Una domenica «nera»: gasolio nel rio e nel lago

San Felice. Non si è trattato di una perdita colossale, ma un piccolo corso d' e lo stesso lago hanno dovuto incassare comunque un brutto colpo, ieri, per effetto di uno sversamento di idrocarburi. È successo a San Felice, e l'allarme è stato lanciato nella tarda mattinata da alcuni cittadini preoccupati dalla puzza che arrivava dal rio Davenago.
In pochi minuti si è verificata una mobilitazione per contenere l'onda inquinante rappresentata da gasolio, e in un primo tempo, mentre si piazzavano le barriere assorbenti lungo l'alveo del fiumiciattolo, si è pensato che il combustibile fosse uscito da un serbatoio interrato dell'ex «Mollificio bresciano» chiuso da tempo. Non era così; anche se la fonte inquinante era comunque nella stessa area.
Sul posto sono arrivati i vigili del fuoco di Salò, la polizia locale della Valtenesi, la , la protezione civile, il personale del Garda uno e i Volontari del Garda. «Siamo subito intervenuti con la polizia locale – spiega il sindaco Paolo Rosa -, e abbiamo attivato tutte le procedure di emergenza».
L'origine del flusso? A monte dell'ex Mollificio il Davenago era pulito, e da alcuni pozzetti della fabbrica dismessa si sentiva risalire un forte odore di gasolio. Così i vigili del fuoco sono entrati alla ricerca di una possibile falla, e per districarsi nei cunicoli dei sottoservizi hanno usato la mappa dell'Ufficio tecnico comunale. Poi, nel tardo pomeriggio e con la collaborazione del responsabile ambientale dell'azienda, è stata trovata la soluzione. Qualcuno era entrato abusivamente in una villetta disabitata da anni e direttamente confinante col Mollificio, e aveva staccato i tubi di alimentazione della caldaia causando lo sversamento di combustibile.

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