Progetto parco pubblico e centro polifunzionale di San Felice del Benaco

Ieri sera ero all’incontro pubblico in cui è stato presentata la proposta di progetto per il nuovo centro polifunzionale e l’annesso parco pubblico in località Paludi di San Felice del Benaco da parte dell’architetto Palerm della impresa aggiudicataria Palerm&Tabares De Nava Architectors SLP.

Personalmente l’ho trovata finalmente proprio una bella serata.
Il progetto mi è piaciuto molto, soprattutto per il suo profondo rispetto della skyline del paese, per la percezione di integrazione armonica con la natura del parco e per il bassissimo impatto visivo; come diceva Nicola un esempio di come una bella architettura possa suscitare emozioni.
La discussione poi con Sindaco, Giunta e progettisti è stata franca, ma personalmente l’ho trovata rispettosa, leale, costruttiva e chiarificatrice.

In particolare la maggiore preoccupazione era che l’Amministrazione andasse ad aggravare ulteriormente la già pesante situazione debitoria, accendendendo nuovi mutui per finanziare la realizzazione di tale opera.

Il Sindaco Paolo Rosa ha però rassicurato dicendo che non verranno accesi nuovi mutui, ma che tale opera verrà finanziata completamente attraverso la vendita di proprietà comunali ritenute non strategiche, e che i vari lotti verranno realizzati solo con la piena disponibilità dei fondi necessari per la copertura dei costi.

Bene, ovviamente monitoreremo attentamente che queste promesse vengano mantenute (e che le vendite non si trasformino in svendite, e che tali proprietà non siano poi in realtà vari terreni da lottizzare), ma se così sarà, questo progetto mi pare accettabile, anche perché sin da fine 2008 sostengo anch’io l’idea di una tale opera.

Per chi comunque non c’era ieri sera ho provato a riscrivere i contenuti che mi ricordo del mio intervento, ovviamente segnalatemi eventuali dati inesatti che così provvedo subito a rettificarli:

Grazie per la presentazione del progetto, personalmente l’ho molto apprezzato.

Non entrerò nel merito della collocazione e della struttura, già oggetto di un acceso dibattito nei mesi scorsi in paese, anche se ritengo che per l’importanza per il nostro Comune di tale progetto, non solo dal punto di vista urbanistico ma anche economico, sarebbe stato doveroso il ricorso da parte dell’Amministrazione ad un referendum consultivo, come previsto dall’art. 34 dello Statuto comunale, anche alla luce delle oltre 600 firme di cittadini favorevoli al perseguimento di un’idea alternativa annessa al centro storico, numeri che, voglio sottolineare ai promotori dell’iniziativa, sarebbero stati comunque ampiamente sufficienti a richiedere l’indizione del referendum.

Ritornando però al progetto presentato, la mia domanda è: ce lo possiamo permettere?

Ho provato quindi a documentarmi sulla situazione economica delle casse comunali.

Voglio però iniziare con una riflessione: ognuno di noi nella propria famiglia conduce un tenore di vita in base a quanto guadagna, così ci hanno sempre insegnato i nostri genitori e così insegnamo ai nostri figli. Quindi solitamente con i soldi che entrano prima acquistiamo da mangiare, paghiamo le bollette, ecc., poi se avanzano ci facciamo una bella vacanza, posso al limite arrivare a pensare che mi posso vendere un gioiellino di famiglia per farmi la vacanza della vita, una cosa straordinaria una-tantum però.
Mai però devo arrivare a vendermi i gioielli di famiglia per pagare le bollette o acquistare da mangiare, sarei una famiglia destinata inevitabilmente al disastro.

Non riesco a capacitarmi come questo concetto così elementare invece non si applichi alla nostra Amministrazione Comunale e in generale alla quasi totalità delle amministrazioni comunali, anche se qualche pecora bianca fortunatamente c’è.
Ebbene sì, infatti le spese per un Comune si dividono in correnti (ordinarie, ovvero personale, bollette, fotocopie, ecc.) e straordinarie (investimento o imprevisti, ecc.).
Le entrate anche qui si dividono in correnti (rimesse dallo Stato, tassazione varia, ecc.) e straordinarie, essenzialmente oneri di urbanizzazione, che però sono spesso legati ad un sacrificio del territorio (alias, terreni resi edificabili), che è l’unico patrimonio che un Comune ha, il proprio gioiello di famiglia.

Il fatto preoccupante è che attualmente il Comune di San Felice sta utilizzando quasi il 31% degli oneri di urbanizzazione per pagare le spese correnti (quasi 170.000 euro di oneri di urbanizzazione a copertura di spese correnti, quindi il costo dello stipendio di 5-6 dipendenti), semplificando si può dire che stiamo usando i proventi della vendita di gioielli di famiglia per pagare stipendi e bollette.

Una buona amministrazione a mio avviso deve responsabilmente tendere a copire le spese correnti con le entrate correnti (mentre le nostre entrate correnti sempre da bilancio di previsione 2011 coprono solo il 71,8% delle spese correnti), anche rivedendo le proprie ambizioni, altrimenti sarà sempre sotto ricatto e per vivere dovrà vendere sempre più i propri gioielli di famiglia, che prima o poi però finiscono.

La cosa ancor più drammatica è che stiamo coprendo spese correnti certe con entrate che sono tutt’altro che certe, si pensi solo che mi risulta che nel 2011 erano previsti inizialmente 570.000 euro di entrate da oneri di urbanizzazione, mentre ne sono stati effettivamente incamerati alla fine circa 300.000.

Questa situazione di difficoltà la si percepisce anche dall’emblematico caso dell’asta per il lascito Rubelli, per il quale al 1° avviso venivano richiesti 830.000 euro, mentre al secondo avviso ancora aperto la cifra richiesta è già di 705.500 euro, con una perdita di oltre 125.000 euro.
Se non fossimo in chiare necessità economiche non ci sarebbe questa urgenza di vendere e si attenderebbero tempi migliori di mercato.

La situazione dell’indebitamento mi ha poi veramente impressionato, anche qui se sbaglio correggetemi: la quota di mutui da rimborsare nei prossimi anni è veramente stratosferica, tra capitale (3.827.000 euro) e interessi (1.219.000 euro) arriviamo a 5.046.000 euro.
Ci tengo a sottolineare che questa situazione non è stata causata solo dall’Amministrazione Rosa, ma anche dalle precedenti, e non giudico se in modo giusto o sbagliato, mi limito a constatare l’entità della cifra.
Certo però che la vostra Amministrazione ha attivato, anche qui correggetemi se sbaglio, oltre 820.000 euro di mutui tra il 2010 e il 2011, a cui si deve aggiungere il mutuo di circa 220.000 euro per la progettazione Paludi, che ricordo però essere solo un primo stralcio dell’incarico, a cui se ne dovranno aggiungere altri in caso il progetto parta.

A ciò ovviamente si dovranno aggiungere i costi di costruzione stimati in 5.100.000 euro, con l’aleatorietà delle entrate da oneri di urbanizzazione.

A ciò si aggiunge il fatto che la legge di stabilità 2012 all’art. 8 abbassa i limiti fissati per il ricorso ai mutui e ad altre forme di finanziamento da parte degli Enti locali e delle Regioni, con l’applicazione del patto di stabilità dal 2013 anche ai comuni con popolazione tra 1.000 e 5.000 abitanti. E mi si dice che già ora il nostro indice indebitamento (3,8%) sarebbe già prossimo al limite massimo imposto.

Si consideri poi che la prossima Amministrazione dovrà affrontare l’acquisto della casa municipale e che la crisi potrebbe portare purtroppo ad un aumento della spesa sociale.

Insomma, la mia impressione è che si tratti di un quadro a tinte cupe da considerare con attenzione.
Se continuiamo su questa linea sento che nella migliore delle ipotesi impegneremo i nostri figli per i prossimi 30 anni, nella peggiore stiamo seguendo una strada senza uscita.

Grazie

Vai articolo originale: https://garda2o.wordpress.com/2012/02/22/progetto-parco-pubblico-e-centro-polifunzionale-di-san-felice-del-benaco/

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