Rissa al Palio, pugni e urla per un «via»

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Lazise. Sabato la sesta tappa del Palio delle Bisse a Lazise è
finita in rissa. Nonostante la suggestione della regata in notturna,
con una serata tra le migliori della stagione, e una temperatura da
maglioncino, gli animi si sono scaldati a tal punto da far concludere
la manifestazione nel peggiore dei modi.
Tutto perché l’equipaggio
dell’imbarcazione «Bardolino», non ha accettato il «via» dato dalla
giuria a terra, alla regata della batteria «A», quella dei vogatori più
forti, che correvano per la «Bandiera del Lago 2009».
L’equipaggio
della «Bardolino» ha alzato la mano prima della partenza per segnalare
che la barca, a causa del vento e delle onde che a quell’ora (le 22,30)
si erano fatti intensi, era finita contro la boa. Il segnale porta a
ripetere l’operazione di allineamento delle barche, «altrimenti chi è
contro la boa parte con delle remate di svantaggio», ha precisato
Pierfrancesco Mafezzoli, il vogatore del «Bardolino» che ha scatenato
la rissa. La giuria a terra però non ha visto il segnale, anche perché
la barca si trovava in sesta posizione esterna, quindi in mezzo
all’acqua e al buio, così lo sparo di partenza è stato dato lo stesso. 

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Neanche
il tempo di annunciare la classifica della regata, che Mafezzoli si è
catapultato come una furia sul molo di attracco dei battelli, dove si
trovavano i giurati e con un pugno ha sfondato il tavolino dove stavano
scrivendo i tempi di arrivo. Si è scatenato così un parapiglia di
persone che tentavano di immobilizzare Mafezzoli e tra uno spintone e
l’altro, urla e fuggi fuggi generale, Claudio Malfer ,78 anni e
presidente della Lega Bisse di Garda, nel tentativo di dividere le
persone in lotta, ha preso un colpo al viso e ha iniziato a sanguinare
vistosamente dal naso. Allertata, la Croce Rossa ha prestato soccorso
all’anziano giurato.
Sul posto è poi giunta anche la motovedetta
della polizia di stato di Peschiera che ha verbalizzato quanto
accaduto. Un abbraccio tra Malfer e Mafezzoli ha infine riportato la
pace, anche perché il vogatore che risiede a Garda come il presidente
delle Bisse, ha detto alla polizia: «Non avrei mai voluto che venisse
colpito proprio lui: è mio papà di remo».
Una serata nata male per i
vogatori di Bardolino, poiché poco prima, anche in occasione della
regata della batteria «B», si erano alzate forti contestazioni
dall’imbarcazione «Preonda», anch’essa in postazione esterna (quinta
fila), che nel momento del rush finale è stata rallentata da un
motoscafo che ha invaso il campo di regata. Proteste perché non c’era
un mezzo dei carabinieri o degli organizzatori a tenere lontani i
natanti, che dal largo del campo boe stavano assistendo o avvicinandosi
alla riva. Regate, quindi, non certo da «albo d’oro», ma che fino a
poco prima avevano regalato grandi emozioni al numeroso pubblico
assiepato sulla riva, deciso a godersi la competizione della voga alla
veneta e rimasto esterrefatto per la conclusione della gara. E c’è chi
ha approfittato della confusione generale per fare danni: nel
parcheggio vicino al centro parrocchiale un’auto tedesca aveva il
finestrino sfondato.


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