Tag: Lettere al giornale

Il progetto Pedibus a San Felice del Benaco

Il 17 maggio 2006 sul Giornale di Brescia veniva pubblicata questa mia Lettera al Direttore dedicata a chi aveva permesso al Pedibus di muovere i primi passi!

A partire dai primi giorni del mese di maggio è iniziata a San Felice del Benaco l’esperienza dell’andare a scuola a piedi.
Nel mese di Gennaio 2006 l’amministrazione comunale, in collaborazione con tutte le scuole presenti nel comune, aveva avviato un’indagine finalizzata allo studio delle modalità di trasferimento nei percorsi casa – scuola, con l’obiettivo di indagare le modalità di spostamento e quantificare il numero di bambini che raggiungono la scuola a piedi o in bicicletta.
Per quanto riguarda la scuola primaria, dall’indagine era emerso che oltre il 66% dei bambini raggiungeva la scuola in automobile, mentre solo il 17% a piedi, principalmente perché già un genitore si muove con il mezzo di trasporto privato e dunque trova comodo accompagnare i figli a scuola, anche se questo lo costringe ad allungare il proprio tragitto.
Dall’analisi effettuata era però emerso un certo interesse nei confronti di un progetto Pedibus, che stimolasse i bambini a muoversi a piedi e permettesse loro di effettuare in condizioni di sicurezza il tragitto casa – scuola.
E così, dopo la giornata sperimentale del 24 marzo scorso, la scuola primaria B.Rubelli, con l’aiuto dell’amministrazione comunale, ha organizzato il servizio di Pedibus per favorire la mobilità casa – scuola degli alunni frequentanti le classi dalla Ia alla Va e all’inizio di maggio sono partite tre linee: la gialla, la verde e la rossa, che collegano le diverse parti del territorio comunale con la scuola primaria, trasportando settanta bambini (più della metà dei bambini iscritti alla scuola).
Le motivazioni che ci hanno spinto come amministrazione a lavorare perché il Pedibus partisse sono molteplici.
Sicuramente tra queste motivazioni vanno ricordate la volontà di promuovere l’autonomia dei bambini nei loro spostamenti quotidiani e nei processi di socializzazione tra coetanei, ma anche l’idea di coinvolgere attivamente i bambini, educandoli e stimolandoli, in un progetto di mobilità sostenibile. Se realmente vogliamo fare scelte che siano sostenibili, che soddisfino oggi le nostre esigenze senza compromettere alle generazioni future di fare altrettanto, perché non coinvolgere proprio i bambini nei nostri progetti e cercare di educarli il prima possibile a diventare dei cittadini responsabili?
In un comune come San Felice del Benaco, caratterizzato da un territorio di notevole valenza paesistica e ambientale, è fondamentale aiutare i bambini a percepire la bellezza di ciò che li circonda, affinché da qui scaturisca poi il rispetto del territorio in cui vivono.
È mia convinzione che anche attraverso questo tipo di iniziative che si gettano le basi per un governo del territorio che abbia come fine primario migliorare la qualità della vita di chi vive nel nostro paese.
Ma un’altra idea forte sta alla base del progetto Pedibus: quella di favorire la nascita di relazioni sociali che vanno ben oltre l’esperienza stessa. Si è infatti chiesto a gruppi del mondo del volontariato presenti sul territorio di collaborare all’iniziativa e la risposta è stata eccezionale.
E così le linee sono partite e “camminano” soprattutto grazie all’aiuto di un gruppo di vivaci signore di San Felice e al gruppo Alpini di Portese, che assicurano il servizio della linea gialla, la più numerosa, che collega la scuola proprio con la frazione di Portese, lungo un tragitto di circa un chilometro e mezzo.
Fin dai primi viaggi si è creato un rapporto particolare tra gli “autisti” e i piccoli utenti del Pedibus, e la paura e la preoccupazione dei genitori per la sicurezza dei bambini è stata scacciata dall’entusiasmo di tutti.
Sicuramente anche quando la scuola finirà e con essa il Pedibus, i bambini non dimenticheranno i volti delle persone che in questo mese li hanno accompagnati, e forse questo li aiuterà anche a capire che ci sono persone che si mettono a disposizione degli altri semplicemente perché credono in ciò che fanno. E non è poco, in un mondo in cui c’è chi si adopera per convincerci che solo i furbi vanno avanti.

Michela Tiboni
Vicesindaco e assessore all’urbanistica del Comune di San Felice del Benaco

Articolo originale? Eccolo, copia questo link:
http://cambiamoinsieme.blogspot.com/2007/08/il-progetto-pedibus-san-felice-del.html

Il progetto Pedibus a San Felice del Benaco

Il 17 maggio 2006 sul Giornale di Brescia veniva pubblicata questa mia Lettera al Direttore dedicata a chi aveva permesso al Pedibus di muovere i primi passi!

A partire dai primi giorni del mese di maggio è iniziata a San Felice del Benaco l’esperienza dell’andare a scuola a piedi.
Nel mese di Gennaio 2006 l’amministrazione comunale, in collaborazione con tutte le scuole presenti nel comune, aveva avviato un’indagine finalizzata allo studio delle modalità di trasferimento nei percorsi casa – scuola, con l’obiettivo di indagare le modalità di spostamento e quantificare il numero di bambini che raggiungono la scuola a piedi o in bicicletta.
Per quanto riguarda la scuola primaria, dall’indagine era emerso che oltre il 66% dei bambini raggiungeva la scuola in automobile, mentre solo il 17% a piedi, principalmente perché già un genitore si muove con il mezzo di trasporto privato e dunque trova comodo accompagnare i figli a scuola, anche se questo lo costringe ad allungare il proprio tragitto.
Dall’analisi effettuata era però emerso un certo interesse nei confronti di un progetto Pedibus, che stimolasse i bambini a muoversi a piedi e permettesse loro di effettuare in condizioni di sicurezza il tragitto casa – scuola.
E così, dopo la giornata sperimentale del 24 marzo scorso, la scuola primaria B.Rubelli, con l’aiuto dell’amministrazione comunale, ha organizzato il servizio di Pedibus per favorire la mobilità casa – scuola degli alunni frequentanti le classi dalla Ia alla Va e all’inizio di maggio sono partite tre linee: la gialla, la verde e la rossa, che collegano le diverse parti del territorio comunale con la scuola primaria, trasportando settanta bambini (più della metà dei bambini iscritti alla scuola).
Le motivazioni che ci hanno spinto come amministrazione a lavorare perché il Pedibus partisse sono molteplici.
Sicuramente tra queste motivazioni vanno ricordate la volontà di promuovere l’autonomia dei bambini nei loro spostamenti quotidiani e nei processi di socializzazione tra coetanei, ma anche l’idea di coinvolgere attivamente i bambini, educandoli e stimolandoli, in un progetto di mobilità sostenibile. Se realmente vogliamo fare scelte che siano sostenibili, che soddisfino oggi le nostre esigenze senza compromettere alle generazioni future di fare altrettanto, perché non coinvolgere proprio i bambini nei nostri progetti e cercare di educarli il prima possibile a diventare dei cittadini responsabili?
In un comune come San Felice del Benaco, caratterizzato da un territorio di notevole valenza paesistica e ambientale, è fondamentale aiutare i bambini a percepire la bellezza di ciò che li circonda, affinché da qui scaturisca poi il rispetto del territorio in cui vivono.
È mia convinzione che anche attraverso questo tipo di iniziative che si gettano le basi per un governo del territorio che abbia come fine primario migliorare la qualità della vita di chi vive nel nostro paese.
Ma un’altra idea forte sta alla base del progetto Pedibus: quella di favorire la nascita di relazioni sociali che vanno ben oltre l’esperienza stessa. Si è infatti chiesto a gruppi del mondo del volontariato presenti sul territorio di collaborare all’iniziativa e la risposta è stata eccezionale.
E così le linee sono partite e “camminano” soprattutto grazie all’aiuto di un gruppo di vivaci signore di San Felice e al gruppo Alpini di Portese, che assicurano il servizio della linea gialla, la più numerosa, che collega la scuola proprio con la frazione di Portese, lungo un tragitto di circa un chilometro e mezzo.
Fin dai primi viaggi si è creato un rapporto particolare tra gli “autisti” e i piccoli utenti del Pedibus, e la paura e la preoccupazione dei genitori per la sicurezza dei bambini è stata scacciata dall’entusiasmo di tutti.
Sicuramente anche quando la scuola finirà e con essa il Pedibus, i bambini non dimenticheranno i volti delle persone che in questo mese li hanno accompagnati, e forse questo li aiuterà anche a capire che ci sono persone che si mettono a disposizione degli altri semplicemente perché credono in ciò che fanno. E non è poco, in un mondo in cui c’è chi si adopera per convincerci che solo i furbi vanno avanti.

Michela Tiboni
Vicesindaco e assessore all’urbanistica del Comune di San Felice del Benaco

Articolo originale? Eccolo, copia questo link:
http://cambiamoinsieme.blogspot.com/2007/08/il-progetto-pedibus-san-felice-del.html

Il progetto Pedibus a San Felice del Benaco

Il 17 maggio 2006 sul Giornale di Brescia veniva pubblicata questa mia Lettera al Direttore dedicata a chi aveva permesso al Pedibus di muovere i primi passi!

A partire dai primi giorni del mese di maggio è iniziata a San Felice del Benaco l’esperienza dell’andare a scuola a piedi.
Nel mese di Gennaio 2006 l’amministrazione comunale, in collaborazione con tutte le scuole presenti nel comune, aveva avviato un’indagine finalizzata allo studio delle modalità di trasferimento nei percorsi casa – scuola, con l’obiettivo di indagare le modalità di spostamento e quantificare il numero di bambini che raggiungono la scuola a piedi o in bicicletta.
Per quanto riguarda la scuola primaria, dall’indagine era emerso che oltre il 66% dei bambini raggiungeva la scuola in automobile, mentre solo il 17% a piedi, principalmente perché già un genitore si muove con il mezzo di trasporto privato e dunque trova comodo accompagnare i figli a scuola, anche se questo lo costringe ad allungare il proprio tragitto.
Dall’analisi effettuata era però emerso un certo interesse nei confronti di un progetto Pedibus, che stimolasse i bambini a muoversi a piedi e permettesse loro di effettuare in condizioni di sicurezza il tragitto casa – scuola.
E così, dopo la giornata sperimentale del 24 marzo scorso, la scuola primaria B.Rubelli, con l’aiuto dell’amministrazione comunale, ha organizzato il servizio di Pedibus per favorire la mobilità casa – scuola degli alunni frequentanti le classi dalla Ia alla Va e all’inizio di maggio sono partite tre linee: la gialla, la verde e la rossa, che collegano le diverse parti del territorio comunale con la scuola primaria, trasportando settanta bambini (più della metà dei bambini iscritti alla scuola).
Le motivazioni che ci hanno spinto come amministrazione a lavorare perché il Pedibus partisse sono molteplici.
Sicuramente tra queste motivazioni vanno ricordate la volontà di promuovere l’autonomia dei bambini nei loro spostamenti quotidiani e nei processi di socializzazione tra coetanei, ma anche l’idea di coinvolgere attivamente i bambini, educandoli e stimolandoli, in un progetto di mobilità sostenibile. Se realmente vogliamo fare scelte che siano sostenibili, che soddisfino oggi le nostre esigenze senza compromettere alle generazioni future di fare altrettanto, perché non coinvolgere proprio i bambini nei nostri progetti e cercare di educarli il prima possibile a diventare dei cittadini responsabili?
In un comune come San Felice del Benaco, caratterizzato da un territorio di notevole valenza paesistica e ambientale, è fondamentale aiutare i bambini a percepire la bellezza di ciò che li circonda, affinché da qui scaturisca poi il rispetto del territorio in cui vivono.
È mia convinzione che anche attraverso questo tipo di iniziative che si gettano le basi per un governo del territorio che abbia come fine primario migliorare la qualità della vita di chi vive nel nostro paese.
Ma un’altra idea forte sta alla base del progetto Pedibus: quella di favorire la nascita di relazioni sociali che vanno ben oltre l’esperienza stessa. Si è infatti chiesto a gruppi del mondo del volontariato presenti sul territorio di collaborare all’iniziativa e la risposta è stata eccezionale.
E così le linee sono partite e “camminano” soprattutto grazie all’aiuto di un gruppo di vivaci signore di San Felice e al gruppo Alpini di Portese, che assicurano il servizio della linea gialla, la più numerosa, che collega la scuola proprio con la frazione di Portese, lungo un tragitto di circa un chilometro e mezzo.
Fin dai primi viaggi si è creato un rapporto particolare tra gli “autisti” e i piccoli utenti del Pedibus, e la paura e la preoccupazione dei genitori per la sicurezza dei bambini è stata scacciata dall’entusiasmo di tutti.
Sicuramente anche quando la scuola finirà e con essa il Pedibus, i bambini non dimenticheranno i volti delle persone che in questo mese li hanno accompagnati, e forse questo li aiuterà anche a capire che ci sono persone che si mettono a disposizione degli altri semplicemente perché credono in ciò che fanno. E non è poco, in un mondo in cui c’è chi si adopera per convincerci che solo i furbi vanno avanti.

Michela Tiboni
Vicesindaco e assessore all’urbanistica del Comune di San Felice del Benaco

Articolo originale? Eccolo, copia questo link:
http://cambiamoinsieme.blogspot.com/2007/08/il-progetto-pedibus-san-felice-del.html

Quali compiti per un consiglio comunale?

Il 6 marzo 2007 il giornale Bresciaoggi pubblicava questa mia Lettera al Direttore, sul tema del ruolo che dovrebbe avere un Consiglio Comunale, in particolare quando si tratta di parlare di bilancio.

Caro Direttore,
vorrei sottoporre a Lei e ai suoi lettori una riflessione sul ruolo politico che ha, o che, secondo me, dovrebbe avere, un Consiglio Comunale.
Ieri sera, 22 febbraio 2007, il Consiglio Comunale di San Felice del Benaco, di cui io sono membro come consigliere di minoranza, è stato chiamato ad esprimersi circa l’approvazione del bilancio di previsione per l’anno 2007 e altre disposizioni a ciò strettamente connesse, relative all’addizionale IRPEF e alle aliquote sull’ICI.
La presentazione del bilancio di previsione 2007 era stata fatta in un consiglio comunale precedente, durante il quale non era stato però possibile dibattere in merito. Il consigliere delegato al bilancio si era in quella occasione limitata ad una presentazione tecnica, poco più articolata del dire quali fossero le previsioni di entrata e di uscita.
In sede di dibattito per l’approvazione io mi aspettavo qualche delucidazione in più relativamente alle scelte fatte, invece nulla.
Allora io ho espresso le mie motivazioni per il voto successivo, che sarebbe stato contrario.
Io avrei votato contro un bilancio del quale mi risultava impossibile comprendere la “progettualità” su cui si basa.
Se escludiamo infatti la parte rigida del bilancio, legata alle spese per far funzionare la macchina amministrativa, io ritengo che la parte restante del bilancio debba essere impostata rispondendo alla domanda “Quali sono le esigenze della nostra comunità e in che modo riteniamo opportuno farvi fronte?”.
Facciamo un esempio: San Felice del Benaco si definisce comune turistico. E per questo una parte consistente delle nostre risorse viene dedicata a questo settore, attraverso l’adesione alla Comunità del Garda e alla Riviera dei Castelli, nonché all’organizzazione di manifestazioni e iniziative di tipo turistico. Ma qual è il “disegno” che sta dietro tutto ciò? Quali sono gli obiettivi che ci si prefigge di raggiungere attraverso tali azioni? Rispondiamo realmente alle esigenze del settore turistico organizzando un calendario fittissimo di manifestazioni concentrate nei tre mesi estivi?
Ma ancora, se ci spostiamo in un altro settore, altrettanto importante, quello dei servizi sociali, quali sono i problemi sociali di un comune come il nostro? E questa amministrazione, ne è veramente consapevole e sta andando nella direzione del fornire una risposta a tali problemi? Io ho qualche perplessità, dal momento che nessuno dice nulla riguardo al disagio giovanile che emerge dai fatti di cronaca riportati anche dal Suo giornale, che ci mettono di fronte al fatto reale che la nostra frazione di Portese fosse centro di spaccio di sostanze stupefacenti, prima dell’intervento dei Carabinieri.
E cosa fa la nostra amministrazione? Organizza manifestazioni, dedica risorse ad un servizio di trasporto dei turisti dai campeggi verso gli altri comuni del Garda, in modo che possano andare alle feste, ai mercatini…
Io invitavo pertanto ad una riflessione su queste ed altre questioni, riconducibili in sintesi ad un discorso di progettualità per il futuro di San Felice del Benaco.
A fronte di queste mie riflessioni NESSUNO della maggioranza ha ritenuto di doversi esprimere, mentre si è dibattuto solo relativamente ad alcuni emendamenti proposti da altri consiglieri di minoranza che chiedevano tra l’altro un paio di servizi igienici in corrispondenza delle spiagge e della pista ciclabile, e di rivedere i costi dell’isola ecologica per lo smaltimento dei rifiuti.
Di fronte al silenzio assoluto sui temi da me sollevati, ho chiesto al Sindaco se io dovessi prendere atto del fatto che la discussione del bilancio si limitava al problema dei bagni e dell’isola ecologica.
E lui cosa mi ha risposto?
Le questioni che io avevo sollevato, come pure le questioni sollevate da un altro consigliere di minoranza, che invitava a riflettere sulle difficoltà economiche con le quali le famiglie si trovano a dover fare i conti anche per effetto delle scelte attuate dall’amministrazione comunale, tutte queste questioni erano, secondo il Sindaco, questioni di carattere POLITICO, alle quali quindi non riteneva di dover dare risposa in quella sede.
Confesso che questa sua posizione mi ha lasciata allibita.
Ma allora, se non dobbiamo parlare di scelte politiche, qual è il ruolo di un Consiglio Comunale? Quello di verificare che l’ufficio ragioneria abbia fatto bene i conti? Questo non è forse compito del revisore?
Io ho un’idea diversa sul ruolo che dovrebbe avere un amministratore e sul ruolo che dovrebbe avere un Consiglio Comunale.
Ma forse sono io che non capisco cosa sia la politica. Sono io che non riesco a cogliere lo spessore politico degli amministratori che abbiamo.

Michela Tiboni
Consigliere comunale DS
San Felice del Benaco

Articolo originale? Eccolo, copia questo link:
http://cambiamoinsieme.blogspot.com/2007/08/quali-compiti-per-un-consiglio-comunale.html

Quali compiti per un consiglio comunale?

Il 6 marzo 2007 il giornale Bresciaoggi pubblicava questa mia Lettera al Direttore, sul tema del ruolo che dovrebbe avere un Consiglio Comunale, in particolare quando si tratta di parlare di bilancio.

Caro Direttore,
vorrei sottoporre a Lei e ai suoi lettori una riflessione sul ruolo politico che ha, o che, secondo me, dovrebbe avere, un Consiglio Comunale.
Ieri sera, 22 febbraio 2007, il Consiglio Comunale di San Felice del Benaco, di cui io sono membro come consigliere di minoranza, è stato chiamato ad esprimersi circa l’approvazione del bilancio di previsione per l’anno 2007 e altre disposizioni a ciò strettamente connesse, relative all’addizionale IRPEF e alle aliquote sull’ICI.
La presentazione del bilancio di previsione 2007 era stata fatta in un consiglio comunale precedente, durante il quale non era stato però possibile dibattere in merito. Il consigliere delegato al bilancio si era in quella occasione limitata ad una presentazione tecnica, poco più articolata del dire quali fossero le previsioni di entrata e di uscita.
In sede di dibattito per l’approvazione io mi aspettavo qualche delucidazione in più relativamente alle scelte fatte, invece nulla.
Allora io ho espresso le mie motivazioni per il voto successivo, che sarebbe stato contrario.
Io avrei votato contro un bilancio del quale mi risultava impossibile comprendere la “progettualità” su cui si basa.
Se escludiamo infatti la parte rigida del bilancio, legata alle spese per far funzionare la macchina amministrativa, io ritengo che la parte restante del bilancio debba essere impostata rispondendo alla domanda “Quali sono le esigenze della nostra comunità e in che modo riteniamo opportuno farvi fronte?”.
Facciamo un esempio: San Felice del Benaco si definisce comune turistico. E per questo una parte consistente delle nostre risorse viene dedicata a questo settore, attraverso l’adesione alla Comunità del Garda e alla Riviera dei Castelli, nonché all’organizzazione di manifestazioni e iniziative di tipo turistico. Ma qual è il “disegno” che sta dietro tutto ciò? Quali sono gli obiettivi che ci si prefigge di raggiungere attraverso tali azioni? Rispondiamo realmente alle esigenze del settore turistico organizzando un calendario fittissimo di manifestazioni concentrate nei tre mesi estivi?
Ma ancora, se ci spostiamo in un altro settore, altrettanto importante, quello dei servizi sociali, quali sono i problemi sociali di un comune come il nostro? E questa amministrazione, ne è veramente consapevole e sta andando nella direzione del fornire una risposta a tali problemi? Io ho qualche perplessità, dal momento che nessuno dice nulla riguardo al disagio giovanile che emerge dai fatti di cronaca riportati anche dal Suo giornale, che ci mettono di fronte al fatto reale che la nostra frazione di Portese fosse centro di spaccio di sostanze stupefacenti, prima dell’intervento dei Carabinieri.
E cosa fa la nostra amministrazione? Organizza manifestazioni, dedica risorse ad un servizio di trasporto dei turisti dai campeggi verso gli altri comuni del Garda, in modo che possano andare alle feste, ai mercatini…
Io invitavo pertanto ad una riflessione su queste ed altre questioni, riconducibili in sintesi ad un discorso di progettualità per il futuro di San Felice del Benaco.
A fronte di queste mie riflessioni NESSUNO della maggioranza ha ritenuto di doversi esprimere, mentre si è dibattuto solo relativamente ad alcuni emendamenti proposti da altri consiglieri di minoranza che chiedevano tra l’altro un paio di servizi igienici in corrispondenza delle spiagge e della pista ciclabile, e di rivedere i costi dell’isola ecologica per lo smaltimento dei rifiuti.
Di fronte al silenzio assoluto sui temi da me sollevati, ho chiesto al Sindaco se io dovessi prendere atto del fatto che la discussione del bilancio si limitava al problema dei bagni e dell’isola ecologica.
E lui cosa mi ha risposto?
Le questioni che io avevo sollevato, come pure le questioni sollevate da un altro consigliere di minoranza, che invitava a riflettere sulle difficoltà economiche con le quali le famiglie si trovano a dover fare i conti anche per effetto delle scelte attuate dall’amministrazione comunale, tutte queste questioni erano, secondo il Sindaco, questioni di carattere POLITICO, alle quali quindi non riteneva di dover dare risposa in quella sede.
Confesso che questa sua posizione mi ha lasciata allibita.
Ma allora, se non dobbiamo parlare di scelte politiche, qual è il ruolo di un Consiglio Comunale? Quello di verificare che l’ufficio ragioneria abbia fatto bene i conti? Questo non è forse compito del revisore?
Io ho un’idea diversa sul ruolo che dovrebbe avere un amministratore e sul ruolo che dovrebbe avere un Consiglio Comunale.
Ma forse sono io che non capisco cosa sia la politica. Sono io che non riesco a cogliere lo spessore politico degli amministratori che abbiamo.

Michela Tiboni
Consigliere comunale DS
San Felice del Benaco

Articolo originale? Eccolo, copia questo link:
http://cambiamoinsieme.blogspot.com/2007/08/quali-compiti-per-un-consiglio-comunale.html

Quali compiti per un consiglio comunale?

Il 6 marzo 2007 il giornale Bresciaoggi pubblicava questa mia Lettera al Direttore, sul tema del ruolo che dovrebbe avere un Consiglio Comunale, in particolare quando si tratta di parlare di bilancio.

Caro Direttore,
vorrei sottoporre a Lei e ai suoi lettori una riflessione sul ruolo politico che ha, o che, secondo me, dovrebbe avere, un Consiglio Comunale.
Ieri sera, 22 febbraio 2007, il Consiglio Comunale di San Felice del Benaco, di cui io sono membro come consigliere di minoranza, è stato chiamato ad esprimersi circa l’approvazione del bilancio di previsione per l’anno 2007 e altre disposizioni a ciò strettamente connesse, relative all’addizionale IRPEF e alle aliquote sull’ICI.
La presentazione del bilancio di previsione 2007 era stata fatta in un consiglio comunale precedente, durante il quale non era stato però possibile dibattere in merito. Il consigliere delegato al bilancio si era in quella occasione limitata ad una presentazione tecnica, poco più articolata del dire quali fossero le previsioni di entrata e di uscita.
In sede di dibattito per l’approvazione io mi aspettavo qualche delucidazione in più relativamente alle scelte fatte, invece nulla.
Allora io ho espresso le mie motivazioni per il voto successivo, che sarebbe stato contrario.
Io avrei votato contro un bilancio del quale mi risultava impossibile comprendere la “progettualità” su cui si basa.
Se escludiamo infatti la parte rigida del bilancio, legata alle spese per far funzionare la macchina amministrativa, io ritengo che la parte restante del bilancio debba essere impostata rispondendo alla domanda “Quali sono le esigenze della nostra comunità e in che modo riteniamo opportuno farvi fronte?”.
Facciamo un esempio: San Felice del Benaco si definisce comune turistico. E per questo una parte consistente delle nostre risorse viene dedicata a questo settore, attraverso l’adesione alla Comunità del Garda e alla Riviera dei Castelli, nonché all’organizzazione di manifestazioni e iniziative di tipo turistico. Ma qual è il “disegno” che sta dietro tutto ciò? Quali sono gli obiettivi che ci si prefigge di raggiungere attraverso tali azioni? Rispondiamo realmente alle esigenze del settore turistico organizzando un calendario fittissimo di manifestazioni concentrate nei tre mesi estivi?
Ma ancora, se ci spostiamo in un altro settore, altrettanto importante, quello dei servizi sociali, quali sono i problemi sociali di un comune come il nostro? E questa amministrazione, ne è veramente consapevole e sta andando nella direzione del fornire una risposta a tali problemi? Io ho qualche perplessità, dal momento che nessuno dice nulla riguardo al disagio giovanile che emerge dai fatti di cronaca riportati anche dal Suo giornale, che ci mettono di fronte al fatto reale che la nostra frazione di Portese fosse centro di spaccio di sostanze stupefacenti, prima dell’intervento dei Carabinieri.
E cosa fa la nostra amministrazione? Organizza manifestazioni, dedica risorse ad un servizio di trasporto dei turisti dai campeggi verso gli altri comuni del Garda, in modo che possano andare alle feste, ai mercatini…
Io invitavo pertanto ad una riflessione su queste ed altre questioni, riconducibili in sintesi ad un discorso di progettualità per il futuro di San Felice del Benaco.
A fronte di queste mie riflessioni NESSUNO della maggioranza ha ritenuto di doversi esprimere, mentre si è dibattuto solo relativamente ad alcuni emendamenti proposti da altri consiglieri di minoranza che chiedevano tra l’altro un paio di servizi igienici in corrispondenza delle spiagge e della pista ciclabile, e di rivedere i costi dell’isola ecologica per lo smaltimento dei rifiuti.
Di fronte al silenzio assoluto sui temi da me sollevati, ho chiesto al Sindaco se io dovessi prendere atto del fatto che la discussione del bilancio si limitava al problema dei bagni e dell’isola ecologica.
E lui cosa mi ha risposto?
Le questioni che io avevo sollevato, come pure le questioni sollevate da un altro consigliere di minoranza, che invitava a riflettere sulle difficoltà economiche con le quali le famiglie si trovano a dover fare i conti anche per effetto delle scelte attuate dall’amministrazione comunale, tutte queste questioni erano, secondo il Sindaco, questioni di carattere POLITICO, alle quali quindi non riteneva di dover dare risposa in quella sede.
Confesso che questa sua posizione mi ha lasciata allibita.
Ma allora, se non dobbiamo parlare di scelte politiche, qual è il ruolo di un Consiglio Comunale? Quello di verificare che l’ufficio ragioneria abbia fatto bene i conti? Questo non è forse compito del revisore?
Io ho un’idea diversa sul ruolo che dovrebbe avere un amministratore e sul ruolo che dovrebbe avere un Consiglio Comunale.
Ma forse sono io che non capisco cosa sia la politica. Sono io che non riesco a cogliere lo spessore politico degli amministratori che abbiamo.

Michela Tiboni
Consigliere comunale DS
San Felice del Benaco

Articolo originale? Eccolo, copia questo link:
http://cambiamoinsieme.blogspot.com/2007/08/quali-compiti-per-un-consiglio-comunale.html