L’infaticabile Froome cerca la doppietta e si gioca il tutto per tutto

Il verbo faticare non ha mai fermato in alcun modo le ambizioni dell’attuale campione del Giro d’Italia 2018, Chris Froome, il ciclista su strada di origine keniota, naturalizzato britannico, che dopo una sola settimana di riposo in più rispetto agli anni passati è ripartito più brillante che mai alla volta del Tour De France. Oltre ad aver vinto tutti e tre i grandi Giri ciclistici: il Giro d’Italia di quest’anno, quattro Tour de France nel 2013, 2015, 2016 e 2017 e la Vuelta a España nel 2017, si è aggiudicato altre due medaglie di bronzo a cronometro in occasione dei Giochi Olimpici come rappresentante della Gran Bretagna nel 2012 e 2016 e nei campionati del mondo è arrivato terzo nella cronosquadre in Italia nel 2013 e nelle cronometro a squadre e individuale in Norvegia nel 2017. Una carriera esplosiva, ma non sempre baciata dalla fortuna, come l’ultimo Giro d’Italia, che è stato un vero tour de force nonostante la sua vittoria schiacciante contro i temibili inseguitori.

Le difficoltà iniziali e poi il trionfo

L’inizio del Giro d’Italia di Chris Froome è partito male già al via, con la caduta durante la ricognizione della crono inaugurale di Gerusalemme, una botta che ha pesato parecchio sul rendimento del capitano del team Sky. La prima settimana del Giro sponsorizzata quest’anno dai tre top sponsor Enel, Banca Mediolanum e Segafredo Zanetti, è stata poco brillante e nella tappa di Montevergine ha subito un’ulteriore caduta. La nona tappa sul Gran Sasso è stata una delle giornate più complicate per il quattro volte vincitore del Tour, che è arrivato a fatica a più di un minuto di distacco da Simon Yates. Un’altra tappa davvero tosta per Froome è stata la diciassettesima, quella per intenderci che va da Riva del Garda a Iseo, ribattezzata “Franciacorta stage” poiché il percorso tocca tutta la zona in cui si produce questo ottimo vino. Yates è riuscito a conservare la maglia rosa, mentre Chris Froome e Rohan Dennis si sono attardati di una trentina di secondi già a inizio tappa, un vero percorso ad ostacoli, una di quelle giornate no che hanno fatto soffrire non poco il capitano. Il vero giro di boa però è arrivato con la diciannovesima tappa, da Venaria Reale a Bardonecchia in cui Froome ha compiuto una tappa leggendaria, del calibro di Coppi e Pantani, grazie ad un attacco a 83 km dal traguardo che gli ha permesso di triplicare il suo vantaggio lanciandosi in una discesa folle che rimarrà scolpita negli annali del ciclismo su strada.

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Froome e Thomas: sfida tra giganti

Ormai siamo quasi al termine della Grande Boucle numero 105: riusciranno Dumoulin e Roglic a fermare l’egemonia del Team Sky? La maglia gialla Thomas nel momento clou della carriera cederà la posizione di leadership a Froome? Secondo gli ultimi pronostici del 24 luglio, Betway quota il capitano 2,75 sì, dietro solo a Thomas, che è il favorito numero uno, quotato 1,90. La Grande Boucle ormai appare abbastanza chiara con Geraint Thomas in maglia gialla, inseguito da Chris Froome nelle prime 15 tappe. Ci si domanda a questo punto chi sarà il leader inglese destinato a primeggiare, Froome che è alla ricerca del suo quinto successo oppure Geraint che non è mai salito sul podio di una prestigiosa corsa a tappe? Questa incertezza potrebbe, nelle fasi finali, alterare i delicati equilibri all’interno del team, che deve invece cercare di concentrarsi al massimo per superare l’ultima settimana francese, con le tre tappe montanare e una cronometro finale di 31 km. Oltre alla supremazia del mondo Sky, esiste un vero e proprio sottobosco di agguerriti pretendenti alla maglia gialla, che dopo l’uscita dolorosa di Vincenzo Nibali si è ridotto a due: Tom Dumoulin e Primoz Roglic. Subito dietro ma da non sottovalutare del tutto, ci sono anche Romain Bardet e Mikel Landa.

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Conosciamo meglio i pretendenti

Secondo la classifica il primo inseguitore della squadra Sky potrebbe essere l’olandese Tom Dumoulin, che con eleganza non cede mai di un metro anche nelle salite più faticose e sui Pirenei avrà l’occasione di sbaragliare la concorrenza nella gara a cronometro, la sua specialità che lo ha portato a essere campione del mondo. Una sorpresa di questa edizione è sicuramente Primoz Roglic, un passo indietro rispetto ai primi, che è cresciuto in modo esponenziale negli ultimi anni. L’ex saltatore si è trasformato in un corridore completo, prima in veste di cronoman, ricordiamoci che è vice-campione del mondo a cronometro e poi come scalatore di eccellente livello. Passiamo alla vera promessa francese Romain Bardet, che però fino ad oggi non ha avuto le gambe e le carte giuste per sorprendere i suoi avversari, nettamente più forti di lui. Per ora non ha fatto la differenza nè in salita nè in discesa, un terreno che dovrebbe essergli congeniale e che lo ha reso famoso nei suoi primi Tour de France, provarci è comunque d’obbligo. La squadra Movistar guidata dal trio Quintana-Landa-Valverde è, per ora, la più grossa delusione di questa edizione del Tour. Potenzialmente molto pericolosi, sono stati davvero poco abili e determinati. Il basco Landa è quello posizionato meglio in classifica, si trova infatti al sesto posto, ma per ora in salita non è sembrato convincente come lo scorso anno. Quintana appare ossessionato dalla maglia gialla, che ora sembra davvero un miraggio e subito dietro c’è Valverde, che non ha obiettivi precisi e che proprio per questo si metterà al servizio dei propri compagni.

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Ad una prima analisi sembra proprio che l’edizione 105 del Tour de France sia ormai nelle mani del team Sky, ma rimane da sciogliere il dilemma Froome-Thomas: chi dei due rinuncerà al titolo di campione per agevolare il compagno?

 

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