La proposta di trasferire l’ospedale di Chiari vicino alla Brebemi ha provocato una forte reazione sia da parte dei cittadini che delle associazioni ambientaliste, evidenziando i rischi legati all’impatto ambientale e alla sostenibilità economica del progetto.
La direttrice generale dell’Asst Franciacorta, Alessandra Bruschi, ha espresso parere favorevole alla proposta di trasferire l’ospedale di Chiari su un terreno donato dalla famiglia Barcella. Ha sottolineato come l’attuale struttura, risalente al 1905, richieda continui interventi di manutenzione a causa della sua obsolescenza. Nonostante l’ospedale sia dotato di tecnologia avanzata, permangono difficoltà nel trovare nuovi spazi per servizi essenziali, come la neuropsichiatria infantile, il laboratorio analisi e un’area per piccoli interventi.
Tuttavia, la realizzazione del progetto si prospetta complessa. Con un mandato di soli tre anni, la stessa direttrice non ha il tempo sufficiente per avviare e completare tale iniziativa. Inoltre, sarà la Regione Lombardia a dover dare il via libera, considerando sia la fattibilità tecnico-economica che le necessità del territorio.
L’ipotesi di spostare l’ospedale di Chiari vicino alla Brebemi ha suscitato una forte reazione negativa da parte delle associazioni ambientaliste. Legambiente, attraverso il circolo Valle dell’Oglio, ha criticato aspramente il progetto, definendo assurdo paragonare ospedali e pazienti alla logistica e alle merci. Il gruppo ha inoltre sollevato preoccupazioni riguardo alla possibile devastazione ambientale, evidenziando che l’area interessata rappresenta una delle ultime campagne verdi in via di estinzione. La critica si concentra soprattutto sull’impatto che la costruzione avrebbe sulle aree naturali, già compromesse dalla vicinanza con la Brebemi.
Allo stesso modo, il Gruppo Ambiente Roccafranca ha ribadito la propria contrarietà, sottolineando come sia irresponsabile smantellare un ospedale in cui sono stati investiti milioni di euro negli ultimi trent’anni. L’ospedale attuale è strategicamente situato al centro della città, servendo una popolazione in condizione di fragilità, ed è fondamentale mantenerlo in questa posizione per garantire accessibilità e continuità assistenziale.
Uno dei principali timori sollevati riguarda l’aumento del traffico veicolare, in particolare sulle direttrici legate alla Brebemi. I Comuni limitrofi a Chiari, come Roccafranca, Rudiano, Castelcovati e Comezzano Cizzago, hanno espresso una forte opposizione al progetto, preoccupati che l’ampliamento delle infrastrutture possa peggiorare ulteriormente la viabilità e l’impatto sull’ambiente.
La proposta di spostamento, quindi, non riguarda soltanto la modernizzazione delle strutture sanitarie, ma implica una serie di questioni ambientali, economiche e sociali che richiedono un’attenta valutazione da parte delle autorità e delle comunità coinvolte.
La sfida, ora, sarà trovare un equilibrio tra l’esigenza di un ospedale moderno ed efficiente e la tutela del territorio e della qualità della vita dei cittadini.
Vai articolo originale: https://www.bresciatomorrow.it/2024/09/12/lipotesi-di-spostamento-dellospedale-di-chiari-solleva-dibattiti-accesi/