Categoria: Sirmione

nuovi assetti

Parolini migra in Pirellone, ma il presidente della Provincia di Brescia Daniele Molgora pare intenzionato a non sostituirlo. A una domanda su chi sostituirà l’assessore ai Lavori Pubblici in Broletto il presidente ha risposto che lui preferirebbe abbassare il numero di assessori da 11 a 10, rimescolando le deleghe. A stretto giro di posta gli risponde la coordinatrice del Pdl Viviana Beccalossi che dichiara sulla stampa: «Non vedo per quale ragione cambiare gli assetti della Giunta provinciale dopo un’elezione regionale che non ha cambiato nulla: il Pdl si è confermato primo partito a Brescia e il sorpasso di cui tanto si parlava non è avvenuto. La Giunta è stata fatta in un certo modo ed è bene che rimanga così. Come Pdl, ad ogni modo, non siamo assolutamente disposti a passare da sei assessori a cinque».Penso che la situazione si commenti da sola, vero che il sorpasso in città non c’è stato, ma in provincia?

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nuovi assetti

Parolini migra in Pirellone, ma il presidente della Provincia di Brescia Daniele Molgora pare intenzionato a non sostituirlo. A una domanda su chi sostituirà l’assessore ai Lavori Pubblici in Broletto il presidente ha risposto che lui preferirebbe abbassare il numero di assessori da 11 a 10, rimescolando le deleghe. A stretto giro di posta gli risponde la coordinatrice del Pdl Viviana Beccalossi che dichiara sulla stampa: «Non vedo per quale ragione cambiare gli assetti della Giunta provinciale dopo un’elezione regionale che non ha cambiato nulla: il Pdl si è confermato primo partito a Brescia e il sorpasso di cui tanto si parlava non è avvenuto. La Giunta è stata fatta in un certo modo ed è bene che rimanga così. Come Pdl, ad ogni modo, non siamo assolutamente disposti a passare da sei assessori a cinque».Penso che la situazione si commenti da sola, vero che il sorpasso in città non c’è stato, ma in provincia?

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Regionali 2010

Si è concluso il terzo capitolo elettorale, dopo le politiche 2008 e le europee 2009, ed aperto il ventennio Formigoniano scrivo qualche considerazione sul voto sirmionese.
Credo sia da far rilevare che il calo dell’affluenza rispecchia il trend nazionale (-10% rispetto le scorse regionali), tenuto conto di questo dato, a distanza di un anno, il PDL perde 2 punti percentuali confermando l’andamento negativo, la Lega aggiunge 2 punti abbondanti di consenso, mentre il PD è il partito che cresce di più in percentuale con un 3,2%.
Certo ci attestiamo su un risultato di minoranza, poco più del 16%, ma credo ci siano i margini per rilanciare la proposta politica anche a sirmione e consolidare questo trend positivo che si era ripetuto anche l’anno scorso.

Lo sforzo dei democratici, a mio parere, dovrà essere quello di scommettere sulla rete di coordinamento Gardesana con progetti comuni che parlino alla gente del lago. Il cammino è in salita, ma i valori in cui crediamo meritano di sudare 7 camice per arrivare alla meta.

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In prima linea

Siamo agli sgoccioli di questa campagna elettorale, un voto che aprirà un importante legislatura regionale che sarà messa alla prova del federalismo fiscale. Sempre che i proclami leghisti non rimangano promesse pre-elettorali.

I circoli PD del lago hanno dato prova di essere sul territorio, con la gente ed occuparsi dei problemi concreti, piuttosto che a macchinose teorie golpiste. 30.000 volantini, 1.000 manifesti e diverse serate di approfondimento con personalità di spicco hanno toccato i comuni gardesani. Si è parlato dei problemi legati alla privatizzazione dell’acqua e al ritorno del nucleare, dalla riforma gelimini alla situazione socio-sanitaria in lombardia, ed infine ci siamo occupati di lavoro e della crisi economica.

Un impegno per la Lombardia e per il Lago di Garda che dovrà in futuro tornare al centro dell’impegno politico provinciale e regionale.

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In prima linea

Siamo agli sgoccioli di questa campagna elettorale, un voto che aprirà un importante legislatura regionale che sarà messa alla prova del federalismo fiscale. Sempre che i proclami leghisti non rimangano promesse pre-elettorali.

I circoli PD del lago hanno dato prova di essere sul territorio, con la gente ed occuparsi dei problemi concreti, piuttosto che a macchinose teorie golpiste. 30.000 volantini, 1.000 manifesti e diverse serate di approfondimento con personalità di spicco hanno toccato i comuni gardesani. Si è parlato dei problemi legati alla privatizzazione dell’acqua e al ritorno del nucleare, dalla riforma gelimini alla situazione socio-sanitaria in lombardia, ed infine ci siamo occupati di lavoro e della crisi economica.

Un impegno per la Lombardia e per il Lago di Garda che dovrà in futuro tornare al centro dell’impegno politico provinciale e regionale.

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GardaPoint

Da oggi è online una nuova rubrica che porta la mia firma. Si chiama “gardapoint” ed è ospitata sul portale bresciapoint.it, il portale per i cittadini di Brescia e provincia. In questo spazio potrai trovare approfondimenti dai temi che riguardano il lago, ai grandi interrogativi della politica. L’indirizzo è http://www.bresciapoint.it/gardapoint.html

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un’altra energia, un’altra Italia

altro che nucleare! invece che andare indietro alla perestroika dovremmo guardare al futuro! si all’energia verde, no al nucleare e al petrolio. si alla produzione diffusa, no alle grandi centrali. Domenica e lunedì scegli un’altra italia, scegli il pd.

Trovate le nostre proposte a questo indirizzo:
http://www.partitodemocratico.it/dettaglio/95455/ambiente

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La pagella scolastica del (quasi) ventennio lombardo

Aiuti di Stato.
L’80% delle risorse regionali lombarde, più di 50 milioni di euro, vanno alla scuola privata. Sono 61.125 gli studenti privatisti che ricevono il buono scuola, mentre viene erogato a solo 5 studenti nella scuola pubblica. Questo a fronte di una netta maggioranza di famiglie (90,92%) che scelgono di mandare i figli nelle strutture pubbliche.

Ma come vengono spesi i fondi lombardi per l’istruzione?
In 15 anni di governo formigoniano, la torta si è progressivamente spostata sul “buono scuola” ottenendo sempre più fondi. Rimangono le briciole per premiare il merito e gli studenti meritevoli, 7% delle risorse, e un contentino per aiutare gli studenti disabili, solo il 4%.

Chi beneficia degli aiuti economici?
Ci si aspetterebbe che i fondi vadano alle famiglie più bisognose, ma ancora una volta dobbiamo fare i conti con un dato di profonda ingiustizia sociale. Il 61% delle risorse stanziate con il buono scuola gonfiano le tasche dei redditi medio e medio-alti, mentre solo il 5,02% sostiene le famiglie bisognose.

Credo si possa concludere che il Lombardia non va tutto a gonfie vele, ma sopratutto questo sforzo della Regione nell’aiutare le famiglie che forse non ne hanno bisogno, stride con il periodo di crisi economica che stiamo vivendo.
Tutto ciò avviene ovviamente con il benestare della Lega Nord, probabilmente troppo impegnata nel mettere i cartelli in dialetto, piuttosto che occuparsi dei veri problemi dei lombardi. Un altro modo di gestire il denaro pubblico c’è, seguendo il semplice buonsenso e il valore della solidarietà. Domenica e Lunedì possiamo dare un segnale forte scegliendo i Democratici, scegliendo un diversa visione della Lombardia del domani.

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Il piede in due scarpe

Raitre. La puntata di Report andata in onda domenica sera aveva come argomento i doppi incarichi in politica. Brescia in questo senso la fa da padrona con il sindaco che è anche deputato e il presidente della provincia che non solo è senatore ma pure sottosegretario all’Economia. Per non parlare del vicepresidente Romele, anch’egli parlamentare.

Le telecamere di Milena Gabanelli hanno raggiunto molte delle persone politiche romane che hanno il doppio incarico, le quali si sono difese dicendo che al momento del voto i cittadini lo sapevano, e che da Roma si possono fare gli interessi del territorio che si amministra. Molti hanno parlato e si sono difesi insomma, ma non i nostri Molgora e Paroli che hanno respinto le telecamere. Hanno parlato invece gli uomini del Pd in Loggia, i Verdi ambientalisti e don Gabriele Scalmana, tutti puntando il dito contro i doppi incarichi che “distraggono” i nostri amministratori non consentendo loro di dedicare il tempo necessario al governo del loro territorio. Che di attenzioni ne meriterebbe.
fonte: a.c.bsnews.it

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Rigurgiti nazisti

AREZZO – Sapone per lavarsi le mani dopo aver toccato un immigrato. Lo distribuiscono militanti della Lega Nord a Sansepolcro e in altri paesi della provincia di Arezzo. La prossima proposta della Lega dove arriverà? Qualcuno prima di loro si era spinto alla produzione del sapone…

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Vertici di Garda Uno sotto inchiesta

Indagati i vertici del consorzio Garda Uno, che gestisce l’acquedotto comunale di San Felice del Benaco, per l’epidemia causata dall’acqua infetta che colpì circa duemila persone nel giugno 2009. Il sostituto procuratore Paolo Abritti, della procura della Repubblica di Brescia, ha chiuso l’indagine e ha notificato un avviso di garanzia al presidente, al direttore generale e al responsabile del settore idrico del consorzio Garda Uno per “epidemia colposa”.

Secondo il magistrato sono responsabili per l’epidemia di gastroenterite che colpì la popolazione del piccolo centro gardesano. Abritti accusa i vertici di Garda Uno spa, consorzio a totale partecipazione pubblica (i soci sono 24 comuni del garda e la Provincia), di imperizia, imprudenza, negligenza e inosservanza delle norme per la gestione dell’acquedotto. IN SOSTANZA per il magistrato l’epidemia si poteva evitare adeguando l’impianto e con la corretta manutenzione dell’impianto di distribuzione dell’acqua.

Tra una ventina di giorni, dopo aver interroga i tre indagati, Abritti procederà al rinvio a giudizio. Il presidente di Garda Uno è Mario Bocchio, sindaco uscente di Lonato, mentre il direttore generale è Franco Richetti. Il consorzio che gestiscono fornisce a circa 100 mila persone, che durantela stagione estiva diventano 500 mila. A questo punto è probabile che il comune di San Felice, come dichiarò nei giorni dell’epidemia il sindaco Paolo Rosa, si costituisca parte civile. Per oltre un mese, infatti, il piccolo centro del Garda visse momenti di autentica paura.

logo Garda UnoCentinaia di persone accusarono malori allo stomaco, dissenteria, vomito e gastroenterite. Un contagio collettivo che i tecnici dell’Asl imputarono subito all’acqua. Le analisi, in effetti, dimostrarono che l’acqua pubblica era contaminato da batteri e virus. Per questo motivo il sindaco emanò un’ordinanza e proibiva l’uso dell’acqua del rubinetto. E per settimane le famiglie di San Felice fecero scorte di acqua alimentare imbottigliata.

LA RABBIA dei cittadini fu tanta: vennero raccolte le firme per una petizione, si chiese l’aiuto di provincia e regione per salvare la stagione allora alle porte e venne costituito un comitato. Dopo alcune settimane le analisi dell’Asl rivelarono che le persone finite in ospedale con la gastroenterite era tutte vittime dell’acqua che conteneva batteri (in particolare il costridiumperfrigens) e altri microorganismi per l’uomo pericolosi.

Ci si accorse anche che l’acqua che veniva pescata dal lago di Garda era quella del fondo: in pratica, il pompaggio dell’acqua avveniva a pochi metri dal fondo del lago mentre sarebbe dovuto avvenire a circa metà altezza. Ora dunque la parola passa alla magistratura che dovrà appurare le (eventuali) responsabilità di Garda Uno.

da: In Milano, bresciapoint.it

Puoi leggere l\\\’Articolo completo direttamente sul sito di SOS Garda

Vertici di Garda Uno sotto inchiesta

Indagati i vertici del consorzio Garda Uno, che gestisce l’acquedotto comunale di San Felice del Benaco, per l’epidemia causata dall’acqua infetta che colpì circa duemila persone nel giugno 2009. Il sostituto procuratore Paolo Abritti, della procura d…

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Vertici di Garda Uno sotto inchiesta

Indagati i vertici del consorzio Garda Uno, che gestisce l’acquedotto comunale di San Felice del Benaco, per l’epidemia causata dall’acqua infetta che colpì circa duemila persone nel giugno 2009. Il sostituto procuratore Paolo Abritti, della procura della Repubblica di Brescia, ha chiuso l’indagine e ha notificato un avviso di garanzia al presidente, al direttore generale e al responsabile del settore idrico del consorzio Garda Uno per “epidemia colposa”.

Secondo il magistrato sono responsabili per l’epidemia di gastroenterite che colpì la popolazione del piccolo centro gardesano. Abritti accusa i vertici di Garda Uno spa, consorzio a totale partecipazione pubblica (i soci sono 24 comuni del garda e la Provincia), di imperizia, imprudenza, negligenza e inosservanza delle norme per la gestione dell’acquedotto. IN SOSTANZA per il magistrato l’epidemia si poteva evitare adeguando l’impianto e con la corretta manutenzione dell’impianto di distribuzione dell’acqua.

Tra una ventina di giorni, dopo aver interroga i tre indagati, Abritti procederà al rinvio a giudizio. Il presidente di Garda Uno è Mario Bocchio, sindaco uscente di Lonato, mentre il direttore generale è Franco Richetti. Il consorzio che gestiscono fornisce a circa 100 mila persone, che durantela stagione estiva diventano 500 mila. A questo punto è probabile che il comune di San Felice, come dichiarò nei giorni dell’epidemia il sindaco Paolo Rosa, si costituisca parte civile. Per oltre un mese, infatti, il piccolo centro del Garda visse momenti di autentica paura.

logo Garda UnoCentinaia di persone accusarono malori allo stomaco, dissenteria, vomito e gastroenterite. Un contagio collettivo che i tecnici dell’Asl imputarono subito all’acqua. Le analisi, in effetti, dimostrarono che l’acqua pubblica era contaminato da batteri e virus. Per questo motivo il sindaco emanò un’ordinanza e proibiva l’uso dell’acqua del rubinetto. E per settimane le famiglie di San Felice fecero scorte di acqua alimentare imbottigliata.

LA RABBIA dei cittadini fu tanta: vennero raccolte le firme per una petizione, si chiese l’aiuto di provincia e regione per salvare la stagione allora alle porte e venne costituito un comitato. Dopo alcune settimane le analisi dell’Asl rivelarono che le persone finite in ospedale con la gastroenterite era tutte vittime dell’acqua che conteneva batteri (in particolare il costridiumperfrigens) e altri microorganismi per l’uomo pericolosi.

Ci si accorse anche che l’acqua che veniva pescata dal lago di Garda era quella del fondo: in pratica, il pompaggio dell’acqua avveniva a pochi metri dal fondo del lago mentre sarebbe dovuto avvenire a circa metà altezza. Ora dunque la parola passa alla magistratura che dovrà appurare le (eventuali) responsabilità di Garda Uno.

da: In Milano, bresciapoint.it

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Indagati i vertici del consorzio Garda Uno, che gestisce l’acquedotto comunale di San Felice del Benaco, per l’epidemia causata dall’acqua infetta che colpì circa duemila persone nel giugno 2009. Il sostituto procuratore Paolo Abritti, della procura della Repubblica di Brescia, ha chiuso l’indagine e ha notificato un avviso di garanzia al presidente, al direttore generale e al responsabile del settore idrico del consorzio Garda Uno per “epidemia colposa”.

Secondo il magistrato sono responsabili per l’epidemia di gastroenterite che colpì la popolazione del piccolo centro gardesano. Abritti accusa i vertici di Garda Uno spa, consorzio a totale partecipazione pubblica (i soci sono 24 comuni del garda e la Provincia), di imperizia, imprudenza, negligenza e inosservanza delle norme per la gestione dell’acquedotto. IN SOSTANZA per il magistrato l’epidemia si poteva evitare adeguando l’impianto e con la corretta manutenzione dell’impianto di distribuzione dell’acqua.

Tra una ventina di giorni, dopo aver interroga i tre indagati, Abritti procederà al rinvio a giudizio. Il presidente di Garda Uno è Mario Bocchio, sindaco uscente di Lonato, mentre il direttore generale è Franco Richetti. Il consorzio che gestiscono fornisce a circa 100 mila persone, che durantela stagione estiva diventano 500 mila. A questo punto è probabile che il comune di San Felice, come dichiarò nei giorni dell’epidemia il sindaco Paolo Rosa, si costituisca parte civile. Per oltre un mese, infatti, il piccolo centro del Garda visse momenti di autentica paura.

logo Garda UnoCentinaia di persone accusarono malori allo stomaco, dissenteria, vomito e gastroenterite. Un contagio collettivo che i tecnici dell’Asl imputarono subito all’acqua. Le analisi, in effetti, dimostrarono che l’acqua pubblica era contaminato da batteri e virus. Per questo motivo il sindaco emanò un’ordinanza e proibiva l’uso dell’acqua del rubinetto. E per settimane le famiglie di San Felice fecero scorte di acqua alimentare imbottigliata.

LA RABBIA dei cittadini fu tanta: vennero raccolte le firme per una petizione, si chiese l’aiuto di provincia e regione per salvare la stagione allora alle porte e venne costituito un comitato. Dopo alcune settimane le analisi dell’Asl rivelarono che le persone finite in ospedale con la gastroenterite era tutte vittime dell’acqua che conteneva batteri (in particolare il costridiumperfrigens) e altri microorganismi per l’uomo pericolosi.

Ci si accorse anche che l’acqua che veniva pescata dal lago di Garda era quella del fondo: in pratica, il pompaggio dell’acqua avveniva a pochi metri dal fondo del lago mentre sarebbe dovuto avvenire a circa metà altezza. Ora dunque la parola passa alla magistratura che dovrà appurare le (eventuali) responsabilità di Garda Uno.

da: In Milano, bresciapoint.it

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