San Felice più felice sul PGT

Riporto, per continuare nel ragionamento sul PGT di San Felice, un articolo pubblicato il 16 ottobre sul Giornale di Brescia.
Nell’articolo viene riportata la posizione dell’associazione San Felice più Felice.
 

 

San Felice «Troppo consumo di territorio»
Nelle osservazioni al Pgt di un’associazione la difficile sostenibilità ambientale della crescita demografica

SAN FELICE – Consumo eccessivo del territorio, troppe cubature rispetto alla domanda, distribuzione disordinata degli interventi.
Sono le cose che non vanno,secondo l’associazione «San Felice più felice», nel Piano di governo del territorio in fase di predisposizione nel Comune della Valtenesi.
Il sodalizio (che si occupa di sostenibilità ambientale, ma anche economica e sociale) ha consegnato al sindaco alcune osservazioni in proposito, chiedendo all’ Amministrazione di riconsiderare certe previsioni.

«Se una volta – sostiene l’associazione – a San Felice ci si poteva gloriare di una certa moderazione nel consumo del territorio, soprattutto rispetto ad altri centri della Valtenesi, oggi tale moderazione non è più sufficiente. Anzi ci sembra molto difficile riconoscerla in questo Pgt».
La superficie terrestre del Comune è di 690 ettari; tolti l’abitato storico e la sua espansione moderna, le zone artigianali, i campeggi, le serre, i boschi e i declivi non edificabili, restano poco più di 300 ettari agricoli.
«Nei Piani attuativi residenziali proposti dal Pgt – afferma l’associazione – si prevede un consumo di 16 ettari, più altri 4 per le espansioni alberghiere. Il totale del patrimonio agricolo e non urbanizzato».

I soci di «San Felice più felice» si chiedono se siano sostenibili nel medio e lungo periodo la crescita demografica e il consumo del territorio attivati dal Pgt.
Negli ultimi quindici anni la crescita residenziale in Valtenesi è stata del 43% (del 33% a San Felice) a fronte di un 5% in Lombardia.

«Qui – sostiene l’associazione – non è l’esigenza di abitazioni che sta alla base del costruire, ma è la continua offerta abitativa che genera i flussi di immigrazione».
È insomma una crescita di tipo esogeno, legata al flusso migratorio determinato dall’enorme offerta di case, mentre il Pgt dovrebbe «legittimamente rispondere alle necessità della crescita endogena (incremento demografico delle famiglie locali) con edilizia, nella maggiore proporzione economicamente possibile, a prezzo convenzionato, senza contribuire ad alimentare l’immigrazione e le seconde case».

La nuova cubatura residenziale prevista dal Pgt (56mila mc) corrisponde a 370 abitanti equivalenti, ossia una crescita demografica di un altro 11% nei prossimi 5 anni.
I piani attuativi turistici promettono altri 32mila mc che portano il totale previsto a 88mila mc.
«Questo è sviluppo moderato e sostenibile?», si domanda l’associazione, che chiede al Comune di ripensare anche la distribuzione sparsa degli interventi, per «mantenere l’identità e la distanza fisica tra San Felice, Portese e Cisano, evitando il continuo urbanizzato tra i tre nuclei storici».

Nell’osservazione vengono tra l’altro segnalati alcuni casi specifici, come gli interventi nei pressi del Santuario del Carmine o il piano residenziale sulla strada per la Baia del Vento, che apre il varco all’edificazione a sud della via stessa, in una delle aree più pregiate del territorio.

Simone Bottura

 

 

Tag: PGT, San Felice più Felice

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