Rispondere alla crisi con il confronto

Sempre alla ricerca di confronti con esperienze diverse mi sono imbattuto in Salvatore Addeo, fonico e produttore di Lecco proprietario dell’ Aemme studio con all’ attivo un’esperienza soprattutto con il mercato americano. Salvatore mi ha segnalato alcuni punti che pensa siano “critici“ in questo momento nella produzione musicale in Italia. Anche lui come me avverte, nell’ uso della tecnologia, non solo un mezzo tecnico ma anche una filosofia del lavoro stesso e fa del confronto musicista/fonico/produttore, un momento importante di crescita sia personale che artistica.

Ho iniziato facendo gavetta in uno studio come assistente. Erano gli anni novanta, periodo che coincideva con la disponibilità dei primi software per la registrazione e mi sono ritrovato a far la spola tra il mondo analogico nello studio con cui collaboravo, ed il digitale, nel mio piccolo studio, e ho avuto la possibilità di ampliare il mio bagaglio di conoscenze facendo il free lance in alcuni studi del sud Italia, fino ad arrivare alla decisione di trasferirmi a Lecco dove ho aperto un piccolo project studio all’interno del quale ho iniziato a coltivare la mia figura di produttore. Nel momento in cui mi sono sentito pronto, certo delle mie qualità di producer e sound engineer, ho scelto di aprire uno studio di alto profilo e confrontarmi con il mercato professionale.

Sono cresciuto con le musicassette e con il mito dello studio di registrazione, suonavo in un gruppetto e ricordo che l’accesso agli studi in quegli anni (anni ’90) non era una cosa così semplice come lo è adesso, anzi, era qualcosa di quasi irraggiungibile.
Se poi si riusciva finalmente ad accedervi, si aveva un enorme rispetto per ciò che si stava facendo e per chi ci lavorava. Quando ho iniziato a fare questo lavoro a livello professionale, (periodo che coincideva con il boom del digitale), ho visto questa cosa pian piano svanire. Penso che l’avvento del digitale in primis abbia allontanato gli artisti dagli studi professionali, e di conseguenza gli artisti, realizzando la maggior parte delle produzioni “in the box”, abbiano perso via via quelle sonorità rotonde e profonde tipiche della tecnologia analogica.

Adesso la maggior parte dei musicisti che si avvicinano a questo mondo, grazie anche a tutte quelle informazioni trovate su internet, hanno l’impressione di essere degli esperti navigati, ma rimanendo chiusi nei loro project studio stanno perdendo una cosa importante: il confronto tra il musicista e il tecnico-produttore. Sembra si sia perso il concetto dello studio come posto in cui ci si puo’ confrontare per crescere, soprattutto artisticamente. Credo che il confronto sia indispensabile. Oggi solitamente l’artista è compositore, esecutore, sound engineer, producer e a volte anche tecnico di mastering , vi sembra possibile che possa affrontare  tutti questi passaggi  al meglio? Nel processo di produzione di un prodotto professionale non basta solo aver i plug-ins giusti , ma bisogna mettere in gioco anche esperienza, background ed in ultimo, macchine di un certo livello.

Lavorando per il mercato americano noto che il modus operandi del fare musica è ancora legato a certi standard ben definiti: macchine analogiche, personale qualificato, tempi di realizzazione medio lunghi, produzione artistica, ricerca ecc. Lo studio professionale opera ancora un ruolo importante garantendo al mercato americano uno standard qualitativo alto.

Ma tutto questo li’ è ancora possibile perchè gli artisti hanno ancora un budget da destinare alla produzione, capendo che questa è una fase importante e irrinunciabile.

Anche la discografia in America soffre di questa crisi ma le dimensioni del loro mercato unito ad una specializzazione delle varie fasi di lavorazione di una produzione fa si’ che il “prodotto musica” sia ancora qualcosa che procuce qualità e quindi mercato.

Personalmente per far conoscere un certo modo di far musica e far capire che reale valore aggiunto può portare ad un progetto uno studio professionale, ho aperto le porte del mio studio attraverso varie iniziative, cercando di far conoscere un certo modo di far musica per cercare di sensibilizzare alla qualità la generazione attuale di artisti 

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