Il rumore nel mare rende sordi i pesci

Balenza azzurra (Balaenoptera musculus)

Balenza azzurra (Balaenoptera musculus)

L’inquinamento acquistico, lo abbiamo letto spesso, è stato più volte additato dagli esperti come uno dei principali motivi del fenomeno di spiaggiamento di balene, orche e delfini. Proprio perché confusi dal rumore dei mari, molti di questi animali, sono stati tragicamente deviati dalle loro rotte abituali finendo per ritrovarsi arenati nelle spiagge con esiti molto spesso drammatici.
Le cronache, con ormai una certa frequenza, riportano alla nostra sensibilità fenomeni di questo tipo che, spesso, ci vedono impotenti e inermi.

Oggi, questo inquinamento acustico è stato addirittura mappato dalla Noaa (National Oceanic and Atmosferic Administration) che con colori molto vivaci ha illustrato come, anche a profondità abissali, esista un inquinamento acquisto in grado di romperne il silenzio (le onde sonore rispetto a quelle luminose infatti si propagano più velocemente e più in profondità) a cui molti animali si sono adattati riuscendo ad orientarsi, cibarsi e vivere nella totale oscurità.

L’attività dell’uomo, specie negli ultimi anni, ha però squarciato questa pace. Attività navali, esercitazioni militari, trivellazioni e carotaggi per la ricerca delle fonti energetiche hanno, secondo gli esperti, rotto quella barriera di silenzio cui gli abitanti del mare si sono adattati nel corso del loro processo evolutivo. Ecco quindi emergere da questo studio che animali tipo le balene hanno l’udito compromesso con grave danno per l’orientamento e l’alimentazione e di conseguenza anche per la sopravvivenza della stessa specie.
Purtroppo abbassare il volume, ridurre i rumori e gli ultrasuoni nel mondo marino non è cosa da poco. Gli interessi commerciali che gravitano intorno al mare, per quanto ci siano leggi che in qualche modo cerchino di tutelarlo, sono difficilmente contrastabili se l’uomo non acquisterà una coscienza globale. La sopravvivenza del mondo marino dipende da noi, e noi da essa.
Speriamo solo che di fronte a questa ennesima manifestazione dei danni che la nostra specie riesce a produrre, non ci sia il sempre solito chiassoso silenzio.

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