Il grande fiume e la razzia dei siluri

Esiste oggi una nuova generazione di pirati nel grande fiume Po e non è una novità dell’ultima ora. Più volte la cronaca se ne è occupata, giornali e telegiornali l’hanno raccontata. Parliamo in questo caso di atti di vera e propria pesca illegale, non autorizzata, fatta prevalentemente di notte con metodi crudeli e devastanti per tutta l’ittiofauna del Grande Fiume; basti pensare che il più delle volte questi pescatori di frodo utilizzano il sistema delle scariche elettriche per stordire il pesce.

Si tratta per lo più di pescatori ungheresi dediti alla pesca del pesce siluro (Silurus glanis) catturato per essere rivenduto nel mercato di casa dove le carni di questo glanide sono particolarmente apprezzate. Si sospetta che anche in Italia vi sia una rivendita di questo pesce, che ricordiamo viene catturato in uno dei fiumi più inquinati d’Italia.

Secondo gli esperti, queste catture – prive dei regolari controlli sanitari – fruttano ai  malviventi importi che arrivano fino a 15 euro al kg. A questa pratica illegale vanno aggiunti anche i danni arrecati  dalla costruzione di pontili abusivi e dai numerosi furti di barche e, soprattutto, di motori fuoribordo; una prassi questa nota purtroppo, oltre che nelle provincie che si affacciano sul Po, anche sul lago di Garda.

La pesca di frodo del siluro, che è un pesce alloctono nei nostri corsi d’acqua, ovvero non originario ma immesso artificialmente dall’uomo, famoso per le sue dimensioni e per la sua voracità, è di fatto aiutata anche dalla legge italiana e dai regolamenti che ne incentivano la pesca senza limiti di numero e senza obbligo di rilascio delle prede catturate che, generalmente, vengono fatte morire dai pescatori sportivi. Una normativa pensata per ridurre la popolazione di questo pesce considerato un  flagello per la fauna autoctona che si dimostra però un vero e proprio cavallo di Troia per chi, come i pescatori di frodo, intende fare della pesca al siluro un vero e proprio business.

La realtà di questa pratica di pesca illegale, fatta con elettrostorditori, sta infatti svuotando il fiume anche delle altre specie di pesci e sta mettendo in pericolo  l’intero ecosistema. Le forze dell’ordine difficilmente riescono ad intervenire perché i tratti di fiume da controllare sono ampi e spesso la stessa gente del Po non denuncia queste pratiche illegali per paura di ritorsioni.

Leggi l’articolo del Corriere della Sera

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