battaglia, si scende sul campo di battaglia. Si urla, si grida, si sguainano le spade e poi ci si lancia sul nemico a spargere il suo sangue. Non si firma un manifesto. Se questa è la flemma con cui si riformare l’intero sistema…

Cara amica, caro amico,
milioni di cittadini guardano con forte preoccupazione all’assenza di un’offerta alternativa in grado di rappresentare chi ritiene che le riforme di cui il paese ha bisogno siano di segno esattamente opposto rispetto a quanto proposto da una sinistra tornata alle ricette dello statalismo più tradizionale e da una destra populista che ha predicato la rivoluzione liberale moltiplicando invece sprechi e abusi di una classe dirigente impresentabile
Sono quegli italiani che ritengono sia arrivata l’ora per lo Stato di fare la sua parte in termini di sacrifici e che la pressione fiscale non possa in nessun modo e per nessuna ragione essere aumentata. Quella parte del Paese che vuole un sistema di welfare più orientato alla crescita e contratti che premino la produttività
Un duello tra un’Unione 2.0 e una Forza Italia 2.0 ci riporterebbe nel pieno della Seconda Repubblica. E non siamo affatto sicuri che la maggioranza degli italiani non veda l’ora di assistere al confronto tra Bersani e Berlusconi.
L’Italia ha bisogno di un fronte della responsabilità, di un movimento popolare, liberale e riformista che, nel solco di quanto iniziato dal Governo Monti, metta insieme la società civile disposta a impegnarsi e la politica che accetti la sfida della responsabilità e del rinnovamento.
Contro i populismi di destra e di sinistra, verso la Terza Repubblica.
Firma il manifesto Verso la Terza Repubblica   
Grazie,
Italia Futura

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Chi ha orecchie per intendere gli elettori intenda

Nonostante lo sport nazionale resti criticare tutto, in generale credo che a conclusione di questo giro di elezioni per il centro sinistra tanto male non sia andata. Si poteva fare meglio, ma quello dipendeva dai candidati. La mia personale opinioni sulle primarie è che dovrebbero essere una roba abbastanza informale. Mi rendo conto che se non si trattasse di una vera e propria elezione, in pochi andrebbero a esprimere il proprio parere, ma al contempo credo che è nell’interesse del partito recepire e accogliere il sentire dei propri elettori. Ecco perché non ho voluto interessarmi della fondatezza delle critiche di Renzi al sistema e alle regole di questo giro. Alla luce di questo, mi stupisce della complessità del voto. Perché non è possibile di votare online anche ai residenti in Italia? Io ho votato entrambi i giri online dall’estero. Non mi sono stati chiesti i 2€ nessuna delle due volte. La coda non l’ho fatta. Niente certificati elettorali. Così mi sono stupito a leggere che in certe città estere ci fossero dei seggi. Perché mai si dovrebbe far lavorare della gente quando si potrebbe fare la stessa cosa, offrendo un servizio più comodo, lasciando che si stia tutti a casa – volontari ed elettori? Non credo che il sistema possa funzionare per le elezioni nazionali (non ancora, almeno), ma per le primarie mi pare che funzioni benissimo. A questo punto i partiti potrebbero rivolgersi agli elettori anche con maggior frequenza per vedere come la pensano su certe cose, trovando un buon compromesso tra spam e democrazia semi-diretta.

Comunque mi pare che si possa essere soddisfatti di come sono andate le cose. Poteva andare anche molto peggio. Basta guardare a cosa fanno gli altri…

Adesso il PD si ritrova con un sacco di informazioni su quello che preferisce la gente. Sono sicuro che Bersani, pur avendo vinto, sappia riconoscere e valorizzare le posizioni che rappresentavano gli altri candidati. Ad esempio, forse gli elettori di sinistra sono in maggioranza non così di sinistra come si pensava. Non era poi così scontato che Renzi arrivasse in finale e che Vendola facesse così poco. Insomma, chi ha orecchie per intendere intenda.

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L’Italia non cambia

Stravince Bersani, e il paese sceglie di non cambiare. Di che ci stupiamo? In quasi 70 anni gli italiani hanno “osato” sperare nel nuovo una sola volta, e l’han preso nel di dietro esattamente come prima … e come dopo … Ormai hanno il callo, non vogliono pensare a nulla di diverso. Metti che arrivi […]

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