La burocrazia stavolta salva la terra

Il Governo stesso si dà la zappa sui piedi sul nucleare. La tanto decantata svolta energetica dell’Italia, che in questo modo non dipenderà più dall’energia straniera, corre il rischio di non partire mai. Il Ministero del Tesoro proprio ieri ha bocciato 34 norme sul ddl presentato al Senato e ne ha messo sotto accusa altre 18. Per tutte il problema di fondo è che mancano i finanziamenti.

Secondo quanto riportato dalla relazione parlamentare su queste norme, esse:

metterebbero a rischio l’equilibrio economico dell’intero provvedimento sul nucleare e che allo stato attuale è in contrasto con l’articolo 81 della Costituzione.

In breve, l’articolo 81 sancisce che le Camere approvano ogni anno il bilancio, e che non si possono prevedere nuove spese una volta che esso è stato approvato. Ed invece è proprio qui il problema: il nucleare prevederebbe spese aggiuntive per cui non ci sarebbe nessuna copertura finanziaria.

Solo problemi di bilancio dello Stato quindi? Certo che no, perché se lo Stato siamo noi, i problemi sono tutti nostri. Secondo il Ministero del Tesoro, queste norme prevederebbero un incremento delle tariffe a carico dei consumatori finali. In pratica i costruttori non sborserebbero un euro in più di quanto previsto, ma tutti i costi aggiuntivi sarebbero a carico dei cittadini italiani. E viste le esperienze degli altri Paesi, che quando va bene vedono raddoppiare il costo dei reattori nucleari, saranno dolori.

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