Tag: olio

A proposito della pianta dell’olivo

DAI LETTORI DI DIPENDE: ci scrive Ippolito Turina da Moniga del Garda Siamo quasi a novembre, mese solitamente dedicato alla raccolta delle olive, desidero quindi parlare della nobile pianta dell’olivo. Fin dall’antichità ha avuto grandissima importanza presso i popoli mediterranei, che lo consideravano un albero sacro. Si presume sia originario dell’Asia minore e della Siria, […]

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Veronafiere: concorso Sol d’Oro

a Veronafiere la 20ª edizione del concorso internazionale Sol d’Oro (23-28 marzo) SOL D’ORO, IL MONDO DELL’OLIO EVOO SI SFIDA A VERONA In gara campioni dall’emisfero Nord e Sud in una edizione unica. La competizione più selettiva al mondo e l’unica in blind tasting. Una competizione speciale, che vede concorrere le produzioni di olio extravergine […]

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Frantoio Arvedi presenta l’olio extravergine di Oliva “riserva”

Grande partecipazione il 16  novembre scorso a Villa Arvedi a Cuzzano di Grezzana in Valpantena per la presentazione dell’edizione speciale di olio extravergine di Oliva “riserva” del Frantoio Arvedi, la premiazione di Giorgio Girlanda per i suoi 50 anni di lavoro in Villa, l’apertura delle sale superiori allo storico oleificio con l’installazioni di attrezzi agricoli […]

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Zafferano del Garda e Olio di Oliva Villa Arvedi

Ritrovarsi e condividere l’emozione della natura e dei suoi frutti. Così nasce una nuova proposta da un incontro e un’idea di Raffaella Visconti Curuz e Tania Brighenti Arvedi. Una storia curiosa che vede le due professioniste collaborare  negli anni novanta per la realizzazione di eventi e, dopo scelte diverse, ritrovarsi nel settore della produzione gastronomica […]

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GREZZANA (VR): FRANTOIO VILLA ARVEDI: DEGUSTAZIONI E VISITA IN VILLA

Giovanni Battista Antonio, erede diretto del “conte” Ottavio Arvedi, dirige la tenuta di famiglia con viti, ulivi e parco e un meraviglioso giardino all’italiana. Qui, in un’atmosfera di fasti senza tempo, immersi nella natura, è possibile degustare il pregiato olio Arvedi nell’antico frantoio abbinando la visita guidata alle sontuose sale della villa seicentesca Il meraviglioso […]

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IL FRANTOIO DI VILLA ARVEDI

Fra gli ulivi e le viti delle colline veronesi a pochi chilometri dalla città di Verona e dal Lago di Garda il Frantoio di Villa Arvedi ripercorre storie di tradizione, nobiltà, amore e passione per agricoltura e natura. Qui da secoli è attiva la produzione olearia. E qui si riflette quel pathos specializzato ed originale, […]

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Felixia con gusto, io c’ero!

Ne ho le prove, ieri sera io c’ero a Felixia con gusto, la prima delle quattro giornate di Felixia (17-20 giugno), la festa che animerà San Felice del Benaco fino a domenica. La serata non era cominciata sotto i buoni auspici, il forte temporale e la bufera di vento del mattino, la temperatura a picco, […]

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GRAN GALA’ DI SALTO CON L’ASTAArco, 11 settembre

L’11 settembre, l’Atletica Alto Garda e Ledro organizza una serata di alto spettacolo, dedicata al salto con l’asta che, nella zona, ha una tradizione e un passato gloriosi. La  manifestazione, che si svolgerà in piazzale Segantini, nel centro storico di Arco, a partire dalle ore 19, con la presentazione degli atleti, un breve preludio artistico […]

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Petrolio e benzina

Petrolio a 100$ > Benzina a 1.3
Petrolio a 60$ > Benzina a 1.2
Boh, eppure in matematica ero fortino …

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Festa del Passaggio a Verona

La Festa del Passaggio ieri a Verona per i ragazzi di terza media è andata alla grande. Nonostante le numerose disdette all’ultimo (a quanto pare è complesso sia per genitori che per ragazzi organizzare il weekend con due giorni di anticipo e darne notizia per tempo agli organizzatori), tutto è filato liscio come l’olio.

Alle 14.30 puntuale è arrivato l’autobus, già carico di ragazzi e catechisti delle altre parrocchie, nel giro di 5 minuti siamo partiti.
Per la festa diocesana erano consigliati alcuni preparativi: la realizzazione di uno stendardo/bandiera di gruppo (per parrocchia), un passaporto per ragazzo (a simboleggiare il passaggio dalla preadolescenza all’adolescenza) e un credo di gruppo (che raccoglie un po’ tutto quello che per i ragazzi è importante). In pochissimo tempo siamo riuscito a realizzare tutto, e anche bene, aggiungo. L’unica cosa che ci mancava era una maglietta a mo’ di divisa per i ragazzi, ma in cambio il nostro credo ha sorpreso molti “per la sincerità che ne emerge” (commento di un animatore diocesano). Abbiamo fatto la nostra bella figura, insomma.

Le festa consisteva in due ore circa di attività distribuite su 9 checkpoint, tutte ludiche con qualche (raro e celato) significato educativo/religioso. Dopodiché la festa si è conclusa con una piccola celebrazione presieduta dal vescovo, accompagnata da un “ensamble” di chitarra, tastiera, batteria, sax, voce e mi pare basta. Partenza da Verona alle 18.15.

I catechisti che aspettano l’ultima ora per organizzare tutto (hanno tutta la mia comprensione e simpatia) possono trovare a questo link al mio account Box.net un possibile passaporto fasullo già fatto in .xls, in cui basta inserire i dati dei ragazzi, da stampare poi su cartoncino colorato. Chi ne ha la possibilità potrebbe anche plastificarlo e magari stampare in trasparenza a mo’ di filigrana lo stemma della parrocchia o lo stampino della questura.

Qui il nostro credo di gruppo per chi necessitasse di uno spunto. Per farlo, abbiamo fatto un brainstorming a catechismo sulle cose che per i ragazzi sono di primaria importanza. Passata in rassegna la lista scaturita dal brainstorming abbiamo tenuto quei 4-5 termini che erano più condivisi tra tutti e li abbiamo articolati un po’. Se i ragazzi non mettono Dio, la fede, Gesù e robe così tra quelle cose che ritengono importanti, pazienza. Non forzerei la cosa. Altrimenti la cosa perde senso. Largamente condivisi erano invece concetti come amicizia, famiglia, musica. La scuola non è stata accolta da tutto con entusiasmo : )

Spero che il post possa essere d’aiuto ai catechisti, che magari disperati cercano qualche spunto per i loro incontri. A breve forse pubblicherò anche il credo di gruppo in questo post.

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L’effetto Kaye

“Non so fornire spiegazioni su questo fenomeno”.
Questo fu il lapidario commento dell’ingegnere britannico Arthur Kaye quando, nel 1963, notò che facendo colare un getto di shampoo su una superficie piana, per un brevemomento (circa 300 millisecondi) dal liquido che si era già posato sul ripiano iniziava a schizzare un nuovo getto.

 

I primi studi del fenomeno

Quello che fu denominato “Effetto Kaye” era tuttavia altamente instabile, in quanto il getto fuoriuscente –di maggior spessore e di minor velocità di quello entrante- aumentava rapidamente d’inclinazione, fino a divenire verticale ed interferire con il getto originario.

Da allora, il fenomeno è stato sottoposto all’attenzione di numerosi ricercatori; i vari studi hanno portato innanzitutto ad isolarne la veridicità per i soli fluidi non-newtoniani.

Questi fluidi sono piuttosto rari in natura, in quanto aria, acqua, e quasi tutti i tipi di olio sono newtoniani, vale a dire che la loro viscosità rimane costante al variare della velocità; al contrario, per un fluido non-newtoniano, la viscosità sarà diversa a seconda che il fluido sia in quiete o in moto.

L’esempio più comune di questa tipologia è lo shampoo: molto viscoso quando è in quiete, ma diventa più liquido (quindi diminuisce la sua viscosità) quando viene frizionato sui capelli.

In seguito, si e scoperta anche la causa innescante l’Effetto Kaye: il getto in ingresso resta separato dalla pellicola di fluido sottostante tramite un sottilissimo strato di aria (dello spessore di pochi micron); le alte velocità di deformazione createsi all’interfaccia favoriscono una diminuzione di viscosità del fluido; le particelle poco viscose quindi scivolano via dal resto del fluido, creando lo spruzzo (Immagine – 1).

Nel frattempo, il getto in ingresso continua a cadere sempre sullo stesso punto, incrementando le dimensioni del grumo viscoso alla base; aumentando la lunghezza della zona di contatto (costituita dal grumo stesso), aumentano l’intensità del getto in uscita e la sua angolazione, finchè quest’ultimo non va ad interferire con il flusso entrante, interrompendo il fenomeno (in fondo a questa pagin a è disponibile il link al filmato dell’intero processo).

Le ricerche olandesi

Studi successivi condotti nel 2001 da un team di ricercatori olandesi dell’Università di Twente, guidato dal fisico Michel Versluis, hanno portato ad una stabilizzazione dell’Effetto Kaye, utilizzando come superficie d’impatto un piano inclinato su cui scorresse lo stesso fluido del getto d’ingresso.

In questo modo, il flusso in uscita si dirige automaticamente verso la parte “in discesa” del piano inclinato, impattando una seconda volta sul sottile strato fluido; questo a sua volta genera un Effetto Kaye secondario e così via, creando una cascata il cui getto ha una portata via via decrescente (Immagine – 2).

La serie di rimbalzi risulta stabile, in quanto la potenza del getto in ingresso (che, per l’equilibrio, deve essere pari a quella in uscita) non viene più bilanciata solo da quella dell’unico getto uscente, ma da tanti contributi quanti sono i rami della cascata, con una sensibile diminuzione degli effetti dissipativi.

Le ultime ricerche all’università del Texas

Tutto ciò è stato realizzato sempre basandosi su fluidi non-newtoniani, quasi completamente assenti in natura, quindi ottenibili prevalentemente in laboratorio; il mese scorso tuttavia al Centro sulle Dinamiche Non Lineari del Dipartimento di Fisica (Center for Nonlinear Dynamics and Department of Physics) dell’Università del Texas sono riusciti a rimuovere questa limitazione.

Utilizzando una vasca rotante, contenente un bagno di olio di silicone in movimento ed un getto dello stesso fluido, si è dimostrato che anche i fluidi newtoniani possono rimbalzare su una superficie della medesima composizione.

Il getto verticale entra nel bagno, restandone separato da un sottile strato di aria, viene trascinato dal moto circolare del bagno, per poi schizzare oltre la superficie (Immagine – 4). Il tutto ovviamente avviene solo in un determinato intervallo dei parametri controllati: velocità di rotazione del bagno e velocità, altezza e portata del getto.

L’operato dell’Università del Texas ha quindi in qualche modo allargato il fenomeno dell’Effetto Kaye anche ai fluidi newtoniani.

 Immagine - 5 - Matthew Thrasher
Immagine – 4 – Matthew Thrasher ©utexas.edu

Possibili Applicazioni

Le possibili applicazioni proposte sono molteplici, prima fra tutte quella riguardante il campo dei combustibili liquidi, argomento importante, fra le altre cose, in ambito motoristico; la frammentazione di un getto in una moltitudine di schizzi incontrollati (fenomeno visibile anche con la pioggia che cade su una pozzanghera) è sorgente di numerose preoccupazioni, quando si ha a che fare con liquidi infiammabili come i carburanti.

Il gruppo di ricerca statunitense, alla cui testa c’è Matthew Thrasher, considera la scoperta di poter controllare stabilmente un getto per prevenire o incentivare l’unione con il fluido circostante “un nuovo esempio di separazione stabile ed un nuovo esempio di flusso fluido con molteplici stati stabili”.

Esperimento “casalingo”

Nella loro pubblicazione “The Bouncing Jet: A Newtonian Liquid Rebounding off a Free Surface”, Thrasher ed il suo team propongono inoltre un facile esperimento casalingo, realizzabile con una teglia rotonda per dolci riempita di 4 cm di olio da cucina: sarà sufficiente imprimere al contenitore un moto rotatorio ad intervalli di circa 2 secondi, mentre si fa colare dell’altro olio da un’altezza di 3-6 cm, per constatare con esperienza diretta i risultati ottenuti ad Austin – Texas.

 

Fonte:

www.lswn.it/fisica/articoli/effetto_kaye_ed_i_fluidi_newtoniani

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http://carlonicolini.altervista.org/index.php/Fisica-e-scienze/News-e-curiosita/leffetto-kaye.html

Galette au saumon fumé et robiola [Flickr]

lapaoly posted a photo:

Galette au saumon fumé et robiola

Per circa 12 galettes
Preparazione: 20 minuti
500 gr. Farina di grano saraceno
4 cucchiai grossi di farina di frumento (circa 70 gr.)
1 uovo
1 cucchiaino di sale
1 brocca di acqua fredda
3 cucchiai grossi di olio
1 tazza di latte
Materiale:
1 tazza di burro fuso (per la padella)
1 padella antiaderente
1 pennello per distribuire il burro fuso

Preparare l’impasto:
Versare la farina in una ciotola grande, formare una fontana al centro e mettere l’uovo ed il sale. Lavorare l’impasto con un cucchiaio di legno cominciando dall’uovo e incorporando piano piano la farina. Allo stesso tempo, versare lentamente l’acqua fredda, sempre al centro. Con una frusta a mano o uno sbattitore elettrico a velocità ridotta mescolate 10 minuti fino ad ottenere la consistenza di una maionese. Più sarà amalgamata più sarà leggera e si stenderà facilmente nella padella. Poi aggiungete nuovamente acqua lavorandola con un mestolo. L’impasto deve diventare molto fluido e colare dal mestolo come una crema (attenzione: non liquido). Coprire l’impasto con un panno e lasciarlo riposare da alcune ore ad una notte intera in un luogo fresco. Poco prima di utilizzarlo, mescolare nuovamente con il mestolo aggiungendo l’olio ed un po’ di latte, fino a che l’impasto ritroverà una consistenza fluida.
Cuocere le galettes.
Ungere la padella con il pennello intinto nel burro fuso. Mettere sul fuoco e quando la padella è molto calda ed il burro fuma, versarvi un piccolo mestolo di impasto (meglio troppo che troppo poco). Distribuite l’impasto inclinando la padella in tutti i sensi. Fate cuocere la galette un paio di minuti o fino a quando il centro non sarà più liquido, girandola di tanto in tanto con un movimento rapido.

Una volta pronte, le galette si possono guarnire subito, oppure si possono conservare 24 ore in un panno ed al fresco, per poi riscaldarle al momento di servirle.
La più nota è la galette al burro salato, ma è evidente che è possibile guarnirle in diversi modi. Eccone alcuni, provati da me:

con camembert e noci
con funghi e besciamella
con salmone e robiola.

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http://www.flickr.com/photos/22341351@N05/3020443926/

Galette au champignons [Flickr]

lapaoly posted a photo:

Galette au champignons

Per circa 12 galettes
Preparazione: 20 minuti
500 gr. Farina di grano saraceno
4 cucchiai grossi di farina di frumento (circa 70 gr.)
1 uovo
1 cucchiaino di sale
1 brocca di acqua fredda
3 cucchiai grossi di olio
1 tazza di latte
Materiale:
1 tazza di burro fuso (per la padella)
1 padella antiaderente
1 pennello per distribuire il burro fuso

Preparare l’impasto:
Versare la farina in una ciotola grande, formare una fontana al centro e mettere l’uovo ed il sale. Lavorare l’impasto con un cucchiaio di legno cominciando dall’uovo e incorporando piano piano la farina. Allo stesso tempo, versare lentamente l’acqua fredda, sempre al centro. Con una frusta a mano o uno sbattitore elettrico a velocità ridotta mescolate 10 minuti fino ad ottenere la consistenza di una maionese. Più sarà amalgamata più sarà leggera e si stenderà facilmente nella padella. Poi aggiungete nuovamente acqua lavorandola con un mestolo. L’impasto deve diventare molto fluido e colare dal mestolo come una crema (attenzione: non liquido). Coprire l’impasto con un panno e lasciarlo riposare da alcune ore ad una notte intera in un luogo fresco. Poco prima di utilizzarlo, mescolare nuovamente con il mestolo aggiungendo l’olio ed un po’ di latte, fino a che l’impasto ritroverà una consistenza fluida.
Cuocere le galettes.
Ungere la padella con il pennello intinto nel burro fuso. Mettere sul fuoco e quando la padella è molto calda ed il burro fuma, versarvi un piccolo mestolo di impasto (meglio troppo che troppo poco). Distribuite l’impasto inclinando la padella in tutti i sensi. Fate cuocere la galette un paio di minuti o fino a quando il centro non sarà più liquido, girandola di tanto in tanto con un movimento rapido.

Una volta pronte, le galette si possono guarnire subito, oppure si possono conservare 24 ore in un panno ed al fresco, per poi riscaldarle al momento di servirle.
La più nota è la galette al burro salato, ma è evidente che è possibile guarnirle in diversi modi. Eccone alcuni, provati da me:

con camembert e noci
con funghi e besciamella
con salmone e robiola.

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Galette au camembert et noix [Flickr]

lapaoly posted a photo:

Galette au camembert et noix

Per circa 12 galettes
Preparazione: 20 minuti
500 gr. Farina di grano saraceno
4 cucchiai grossi di farina di frumento (circa 70 gr.)
1 uovo
1 cucchiaino di sale
1 brocca di acqua fredda
3 cucchiai grossi di olio
1 tazza di latte
Materiale:
1 tazza di burro fuso (per la padella)
1 padella antiaderente
1 pennello per distribuire il burro fuso

Preparare l’impasto:
Versare la farina in una ciotola grande, formare una fontana al centro e mettere l’uovo ed il sale. Lavorare l’impasto con un cucchiaio di legno cominciando dall’uovo e incorporando piano piano la farina. Allo stesso tempo, versare lentamente l’acqua fredda, sempre al centro. Con una frusta a mano o uno sbattitore elettrico a velocità ridotta mescolate 10 minuti fino ad ottenere la consistenza di una maionese. Più sarà amalgamata più sarà leggera e si stenderà facilmente nella padella. Poi aggiungete nuovamente acqua lavorandola con un mestolo. L’impasto deve diventare molto fluido e colare dal mestolo come una crema (attenzione: non liquido). Coprire l’impasto con un panno e lasciarlo riposare da alcune ore ad una notte intera in un luogo fresco. Poco prima di utilizzarlo, mescolare nuovamente con il mestolo aggiungendo l’olio ed un po’ di latte, fino a che l’impasto ritroverà una consistenza fluida.
Cuocere le galettes.
Ungere la padella con il pennello intinto nel burro fuso. Mettere sul fuoco e quando la padella è molto calda ed il burro fuma, versarvi un piccolo mestolo di impasto (meglio troppo che troppo poco). Distribuite l’impasto inclinando la padella in tutti i sensi. Fate cuocere la galette un paio di minuti o fino a quando il centro non sarà più liquido, girandola di tanto in tanto con un movimento rapido.

Una volta pronte, le galette si possono guarnire subito, oppure si possono conservare 24 ore in un panno ed al fresco, per poi riscaldarle al momento di servirle.
La più nota è la galette al burro salato, ma è evidente che è possibile guarnirle in diversi modi. Eccone alcuni, provati da me:

con camembert e noci
con funghi e besciamella
con salmone e robiola.

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