Vai articolo originale: http://laltrasanfelice.blogspot.com/2009/03/ho-letto-con-interesse-le-proposte-di.html
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“Non so fornire spiegazioni su questo fenomeno”.
Questo fu il lapidario commento dell’ingegnere britannico Arthur Kaye quando, nel 1963, notò che facendo colare un getto di shampoo su una superficie piana, per un brevemomento (circa 300 millisecondi) dal liquido che si era già posato sul ripiano iniziava a schizzare un nuovo getto.
Quello che fu denominato “Effetto Kaye” era tuttavia altamente instabile, in quanto il getto fuoriuscente –di maggior spessore e di minor velocità di quello entrante- aumentava rapidamente d’inclinazione, fino a divenire verticale ed interferire con il getto originario.
Da allora, il fenomeno è stato sottoposto all’attenzione di numerosi ricercatori; i vari studi hanno portato innanzitutto ad isolarne la veridicità per i soli fluidi non-newtoniani.
Questi fluidi sono piuttosto rari in natura, in quanto aria, acqua, e quasi tutti i tipi di olio sono newtoniani, vale a dire che la loro viscosità rimane costante al variare della velocità; al contrario, per un fluido non-newtoniano, la viscosità sarà diversa a seconda che il fluido sia in quiete o in moto.
L’esempio più comune di questa tipologia è lo shampoo: molto viscoso quando è in quiete, ma diventa più liquido (quindi diminuisce la sua viscosità) quando viene frizionato sui capelli.
In seguito, si e scoperta anche la causa innescante l’Effetto Kaye: il getto in ingresso resta separato dalla pellicola di fluido sottostante tramite un sottilissimo strato di aria (dello spessore di pochi micron); le alte velocità di deformazione createsi all’interfaccia favoriscono una diminuzione di viscosità del fluido; le particelle poco viscose quindi scivolano via dal resto del fluido, creando lo spruzzo (Immagine – 1).
Nel frattempo, il getto in ingresso continua a cadere sempre sullo stesso punto, incrementando le dimensioni del grumo viscoso alla base; aumentando la lunghezza della zona di contatto (costituita dal grumo stesso), aumentano l’intensità del getto in uscita e la sua angolazione, finchè quest’ultimo non va ad interferire con il flusso entrante, interrompendo il fenomeno (in fondo a questa pagin a è disponibile il link al filmato dell’intero processo).
Studi successivi condotti nel 2001 da un team di ricercatori olandesi dell’Università di Twente, guidato dal fisico Michel Versluis, hanno portato ad una stabilizzazione dell’Effetto Kaye, utilizzando come superficie d’impatto un piano inclinato su cui scorresse lo stesso fluido del getto d’ingresso.
In questo modo, il flusso in uscita si dirige automaticamente verso la parte “in discesa” del piano inclinato, impattando una seconda volta sul sottile strato fluido; questo a sua volta genera un Effetto Kaye secondario e così via, creando una cascata il cui getto ha una portata via via decrescente (Immagine – 2).
La serie di rimbalzi risulta stabile, in quanto la potenza del getto in ingresso (che, per l’equilibrio, deve essere pari a quella in uscita) non viene più bilanciata solo da quella dell’unico getto uscente, ma da tanti contributi quanti sono i rami della cascata, con una sensibile diminuzione degli effetti dissipativi.
Tutto ciò è stato realizzato sempre basandosi su fluidi non-newtoniani, quasi completamente assenti in natura, quindi ottenibili prevalentemente in laboratorio; il mese scorso tuttavia al Centro sulle Dinamiche Non Lineari del Dipartimento di Fisica (Center for Nonlinear Dynamics and Department of Physics) dell’Università del Texas sono riusciti a rimuovere questa limitazione.
Utilizzando una vasca rotante, contenente un bagno di olio di silicone in movimento ed un getto dello stesso fluido, si è dimostrato che anche i fluidi newtoniani possono rimbalzare su una superficie della medesima composizione.
Il getto verticale entra nel bagno, restandone separato da un sottile strato di aria, viene trascinato dal moto circolare del bagno, per poi schizzare oltre la superficie (Immagine – 4). Il tutto ovviamente avviene solo in un determinato intervallo dei parametri controllati: velocità di rotazione del bagno e velocità, altezza e portata del getto.
L’operato dell’Università del Texas ha quindi in qualche modo allargato il fenomeno dell’Effetto Kaye anche ai fluidi newtoniani.
Immagine – 4 – Matthew Thrasher ©utexas.edu
Le possibili applicazioni proposte sono molteplici, prima fra tutte quella riguardante il campo dei combustibili liquidi, argomento importante, fra le altre cose, in ambito motoristico; la frammentazione di un getto in una moltitudine di schizzi incontrollati (fenomeno visibile anche con la pioggia che cade su una pozzanghera) è sorgente di numerose preoccupazioni, quando si ha a che fare con liquidi infiammabili come i carburanti.
Il gruppo di ricerca statunitense, alla cui testa c’è Matthew Thrasher, considera la scoperta di poter controllare stabilmente un getto per prevenire o incentivare l’unione con il fluido circostante “un nuovo esempio di separazione stabile ed un nuovo esempio di flusso fluido con molteplici stati stabili”.
Nella loro pubblicazione “The Bouncing Jet: A Newtonian Liquid Rebounding off a Free Surface”, Thrasher ed il suo team propongono inoltre un facile esperimento casalingo, realizzabile con una teglia rotonda per dolci riempita di 4 cm di olio da cucina: sarà sufficiente imprimere al contenitore un moto rotatorio ad intervalli di circa 2 secondi, mentre si fa colare dell’altro olio da un’altezza di 3-6 cm, per constatare con esperienza diretta i risultati ottenuti ad Austin – Texas.
Fonte:
www.lswn.it/fisica/articoli/effetto_kaye_ed_i_fluidi_newtoniani
Articolo originale? Eccolo, copia questo link:
http://carlonicolini.altervista.org/index.php/Fisica-e-scienze/News-e-curiosita/L-effetto-Kaye.html
“Non so fornire spiegazioni su questo fenomeno”.
Questo fu il lapidario commento dell’ingegnere britannico Arthur Kaye quando, nel 1963, notò che facendo colare un getto di shampoo su una superficie piana, per un brevemomento (circa 300 millisecondi) dal liquido che si era già posato sul ripiano iniziava a schizzare un nuovo getto.
Quello che fu denominato “Effetto Kaye” era tuttavia altamente instabile, in quanto il getto fuoriuscente –di maggior spessore e di minor velocità di quello entrante- aumentava rapidamente d’inclinazione, fino a divenire verticale ed interferire con il getto originario.
Da allora, il fenomeno è stato sottoposto all’attenzione di numerosi ricercatori; i vari studi hanno portato innanzitutto ad isolarne la veridicità per i soli fluidi non-newtoniani.
Questi fluidi sono piuttosto rari in natura, in quanto aria, acqua, e quasi tutti i tipi di olio sono newtoniani, vale a dire che la loro viscosità rimane costante al variare della velocità; al contrario, per un fluido non-newtoniano, la viscosità sarà diversa a seconda che il fluido sia in quiete o in moto.
L’esempio più comune di questa tipologia è lo shampoo: molto viscoso quando è in quiete, ma diventa più liquido (quindi diminuisce la sua viscosità) quando viene frizionato sui capelli.
In seguito, si e scoperta anche la causa innescante l’Effetto Kaye: il getto in ingresso resta separato dalla pellicola di fluido sottostante tramite un sottilissimo strato di aria (dello spessore di pochi micron); le alte velocità di deformazione createsi all’interfaccia favoriscono una diminuzione di viscosità del fluido; le particelle poco viscose quindi scivolano via dal resto del fluido, creando lo spruzzo (Immagine – 1).
Nel frattempo, il getto in ingresso continua a cadere sempre sullo stesso punto, incrementando le dimensioni del grumo viscoso alla base; aumentando la lunghezza della zona di contatto (costituita dal grumo stesso), aumentano l’intensità del getto in uscita e la sua angolazione, finchè quest’ultimo non va ad interferire con il flusso entrante, interrompendo il fenomeno (in fondo a questa pagin a è disponibile il link al filmato dell’intero processo).
Studi successivi condotti nel 2001 da un team di ricercatori olandesi dell’Università di Twente, guidato dal fisico Michel Versluis, hanno portato ad una stabilizzazione dell’Effetto Kaye, utilizzando come superficie d’impatto un piano inclinato su cui scorresse lo stesso fluido del getto d’ingresso.
In questo modo, il flusso in uscita si dirige automaticamente verso la parte “in discesa” del piano inclinato, impattando una seconda volta sul sottile strato fluido; questo a sua volta genera un Effetto Kaye secondario e così via, creando una cascata il cui getto ha una portata via via decrescente (Immagine – 2).
La serie di rimbalzi risulta stabile, in quanto la potenza del getto in ingresso (che, per l’equilibrio, deve essere pari a quella in uscita) non viene più bilanciata solo da quella dell’unico getto uscente, ma da tanti contributi quanti sono i rami della cascata, con una sensibile diminuzione degli effetti dissipativi.
Tutto ciò è stato realizzato sempre basandosi su fluidi non-newtoniani, quasi completamente assenti in natura, quindi ottenibili prevalentemente in laboratorio; il mese scorso tuttavia al Centro sulle Dinamiche Non Lineari del Dipartimento di Fisica (Center for Nonlinear Dynamics and Department of Physics) dell’Università del Texas sono riusciti a rimuovere questa limitazione.
Utilizzando una vasca rotante, contenente un bagno di olio di silicone in movimento ed un getto dello stesso fluido, si è dimostrato che anche i fluidi newtoniani possono rimbalzare su una superficie della medesima composizione.
Il getto verticale entra nel bagno, restandone separato da un sottile strato di aria, viene trascinato dal moto circolare del bagno, per poi schizzare oltre la superficie (Immagine – 4). Il tutto ovviamente avviene solo in un determinato intervallo dei parametri controllati: velocità di rotazione del bagno e velocità, altezza e portata del getto.
L’operato dell’Università del Texas ha quindi in qualche modo allargato il fenomeno dell’Effetto Kaye anche ai fluidi newtoniani.
Immagine – 4 – Matthew Thrasher ©utexas.edu
Le possibili applicazioni proposte sono molteplici, prima fra tutte quella riguardante il campo dei combustibili liquidi, argomento importante, fra le altre cose, in ambito motoristico; la frammentazione di un getto in una moltitudine di schizzi incontrollati (fenomeno visibile anche con la pioggia che cade su una pozzanghera) è sorgente di numerose preoccupazioni, quando si ha a che fare con liquidi infiammabili come i carburanti.
Il gruppo di ricerca statunitense, alla cui testa c’è Matthew Thrasher, considera la scoperta di poter controllare stabilmente un getto per prevenire o incentivare l’unione con il fluido circostante “un nuovo esempio di separazione stabile ed un nuovo esempio di flusso fluido con molteplici stati stabili”.
Nella loro pubblicazione “The Bouncing Jet: A Newtonian Liquid Rebounding off a Free Surface”, Thrasher ed il suo team propongono inoltre un facile esperimento casalingo, realizzabile con una teglia rotonda per dolci riempita di 4 cm di olio da cucina: sarà sufficiente imprimere al contenitore un moto rotatorio ad intervalli di circa 2 secondi, mentre si fa colare dell’altro olio da un’altezza di 3-6 cm, per constatare con esperienza diretta i risultati ottenuti ad Austin – Texas.
Fonte:
www.lswn.it/fisica/articoli/effetto_kaye_ed_i_fluidi_newtoniani
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Sabato 7 Marzo 2009 “NON PARLARE DI ME” con Michela Embriaco, presso il Centro Culturale di Locca di Concei con orario di inizio ore 21.00 .
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Da Martedi 21 aprile a Sabato 25 aprile 2009 si terrà la 33 edizione del GIRO DEL TRENTINO.
La partenza della prima tappa a cronometro verrà data il 21 aprile da Torbole in circuito tra le strade di Riva del Garda, ed arrivo ad Arco.
Giovedi 23 aprile, partenza da Riva del Garda, e arrivo all’Alpe di Pampeago.
In questa edizione del giro , che ricordiamo ha visto Damiano Cunego vincitore nelle ultime due edizioni, vedrà al via alla partenza anche Lance Armstrong, recordman del Tour de France con sette vittorie assolute.
Maggiori informazioni nel corso dei prossimi giorni con l’albo d’oro, le tappe e le informazioni utili per seguire nel modo migliore questo importante avvenimento sportivo.
Fonte : Giro del Trentino
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Vendere on-line significa prima di tutto ‘vendere fiducia’. Se vogliamo che un consumatore faccia l’acquisto nel nostro negozio, dobbiamo prima di tutto rassicuralo, garantirgli che siamo meritevoli, che abbiamo un’ottima reputazione. Dobbiamo conquistare la sua fiducia.
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Vai articolo originale: http://blog.gigitaly.it/2009/03/il-punto-critico.html
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Vai articolo originale: http://blog.gigitaly.it/2009/03/la-pensione-eva.html
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Vai articolo originale: http://blog.gigitaly.it/2009/03/lanno-del-giardiniere.html
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Vai articolo originale: http://blog.gigitaly.it/2009/03/dialoghi-su-musica-e-teatro.html
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Avete mai visto quelle belle fotografie dove il soggetto è ripreso a vari istanti durante una azione rapida? Sono dette action sequence o sequenze fotografiche.
Ecco non è poi così difficile farle, anche senza treppiede e macchine fotografiche da migliaia di euro…
Basta solo Photoshop ed una buona macchina compatta.
Scattate le foto con tempi brevi tenendo la macchina più ferma possibile, non si deve inquadrare il soggetto ma un punto fisso all’orizzonte, così lo sfondo delle foto sarà sempre lo stesso ed a cambiare sarà solo la posizione del soggetto.
Ora avete n foto a vostra disposizione. In questo caso n=2.
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Aprite la prima, quella del soggetto posto agli estremi della fotografia e seguite questo semplice schema ricorsivo:
0) Apri la foto n
1) Seleziona->Tutto
2) Apri la foto n+1
3) Incolla
4) Livello -> Maschera di livello -> Rivela tutti
5) Nella finestra laterale livelli, selezionare la maschera di livello
6) Prendere un pennello dimensione 100-150 con bordi leggeri ed iniziare a colorare con il colore nero nella zona dove c’è il soggetto n+1
7) Livello->Fondi tutti i livelli
8) Torna al punto 0)
Beh certo per arrivare però a questi livelli serve una base bella stabile!
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si possono mettere quante foto si vogliono.
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http://carlonicolini.altervista.org/index.php/Fotografia/Tutorial-Fotografici/creare-una-sequenza-fotografica.html
Un giorno navigando per la rete ho trovato questa fantastica lista: contiene i 100 migliori giochi gratis perchè free da scaricare legalmente da internet.
Tutti i giochi qui sono completi, non demo, e sono pienamente legali da scaricare. Alcuni sono abandonware, o solo e semplicemente vecchi e rilasciati al pubblico dai creatori. Altri sono nati gratuiti, open source o collaborativi. Ci sono persino dei giochi MMO (Massively Multiplayer Online), stile World of Warcraft per intenderci. La mega lista dopo il salto:
1. Allegiance
5. Assault Cube
6. Bang Howdy
7. BloodLust Multiplayer Online Vampire RPG
8. BOTS
9. BZFlag
11. Conquer Online
12. Corum
13. Cube 2
14. Cube
15. Daimonin
16. Dark Space
17. Darkeden
18. Darsana
19. D-Day Normandy
20. Deicide
21. Digital Paint: Paintball 2
22. Dungeon Runners
24. Eternal Wraith
25. F.E.A.R. Combat
26. Faldon
27. Fishing Champ
29. Freeciv
30. FreeStyle Street Basketball
31. Frets on Fire
32. Gekkeiju Online
33. Glest
34. Global MU Online
35. Golf?
36. Graal Online
38. Grand Theft Auto
39. Gunbound
40. Gunror
41. Gunz The Duel
42. HaloZero
43. Hero Online
44. KAL Online
46. Kuma\War
47. Last Chaos
48. Lunia
49. Maple Story
50. Marathon Trilogy
51. Martial Heroes
52. Mixmaster
53. Myth War Online
54. Neverball
55. Nexuiz
56. Orbiter Space Flight Simulator
57. Parsec47
58. Pirate King
59. Plasma Pong
60. Purge
61. Puzzle Pirates
62. Racing Pitch
63. Rappelz
64. Risk Your Life 2
65. rRootage
66. Rumble Box
67. Rumble Fighter
68. Savage
69. Scions of Fate
70. Scions of Fate
71. Scorched 3d
73. Shadow Armada
74. Shadowbane
75. Shattered Galaxy
76. Silkroad
77. Space Combat
80. Steel Panthers
82. Tantra
83. Thang Online
85. The Dinohunters
88. Tickster
89. Tobolo
90. Torus Trooper
91. TrackMania
92. Transfusion
93. Trmulous
94. Tumiki Fighters
95. Turf Battles
96. Urban Terror
97. War Rock
98. Wild Metal
99. Wolfenstein: Enemy Territory
100. Xiah
Io consiglio Wolfenstein: Enemy territory, CodeRed Alien Arena e F.E.A.R Combat
Semplicemente giochi gratis per PC!
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http://carlonicolini.altervista.org/index.php/Informatica-e-Web/Varie/i-100-migliori-giochi-da-scaricare-gratis.html
Il pacchetto di programmi ImageMagick risponde alla domanda che tutti abbiamo avuto almeno una volta: “Devo convertire 100 immagini da bmp a jpeg, come faccio?” Si tratta di un tipico processo batch attuabile anche con Photoshop…però io consiglio
Per utenti Ubuntu Linux è al solito tutto più facile:
sudo apt-get install imagemagick
abbiamo ora disponibili nella nostra console i seguenti programmi
1) mogrify
2) convert
3) identify
Questi 3 programmi (ce ne sono altri) hanno una marea di opzioni.
Ad esempio se vogliamo ridimensionare tutti i file di estensione .jpeg contenuti in una cartella sovrascrivendoli?Allora digitiamo:
mogrify -resize 1280×960 *.jpeg
è possibile tenere fissa l’altezza, supponiamo a 960 pixel
mogrify -resize x960 *.jpeg
o la larghezza a 1280 pixel
mogrify -resize 1280x *.jpeg
La utility convert invece ci risolve un altro problema convertire da un formato all’altro:
convert nomefile.jpg nomefileconvertito.bmp
dove ho scelto due formati qualsiasi giusto per fare un esempio. I formati supportati sono quasi tutti quelli immaginabili.
L’azione batch si può svolgere come segue: convertiamo tutti i tiff contenuti in una cartella nei loro rispettivi in jpg.
for i in *tiff; do convert $i $i.jpg; done
Buona conversione!
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http://carlonicolini.altervista.org/index.php/Informatica-e-Web/Varie/come-convertire-tante-immagini.html
Simone Carletti, collaboratore di html.it ha creato la guida gratuita perfetta per iniziare con google adsense.
La guida è disponibile e visionabile all’indirizzo
http://webmarketing.html.it/guide/leggi/142/guida-google-adsense/
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Vai articolo originale: http://laltrasanfelice.blogspot.com/2009/03/marco-boschini-parla-con-me.html
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