Il racconto: «Mio padre salvo grazie all’app WhereAreU»

Dopo il caso del disperso nel Cilento, rinvenuto ormai senza vita solo dopo 9 giorni dall'allarme da lui stesso lanciato con una telefonata, torna in primo piano il tema delle tecnologie al servizio del soccorso volte a facilitare la localizzazione di chi è nei guai.

Nel panorama nazionale, la cui situazione sconta un ritardo strutturale rispetto ad altri Paesi che già hanno introdotto una nuova tecnologia nota come AML (acronimo di Advanced Mobile Location), si segnala come soluzione più favorevole alla geolocalizzazione del chiamante l'app WhereAreU (scaricabile sia per smartphone iOs, Android e Windows). 

Introdotta inizialmente in Lombardia da Areu, l'agenzia che cura il servizio Nue 112 per il territorio della nostra regione, è stato poi esteso ad altre regioni d'Italia che hanno mutuato l'impianto del servizio di emergenza da quello lombardo, vale a dire Regione Friuli Venezia-Giulia, Liguria, Provincia autonoma di Trento e Provincia Autonoma di Bolzano, Lazio (solo per l'area del distretto 06) e (province di Agrigento, Catania, Caltagirone, Enna, Messina, Siracusa e Ragusa).

Di fatto, tra le varie funzioni, consente, tramite rete dati o sms, una geolocalizzazione relativamente accurata del chiamante che la utilizzi per allertare i

Proprio all'indomani del dibattito sul tema, Areu ha diffuso il video che proponiamo in questa stessa pagina che riporta la testimonianza di una utente, signora Giovanna Bonomini Bresciani, che racconta come suo padre sia stato salvato nel 2018 nella campagna di Calvagese della Riviera dove era stato colto da malore, proprio grazie al ricorso all'app WhereAreU. Testimonianza che aveva a suo tempo proposta anche in una lettera pubblicata dal GdB.

 

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