Ecco spiegato l’arcano

Da L’arena www.larena.it

Garda. Cittadini
mobilitati contro la vendita e la trasformazione dell’ex cinema
parrocchiale. Alcuni di loro hanno inviato lettere al vescovo Giuseppe
Zenti, con cui spiegano il proprio disagio nei confronti dell’ipotesi
di una trasformazione commerciale di un’area considerata da sempre
luogo sociale dei gardesani.

Il consigliere di minoranza Fabrizio
Comencini ha depositato un’interpellanza urgente in comune. È iniziata
anche una raccolta di firme per fermare l’operazione. È sceso in campo
pure Angelo Cresco. Tutti chiedono che sia il comune ad acquistare l’ex
cinema per trasformarlo in centro servizi.

La storia del cinema la
racconta Cresco, oggi membro della direzione nazionale del partito
socialista. «Ho appreso con grande tristezza della sua alienazione. Il
terreno venne donato dalla contessina Albertini nel ’54-’55 alla
parrocchia, con la volontà che venisse costruito un luogo di
socializzazione per bambini e ragazzi. Noi tutti a Garda lo abbiamo
sempre chiamato oratorio, perché è stato il campo giochi per tutti
noi». «In seguito fu costruito il cinema, frequentato da generazioni di
gardesani e non. Oggi vedo cancellare le radici di quella scelta fatta
a favore della comunità per costruire una ventina di appartamenti.
Questo è reso possibile dalle modifiche al Prg fatte su misura oltre 11
anni fa. L’attuale sindaco, Davide Bendinelli, quattro anni fa ha
inviato una lettera alla parrocchia, chiedendo che aprisse una
trattativa con l’amministrazione, ipotizzando una permuta o l’acquisto
dell’area da parte del comune. Ora non capisco questo cambio di
direzione». Cresco prosegue: «Credo che comune e parrocchia possano
concordare una linea che metta quell’area a disposizione dei cittadini,
vi si potrebbe realizzare un parcheggio interrato a due piani, un
ritrovo per ragazzi e dei mini appartamenti per anziani e giovani
coppie».

Alcuni passaggi delle lettere al vescovo: «Sono rimasto
molto deluso dalla trattativa quasi segreta che la parrocchia, senza
mettere al corrente nemmeno il consiglio pastorale, ha fatto con dei
privati… L’intera comunità, a suo tempo, ha contribuito economicamente
in maniera significativa alla costruzione del cinema come bene di
tutti… Ora ci verranno tolti 200 posti auto e non verrà fatta nessuna
opera a favore della gente. Perché il comune non vuole assumersi l’
onere di comprare l’area? Chiedo trasparenza alla parrocchia su questa
delicata fase, quindi chiedo a Lei di esserci vicino e di interrompere
questa operazione, rimettendo in piedi la trattativa direttamente con
il nostro comune».

Il sindaco Davide Bendinelli replica: «Il bene è
di proprietà della curia e la destinazione urbanistica (alberghiera,
commerciale, residenziale e artigianale non molesta), è stata stabilita
nel Prg dal mio predecessore Giorgio Comencini. Nel 2005, noi abbiamo
adottato una variante per modificare la destinazione da residenziale a
servizi pubblici e privati. La parrocchia ha contestato la variante,
affermando che la sua approvazione avrebbe comportato un deprezzamento
dell’area e ha minacciato ricorso al Tar, con richiesta risarcimento
danni causati dal cambio di destinazione d’uso».

«La scelta di
dimettere il bene», dice Bendinelli, «è stata solo della curia, che
avrebbe potuto presentare il progetto in comune e ritirare il permesso
a costruire senza autorizzazione di giunta o consiglio. Nonostante
questo, la mia amministrazione ha chiesto alla curia e alla parrocchia
di intervenire ristrutturando la chiesa di Santo Stefano di proprietà
comunale. Verrà quindi discussa in consiglio l’approvazione di un piano
di recupero che contenga la realizzazione di questo intervento a favore
del comune».



Lascia un commento