La crisi climatica colpisce la pesca: «Lasciate in acqua il coregone»

Sul lago d’Iseo la pesca al coregone è partita già domenica scorsa. Sul Garda invece ha apero ufficialmente ieri, ma i pescatori annunciano un fermo volontario per non mettere in pericolo la specie. La deposizione delle uova è in ritardo, e i pescatori lanciano un appello per un fermo volontario da protrarre almeno fino al 31 gennaio.

«Purtroppo i nostri timori espressi più volte agli organi competenti si sono avverati – sottolinea il portavoce e vicepresidente dell’Unione pescatori bresciani Germano Bana -: il mini rinvio dell’apertura della pesca concesso dalle istituzioni solo per cinque giorni non è bastato, e non garantirà la naturale deposizione delle uova».

«Come temevamo – prosegue Bana -, a causa dei cambiamenti climatici e dell’aumento delle temperature del lago, solo da due giorni sono iniziati i primi segnali di frega dei coregoni sul Garda, e dare il via alla pesca oggi metterebbe purtroppo in serio pericolo questa specie ittica già minacciata anche dai cormorani». «Da parte nostra – continua il vicepresidente dell’UpBs – abbiamo scritto una lettera aperta e pubblicata sui social, indirizzandola a tutti i pescatori ricreativi e professionisti, che contiene un doveroso appello e invito a non pescare i coregoni ancora carichi di uova nei giorni a venire».

Risorsa primaria

Con questo appello, condiviso anche con l’Unione pescatori sportivi del Garda e con la Comunità del Garda, si punta a salvaguardare il naturale mantenimento di una specie che, seppur al centro di una controversia legata alle indicazioni della vigente disposizione ministeriale sulla gestione degli alloctoni, oggi rappresenta per il lago di Garda una risorsa di primaria importanza.

«Al riguardo – conclude Bana -, con le nostre associazioni e tutte le associazioni sedute al tavolo di lavoro coordinato dal vicepresidente della Comunità del Garda Filippo Gavazzoni, da tempo chiediamo a gran voce che sia accelerato l’avvio di uno studio serio e coordinato sulla biomassa ittica gardesana attuale e futura, oltre a una prossima variazione dei tempi di divieto di pesca che tengano conto dei cambiamenti climatici».

Da un lago all’altro

Sul Sebino, come si accennava, le cose vanno un po’ meglio. Anche sul lago d’Iseo le temperature sono state spesso sopra la media nei periodi di dicembre e nella prima parte di gennaio, ma questo non ha impedito all’acqua di raggiungere a metà dicembre la temperatura di 5-6 gradi centigradi, quindi la condizione ideale per la deposizione delle uova da parte dei coregoni. Anche se con una manciata di giorni di ritardo sul momento tradizionale, fissato sul Sebino a Santa Lucia, le femmine di coregone hanno iniziato la loro fase riproduttiva senza problemi, tanto che, sottolinea Bana, «la quantità di deposizione nella frega naturale è stata ottima e in questi giorni l’evoluzione della condizione delle uova è già a buon punto».

A monitorare la frega, tra Sulzano, Sarnico, Predore e Tavernola Bergamasca, sono state le guardie ittico venatorie provinciali e quelle volontarie di UpBs e UpBg. Il 15 gennaio sull’Iseo la pesca al coregone è stata riaperta, sia per i professionisti delle reti sia per i dilettanti.

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