Milano – ULISSE SARTINI . La virtù della bellezza. Omaggio a Leonardo

Per il suo “Anniversario”, “folgorato” dalla sua modernità

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“Utilizzare i materiali figurativi della tradizione, come fa Ulisse Sartini, dispiegando una memoria prodigiosa e una ‘stupefacente capacità tecnica’ (Sgarbi) è possibile. Altri lo hanno fatto, al termine di altri percorsi culturali e utilizzando altri mezzi espressivi.  Penso a Piero Guccione o a Bill Viola. È possibile prendere a piene mani dalla lingua antica rielaborandola, trasfigurandola, rendendola comprensibile ed efficace per le donne e per gli uomini del nostro tempo. A patto di non cadere nel citazionismo che è sterile e sgradevole sempre […]. Bisognerebbe saper usare la tradizione figurativa con la stessa naturalezza con cui usiamo la lingua letteraria, uno strumento di comunicazione che sappiamo bene essere stato costruito da Dante e da Petrarca, dal Bembo e dal Manzoni e che tuttavia ci serve per esprimere idee e valori, sentimenti e passioni del nostro tempo. Su questa strada si muove Ulisse Sartini. Entra nella grande tradizione figurativa (in Caravaggio, in Annibale Carracci), la disarticola, la analizza, sembra entrare in competizione con lei (il suo straordinario talento tecnico glielo consente) e poi ce la offre, reinventata, trasfigurata, caratterizzata dal suo specifico genio espressivo.” Con queste parole, Antonio Paolucci, esprime il suo commento nei confronti di Ulisse Sartini all’interno del catalogo della mostra a lui dedicata, in corso nella Sacrestia del Bramante in Santa Maria delle Grazie. Se uno dei più competenti storici dell’arte del nostro tempo (già Soprintendente per il Polo Museale Fiorentino, Ministro per i beni culturali e ambientali e Direttore dei Musei Vaticani), notoriamente orientato verso l’“Antico” quale curatore di eccelsi eventi espositivi e pubblicazioni varie, si occupa di un artista contemporaneo, vuole certamente dire che questo vale….come del resto “parla” il suo “curriculum” che, in sintesi riportiamo. Ulisse Sartini nasce a Ziano Piacentino (Piacenza) nel 1943. Noto pittore e ritrattista, si trasferisce giovanissimo a Milano dove studia sotto la guida del pittore Luigi Comolli, allievo di Segantini. Ma i suoi veri maestri sono i grandi pittori del “Rinascimento”, dai quali ha appreso l’iconologia e la tecnica. Tra i suoi lavori più significativi: i ritratti ufficiali per tre Pontefici (Giovanni Paolo II, Benedetto XVI e Francesco); quelli di Maria Callas, collocati al Museo del Teatro alla Scala di Milano, all’Auditorium Megaron di Atene e al Teatro La Fenice di Venezia. Celebri inoltre i ritratti del Primo Ministro inglese John Major, di Pier Paolo Pasolini, Luciana Savignano, Luciano Pavarotti alla Royal Opera House di Londra, di Audrey Hepburn per la nuova sede dell’Unicef a Roma e di Giovanni Verga per il Museo Immaginario Verghiano di Vizzini. È il secondo pittore italiano, dopo Pietro Annigoni, a essere presente alla National Portrait Gallery di Londra con il ritratto di Joan Sutherland. Sue opere sono collocate in importanti musei, chiese e collezioni private in Italia e all’estero.    Si sono interessati a lui studiosi e critici d’arte autorevoli come Raffaele De Grada, Mario De Micheli, Floriano De Santi, Alberico Sala, Roberto Sanesi e Vittorio Sgarbi. Vive e lavora a Milano. Con l’attuale esposizione milanese, Sartini rende omaggio a Leonardo da Vinci, in occasione dei cinquecento anni dalla morte del grande Maestro, con oltre trenta dipinti ed altrettanti disegni, opere, tutte inedite. Vediamo un ciclo di dipinti, realizzati nel 2018, ispirati ai capolavori leonardeschi: “Monna Lisa”, la “Madonna dei fusi”, l’“Annunciata”, la “Belle Ferronière”… Scrive il curatore Giovanni Gazzaneo: “Le opere rinascono non come copie impossibili dell’originale, ma come ritratti dal vero e opere sacre, che nelle atmosfere, nei tagli di luce, nei gesti delle mani, nei particolari dei panneggi del maestro del Rinascimento trovano una sorgente viva e inesauribile per un nuovo percorso creativo.” L’evento si colloca a poca distanza dal “Cenacolo” e prosegue il dialogo iniziato nel 2016 con la mostra della grande tela di Sartini, dedicata al “Mistero eucaristico”, ora collocata nel Duomo di Piacenza, ed ispirata proprio all’“Ultima Cena” di Leonardo. “Penso che la mia modernità – afferma Sartini – sia proprio quella di aver osato tornare alla grande lezione del Rinascimento e dell’arte veneta, di quei maestri che ho sempre sentito vicini, come Moroni, Tiziano, Tintoretto. Rendere omaggio a Leonardo rientra in quello che è il mio orizzonte creativo. Questo è il cuore stesso del pensiero dell’artista e del suo essere pittore: respicio praeterita, aspicio presentia, prospicio futura; osservo il passato, guardo il presente, scorgo il futuro.” Nella citazione di Adamus Scotus – nel nesso inscindibile dello scorrere del tempo (che poi è la sostanza stessa della vita degli uomini) – si svela la coscienza dell’impossibilità di un’arte senza storia, dell’assurdità di una creazione che per essere tale esige di far terra bruciata di tutto ciò che era prima. E così ecco rinascere “Monna Lisa” in un volto di bambina, lo studio di feto in un Embriocosmo, il Musico come autoritratto dell’artista. Nei suoi ritratti Sartini continua a esprimere l’anima di chi ritrae.  Ritengo che, grazie a questo volume, Milano, la città dove Leonardo ha vissuto più a lungo e dove è esploso, continui ad essere, con la sua “Ultima Cena” un luogo di primo piano nel mondo. Ideazione mostra: Fondazione Crocevia; Catalogo: Edizioni Crocevia, con testo del Prof. Stefano Zuffi. Organizzazione Archivium;    Media Sponsor: mensile di arte e cultura del quotidiano “Avvenire”.

Basilica di Santa Maria delle Grazie, Sacrestia del Bramante, Via Caradosso 1, Milano; Sala San Domenico, ingresso da via G.A. Sassi 3; Fino al 13 Gennaio 2019; Orari: lunedì-domenica 10-12 e 15-19; Ingresso libero; Tel. 848 391949; mob. + 39 346 2610803; Info pubblico Tel. 392 8139491 – www.fondazionecrocevia.it

Fabio Giuliani

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