e-commerce a rischio? non se lo certifica AICEL

La UE ha lanciato l’ennesima bomba sull’e-commerce. O meglio, la UE ha fatto una indagine su appena 369 e-commerce europei, tutti appartenenti al settore IT, e ha pubblicato i dati. La stampa internazionale ha provveduto a fare di tutta l’erba un fascio, a sparare sull’e-commerce in linea generale spesso senza neanche analizzare i dati pubblicati

Ecco che da più parti sono spuntati titoli come:
il 55% dei siti e-commerce presenta irregolarità
Allarme Ue: portali di e-commerce ingannevoli
UE: il 55% dei siti eCommerce è fuorilegge
UE: sui siti di e-commerce informazioni ingannevoli

La UE si è limitata a pubblicare dei dati sui quali si è rilevato che la metà degli e-commerce di elettronica non adempie a tutte (tante) regole che disciplinao l’e-commerce e/o non pubblica tutte le informazioni. Non si tratta di truffa e gravi irregolarità.

In Italia sono stati esaminati solo 17 casi in totale e solo 6 quelli sotto indagine.

Come ho detto il problema esiste, inutile negarlo. Non esiste cultura ecommerce, l’impianto normativo europeo è nuovo e complesso, spesso lacunoso o soggetto a dubbie interpretazioni. A questo si aggiungono le modifiche apportate dal nostro ordinamento in sede di recepimento della direttiva europea…

In AICEL abbiamo deciso di non stare a guardare, abbiamo deciso di giocare in anticipo. Abbiamo gli strumenti giusti per affrontare questo problema e abbiamo deciso di riattivarli prima del previsto.
Il nostro progetto SonoSicuro prevede controlli ben superiori a quelli adottati dall’indagine UE.

Se quei 17 ecommerce italiani avessero già ottenuto il certificato SOnoSicuro, l’Italia sarebbe stata l’eccellenza europea! ;)

Cosa fare allora? Semplice: ANTICIPIAMO LA CAMPAGNA ASSOCIATIVA E RIAPRIAMO SONOSICURO :D

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