Un bosco che fa suonare il mondo

Schermata 2010-08-10 a 21.43.28Una giornata davvero speciale oggi: non capita tutti i giorni di entrare nella foresta che da 500 anni fornisce il legno per i più straordinari strumenti musicali in compagnia dell'ispettore capo delle guardie forestali di Paneveggio Giuliano Zugliani e di un eccellente liutaio come Filippo Fasser.

Lo scopo era quello di filmare il racconto di questo posto per completare il DVD che stiamo realizzando con Filippo sulla costruzione del violoncello Maggini.

Le previsioni del tempo dicevano "sole" ma in realtà è stata una giornata piovosa e autunnale, comunque perfetta per quello che volevo ottenere.

Ho imparato davvero un sacco di cose sul legno, sulla foresta, sulla longevità di questi alberi magnifici, di come diventano prima spicchi e poi tavole sonore grazie alle mie due straordinarie guide.

Il fascino era identico a quello del saggio  di Paolo Rumiz, che racconta di quando in questo bosco ci vennero Mario Brunello, lui, Zugliani e Filippo a provare a far risuonare gli alberi.

Per chi vuole un racconto dettagliato
qui c'è un saggio scritto proprio dall'ispettore Zugliani sul legno di risonanza della foresta demaniale di Paneveggio.

Per chi invece vuole un sunto telegrafico per immagini, qui di seguito ho messo alcuni fotogrammi tratti dal video con commenti al volo.

Schermata 2010-08-10 a 22.11.06 Ecco il cartello che annuncia la foresta.

Penso che sia una meraviglia il fatto che sia un luogo di proprietà demaniale, che sia un po' di tutti noi da quando è passato dai Principi del Tirolo, all'impero austroungarico e nel 1919 direttamente allo Stato Italiano.

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Sì, è vero piove, ma non me ne accorgo.

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 Iniziamo dalla zona di prima essicatura dove il legno che diventerà una viola o un violino viene spaccato in spicchi e lasciato asciugare all'aria.

Schermata 2010-08-10 a 22.13.29 Le tavole più grandi verranno ulteriormente sezionate per farne dei violoncelli

Schermata 2010-08-10 a 22.14.30 Gli spicchi di abete rosso già dicono agli occhi esperti di Filippo e di Zugliani quale tavola è migliore delle altre e la spaccatura fatta con i cunei garantisce la sezione lungo le fibre del legno.

Schermata 2010-08-10 a 21.37.49Siamo nella xiloteca, il deposito di stagionatura dove gli spicchi  riposano e asciugano per più di cinque anni.

Schermata 2010-08-10 a 21.38.46 C'è una bellezza speciale nella geometria di queste forme.

Schermata 2010-08-10 a 21.40.10 Non riesco a togliermi dalla mente l'immagine che questo posto sia simile a quello dove stagiona il parmigiano: in fondo è materia viva che attende solo il passare del tempo per diventare eccellenza.

Schermata 2010-08-10 a 21.40.47 Mentre Zugliani mi spiega, l'occhio corre e mi sembra ora una galleria d'arte, ogni pezzo è un'opera d'arte futura, l'insieme mi ricorda i quadri di Morandi e di Carrà con la sola differenza che quelle erano nature morte mentre qui la natura è più viva che mai.

Schermata 2010-08-10 a 21.46.20 Entriamo nel bosco e c'è da stare incantati a guardare questi fusti alti e dritti, tutti oltre i 120 anni, molti oltre i 200.

Schermata 2010-08-10 a 21.43.58 Filippo e Zugliani guardano un abete più alto degli altri, nulla può dire con certezza se sarà un buon legno di risonanza, solo l'esperienza e l'analisi del tronco una volta aperto e saggiato.

Schermata 2010-08-10 a 21.44.33 La crescita lenta il rimboschimento naturale e selezionato rende questo pesto tanto pregiato. Guardo un alberello e Zugliani mi fa notare che avrà 25 o 30 anni. Finchè non arriva al metro e venti, finché non "buca la neve", non parte la crescita che sarà comunque lenta e regolare.

E' proprio la crescita lenta e regolare che rende questi tronchi perfetti per la risonanza.

Schermata 2010-08-10 a 21.51.26 Zugliani racconta e abbraccia le piante, si coglie la sua passione per questo posto, il rispetto e la competenza con cui parla dei suoi abeti.

Mi racconta di come vengano tagliati nel solstizio d'inverno con attenzione alla luna, come per il vino.

Il tronco poi resta al suolo con i rami attaccati perchè gli aghi ne risucchino i liquidi fino all'ultimo e prima del disgelo viene ripulito e ancora ghiacciato si approfitta della durezza per sezionarlo con i cunei.

Schermata 2010-08-10 a 21.47.02 Si dice che Stradivari acquistò il primo tronco del Paneveggio riconoscendone la bontà mentre osservava dei carpentieri che costruivano una baita. Da allora si dice che veniva con i muli ogni anno a fare scorta di tronchi che poi venivano, si dice, mandati via fiume fino a Cremona.

Schermata 2010-08-10 a 21.47.33 Alla fine esce anche un raggio di sole.   

Bella storia.


Vai articolo originale: http://blog.gigitaly.it/2010/08/un-bosco-che-fa-suonare-il-mondo.html

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