Operaio morto carbonizzato alla Feralpi, Fabrizio era appassionato di moto e biliardo

Il biliardo, la moto, la pesca. E la sua famiglia, con cui sorrideva tanto perché lui era così: la compagna Moira, le due figlie, quel fratello che amava tanto, mancato pochi mesi fa. Per commemorarlo aveva voluto organizzare un torneo. Il futuro, poi, che stava immaginando forse di delineare accettando una nuova ed entusiasmante sfida. Fabrizio Bignotti abitava da sempre a Castiglione delle Stiviere, lavorava a Lonato e tutto per lui è finito alle 5 di mattina, quando il mezzo sui cui stava lavorando ha preso fuoco mentre stava lavorando nell’area esterna della Feralpi di Lonato.

Cinquantuno anni e una voglia di divertirsi che scatenava coltivando le sue tre più grandi passioni. Tutte e tre con grande dedizione, prendendole molto sul serio. Un po’ come faceva con ogni cosa: il sorriso che aveva sempre dipinto in volto era l’abito con cui vestiva la sua serietà. Sul lavoro come negli innumerevoli hobby, tanto quanto in famiglia.

Appassionato pescatore, frequentava i laghetti della zona, partecipava a gare di pesca e su Facebook amava raccontarsi anche in questa veste: sono tante le fotografie di lui, sorridentissimo, con un qualche enorme pesce appena catturato.

Con la moto poi amava i viaggi con la sua Moira, la passione per il custom e le gite tra bikers. La notizia della morte di Bignotti è rimbalzata da un gruppo di motociclisti all’altro, e non solo nella zona del Mantovano e del Bresciano, ma anche in altri angoli della Penisola, che aveva toccato in sella alla sua moto e dove aveva stretto amicizie.

EMBED [Il post dell’associazione Melagioco]

Amicizie, come quelle che nell’ultimo anno e mezzo lo avevano avvicinato in maniera indissolubile all’associazione sportiva Melagioco di Montichiari. Con la sua Moira e una delle figlie, avevano iniziato a occuparsi in particolare del biliardo. Lui era diventato consigliere del sodalizio, attivo da un decennio in via Falcone, aveva messo la sua impronta. Aveva fortemente voluto organizzare, in dicembre, un torneo in memoria del fratello Federico, malato da tempo e venuto a mancare qualche mese prima. E stava pensando di impegnarsi ancora di più in questa attività: con il presidente Daniele Treccani ormai prossimo a lasciare, stava valutando di proseguire quell’esperienza.

Sulla pagina di Melagioco le parole che in tanti hanno condiviso: «A volte la vita è davvero crudele e imprevedibile».

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