Qui una volta era tutto film

Parte il film, e ci vogliono solo poche scene per capire dalla colonna sonora in palese dissonanza con le scene che stanno passando sullo schermo che qualcosa non va come dovrebbe andare, una sensazione che man mano si fa più concreta finchè, alla fine, si capisce la verità: Burn After Reading è molto più del film comico che ti hanno consigliato. La dissonanza è la chiave del film, e va oltre il suo aspetto più evidente, ovvero la già segnalata colonna sonora che è, ad esempio, da film d’azione in sequenze da commedia. Ma Facciamo un passo indietro.

Il cinema americano, da quando gli statunitensi, più lungimiranti di altri, hanno cominciato a investirci massicciamente (la prima cattedra di cinema ad Harvard è del 1914, per dire), ha un nome e una ragione sociale: “fabbrica dei sogni”, ovvero produttore dell’immaginario di una nazione. Se vi sembra niente, pensate a quanto negli ultimi sessantanni questa fabbrica abbia esportato anche in Europa (senza contare il cinema non-americano e la televisione negli ultimi anni, che perlomeno da noi ha spodestato il cinema), e a quanto abbia contribuito a formare il vostro, di immaginario. Non è un caso se quasi tutti, dittature e non, abbiano investito e investano massicciamente nella propaganda, nel secolo scorso e in questo che sta cominciando; tuttavia non si tratta solo di una questione che riguarda solo film puramente “di propaganda”, ma di un fenomeno più diffuso che contribuisce a stabilire i confini dell’immaginazione. Tolkien si lamentava che gli illustratori castrassero i lettori di buone fiabe con disegni che diventavano una normativa del fantastico personale, mutatis mutandis il “problema” è sempre quello, se di problema, propriamente, si può parlare.

E oggi? se da un lato l’America di oggi non è più un paese per vecchi, dall’altro non è nemmeno più la terra della libertà di sognare (con buona pace di Obama), e i Cohen ci hanno voluto girare un film. I personaggi del film (di cui gli unici realmente comici, i due agenti FBI, sono poco più che comparse) sono difatti ognuno immerso nel proprio film personale, con tanto di dialoghi pesantemente influenzati dalla propria storia di cinefili (al giorno d’oggi siamo tutti, più o meno volontariamente, cineili); il problema è che ognuno sta su un registro filmico diverso e i momenti di attrito sono frequenti e dirompenti: vedi ad esempio la scena del bar, dove lui sta per far partire la tirata da vecchio saggio con tanto di foto di quando era prete e lei risponde con una puntata di Sex & the City (oppure la più clamorosa, quella dove Pitt e Clooney sono uno in una commedia degli equivoci, l’altro in un thriller e…[mi censuro per evitare spoiler]). Il film dei fratelli Cohen è in realtà lo scontro di persone che provano a vivere la vita come nel loro film preferito; oppure, più sottilmente, lo scontro di quel coacervo di immaginari che ha sostenuto l’ideologia americana negli ultimi sessantanni (di qui il tragicomico riferimento alla Guerra Fredda del vendere segreti o supposti tali a un ambasciatore russo che, giustamente, non sa che farsene), per metterli tutti nello stesso calderone e decretarne la decadenza oppure, e a me piace pensarla così, semplicemente giocarci con fare irriverente (ma qui si dovrebbe fare una telefonata ai registi).

Inoltre, dall’inevitabile brutta fine di (quasi) tutti i film personali il messaggio sembra essere: “qui non è più come una volta, che c’era il lieto fine”, oppure se preferite “qui non è un film, è la vita reale dell’America fine anni ’00, adeguatevi”. Tutto questo è chiaro, lampante quasi, quando si vede il film; a patto di non farsi distrarre dalla trama, che qualcuno spaccia ancora come comica (ma le risate si fanno lo stesso, non vi preoccupate).

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E’ record.

E’ già un mese, anzi di più, che ho ricominciato ad andare in piscina e non ho ancora scritto alcun post a riguardo: è ora di rimediare, anche perché stasera ho battuto il mio personale record di resistenza, producendomi in ben 54 vasche tutte insieme, giuro. Per quanto riguarda la tecnica e performance come questa […]

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Week-end in Valtellina

Eccoci ad un altro bel fine settimana in compagnia dei mitici amici tutor.
Si tratta di un bis in quel di Albosaggia (Sondrio) dopo la trasferta di febbraio 2008. Questa volta il clima più mite ci ha permesso di passare molto tempo a contatto con i monti della zona. Giornata passata in altura vicino agli alpeggi […]

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Exchange di m…

Da due giorni siamo da un cliente alle prese con un server di posta (Exchange) che non va … che stress !!!
Microsoft … ti odio !!!
Se non fosse x’ i ragazzi del supporto dall’Irlanda son simpatici … avrei già bruciato tutto …

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Piccola donna cresce

Oggi Milla è in gita (e non è la prima volta) in autobus in montagna con l’asilo a raccogliere le castagne.
Ieri sera per scherzo le ho detto che andavo anch’io con lei, al che si è girata incavolata e mi ha detto:
NO, tu non vieni, tu vai al tuo lavoro!
Io voglio andare in gita da sola con i miei amici […]

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Niente di nuovo dal fronte

Innanzitutto quello che è successo, visto che ho faticato a trovare tutto in giro (perlomeno finchè mi sono limitato a sfogliare i quotidiani): Travaglio è stato condannato, in primo grado e con sentenza non ancora pubblicata (ci vuole un po’, e solo allora si potrà davvero capire perchè e cosa vuol dire), per aver diffamato Cesare Previti in questo pezzo (non linko direttamente l’archivio dell’espresso perchè io personalmente non riesco ad aprirlo per questioni di plugin mancanti, e non vorrei che altri fossero nelle mie condizioni) apparso sull’Espresso nel 2002. Di cosa si parla in quell’articolo? si parla dei presunti accordi elettorali tra la Mafia e Forza Italia nel 1994, alla vigilia delle elezioni politiche, e più in generale dei rapporti tra queste due “forze politiche” che un mafioso e in seguito collaboratore di giustizia, Luigi Ilardo, confidò al colonnello dei carabinieri Michele Riccio sussistere.

L’articolo è ben scritto e non mi dilungherò quindi su questa vicenda, perchè quello che ora ci interessa è capire in che modo si potesse diffamare Previti in un articolo sui rapporti tra la Mafia e Forza Italia. A dire il vero mi vengono in mente un sacco di maniere per infilarlo in un pezzo del genere, ma in mancanza di prove nè io nè Travaglio, da quanto si legge nell’articolo, riteniamo sia corretto farlo: tutto quello che c’è su Previti è questo:

Quello che avrebbe potuto diventare un altro Buscetta (Ilardo, che nel frattempo è stato ucciso da due killer, dopo essere entrato nel programma protezione testimoni, poco prima del primo interrogatorio formale – NdP) non parlerà più. Una fuga di notizie, quasi certamente di provenienza “istituzionale”, ha avvertito Cosa Nostra del pericolo incombente. Solo Riccio può ridargli la voce. Cosa che fa attraverso i suoi appunti tutti scritti con inchiostro verde e le testimonianze. Senonchè, nel marzo 2001, viene convocato nello studio del suo avvocato, Carlo Taormina, per una riunione con Dell’Utri e il tenente Carmelo Canale, entrambi imputati per concorso esterno in mafia. Riccio denuncia subito il fatto alla Procura di Palermo: «Si è parlato di dare una mano a Dell’Utri. Io avrei dovuto dire che l’Ilardo non mi ha mai parlato di Dell’Utri come uomo di mafia, vicino a Cosa Nostra». In più Riccio deve dimenticarsi la mancata cattura di Provenzano. In cambio gli viene promesso un aiuto per rientrare nell’Arma e per ottenere “la rimessione del mio processo”. «In quell’occasione, come in altre, presso lo studio dell’avv. Teormina era presente anche l’onorevole Previti». Taormina ammette il colloquio ma nega quelle pressanti richieste al cliente. In ogni caso, Riccio cambia avvocato.

Tutto qui, vengono semplicemente riportate le parole del colonnello Riccio. Il problema? su quest’altro pezzo, questo di Mastellarini, ho trovato una spiegazione (si vedrà quando esce la sentenza, ad ogni modo): si sarebbe trattato, in pratica, di una “svista” da parte di Travaglio, che avrebbe omesso di aggiungere l’ultima parte del verbale di Riccio, ovvero “Il Previti però era convenuto per altri motivi, legati alla comune attività politica con il Taormina e non era presente al momento dei discorsi inerenti la posizione giudiziaria di Dell’Utri“, e sarebbe quindi un problema di virgolette: se Travaglio non avesse attribuito quella frase a Riccio (che in realtà la proseguì) sarebbe comunque risultata vera, ma non diffamante. Ora, volendo si potrebbe discutere che nemmeno così è una gran diffamazione (credo lo sia, ma sicuramente più vicina ai 500 euro di multa chiesti dal pm che agli 8 mesi più risarcimento inflitti dal giudice monocratico), si potrebbe anche diffidare di Facci (è lui, sul Giornale, a riportare il pezzo mancante del verbale di Riccio, io ad ogni modo gli credo) o addirittura attendere stoicamente la sentenza d’appello (e quindi qualche annetto ancora), ma ha importanza? forse le beghe giudiziarie di Travaglio dovrebbero interessare Travaglio, e noi in quanto lettori solo se mettessero in ombra la sua onestà professionale (e questo, con buona pace di Facci, non mi sembra il caso), visto che, banalmente, non lavora per noi. Qualcuno potrà pensare che il fatto dimostri la scorrettezza di Travaglio, per me dimostra solo una scarsa attenzione dato che, forse non ci si rende conto della cosa, il fatto che Previti frequentasse quell’ambiente sarebbe rilevante di suo anche senza attribuirgli ingerenze di qualche tipo.

Dispiace un po’ che questo piccolo errore dia un appiglio per far scempio mediatico di Travaglio (credo che Facci e altri abbiano del vino d’annata in cantina per queste occasioni), anche se non cederò alla trappola di accusare Travaglio stesso (e fantomatica cricca) di aver creato una corrente di pensiero in cui l’immacolatezza della fedina penale è uno status quasi sacrale, e per il semplice motivo che questa corrente di pensiero non è mai stata creata. Per quanto difatti la vulgata voglia che ci sia una gang di censori pronti a fare la morale la questione non è altro che etica, ovvero secondo la regola d’oro: “se una persona compie un reato, a me interessa nella misura in cui quel reato mi tocca” se un politico viene condannato per aver preso tangenti forse non è il caso di votarlo, se un politico viene assolto o prescritto ma sono documentati rapporti con la mafia forse non è il caso di votarlo e se una persona viene condannata ma non viene rilevato nessun reato che sia indicativo di una inidoneità con le sue funzioni può benissimo continuare a svolgerle.

C’è poi qualcuno che sostiene come un politico debbe essere totalmente immacolato per poter rappresentare qualcuno, non sono daccordo ho già spiegato perchè, ma resta il fatto che fino a prova contraria Travaglio non rappresenta nessuno se sè stesso. Qualcuno può lamentarsi del suo modo di fare giornalismo, e già lo faceva, ma nessuno gli può imputare scarsa coerenza se continua a fare il suo lavoro come sempre, magari tornando (da qualche tempo sta buttandosi un po’ troppo sul comico) a essere il gelido cronista di qualche anno fa .

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Red Bull CAN you make it?

«Tre studenti dell’Università di Bolzano rischieranno la vita nell’evento organizzato da Red bull “Red Bull CAN you make it”. L’obiettivo è raggiungere Parigi in 8 giorni partendo da Roma senza soldi, cellulare, carta di credito etc etc…»

Così inizia il messaggio che si sta estendo attraverso ogni canale comunicativo esistente all’interno e all’esterno dell’università a sostegno dei Grazing Cows. Mi pare che dica già tutto. Se poi conoscete i soggetti, dice davvero tuttotuttotutto.

L’unico attrezzo comunicativo di cui saranno dotati è un cellulare dato dalla Red Bull per poter aggiornare il loro blog, creato per l’occasione. Questo dunque dice tutto, anzi tuttotuttotutto, relativamente al motivo per cui ho deciso di sostenerli nella loro folle avventura.
Nella squadra c’è già stato un cambiamento. Una sostituzione. Restano Cora, Mighé e nuovo nel team è Steno. Questi i loro nomi di battaglia. Quasi da supereroi direi…

Per sostenerli potete dare loro un voto al giorno andando sulla pagina di registrazione, registrarvi e scegliere di essere fan dei Grazing Cows identificati dal codice ITA003. Fatta l’iscrizione potete seguire il team giorno per giorno sul loro blog e soprattutto potete votarlo. Dal loro messaggio, infatti, si sottolinea:
«La cosa importante è il voto giornaliero, che va fatto qui cliccando sulle lattine di RedBull in cima alla pagina a destra, (5 lattine è il massimo dei voti 🙂 )»

Nel caso vi fossero aggiornamenti, vi farò sapere. Intanto se avete un account Twitter, potete anche iscrivervi ai loro aggiornamenti o seguirli a questa pagina.

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Una firma per Saviano

Da qualche giorno Repubblica ha lanciato una raccolta di firme a sostegno di Roberto Saviano, il giovane scrittore che con il best seller Gomorra ha denunciato azioni e metodi della camorra, facendo anche nomi e cognomi dei boss, è stato più volte minacciato di morte, e vive sotto scorta.
L’altro giorno ha espresso la volontà di lasciare l’Italia per avere una vita normale.
La raccolta di firme è un sostegno allo scrittore, e un rifiuto che chi si batte per la legalità debba scappare.
Ecco il testo della petizione:

Roberto Saviano è minacciato di morte dalla camorra, per aver denunciato le sue azioni criminali in un libro – “Gomorra” – tradotto e letto in tutto il mondo. E’ minacciata la sua libertà, la sua autonomia di scrittore, la possibilità di incontrare la sua famiglia, di avere una vita sociale, di prendere parte alla vita pubblica, di muoversi nel suo Paese. Un giovane scrittore, colpevole di aver indagato il crimine organizzato svelando le sue tecniche e la sua struttura, è costretto a una vita clandestina, nascosta, mentre i capi della camorra dal carcere continuano a inviare messaggi di morte, intimandogli di non scrivere sul suo giornale, “Repubblica”, e di tacere.
Lo Stato deve fare ogni sforzo per proteggerlo e per sconfiggere la camorra. Ma il caso Saviano non è soltanto un proble
ma di polizia. E’ un problema di democrazia. La libertà nella sicurezza di Saviano riguarda noi tutti, come cittadini.
Con questa firma vogliamo farcene carico, impegnando noi stessi mentre chiamiamo lo Stato alla sua responsabilità, perché è intollerabile che tutto questo possa accadere in Europa e nel 2008.

Vi invito dunque a firmare, per dare un sostegno, seppur misero, a Saviano e a tutti coloro che credono in un’Italia libera dalla piaga della mafia.
Per farlo cliccate QUI

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4 Film Festival

Ieri sera, su invito di Irene, sono andato con la mia neighbourgroup al Film Festival. Il 4 Film Festival o anche 4FF per la precisione. Come potete vedere anche dal programma ieri abbiamo visto FERESHTEGAN DAR KHAK MIMIRAND, un cortometraggio iraniano in iraniano con sottotitoli in inglesi risottotitolato, un po’ più sotto, con sottotitoli, dunque sottosottotitoli, in italiano. Dopo i trenta minuti di questo, è stata la volta di ARABIAN NIGHTS, prodotto lussemburghese parlato con dialoghi in francese, dialetto lussemburghese (non sapevo manco che esisteva) e algerino, sottotitolato a seconda del caso con francese, inglese e italiano.

I film fanno parte della selezione Borderlands – Terre di confine. Il primo infatti trattava delle guerra tra Iran ed Iraq, mentre il secondo era ambientato un po’ in Lussemburgo e un po’ in Algeria. Le altre categorie presenti al festival sono Rimusicazioni, add a new soundtrack to an ld silent movie, Shortland, concorso regioanle (Trentino Alto Adige) e infine Indieland, Milano che emigra: la linea lombarda del cinema.

Al contenuto cinematografico si aggiunge la possibilità di mangiare “a gratis” dalla mezzanotte (ieri sera c’era il birmano, tra l’altro cucinato da uno studente di Economia del secondo anno, come abbiamo scoperto una certa sorpresa), poi ci sono mele offerte dalla Marlene un po’ ovunque e poi c’è il concorso che ogni sera estrae un vincitore di un iPod Shuffle. Per parteciparvi basta compilare la scheda di valutazione dei film che poi a caso verrà estratta la sera seguente. A giudicare dal numero di spettatori di ieri sera le probabilità di tornare a casa con un iPod sono abbastanza alte.

Alla proiezione di norma sono presenti anche i registi e segue un dibattito che purtroppo ieri non c’è stato, anche se a dire il vero io non avrei saputo cosa dire, soprattutto del secondo film, visto che manco avevo capito che il protagonista poco prima della fine moriva… Ops! (L’informazione non vale come spoiler, ma, semmai, come indizio su una chiave di lettura!)

Per gli studenti dell’università di Bolzano membri dell’associazione kikero (quota associativa € 6,00 per tutto l’anno) si entra gratis, altrimenti sarebbero € 3,00 per l’ingresso (di film se ne possono vedere quanti se ne riescono).

Le proiezioni partono nel tardo pomeriggio e proseguono fino a notte inoltrata. La sala delle proiezioni è al Videodrome di via Roen di Bolzano.

Non mi resta che lasciare di nuovo il link alla homepage ufficiale e sperare di riuscire ad andarci anche stasera dopo il debating in uni (stasera in italiano, tutti invitati!).

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SOMETIMES AFTER THE NINTH HOURNo escaping from the final judgement

Fino al 2 Novembre, nel centro storico di Sirmione alla Galleria Magnolia in via Vittorio Emanuele II, Sometimes after The Ninth Hour: no escaping from final judgement, mostra personale del giovane pittore Alessandro Bulgarini. Fondendo suggestioni derivanti dalla lunga tradizione Europea del Fantastico, all’ammirazione per alcuni maestri della Figurazione Contemporanea, e ad altri aspetti anche […]

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L’OLIO DEL LAGOMostra Mercato dell’Olio d’Oliva a Lazise

Il 25 ed il 26 ottobre Lazise ospita la Mostra Mercato dell’Olio d’Oliva, un’occasione per scoprire il gusto di questo prodotto prezioso che si produce sulle sponde del lago più grande d’Italia. I produttori del Lago verrano coinvolti in una due giorni di esposizione, durante la quale i visitatori avranno la possibilità di acquistare questo […]

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Autunno, e sia.

Risotto con i funghi, castagne, vinello.
Divano, copertina, Micioly che ci si infila sotto.
Scaldasonno acceso che mi aspetta, libro sul comodino.
Autunno, finora c’hai girato attorno, ma ora puoi arrivare davvero: io sono pronta.

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