Le condotte sublacuali del Garda «devono essere dismesse»

La corrosione delle due condutture parallele sta aumentando, interessando profondità sempre maggiori, dove sarà difficile (se non impossibile) intervenire. È necessario continuare a monitorare la situazione ed eliminare le bioconcrezioni che danneggiano l’acciaio. Tuttavia, si tratta di operazioni complesse e costose e la profondità massima raggiungibile con le attuali tecnologie (-220 metri) è già stata raggiunta.

Non solo. La vita utile delle condotte, quella almeno certificata dalla ditta costruttrice, è di 40 anni, e sarà raggiunta fra un paio di anni. Non è possibile sapere quanti anni possano ancora durare. Infine, le condotte sono sottodimensionate rispetto alle esigenze. Per questi motivi, è necessario arrivare alla dismissione delle condotte

È questa la conclusione dello studio sullo stato di salute del collettore sublacuale fra Toscolano Maderno e Torri del Benaco, che raccoglie i reflui dell’Alto Garda. La relazione è stata presentata stamattina dai tecnici di Acque Bresciane ai sindaci gardesani e ai presidenti delle Comunità della Valsabbia e del Garda. L’incontro, voluto dal consigliere provinciale con delega al Ciclo idrico, Marco Apostoli, è servito a fare il punto sulla situazione.

Non c’è un’emergenza immediata, ma d’altra parte il collettore non è certo in buona salute. Urgono interventi e soprattutto una scelta su cosa fare, legata ovviamente al progetto del mega depuratore. Le condotte potrebbero essere sostituite (con un costo fra i 15 e i 20 milioni, tempo richiesto minimo due-tre anni): ma con la costruzione degli impianti a Gavardo e a Montichiari non servirebbero più. 

Il sindaco di Montichiari, Marco Togni, contrario ai progettati impianti, ha commentato che «nessuno può certificare che quelle condutture non possano andare avanti ancora per tanti anni. Del resto, con le riparazioni, non si sono mai bucate».

Il sindaco di Salò, Giampiero Cipani, è di opinione diversa. «Dalla relazione tecnica è emerso chiaramente che la ditta costruttrice ha garantito una vita di 40 anni. Per costruire gli impianti di Gavardo e Montichiari e la rete servirebbero otto-dieci anni. Quindi siamo già a 50 anni di durata. C’è un problema, che va affrontato subito, prima che diventi una emergenza. Togliamo quelle tubazioni: i tecnici ci indichino la soluzione». Marco Apostoli: «La politica deve decidere. Non siamo in emergenza, ma bisogna ragionare subito su cosa fare».

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