Tag: giustizia

Forse basta una scoreggia.

Credo che Umberto Bossi sia un Genio.
Lo dico veramente, non sto scherzando. E’ riuscito, in pochi anni, a fare cose che gli altri hanno impiegato oltre sessant’anni ad attuare.
La rete di potere che la Lega ha organizzato non ha eguali. Il controllo del potere è l’obbiettivo principale di ogni Partito, ma la Lega è riuscita […]

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Farnesina riscopre l’orgoglio italiano! Bravissimi!

Erano anni che l’Italia non alzava la testa e permetteva a chiunque di fare ogni tipo di affermazione.
Pensavo che il caso delle accuse di xenofobia mosse dal ministro spagnolo Maria Teresa Lopez de la Vega e la richiesta di scuse avanzata dalla Farnseina fosse stato un caso isolato.
Invece no…sembra davvero che qualcosa sia cambiato, l’Italia […]

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I want to believe (in nothing)

“Cavaliere, ma dove li prende tutti questi numeri?” “Da questo foglietto qui” (Daniele Luttazzi)

C’ero rimasto un po’ male venendo a sapere che Lui a Matrix non ci voleva più andare, “sarà colpa di Mentana”, ho pensato. In fondo anche a me sta antipatico Mentana, con quel ghigno ebete (credo sia l’unica persona del mondo a saper ghignare in maniera ebete) e quella propensione a spacciarsi per giornalista imparziale. A Mediaset. Sul serio, non mi piacciono quelli che le sparano grosse. A parte Lui, s’intende, che le spara talmente grosse da fare il giro completo e farle sembrare nuovamente frasi sensate. Voglio dire, per rispondere al bisogno di leader spirituali che ci portiamo dietro da quando abbiamo visto cadere il primo fulmine nella savana, centinaia di migliaia di anni fa, ci vuole uno che le sappia sparare abbastanza grosse per cui crederci non costi troppa fatica. Pensateci bene:

“va che roba lassu!”
“credo sia una scarica elettrica di grandi dimensioni che si libera nell’atmosfera, dev’essere perchè le nuvole e il suolo hanno una grande differenza di potenziale elettrico”
“scarica che? ma va a ciapà i ratt…”
“sarà qualcosa di molto incazzato che viene giù e chiede sacrifici umani per non abbrustolirci allora!”
“ehi, e tu come lo sai? riesci a parlarci?”

Fatto sta che Matrix alla fine no, ma il suo show non ce l’ha negato (l’avranno riempito di richieste, e lui non si tira mai indietro davanti al suo pubblico), anzi, volete mettere un bel monologo come quello di ieri? altro che Mentana (e il suo ghigno). Oddio, il repertorio sta cominciando a essere sempre quello, ma da un pubblico che continua a vedere Zelig stagione dopo stagione (io ho visto Zelig solo nel 2003 e nel 2004, poi ho smesso perchè a vedere repliche mi annoio) non è che potete aspettarvi una grande passione per le novità. A proposito di novità, mi è tornato in mente che nell’ultimo fuoco d’artificio di campagna elettorale aveva promesso di levare il bollo! devo segnarmelo che sennò me lo dimentico di nuovo, sapete se ha fatto qualcosa a proposito? sul serio, sono abbastanza curioso (anche se non ho una macchina). A proposito, ieri me n’è venuta in mente un’altra da sparare, nel caso qualcuno in alto stesse leggendo questo blog (mi rivolgo a te, misterioso personaggio che accedi dalla sezione admin del sito di Paolo Guzzanti) suggerisca: si potrebbe far eleggere i giudici dal popolo, o meglio ancora istituirli in quota ai partiti eletti (tot giudici Pdl, tot giudici Pd, tot giudici Lega ecc…), tanto per arricchire i monologhi sulla magistratura con qualche battuta nuova. Per me qualcuno che vi segue lo trovate (chiedete a Ferrara magari, è un po’ che non si presta a qualche battaglia).

Tornando seri, la notizia non è tanto la ridda di invettive che come al solito il Cavaliere estrae dal cilindro ogni tanto, ma che il suo consenso nonostante tutto (decreti visibilmente pro domo sua, bufale come la robin hood tax, cartoline dal ventennio in materia di immigrazione) non diminuisca. Come faccio a saperlo? Per una volta ho dato retta ai suoi sondaggi. E voi direte, ma non l’hai ancora capita? quello i sondaggi se li fa fare dagli amici suoi, sai come sono fatti i sondaggi, figurati se sono attendibili. Eppure questa volta mi sa che lo sono, per il semplice fatto che, invece delle solite esagerazioni, Mr B ha sparato un misero 0,3% di aumento nei consensi. Roba che in confronto io dovrei offrire da bere a tutto il paese per i minimi incrementi di accessi al blog di questo mese (a proposito, grazie). A questo punto cosa ci resta da fare? io non sono uno di quelli che pontifica su quanto siano scemi gli italiani a seguirlo (anche se talvolta, mea culpa, mi capita di pensarlo), ma continuo a credere che sia grave se una parte sempre più consistente degli italiani inverte il trend negativo che Forza Italia aveva imboccato qualche anno fa.

Non credo che la soluzione sia smettere di demonizzare Berlusconi, voglio dire, ammesso che lo si sia mai fatto. Ha una bella faccia tosta Dalema a sostenere che Berlusconi è solo un sintomo e che con lui si deve dialogare sulle riforme per ovviare alla situazione, visto che lui col suo dialogo finora non ha fatto altro che peggiorare questo sintomo che, lasciatemelo dire, è un po’ troppo grosso per sperare di poter essere curato agendo sulle cause che l’hanno creato. È come se dopo aver contratto una brutta malattia per non aver usato il preservativo noi cominciassimo a fare solo sesso protetto: tutto ok, ma se non ti curi la malattia muori lo stesso. Per questo la manifestazione dell’8 luglio (salvo autosputtanamenti dell’ultima ora) è un momento irrinunciabile (io purtroppo ho un esame proprio quel giorno), perchè hai voglia a impegnarsi su temi più “essenziali” (in un ottica di cacciatori-raccoglitori), se non si cura il cancro che affligge informazione e giustizia (e che, mi spiace per Dalema, si chiama Silvio Berlusconi) non si puo sperare di ottenere niente. Nemmeno un dialogo efficace, che richiede necessariamente la parità degli interlocutori.

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Arriva Umberto!

Aaaahh, ah ah ah ah.
Arriva Umberto – Eccomi qua! -,
il fratel Umberto – Aah ah -,
direttamente qui dal varietà.
Irresistibile, irrefrenabile – Oh oh oh -,
chissà che cosa ci racconterà – Mah?!? -.
Stasera qui con noi, a routa libera per farci divertire a più non posso.
Arriva Umberto – Eccomi! -,
con la sua orchestra – Eccoci!
per trasformar la sera in una feeeesta, in una festa, in una festa.
Ehi, ragazzi, sentite qua: Prrrrr -. Ah ah ah ah.
Irresistibile, irrefrenabile, tu sì della risata sei il campione.
Arriva Umberto – Sono qua -,
col suo furgone – brum brum
ripieno di allegria e di felicità, E ne ho in serbo altre fortissime!
Felicità, felicità, felicità

Ci pensa lui al dialogo, non vi preoccupate voialtri, orfani del Partito Democratico vecchia maniera. Più credibile della Carfagna alle pari opportunità (ma non quanto lo sarebbe Sbirulino all’istruzione, per fare un confronto), il ministro alle Riforme si propone come paciere tra Berlusconi e Veltroni nel nome di un federalismo fiscale che sarebbe ora di fare, a sentir lui. Non mi fa piacere dire “te l’avevo detto” (anche perchè mi hanno insegnato di non dare confidenza ai tipi loschi), ma l’avevo detto tempo fa che il federalismo se lo scordavano i leghisti, per il semplice motivo che l’Italia (e a questo giro nemmeno Berlusconi) non se lo può permettere. Per questo motivo si è insistito tanto sui temi forzatamente correlati di sicurezza e immigrazione: andavano costruiti obiettivi più urgenti e facilmente spacciabili per in via di risoluzione (il pugno di ferro tira e tirerà sempre, elettoralmente parlando).

Ora, era prevedibile che pure Bossi prima o poi si sarebbe accorto di essere preso per il culo, ma Umberto questa volta ha tutta l’aria di chiedere il bis. Anche perchè lo scivolone dell’altra settimana sui rifiuti campani che verranno accolti (oggi ad ogni modo smentisce) dalla Lombardia tradisce una certa familiarità col modo arcoriano di fare: grandi proclami e soluzioni grossolane ma roboanti sui temi più sensibili e sulle promesse elettorali più complicate da mantenere basso profilo e compromessi. Per i più attenti non c’è molto di nuovo sotto il sole, questa volta i leghisti stanno solo durando un po’ di più prima di scoppiare come fecero nel ’94, quando erano più giovani e incazzati. O forse dovevano semplicemente far ancora presa del tutto su un elettorato presso il quale, fino a pochi giorni fa, erano visibilmente convinti di non rischiare il minimo dissenso.

Per ora erano corsi ai ripari in maniera al solito un po’ caciarona ma efficace, ma la svolta dialogante di Bossi potrebbe rivelarsi un passo falso. Se arriveranno alla fine della legislatura senza il federalismo e con una posizione più ammorbidita nei confronti della sinistra si faranno cannibalizzare dai tanti piccoli gruppi regionali (vi ricordate il Progetto Nord Est?) sempre in agguato, fino a vedere decisamente ridimensionata la loro presenza in parlamento. Che , per inciso, sarebbe magnifico. La domanda chiave è quindi: ci sono o ci fanno? o un allegro mix delle due cose?

Probabilmente è la terza opzione, anche perchè sulle effettive intenzioni di questo partito bravo più che altro a cavalcare la tigre ho sempre mantenuto un sano ammontare dubbi.

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Matrimoni omosessuali, cosa ci vuoi fare?

Prima o poi dovrà succedere, prima o poi qualcuno dovrà usare il buon senso. Forse siamo finalmente più vicini al prima che al poi. Vedetela da questa prospettiva: ci sono un sacco di persone che si amano e vorrebbero dividere la vita nella buona e nella cattiva sorte, finchè morte non li separi. Ora, dovrebbero sposarsi? e in effetti vorrebbero, ma non possono. Sono omosessuali. Prima di sparare un giudizio pensateci bene: sono persone che si amano e non chiedono altro che essere riconosciuti dalla società in cui, purtroppo o perfortuna, hanno il fato di vivere. Una volta si lottava per avere il diritto di voto, ora la lotta si è spostata su altri temi e su categorie più ristrette, ma sempre di diritto al riconoscimento si parla: non facendo sposare gli omosessuali non fate altro che ignorare un fenomeno, convinti (in maniera un po’ infantile) che le cose senza nome non esistano. Non sembra più una cosa molto intelligente, vero?

Ad ogni modo tutto questo era solo per prepararvi al pezzo di oggi, che in realtà non vuole convincere nessuno ma solo riportare un buona notizia a proposito dei matrimoni tra persone dello stesso sesso in Italia. Si, matrimoni. Non Pacs, Dico o quant’altro, tutti provvedimenti approssimativi e, per quello che si è visto, incapaci di superare lo scoglio di una discussione parlamentare che risente di un’aria decisamente viziata, a proposito di etica, da correnti vaticane. Per una volta pare però che la soluzione possa essere molto più semplice; a prendere l’iniziativa (anche in vista del prossimo Bologna Pride di sabato) è l’associazione radicale Certi Diritti, attiva sul fronte delle battaglie per il riconoscimento dei diritti a gay, lesbiche, transgender e chi più ne ha più ne metta (scusate l’orrido doppiosenso). A dare voce a questa iniziativa è per ora (o perlomeno io l’ho trovata qui) questo articolo di Galileo.it, dove viene spiegato a grandi linee il progetto del tentativo di inserire il matrimonio omosessuale in Italia sfruttando il funzionamento stesso della giurisprudenza italiana, che in assenza di direttive precise (come nel caso del mai definito matrimonio) si basa sull’interpretazione delle norme esistenti. Mi spiego? Mi spiego:

Il codice civile, dicono quelli di Certi Diritti, non definisce da nessuna parte il matrimonio in maniera tanto precisa da specificare l’eterosessualità dei contraenti. Perchè fino ad ora non si sono potuti sposare coniugi dello stesso sesso? In parte perchè si segue la “tradizione sociale vigente”, in parte perchè si interpretano alcune norme collaterali che in realtà parlano solo di incapacità a procreare (difatti si può annullare un matrimonio se uno dei due coniugi è impotente o sterile). Pertanto non dovrebbero potersi sposare tutti coloro che non possano avere prole. Capite anche voi che non è il caso di cominciare a ragionare in questa maniera, perciò finora si è vietato ai soli omosessuali di sposarsi, con la solita maniera tutta italiana di chiudere solo (e sempre) gli occhi che ci va di chiudere.

Cosa succede però nei casi in cui la legislazione italiana sia carente? si seguono, in fase di attuazione delle norme, le disposizioni costituzionali. Fateci caso se avete una costituzione sottomano, il famoso articolo 29 recita

La Repubblica riconosce i diritti della famiglia come società naturale fondata sul matrimonio. Il matrimonio è ordinato sulla eguaglianza morale e giuridica dei coniugi, con i limiti stabiliti dalla legge a garanzia dell’unità familiare

e se ci aggiungiamo l’articolo 3

Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali. È compito della Repubblica rimuove gli ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando di fatto la libertà e l’eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l’effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all’organizzazione politica, economica e sociale del Paese.

otteniamo una situazione incredibilmente favorevole ai matrimoni tra omosessuali. Non fatevi ingannare da quel “naturale”, dopotutto non c’è niente di naturale nel nostro attuale istituto matrimoniale (che di fatto è una costruzione sociale risalente a nemmeno troppi secoli fa), s’intende semmai quel bisogno di costruire dei nuclei sociali che in effetti fino a un certo punto possiamo chiamare naturale. Ad ogni modo qui casca l’asino per l’associazione Certi Diritti, e stando così le cose l’iniziativa ha effettivamente qualche possibilità di riuscire

Un “inganno percettivo” molto diffuso in Italia, ha portato le persone omosessuali a non rivolgersi mai alla giustizia nella convinzione infondata che la legge vietasse espressamente a due persone dello stesso sesso di sposarsi. È, invece, arrivato il momento di far valere il proprio essere cittadini di questo Paese, chiedendo ai giudici di riconoscere il proprio diritto di formare una famiglia, modificando un’intepretazione che non è più aderente all’evoluzione del contesto sociale.*

Quello che fattivamente si propongono di fare è presentare una serie di richieste di pubblicazione degli atti (il passaggio precedente alla richiesta di matrimonio, se ho capito bene) da parte di coppie omosessuali e impugnare i rifiuti che seguiranno presso i tribunali competenti (assistiti gratuitamente dagli avvocati della rete Lenford), cercando così di ottenere una nuova interpretazione giurisprudenziale della norma che permetta di estendere il matrimonio civile alle coppie omosessuali.

Pensateci un attimo: sarebbe finalmente riconosciuto un diritto fondamentale per una parte sempre più consistente della società senza infinite discussioni parlamentari, polemiche vaticane o lamentele di Ferrara e compagni, non è un buon motivo per auguarselo? Ecco, perciò se avete qualche amico tra i giudici competenti fategli un fischio e convincetelo a dare una mano alla causa, questa volta ci vuole davvero poco.

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Paolo Guzzanti è un ologramma

Non c’è altra spiegazione (non c’è altra spiegazione rassicurante). Si sta dando così tanto da fare nel battere ogni record di insipienza che qualche creazionista ha cominciato a utilizzare lui e i suoi figli come prova a confutazione della teoria dell’ereditarietà dei caratteri genetici.

Ogni tanto cedo alla tentazione di mettermi a leggere qualcosa che so mi porterà soltanto pentimento, raccapriccio e stridor di denti: Libero a casa dei miei, la Fenomenologia dello Spirito di Hegel e (da ultimo ma primo a suo modo) il blog di Paolo “semprelucido” Guzzanti.Andateci anche voi tutte le volte che credete ormai di aver fatto il callo alle mistificazioni, alle cazzate e al surrealismo più spinto, è sempre meglio rendersi conto per tempo di quanto ci si debba sempre mettere in discussione anche su queste cose. Ad ogni modo, il post che ha suscitato questo rigurgito (o il rigurgito che ha suscitato questo post) è questo, dove l’incredibile Paolone attacca una certa “sinistra furiosa” e dimostra di credere in Veltroni e nelle sue capacità di costruire una nuova sinistra.

La cosa gravissima è che l’ala furiosa della sinistra non ha la minima esitazione a giocare la sua partita delegittimando tutto: il campo, gli arbitri, gli spettatori, ovvero il Parlamento, le cariche istituzionali a cominciare dl Presidente della Repubblica e il popolo sovrano. Questi, il popolo sovrano, non sanno neanche che cosa sia, non gliene importa assolutamente niente e dell’elettorato e pensano che se ha votato Berlusconi è un elettorato da buttare, da vilipendere, da uccidere, non da rispettare. La cosa patetica è che a loro non importa assolutamente nulla del Paese, dei suoi problemi e della gente e cercano – quelli della sinistra furiosa – di riaprirsi uno spazio, di conquistare un passaggio a Nord Ovest, a fare tattica, teatro, manfrina e impedire che si faccia politica.

Esattamente, questo bene del popolo in cosa consisterebbe? nel bloccare processi su processi che hanno l’unica colpa di essere simili (nemmeno troppo, basta stare sotto i 10 anni di pena massima e riferirsi a reati precedenti al 2003) a quello nel quale è indagato Berlusconi? ah già, i famosi reati più gravi da far passare avanti (a scapito di quelli minori che praticamente ottengono la prescrizione, dato che se il blocco è di un anno i tempi per far ripartire il processo sono più lunghi ancora). Peccato che il limite di 10 anni includa reati decisamente gravi, e che in teoria non si dovrebbe poter decidere che alcuni processi sono di serie A ed altri di serie B (per tacere dei cittadini). Facciamo una cosa, visto che il post prosegue coi soliti strilli contro la magistratura che dovrebbe essere sottomessa al parlamento come, secondo Guzzanti, accade in tutte le democrazie (credo si riferisca alle sue partite a Civilization), istituiamo un bel tribunale unico, come si faceva una volta: un tot di ore al giorno il Cavaliere dà udienza e decide caso per caso cosa si fà (dite che a Salomone non si è ancora paragonato? ci arriverà, ci arriverà…). Prendendo qualche scherano per i casi minori (così troviamo un posticino anche per Brambilla & co.) si possono officiare un centinaio di casi al giorno a un quarto d’ora per caso, 365.000 processi all’anno quei comunisti del Csm se li sognano.

Poi il nostro eroe comincia a sproloquiare su Veltroni che, a sentir lui, non sarebbe capace di tenere a bada gli antiberlusconiani con proposte nuove:

E’ chiaro che se al suo popolo gli dai la polpetta avvelenata dell’antiberlusconismo tossico, quello in parte se la mangia, poi vomita, poi piange di disperazione per l’impotenza, ma si sente rincuorato. […] il neogiustizialismo nasce e divampa perché hanno sentito l’odore della paura di Veltroni. Veltroni non ha avuto la forza di dire che le proposte di Berlusconi in materia di giustizia sono giuste perché proteggono la democrazia e si è fatto prendere in contropiede da coloro che muoiono dalla voglia di tornare ai vecchi schemi propagandistici che non portano da nessuna parte, ma saziano l’ego, l’abbuffano di gratificazioni senza storia, come la panna montata.

Ti darò una notizia sconvolgente, Guzzanti: ci siamo tutti rotti le palle di andare contro a Berlusconi. Per questo tra i tanti a credere che sarebbe diventato uno statista ci stava pure qualcuno in buona fede (pirla, ma in buona fede): perchè voleva crederci. Davvero, è sfibrante. Come si può andare avanti anni e anni a contestare una persona che limita le intercettazioni telefoniche (e complica quelle che non limita) in materia di giustizia e ha la faccia tosta di far passare questa cosa per difesa della privacy? Immagina di essere legato a una sedia e chiuso in una stanza assieme a un cieco sordo che continua a raccontare la stessa barzelletta scadente credendo ti faccia ridere ogni volta. Ecco, ci sentiamo esattamente così.

il terreno di gioco si sta ricomponendo secondo vecchi schemi che taglieranno sempre più fuori Veltroni e allontaneranno sempre più il grande obiettivo della pacificazione e della riconciliazione nazionale: a leader debole rispondono mezze tacche infuriate e le mezza tacche infuriate sono assettate di spazio, di visibilità, di sangue, di ghigliottine, di gogne, di Palazzi di Giustizia trasformati in templi della punizione del nemico, sono assetate dalla voglia di togliere al popolo traditore e mascalzone il primato della politica visto che il popolo invece di dare retta a loro vota per Berlusconi, ciò che ai loro occhi delegittima definitivamente il popolo.

Mi sono perso la guerra civile? eppure sono stato attento in questi mesi. La verità è che non c’è nessuna riconciliazione nazionale da fare, la guerra a Berlusconi esiste solo nei vostri vittimismi. A meno che contestare le decisioni e le palesi motivazioni di un leader politico non sia fare la guerra, e sinceramente speravo di salire in montagna per qualcosa di più. Nessuno crede che un voto dato a Berlusconi sia meno valido di un voto dato a chiunque altro, tutti gli oppositori delle politiche berlusconiane credono però di poter far sentire la propria voce anche se non sono dalla parte che ha vinto le elezioni. Soprattutto, credono sia loro dovere esercitare un “controllo” su chi ha vinto le elezioni, e questo accade davvero in tutte le democrazie.

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Giustizia ’spot’

Mi è piaciuto l’intervento del direttore di Panorama Maurizio Belpietro a ‘Graffi Quotidiani’ su Radio 101. Ha parlato di giustizia ed evidenziato come la nostra sia una giustizia che funziona a spot….  della TV!
E’ partito dall’obbligatorietà dell’azione penale (i reati penali vanno tutti perseguiti senza distinzione) e l’indignazione di molti all’intervento della politica nel stabilire […]

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