Sirmione, niente palme «I pini sono la nostra storia»

Già in bilancio 300 mila euro. Ambientalisti soddisfatti Rinaldi L’amministrazione non è stata in grado di motivare la ragioni dell’ abbattimento. Un paesaggista studierà il nuovo look

SIRMIONE (Brescia) – «Niente palme, Sirmione non è Alassio». Luca Rinaldi, sovrintendente ai Beni architettonici e paesaggistici di Brescia, non ha dubbi: sul lungolago della penisola di Sirmione non c’ è posto per le palme. Così i pini di Catullo sono salvi. All’ inizio di febbraio l’ amministrazione comunale aveva votato una delibera per il maquillage di viale XXV Aprile, il viale che dal castello costeggia il lago fino al centro storico. Al posto dell’ ombra garantita dai tipici «cappelli» verdi dei Pinus pinea avrebbero trovato spazio 118 palme (per un costo di 300 mila euro già messi in bilancio). Ma il «niet» della Sovrintendenza è arrivato prima dei giardinieri. «Quei pini sono un patrimonio della città – chiosa Rinaldi, pensando a come sarebbe cambiato il panorama di Sirmione se le palme avessero trovato posto sul lungolago -. Per questa ragione abbiamo bloccato il progetto. L’ amministrazione non è stata in grado di motivare le ragioni dell’ abbattimento dei pini. Nei prossimi mesi un paesaggista dovrà indicare una soluzione che tenga conto delle nostre osservazioni». Gli interventi programmati dal Comune erano partiti a metà febbraio, con l’ abbattimento di tre alberi all’ imbocco di viale XXV Aprile. Continua Rinaldi: «I pini sarebbero stati abbattuti non perché malconci o malati, ma solo per rinfrescare il look alla passeggiata. In municipio avevano scelto le palme perché meno dispendiose da curare. Motivazioni troppo generiche per cancellare un pezzo di storia del lago. I nostri tecnici, infatti, hanno trovato immagini del 1950 dove i cappelli verdi erano già rigogliosi». Adesso sarà compito di Darko Pandakovic, architetto paesaggista, trovare una alternativa alle palme, senza prevedere l’ abbattimento di nessun albero. I pini marittimi sono stati piantati sulle sponde del lago a metà dello scorso secolo e negli ultimi anni sono diventati il simbolo del Garda assieme a lecci, querce, cipressi e ulivi. «Anche l’ occhio vuole la sua parte – conclude il sovrintendente -. I pini garantiscono ombra e, al tempo stesso, appagano la vista. Le palme, invece, sarebbero state una nota stonata. Pandakovic, che ha già studiato l’ impatto paesaggistico delle piste di sci del Tonale e Pontedilegno, dovrà valorizzare il lungolago partendo proprio dai pini che dovevano essere abbattuti». Canta vittoria anche il comitato ambientalista che da anni si batteva per la valorizzazione del lungolago di Sirmione e di punta Grò. I volontari, insieme a Italia Nostra, a febbraio aveva puntato il dito contro le palme chiedendo l’ intervento della Sovrintendenza. «Fortunatamente – spiega Laura Simeone, portavoce del comitato – ci ha dato ragione. Non solo sono state bocciate le palme, che poco si sarebbero sposate con il lungolago, ma anche i lavori della passeggiata che avrebbe cancellato i canneti di punta Grò. Il lago di Garda è un patrimonio di tutti che non può essere rovinato dalla miopia di pochi…». Giuseppe Spatola

Spatola Giuseppe

Pagina 10
(5 maggio 2009) – Corriere della Sera

Vai articolo originale: http://sosgarda.blogspot.com/2009/05/sirmione-niente-palme-i-pini-sono-la.html

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