San Felice ricorda Viola, uccisa da un colpo accidentale

I nastri dei Carabinieri ieri mattina non c'erano più nel parcheggio davanti alla villetta di via Boschette a San Felice del Benaco, dove sabato pomeriggio è tragicamente morta Viola Balzaretti, uccisa da un colpo partito accidentalmente da un fucile nelle mani del fratello minore. Le ante delle finestre erano chiuse e sugli stipiti c'erano i sigilli lasciati dagli inquirenti: unico segno ancora tangibile della tragedia che si è consumata sabato pomeriggio a Portese. Qualche vicino, passando, ha volto timidamente lo sguardo verso quelle finestre e si è fatto il segno della Croce: «È un per tutto il paese. In una comunità così piccola come la nostra, drammi del genere lasciano senza parole. Non ho dormito stanotte pensando a quella mamma».

Viola, che da piccola giocava con i bambini del quartiere e che ormai si era fatta grande, non c'è più. E chi la conosceva la ricorda come una «bravissima ragazzina». Una quindicenne come lo sono tante: «Solare e affamata di vita». I suoi amici ieri mattina non erano davanti alla sua . Lo sono stati tutta la sera, sabato. Aspettavano di capire, proprio come tutto il paese: l'Amministrazione comunale ha espresso il proprio cordoglio anche attraverso un post pubblicato sui social del Comune; l'oratorio ha annullato la riapertura prevista proprio per ieri. Muto il gruppo Facebook del paese: davanti alla tragedia si è scelto il silenzio.

Viola frequentava il liceo linguistico all'istituto Medi di Salò, era in seconda: chiusi a riccio i compagni di classe. La prosecuzione di un percorso, quello al Medi a stretto contatto con le lingue straniere, cominciato molti anni prima all'International School Brescia di Botticino. A San Felice, infatti, la ragazza aveva frequentato solo la scuola dell'infanzia e pochi anni di primaria, poi i genitori avevano scelto per lei la scuola internazionale. Ma se la ricordano, in paese, quando praticava il karate con la Polisportiva: un'esperienza bella, durata qualche anno. E se la ricordano anche al gruppo ciclistico Freccia Rossa di Salò. Lì Viola andava con tutta la sua famiglia. Una «famiglia che ora è distrutta. C'è solo da sperare che riescano a trovare l'aiuto di cui hanno bisogno».

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