«No agli eccessi, ma a Manerba serve un’area per i naturisti»

Bene il naturismo, malissimo chi ne approfitta: è questo, in sintesi, il pensiero dei bagnanti sulle spiagge di Manerba. Pensiero peraltro sposato dal sindaco, Isidoro Bertini, il quale auspica per il litorale sotto la rocca un netto cambio di destinazione. Perché, piaccia o non piaccia, è universalmente noto che quel litorale sia tra le mete gardesane predilette da chi pratica il naturismo. Spesso però con derive scadenti.

«Non abbiamo nulla contro chi segue questa cultura – sottolinea Bertini -, non vogliamo però che la nostra spiaggia venga frequentata da gruppi i cui atteggiamenti non hanno nulla a che vedere con il naturismo».

Se si sconfina nell’esibizionismo scatta la sanzione, anche perché a Manerba è in vigore, dal 2005, un’ordinanza che vieta di prendere il sole nudi: c’è tolleranza, dunque, ma fino a un certo punto. Recentemente, una decina di bagnanti sono stati multati proprio sul litorale della rocca: «Operazione svolta nell’ambito dei consueti controlli – sottolinea di nuovo il sindaco – proprio per bloccare gli atteggiamenti che vanno oltre. La riserva è sempre più frequentata da turisti ma anche da studiosi, che vanno tutelati. Per quanto riguarda invece i naturisti effettivi, da anni si sta cercando di trovare uno spazio adeguato: credo che lo si potrà trovare una volta allontanati in via definitiva coloro i quali scadono in comportamenti contrari non solo al senso del pudore, ma anche alla legge».

Pensiero che ricalca l’opinione di una coppia di naturisti bresciani, che però frequentano Manerba malvolentieri: «Preferiamo altri luoghi – confermano -, magari all’estero, perché soprattutto in alta stagione la spiaggia della rocca è mal frequentata. Chi ci va, lo fa a suo rischio e pericolo e non solo per il fatto che le sanzioni sono frequenti. Se invece esistesse uno spazio autorizzato probabilmente certi episodi non si verificherebbero perché il nudismo non ha nulla a che vedere con le pratiche sessuali. Non è un fenomeno di trasgressione né tantomeno un atto osceno in sé: si tratta di corpi nudi, la cosa più naturale che esista. Forse sono più volgari certi abbigliamenti che si notano sulle spiagge, pura ostentazione del fisico».

E dal fronte «non-nudista»? Cosa ne pensano i «tessili» (l’appellativo con cui chi pratica il nudismo definisce i bagnanti che indossano il costume)? C’è apertura: «Se hanno questo desiderio – commenta una mamma in spiaggia alla Romantica, a poche centinaia di metri in linea d’aria dalla rocca -, perché non rispettarlo? Cosa c’è di male nel riservare un angolo, magari ben segnalato per evitare che famiglie con bambini si avvicinino senza sapere cosa potrebbero vedere». Un altro bagnante è un po’ meno permissivo: «A me i nudisti non fanno né caldo né freddo, ma resta il fatto che se non si può, non si fa», afferma in riferimento alle sanzioni. Sanzioni che sono «giuste – per un’altra bagnante in spiaggia -: nulla di male se qualcuno prende il sole nudo, a maggior ragione in un posto isolato come la rocca. Ma chi passa il limite deve pagarne le spese».

 

 

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