Archivio pedopornografico nel telefono, ristoratore in carcere

Il suo telefono era stato trasformato in un archivio dell’orrore. Con video e foto pedopornografici di bambini tra gli otto e i dieci anni. Sono 2.281 i file salvati nel cellulare di un 39enne di Gardone Riviera, arrestato su ordine delle Procure di Bari e Brescia nell’ambito di una più ampia inchiesta a livello nazionale.

L’arresto

I magistrati pugliesi hanno individuato l’uomo, proprietario di alcuni locali nella zona del lago di Garda, e i colleghi bresciani lo hanno fatto arrestare dalla Polizia Postale, entrata in casa sua alle 9 del mattino per effettuare una perquisizione che ha dato esito positivo per chi indaga. Nonostante l’uomo abbia provato a difendersi e a rigettare le pesanti contestazioni. È accusato di detenzione di materiale pedopornografico e il gip di Brescia Matteo Grimaldi, ritenendolo socialmente pericoloso e ravvisando i gravi indizi di colpevolezza, ha convalidato l’arresto disponendo la custodia cautelare in carcere a Canton Mombello.

Sulla posizione del 39enne, difeso da un avvocato pugliese dopo che il primo legale, bresciano, ha rinunciato al mandato, si è già espresso anche il tribunale del Riesame che ha rigettato la richiesta di annullamento dell’arresto negando anche la concessione dei domiciliari. Troppo alto il rischio di reiterazione del reato e di inquinamento probatorio, nonostante tutti i sistemi informatici siano stati posti sotto sequestro.

Gli account all’estero

Il quadro accusatorio sarebbe pesantissimo. Il nome del 39enne è finito sul tavolo della Polizia Postale nel corso di alcuni accertamenti in rete ed è emerso che l’uomo avrebbe scaricato foto e video a luci rosse attraverso siti e chat nascoste. Materiale che, secondo quanto fin qui ricostruito, il bresciano avrebbe anche condiviso e archiviato utilizzando account registrati in Nuova Zelanda. L’indagine però non si ferma dopo l’arresto e al contrario gli inquirenti vogliono accertare che i filmati, o comunque parte del materiale trovato sul cellulare, non siano stati direttamente prodotti dal 39enne di Gardone Riviera.

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