Musica e innovazione

L’intervento di Carlo Boccadoro ieri al Cefriel è stato davvero molto stimolante e già lo ha fatto notare Antonio che era presente.

Mi ha colpito la grande maestria di Carlo nel condurre l’incontro come se stesse dirigendo un pezzo d’opera: le pause, il ritmo con cui passava da un tema all’altro, sembravano studiati anche se, so per certo, che "recitava a soggetto", seguendo l’istinto.

La scelta dei brani proposti come spunti di riflessione (Arvo Part, John Cage, Bela Bartok, Steve Reich) è stata perfetta, su ciascuno ha fatto riflettere sulle diverse facce dell’innovazione partendo dalla musica, spesso dalla assoluta semplicità da cui scaturisce l’idea o dalla necessità di un budget ristretto, dalla scala di do maggiore usata da Part o dall’utilizzo del pianoforte preparato di Cage.

E poi il ritorno più volte (come un tema di una sinfonia) al concetto che la composizione, come l’innovazione, richiede grande determinazione, spesso tempi molto ma molto più lunghi di quelli che si vorrebbero e per chi è abituato a tempi sempre frenetici proprio questo mi pare lo spunto più profondo: l’onestà intellettuale dell’artista che crede fermamente nel suo lavoro e che non cede alle lusinghe dell’applauso pur di mantener fede al suo reale obiettivo.

Alla fine il vero privilegio è stato uscire a cena con Carlo e Alfonso e ascoltarli parlare di rock: come due tifosi di calcio che conoscono tutte le partite, tutte le formazioni, loro citavano musicisti, album, esecuzioni, varianti.Chissà se anche gli altri direttori d’orchestra sanno presentare Mahler come fa lui nel DVD della De Agostini e nel contempo parlare di Ralph Towner e del suo ultimo album con Paolo Fresu (fantastico, tra l’altro).

Averlo a Desenzano il prossimo mese sarà un vero privilegio.

Vai articolo originale: http://blog.gigitaly.it/2010/01/musica-e-innovazione.html

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