I campi elisi del ciclista, insinuatisi come un esperanto tra le inflessioni dialettali delle regioni gardesane, campeggiano nello spazio tra web e realtà degli amanti del pedale, con una promessa di appagamento alla portata di ogni ruota.
“Entro il 2026 saranno finiti i lavori di costruzione delle Ciclovia del Garda, una pista ciclabile attorno al Lago di Garda con una lunghezza di 140 km. Per il progetto ambizioso vengono utilizzate piste ciclabili già esistenti e aggiungendo nuove tratte. In questo modo un sogno per ogni ciclista diventerà presto realtà: il giro del Lago di Garda su una pista ciclabile ininterrotta”. Ma il ribaltamento di prospettiva è dietro la curva. Dove l’establishment intravede il paradiso, fra soffici nuvole di scontrini fiscali, il Coordinamento interregionale a tutela del Garda – che riunisce una trentina di associazioni e comitati, tra cui Wwf, Slow Food, Italia Nostra e Legambiente – presagisce le spire dell’inferno di uno “scempio ambientale irreversibile”. Non li ha fermati nemmeno la canicola di agosto nel chiedere sostegno alla pubblica opinione per fermare “questa ciclovia del Garda, un’opera ad alto impatto paesaggistico e ambientale, ad elevato rischio idrogeologico, non sicura per pedoni e ciclisti, molto costosa, non sostenibile, assolutamente incompatibile con la bellezza dei luoghi, progettata senza condivisione”, come si legge nel testo della petizione disponibile on line. Il diavolo ha l’aspetto del danno paesaggistico-ambientale al sistema delle sponde, con i suoi tratti previsionali di passerelle a sbalzo sull’acqua, incastonate nella roccia da gravose strutture metalliche, con la cementificazione di alcuni tracciati e la compromissione delle passeggiate della domenica per taluni centri di Riviera. Incontrovertibile è il dato dei dissesti del versante roccioso, la caduta dei massi che affligge la viabilità lacustre, come nel gennaio scorso, quando una frana ha bloccato la circolazione sul tratto stradale fra Toscolano e Bogliaco, parte di un sistema viario immaginifico che, suo malgrado, la Aston Martin di James Bond ha proiettato sullo schermo del mondo. Sorvolando a volo di gabbiano sull’impatto economico per la spesa pubblica, in un’Italia in menopausa che per non scivolare nella senescenza abbisogna di medici impietosi e di fosforo per la memoria, è lecito chiedersi se qualcuno fra sponsor, progettisti, amministratori e burocrati abbia chiesto un parere vincolante a coloro che saranno gli intestatari del paradiso o gli oppressi dell’inferno, quei cosiddetti “giovani”, categoria dal vago contenuto tra la pre-adolescenza e le oltre trenta candeline, che vengono arpionati in campagna elettorale per poi essere ributtati nell’oblio ad urne chiuse. Tra passaggio e paesaggio c’è la variabile pedaggio, quello che addossiamo ad un futuro imbavagliato, sempre più povero di mezzi e di diritti che ci illudiamo di proteggere dalle nostre stesse contraddizioni.
APPROFONDIMENTI:
Punti informazione e Raccolte firme vengono periodicamente organizzati in vari paesi dal Coordinamento interregionale tutela del Garda insieme ai gruppi locali. Anche online è stata lanciata una petizione di cui riportiamo il testo
Petizione su change.org
FERMIAMO QUESTA CICLOVIA DEL GARDA, UN’OPERA AD ALTO IMPATTO PAESAGGISTICO E AMBIENTALE, AD ELEVATO RISCHIO IDROGEOLOGICO, NON SICURA PER PEDONI E CICLISTI, MOLTO COSTOSA, NON SOSTENIBILE, ASSOLUTAMENTE INCOMPATIBILE CON LA BELLEZZA DEI LUOGHI, PROGETTATA SENZA CONDIVISIONE.
Chiediamo al Presidente della Repubblica, al Ministro delle Infrastrutture e della Mobilità Sostenibile, ai Presidenti della Regione Lombardia, della Regione Veneto, della Provincia di Trento e della Comunità del Garda di SOSPENDERE questo progetto della Ciclovia del Garda che dovrebbe svilupparsi per circa 150 km lungo le coste del Lago con un costo preventivato di 344 milioni (di cui per ora solo 46 milioni finanziati a livello nazionale e 65 milioni dalla Provincia di Trento, per il solo tratto di 9 km da Riva a Limone dul Garda che costerà circa 7,2 milioni al km.La ciclovia turistica è una pista ciclopedonale che per rispettare le norme europee deve essere praticamente in piano, essere larga in media 3,5 metri, avere sede propria, segnaletica e punti di sosta. Il progetto della ciclovia mostra molte criticità, in particolare: -prevede passerelle a lago su pareti di straordinario pregio, ancorate alla roccia alterando irreversibilmente lo stato dei versanti o costruite con palificate nel lago, con tratti in fregio alle spiagge, interferendo con Siti Natura 2000 e aree protette, o in prossimità di sistemi di ville, alberghi, giardini storici e limonaie, con un forte impatto paesaggistico e naturalistico;
-le passerelle sospese a lago risultano incompatibili con lo stato dei luoghi, creando un grave danno anche al prezioso e delicato ecosistema del Garda e non garantiscono la futura sicurezza del percorso, data l’alta e continua franosità dei pendii;
-nel basso lago la ciclovia provoca un ulteriore consumo di suolo, prevede il taglio di centinaia di alberi, interferisce con aree agricole;
– la ciclovia compromette la fruibilità dei centri storici che attraversa;
-il progetto non ha considerato i numerosi percorsi ciclabili esistenti ,anche da poco realizzati, che potevano essere coinvolti, senza prevedere una nuova ciclovia;
-il progetto non risulta coordinato tra le diverse Regioni e prevede tipologie, tecniche e materiali assai diversificati e non sostenibili;
-l’uso promiscuo di pedoni e ciclisti comporta alti rischi per entrambi, aggravati dalla vicinanza e dai numerosi attraversamenti delle ultra trafficate Gardesana Occidentale e Orientale;
-la ciclovia del Garda interferirà con la viabilità automobilistica gardesana, congestionandola ulteriormente, aumentando i rischi generali
Si chiede quindi di FERMARE questo progetto invasivo che comporterà elevatissime spese di manutenzione di cui si dovranno molto probabilmente far carico gli enti locali. Si chiede inoltre di POTENZIARE nell’alto Garda la navigazione pubblica – come previsto dalle normative ministeriali – per sostituire i tratti ancorati alle rocce, in aree di elevatissimo valore paesaggistico e di notevole rischio idrogeologico e sismico, incentivando una mobilità sostenibile. Altre soluzioni vanno pensate e trovate per far apprezzare la straordinaria bellezza del lago di Garda ai ciclisti e ai pedoni.
Per informazioni scrivere a
coordinamento.tutela.garda@gmail.com
coordinamento.tutela.garda@lamiapec.it
Marina cell. 3393133308
PETIZIONE ONLINE SU CHANGE.ORG
Vai articolo originale: http://www.giornaledelgarda.info/passaggio-e-paesaggio/