Incidente nautico: dai tedeschi una lettera senza scuse né firma

Chi l’ha avuta tra le mani la definisce «irricevibile». Per toni e contenuti. Oltre che per stile. «Al limite dell’irrispettoso». I due manager tedeschi di 52 anni indagati a piede libero per omicidio colposo e omissione di soccorso nell’ambito dell’inchiesta sullo scontro tra barche avvenuto la sera di sabato 19 giugno al largo di Portese hanno scritto una lettera alle famiglie di Greta Nedrotti e Umberto Garzarella. Senza mai citare i nomi di Greta e Umberto. «Due persone a voi care» vengono definite le vittime.

È scritta a computer in lingua tedesca e tradotta con Google translate, il traduttore online. Non ci sono scuse e non è firmata se non con le iniziali. Non c’è alcun riferimento esplicito poi all’incidente e alla dinamica, ma viene espresso un concetto che più o meno suona così: «Al mattino ci guardiamo allo specchio perché sappiamo di non esserci accorti di nulla». I due tedeschi hanno quindi ribadito, mouse e tastiera alla mano, quanto dicono fin dal giorno successivo alla tragedia e che cioè non avevano capito di aver travolto una barca in legno e ucciso due persone, ma che erano convinti di essere finiti contro un tronco o uno scoglio. Comunque non si sono fermati.

EMBED [Leggi anche]Dalla Germania dove sono tornati il giorno dopo l’incidente mortale, i due turisti hanno espresso le condoglianze alle famiglie di Greta e Umberto sostenendo di pensare ogni giorno a loro. «A casa abbiamo acceso anche due candele» hanno infine spiegato nella loro unica lettera scritta per due famiglie diverse e inviata via mail nei giorni dei funerali dei due giovani morti nello scontro.

Dopo l’addio di mercoledì a Umberto, in un Duomo di Salò gremito e con gli amici a salutarlo per sempre dalla barche sul lago, oggi pomeriggio a Toscolano Maderno saranno celebrati i funerali di Greta. Non è stato indetto il lutto cittadino, ma tutte le attività commerciali hanno deciso chiudere nel rispetto della giovane vittima e della famiglia, segnata per sempre per la morte del l’unica figlia. Le indagini nel frattempo proseguono e in attesa del conferimento dell’incarico per una perizia cinematica che faccia chiarezza sullo stato delle imbarcazioni coinvolte, continua a tenere banco il tema dell’illuminazione del gozzo dei bresciani e dell’Aquarama degli stranieri.

E spunta la necessità di chi indaga di capire se il motoscafo Riva dei tedeschi avesse in funzione un dispositivo di sicurezza che scatterebbe al momento di un impatto contro un ostacolo, facendo accendere un faro per illuminare la zona. Si è accesa questa luce che avrebbe potuto illuminare il corpo di Umberto sul gozzo e quello di Greta in acqua? È una delle tante domande ancora senza risposta.

 

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