In quanti saranno a cadere con lei?

Ignazio Marino interviene sul contributo di 250 euro mensili della Regione Lombardia per le donne che rinunciano all’interruzione di gravidanza. Una riflessione che condivido e che vi prego di commentare e diffondere.

4.500 euro. Tanto vale per la Regione Lombardia il figlio di una donna che rinuncia all’aborto. 250 euro al mese per 18 mesi e poi una pacca sulla spalla alla disperazione di chi quel figlio lo deve nutrire, vestire, riscaldare, mandare a scuola. Crescere.

Un contratto a progetto di un anno e mezzo e poi via, nell’alto mare aperto, come quei ricercatori capitani di ventura di brunettiana memoria. Il requisito indispensabile per ottenere l’assegno è che vi siano problemi economici alla base della rinuncia alla maternità. E allora mi chiedo: quante coppie rinunciano alla maternità per problemi economici? Centinaia di migliaia. E non c’è di mezzo alcun aborto.

Semplicemente si vive in una condizione di precarietà strutturale e tale instabilità permea i rapporti di tante persone, incide sulla loro possibilità di acquistare una casa, compromette il pensiero del futuro. Su queste coppie che abortiscono il futuro peseranno presto, con le misure annunciate in Finanziaria dal Ministro Tremonti, tagli alla scuola, alla sanità e ai servizi di comuni e regioni che non guarderanno al portafoglio delle persone, ma avranno carattere universale.

E pensiamo, quando parliamo di donne, che le famiglie si reggono su mogli, figlie, mamme e nonne che costituiscono e sempre più costituiranno il vero welfare italiano, se è vero che l’Italia spende per le politiche per la famiglia e l’infanzia meno della metà della media Ocse (1,1% del Pil contro il 2,5% della Francia ed il 3,2% della Germania).

E allora quella misura una tantum della Regione Lombardia sa più di elemosina ad una donna sola, magari una prostituta, una tossicodipendente, una vittima di violenza. Gesto nobile, senz’altro, ma chiamiamolo per quello che è. E ragioniamo sulle conseguenze.

Come si sentirà quella donna dopo 18 mesi passati aggrappata al precipizio di un burrone con la speranza di una salvezza, quando la mano che la sostiene debolmente la lascerà di colpo tornare a cadere?

In quanti saranno a cadere con lei?

Vai articolo originale: http://andreavolpi.blogspot.com/2010/06/in-quanti-saranno-cadere-con-lei.html

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