Morte di Samuele: l’indagine è per omicidio preterintenzionale

È accaduto tutto nella zona vicino a casa. Sabato sera c'erano due amici con Samuele Freddi quando il giovane è caduto picchiando la testa a terra. Dopo un litigio – è stato appurato da chi indaga – in seguito alla foratura di una gomma dell'auto nel corso della serata. Un banale motivo di tensione tra coetanei cresciuti insieme.

Se quella botta è compatibile poi con il decesso del ventenne avvenuto qualche ora dopo nell'abitazione di famiglia, lo stabilirà il direttore di Medicina Legale degli Spedali civili di Brescia Andrea Verzelletti che questa mattina eseguirà l'autopsia sul corpo del giovane, come disposto dal sostituto procuratore Maria Cristina Bonomo.

Il magistrato della Procura bresciana ieri ha istruito l'inchiesta per omicidio preterintenzionale, ma non ci sono nomi nel registro degli indagati. In una valanga di voci che si sono rincorse a Manerba fin da sabato sera – dalla rapina in villa, alla scazzottata, fino all'aggressione – di certo oltre al litigio tra amici, c'è che Samuele Freddi sabato sera aveva firmato le dimissioni dal pronto soccorso dell'ospedale di Gavardo, dove si era recato in seguito al colpo alla testa. La Procura ha acquisito anche i referti dai quali non erano emerse criticità. Il giovane aveva però deciso di lasciare volontariamente il pronto soccorso senza attendere il periodo di osservazione. Era lucido e una volta a casa avrebbe anche parlato con i familiari. Cosa sia accaduto dopo, sarà l'autopsia a chiarirlo.

La famiglia del giovane è chiusa nel dolore. «Aspettiamo l'esito dell'autopsia, non sappiamo nulla» si limita a dire papà Francesco, pittore conosciuto sul Garda. La moglie, che proprio ieri ha compiuto gli anni e che nel 1999 aveva perso un fratello in un incidente stradale, non riesce a capacitarsi di come possa essere accaduta una tragedia simile. Distrutti dal dolore anche i due amici che erano con Samuele Freddi sabato sera. Sono già stati ascoltati dai carabinieri di Salò che conducono le indagini. «Ragazzi che frequentano da sempre casa nostra e sono sempre stati amici di mio figlio» ricorda il padre del 20enne, che non pronuncia mia parole di rancore.

«Come amministrazione comunale siamo vicini alla famiglia Freddi. Vicende come queste, sono drammi di una comunità intera» commenta il sindaco di Manerba Flaviano Mattiotti alle prese, quasi ogni settimana, con episodi di risse tra giovanissimi nelle vie del paese. «Sintomo di quanto disagio giovanile c'è sul nostro territorio che può portare a conseguenze che non sempre sono giustificabili» spiega il primo cittadino che poi aggiunge: «Sulla morte di Samuele vediamo cosa diranno le indagini, ma sarebbe davvero molto grave se dovesse emergere un nesso tra la morte e la caduta».

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